La vertenza delle mondariso

La vertenza delle mondariso La vertenza delle mondariso dinnanzi alla Magistratura del Lavoro Il Procuratore Generale chiede un salario di L. 11,10 che, diminuito di lire 1,40 per il vitto e lire 1,60 per altre spese, garantirà un minimo di lire 7,10 n e e o - Roma, 17 notte. La vertenza tra la Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti del1 agricoltura, e la Confederazione Nazionale Fascista dell'agricoltura per la fissazione dei salari da corrispondere ai mondariso per la stagione In coivo è stata ampiamente discussa oggi dinanzi alla Magistratura del Lavoro. Presiede il comm. Ronga. 11 collegio è assistito da due esperti, l'on. Franco Angelini per i Sindacati e l'tng. Sampietro, direttore della Stazione risicola di Vercelli, per gli agricoltori. I-re parti sono cosi costituite : per la Confederazione dei Sindacati Fascisti dell'agricoltura attrice, il Presidente on. Luigi Kazza, assistito dal consiilente legale avv. Roberto Roberti e dal cav. Andrea Marzatico, segretario della Federazione Nazionale braccianti e salariati; per la Confederazione dell'agricoltura, l'on. Arcangeli, assistito dagli avv. Conte Zappi Recordati e Motta. Molto pubblico assiste nell'aula, composto in gran parte di dirigenti delle due Confederazioni. Vediamo tra gli altri gli on. Ascione, Olmo e Fragonara. Chiamata la causa, Il Presidente fa un'ampia ed esauriente relazione della vertenza, esponendo i termini del contrasto tra le parti. Il Presidente accenna anche ai documenti illustrativi che sono stati presentati, e dà poi la parola ai rappresentanti delle due parti. L'esposizione dell'osi, Razza Ha per primo la parola l'on. Razza. Egli incomincia con il porgere un saluto a nome anche dei lavoratori agricoli alla Magistraiura del Lavoro. » il mio saluto — egli dice — significa anzittutto fiducia assoluta dei lavoratori in questo altissimo istituto creato dalla Rivoluzione fascista; ma ha oggi un altro particolare significato: io vengo dal torneo internazionale ginevrino dove nessuna parola si è detta che potesse portare un senso di fiducia e di serenità, per il lavoro mondiale; mentre l'Italia può considerarsi come un'oasi nella quale il lavoro trova'- un" 'arabietite" di comprensione e di difesa. Mi preme anche di dire che i lavoratori si aspettano dalle vostre parole di vedere riconfermata la saldezza della loro fede nel Regime fascista. Mal nel mondo e avvenuto prima d'oggi rhe 180.000 lavoratori siano scesi in risaia senza sapere ancora quali saranno le loro condizioni di- lavoro Questo spettacolo di fede e di disci plinn non sarebbe mai stato non dirò possibile, ma neppure concepibile nel passato. Da due settimane in risaia si lavora e si aspetta con serena fiducia la parola della Magistratura del Lavoro. Noi siamo qui venuti sovrattutto perchè volevamo avere un Indirizzo e perchè volevamo ■ dimostrare che il principio della giustizia sociale non è un mito, ma una realtà nello Stato fascista. Noi ci aspettiamo da voi una parola di equità. Non litighiamo fra noi: le due nostre Confedera' zionl hanno nel corporativismo fascista un unico sbocco ed unhmica meta, Noi chiederemo soltanto che dinanzi ad una crisi voi ci diciate quale è il giusto limite. a TI salario, si sa, non è una cosa stabile, ma è eminentemente contincente. Noi abbiamo compiuto per intero il nostro dovere anche quando abbiamo stipulato riduzioni salariali. Ci sentiamo preparati alla necessaria tutela del lavoro e dei lavoratori, ma non in contrasto con le condizioni dell'economia nazionale. « Mihiamo dato prove costanti di collaborazione e siamo stati noi i primi ad appoggiare le provvidenze governative a favore degli agricoltori. Abbiamo ciò fatto por assicurare le condizioni di stabilità alle aziende, ma sovraniuo per conservare ai lavoratori le posizioni inorali conquistate .sia pure compatibilmente con la crisi economica mondiale ». L'on. Razza tiene quindi ad occuparsi particolarmente della vertenza in discussione ed osserva che i Sindacati non hanno affatto ignorato le condizioni attuali del mercato risicolo. Il limile del saorifieio » Abbiamo offerto il 20 % sulle paghe dell'anno scorso, riduzione che rappresenta un sacrificio notevole se si tiene conto dell'altra del 17 % precedentemente apportata. « Non è vero che lo paghe siano slate frutto di arbitrarie pressioni. Dal '22 