L'orrenda catastrofe di Nantes

L'orrenda catastrofe di Nantes L'orrenda catastrofe di Nantes nel terrificante racconto dei superstiti Quattrocento persone inghiottite dai gorghi tempestosi dopo un'ora di scene orrende e di lotta selvaggia strappati dalle onde al piroscafo pericolante Le barche di salvataggio parecchie volte capovolte • Grappoli umani Episodi strazianti ' Parigi, 15 notte. La catastrofe marittima di Saint Nazaire ha piombalo la Bretagna nel lutto, e fatto correre per l'intera Francia un brivido di orrore. Il settennato di Doumer comincia male e, se fossimo superstiziosi, potremmo prendere il naufragio del Saint Philibert come un ben tristo auspicio. Ma lasciamo andare i presagi, visto e considerato che il nuovo Presidente della Repubblica francese non ha certamente nulla che lo faccia rassomigliare a Nicola II, Czar di tutte le Russie, la cui incoronazione venne funestata da una catastrofe*the, pur non avendo- nulla di marittimo, non fece meno vittime di quella di ieri..E notiamo semplicemente che la nuova atroce tragedia oceanica avrebbe potuto facilmente essere risparmiata alla Francia se gli organizzatori delta gita e se i passeggeri medesimi avessero dato prova di minore imprevidenza e leggerezza. Tragica speculazione La gita era stata organizzata da una società sorla da pochi mesi, per iniziativa. dell'Unione Cooperativa della Loira inferiore e della Camera del Lavoro di Nantes. Presieduta da un noto impresario di feste e di escursioni di Nantes, la società era ancora ai primi passi ma l'escursione alla isnlelta di Noirmoutier, indetta per ieri mattina, doveva per l'appunto iniziare la serie delle manifestazioni con cui il Presidente si riprometteva di dare ai propri soci la prova della efficenza del sodalizio e far passare loro una allegra giornata, respirando le brezze saline dell'oceano. Il programma della giornata era, sulla carta, bellissimo. Senonchè l'impresario, deciso come tutti gli impresari, a trasportare il maggior numero di persone con la minima spesa, possibile, noleggiò un battello presso a poco della stazza dei nostri battelli diretti, che fanno servizio fra Venezia e il Lido, ossia lungo non più di una trentina di metri, e pescante poco più di metri due e cinquanta; e per essere ben sicuro di-sfrutlarlo al massimo, distribuì oltre 500 biglietti. Cinquecento persone su un battello di simili dimensioni vi slavano necessariamente come le sardine. Ma i francesi sono abituati a viaggiare in queste condizioni. Le vetture della' metropolitana, i tranvai, gli omnibus di Parigi non partono, per fare un esempio, sempre stracarichi? Quasi non bastasse, accanto a questa massa enorme di passeggeri, sette uomini soli, di cui tre macchinisti, un mozzo e un vecchio capitano in ritiro, rimesso in circolazione per la circostanza, compone vano l'equipaggio destinato a go vernare il piroscafo. La semplice enunciazione dei dati che precedono fa rizzare i capelli sulla testa. Ma procediamo con ordine. Gita senza ritorno Obiettivo della escursione erano come abbiamo detto, i boschi della Chaize, nell'isola di Noirmoutier. La. traversata si fece in cinque ore, abbastanza difficilmente. Cinque ore di mare cattivo per una gita di piacere sono un po' troppe, e il buon senso sembrerebbe portare a credere che, giunti finalmente sani e salvi, nell'isola, i gitanti si sarebbero rifiutati di riprendere la navigazione nelle stesse condizioni dì prima. Ma ormai il prezzo del viag- 'flio era stato pagalo; restare a A'oùv moulier voleva dire affrontare delle Lspese di alloggio e di vitto non previste in programma. E poi molti operai non volevano correre il ri¬ schio di restare assenti dall'ofiici-Una il giorno dopo, e magari vedersi licenziali. Altri' temevano che i congiunti rimasti a casa, restassero nell'inquietudine. Insomma, o per una ragione o per l'altra, di persone decise a. non sfidare una seconda volta la sorte, che aveva già fatto del suo meglio per metterli sull'avviso, non se ne trovarono più di un centinaio. Gli altri ripresero il battello di nuovo. Scomparsi A questo punló'c'è chi dice che il capitano, vecchio quasi sì 'santenne e ormai disabituato al navigare avesse tentato di persuadere la. comitiva di rimandare il ritorno al l'indomani. La cosa non è sicura In ogni caso, la temerità dei più ebbe il sopravvento sulla saggezza dei pochi, e alle 5 pomeridiane il Saint Philibert riprese il mare che nel frattempo era venuto raddoppiando di violenza. Di fronte alle ondate larghe e prò fonde che sollevavano l'oceano senza far schiuma, con forza irresistibile, sot'o il vento sempre più a spro, non ci vuole molto a capiti che il dis.iraziato battello doveva recitare la parte del famoso guscio di noce, ma di un guscio dì- noce carico fino all'orlo. La pioggia che sferzava la gente pigiala sul ponte e lungo le paratie, il rullio sempre più violento, le donne che si sentivano male, il rimescolìo incessante e probabilmente gli ■ alterchi, e le zuffe per cercare di mettersi al riparo, là dove si stava meno male, il panico che cominciava a serpeggiare fra i passeggeri pentiti di essersi avventurali, una seconda volta all'impazzala su quel fragile e scricchiolante naviglio, ebbero presto il risultalo di mettere a bordo il disordine, disordine che i due o tre marinai disvonibili non potevano certo lusingarsi di domare. Alle 19 il semaforo della punta di Saint Gildas telefonava al porto di Saint Nazaire clic, a circa 9 citi lometri al Unno, c'era un piroscafo in pericolo. I due guardiani del faro si erano infatti accorti, esplorando il mare col cannocchiale, che il bat tcllo navigava completamente sban dato " in-barrava acqua ad ogni momento t -rchè i passeggeri sembravano essersi accalcati soprattut to a tribordo per essere meno esposti