in sppstzinntrchuilinailràstsizpunsdpligsgassdtiinratodrnTdilosovcgcalippsaavLlatuddlcidslrlmntbplpdptpcrAIdnNpncmrtteipol non vi sono state pressioni di nes- ju„ gel)ere. 1 patti di lavoro sono stali (sempre fatti dopo serena discussione , o e o e i a e o isi e. o o tra le parti, facendn oscillare i salari sulla base delle oscillazioni dei prezzi del risone. Ci siamo fermati sul 20 % come il massimo limite oltre il quale non e possibile andare. • Non è vero che i lavoratori scendano "oggi in risaia lietamente. Le rondizioni nuove che ha creato il clima fascista hanno fatto si, è vero, che oggi si canti Giovinezza, al posto delle verrine oscene canzoni, e che l'assistenza » lai lavoratori ed alle lavoratrici vada .sempre migliorando, ma ciò non toglie che il lavoro d"lle risaie sia sempre uno dei più gravosi e pesanti. « Non voglio drammatizzare, ma mi permetto di protestare quando si parìa o iiao e d avddcmcon troppa leggerezza delle condizioni di vita delle lavoratrici in risaia. K'me-nto del Fascismo aver debellato la pellagra e migliorato l'ambiente morale in cui si svolge la monda del riso; ma non deve questo essere un argomento per dire che la risaia è oggi un Eden. Si t< detto che le mondariso sono lavoratrici,saltuarie; noi abbiamo invece prodotto documenli per dimostrare che si tratta dì autentiche avoratrici agricole che con quel pesante lavoro arrotondano le risorse dei mariti ». i. PAnvonrinn» nsilanal» ili rllesmhrA La Convenzione nazionale ai Bioo»»r« Venendo ai termini più precisi della vertenza, l'on. Razza ricorda le ridu-zloni concordato nella Convenziono nn zlonale stipulata nel dicembre scorso tra le due Confederazioni. Ma, a parte li fatto che si tratta di un accordo d'i- i e e e n spirazione politica che può offrire ben pochi elementi di valutazione tecnica, sta il fatto che in nessun caso le riduzioni andarono al di 16 del 25%. La interpretazione che gli agricoltori danno a questo accordo è del tutto arbitraria. L'on. Razza conclude dicendo che ha inteso di prospettare solo il lato umano della vertenza; altri no rileverà il lato giuridico, * Noi abbiamo llducia in voi» egli dice; «la vostra sentenza non accoglierà un compromesso, ina (Isserà il giusto limite. Dalla vostra parola verrà un indirizzo anche a noi. E' con questo senso di responsabilità che noi ci siamo presentati a voi. 11 20 % di riduzione offerto in questo momento con il prezzo del rìso in aumento, è prova di una costante collaborazione. Sanzionandolo, voi direte una parola di giustizia fascista. Questa parola attendono i lavoratori disciplinatamente ». La tesi dei datori di lavoro Per la Confederazione convenuta prende quindi la parola l'on. Arcangeli. Egli promette che la questione va guardata nel suo complesso non prescindendo da considerazioni tecniche e giuridiche che si impongono. Si dico anche egli pienamente fiducioso nella saggezza e nella giustizia della Magistratura del Lavoro alla quale porge un deferente saluto, « Si è detto — egli continua — che i lavoratori sono secsi in risaia sapendo che i loro salari saranno ridotti, ma non diverso è lo stato d'animo degli agricoltori che sanno di affrontare l'ora più difficile che loro si sia presentata. Non è vero che noi abbiamo fatto l'elogio della risaia. Tutti i lavori agricoli hanno la loro durezza. Non si può però ignorare che il tenore di vita è mutato nelle risaie onde se esse non sono un Eden non sono neppure un inferno, come si scriveva e si diceva in altri tempi. E' vero che le condizioni salariali erano migliorate nel periodo dal 1923 al 1927; ciò prova che gli agricoltori quando le aziende offrono dei margini sono ben lieti di venire incontro ai lavoratori ». Per quanto riguarda la riduzione proposta del venti per cento osserva che, prescindendo per il momento da considerazioni tecnico-giuridiche, per gli altri lavori si sono raggiunte riduzioni anche superiori specialmente per il lavoro delle donne. L'oratore prospetta poi la gravità della crisi che incombe oggi sulla rislcultura e termina invocando anche egli una parola di guida che, salvaguardando gli interessi della produzione risponda anche alle superiori finalità di tutta l'economia nazionale. Le ripetute riduzioni Altre considerazioni di carattere tecnico aggiunge nell'interesse della C.S.F.A. il cav. Marzatico. « La C.S.F.A. — egli dice — è stata sincera. Un dato solo smentisce tutte le affermazioni dei colleglli agricoltori. Gli agricoltori hanno rilevalo che le riduzioni dei patti di lavoro hanno superato il 25 per cento, ma si deve osservare che tale riduzione ha giocato in una sola annata, mentre le tariffe del mondariso hanno subito una riduzione nel 1930 del 17,50 per cento. Ecco una dimostrazione: nell'anno portata duzi propi to portu paga ver centuale globale di riduzione dal 1929 risulterebbe del 30,60 per cento. L'on. Arcangeli ha citalo la paga del 1929. In quell'anno il risone era aumentato dei 20 per cento mentre i salari furo no aumentati di 20 centesimi al giorno. Non credo che questo sforzo sia da sopravalutarsl. E' un fatto che il risone nel inaggio 6 salito di prezzo. Gli agricoltori sostengono che il prezzo nel mese di maggio tutti gli anni tende al rialzo Ora, senza andare lontano, latcsi dei nostri contraddittori è smentì- te da quello che è avvenuto lo scorso * i e i i % e i ra a e o i a auuo ». L'oratore cita cifre relative alle Provincie di Vercelli, Pavia e Novara e dimostra che il prezzo del risone tende a rialzarsi non per forza di speculazione ma per reali condizioni del mercato. Il conte Zappi Recordati, per la Confederazione dell'Agricoltura, ribatte aiuno affermazioni fatte dai rappresentanti dei Sindacati fascisti. Egli contesta che il prezzo del risone sia in aumento; l'ultima settimana segna invece un ristagno e, d'altra parte, il mercato del ripone e dominato da elementi molteplici che lo rendono quanto mai instabile. Occupandosi del costo della vita, osserva che se è vero che la riduzione non ò così sensibile come dovrebbe essere, è però vero che i lavoratori e le lavoratrici della monda beuelìciano del diminuito costo dei generi di prima necessità che trovano sul luogo stesso di produzione. Presidente: — Vorrei che ella chiarisse se del lavoro che viene fatto dalle mondariso beneficiano anche le colture successive. Conio Zappi Recordati: — No, perdio le piante che vengono estirpate riguardano solo la coltura unica del riso. Razza : — Ma se si può piantare anche il grano dopo il riso. Zappi Recordati: — Ripeto che la monda del riso non influisce sulle colture successive. L'oratore conclude lumeggiando 1ni Ipunto di vista tecnico delle conclusione-! dilla Confederazione che egli rappreln n r t< Salarlo e Carta dal Lavoro Dopo una breve sospensione, ha quinti la parola, il ledale dello C.S.F., avvci,hobefto ru.i.erti. Egli si compiace che le o COntro'versie del lavoro abbiano oggi in a ■ Regime fascista assunto la veste di cone traversie giuridiche, mentre prima se risolvevano al di fuori del diritto. S Idoninnda quindi cosa deve intendersA l1Pr salario secondo i prlncipil fondar« mentaU espressi dalla Carta del Lavoroa 11 calano corporativo dove essere in u-ìcorrispondenza delle esigenze normaln di vita, delle possibilità d^lla produzioso ine e del rendimento del lavoro. « Il leglte statore, egli continua, ha voluto indicai-Ire come primo punto di riferimento le i i i a . i o o i , 0 9 . ; r™'1^}'"1,"', , . ; t*^*2$lerJ*$, 01,1 d,pl,la Confederazioo Ine (JeIJ agricoltura. L'avv. Motta rile-normall esigenze di vita del lavoratore che vanno considerate non subordinatamente ma prima delle possibilità della produzione. La Carta del Lavoro parla di normali condizioni di vita appunto perchè a mano a mano che la produzione si sviluppa, il salario deve elevarsi per modo che il tono di vita dei lavoratori segua il progresso di tutta la vita nazionale. Riconosciamo che nel caso in esame ci troviamo di fronte a una produzione che dà scarse risorse onde il lavoratore che collabora a questa produzione non può ricavare un salarlo che soddisfi le normali condizioni di vita ma che basti solamente alle elementari necessità della vita augurando elio in un prossimo avvenire i responsabili della produzione siano in grado di offrire ai loro collaboratori condizioni di vita corrispondenti al grado di civiltà che il nostro Paese ha raggiunto. Ma c'è un limite. Non liisogna dimenticare che, 11 salario non è in relazione all'utile dell'azienda e non può seguire l'alea delle aziende stesse. Esso è il prezzo di costo di un elemento della produzione che, ridotto a questi limiti estremi di puro costo della mano d'opera, non può subire riduzioni quale che sia il rendimento dell'azienda. In altri termini, la produzione deve sempre garantire il salario limito in rapporto alle esigenze elementari della vita dei lavoratori anche se l'azienda è deficitaria. ■ Questo salario minimo nel caso del lavoro per la monda del riso non può essere inferiore alle L. 11,20 giornaliere onestamente proposte dalla C.S.F.A. Non e vero che la produzione risicola sia deficitaria al punto di non poter garantire ai lavoratori che vi collaborano quel minimo che è indispensabile per lu loro vita; se cosi fosse, e in realta non è, non ci sarebbe più produzione. La verità è che i risicoltori non sono sufflcentemente attrezzati per difendere la loro produzione. Se i linei contraddittori dicono che quando il prezzo del risone e aumentato gli agricoltori si sono già liberati della merce, di chi è la colpa? Non è certo dei lavoratori i quali per altro sono generalmente ritenuti coma i più laboriosi e più disciplinati. La sentenza di Torino L'oratore passa poi ad esaminare la — t- —... uu Niuiiuiaic telsentenza di Torino traendo dalle ar- fermazioni del giudicato di quella Cor- te elementi per ia sua tesi e ricordaclie nel 1927 la Magistratura del I avo-ro di Roma fissò il salario in iire18,90. Nel 1927 il risone si vendeva aprezzo inferiore a quello di onci IaMagistratura del Uvoro di Roma haritenuto che le condizioni normali divita dei lavoratori non potevano eis»-re soddisfatte con meno di lire 18 <K) La Corte di Tonno ha stabilito òhe questo salario limite non può scendere al disotto di lire 10. Dal momento chesituazioni nuove a danno della produ-zione agricola non si sono manife-state perchè anzi abbiamo provvedi-menti a favore dell'agricoltura si han-produzione Parla per ultimo l'avv. Motta in di- . e l l va innanzi tutto che esistono patt confederali secondo i quali sono Inter venute riduzioni notevoli nei salari, csi riporta all'accordo del dicembrescor^o, L'on. Razza precisò allora qua-le fu la natura e quale fu la poriatadi detto a'.cordo, e l'oratore polemizzaa!con, I*Y?; Roberti sulla questione di- JHTitlO dai precedenti oratori trattativeo ' termina chiedendo che la sentenza del I T l'I ' 1 rt 1 C T ?• '1 t I Ciri t ■ l I . ■. ni.» , I .' .. . . : I l . . oe neel ninnn nil enoo le e nei o sle re io rnla ol 11 ni e- magistxatl sia tale che dia tranquillitàalle aziende, tranquillità ch.-> torneràa vanteggio anche del lavoratori. A questo punto, su richiesta del Pre-sidente. si mette a verbale che le pRrtlsono d'accordo nel valutare In Urenv. le in nsi Si si ao. in ali oglale 1,40 il costo del vitto. La parola del P. 8. Ha quindi la parola il Procuratore Generale comm. Vulturlni che comincia col dichiarare essere stato per luun vero godimento assistere a cosi elevata discussione, e continua: « Una affermazione dell'ori. Razza ini ha veramente commosso: egli ha detto che oltre centomila lavoratori si sono rivolti a noi e attendono la nostra sentenza. Io ricordo i cortei di donne scioperanti e sdiianiazzanti per le strado di Bologna, ricordo i fasti della cosidetta repubblica di Molinella. Ero allora pretore e dovetti assistere a scene punto edificanti. L'on. Razza mha fatto ripensare alle vie di Bologna attraversate Uno al 1922 dalle folle che andavano a prendere il verbo della indisciplina dello sciopero dal non dimenticati santoni del socialismo. « Il criterio per risolvere questa controversia deve essere dettato dalla proposizione yr.arta della Carta del Lavoio e dalla I2.a. .Sono slati già ricordati dall'on. Roberto Roberti gli eienienti contemplati dalla 12.a dichiarazione e non dobbiamo che trarre lnorme ria essa Quando avremo faltciò, avremo osservato 11 precetto delegislatore, il precetto del Duce. Sullbnse del principìl delle due dichiara zloni io ho studiato gli atti delle duConfederazioni concordanti ne] volerun aciordo che si concini con gli interessi della Nazione ». Entrando nel merito, il P. M. dichiara che sacrifici o corre chiedere al lavoratori e ai datori di lavoro, e conclude chiedendo che l'accordo voglideterminare tariffe salariali per lmonda del riso per il corrente annapplicando la riduzione del 28 % sulltariffe del 1930. Cosi i lavoratori avranno un salarlo di lire 11.10 il qualediminuito di lire 1,40 per II vitto e da.ltre lire 1.60 per altre scese, garantrà un minimo di lire 7.10. Uopo le richieste del P. M. l'udienz."• rinviata a domani alle 12.30. Si avrper quell'ora l'attesa sentenza.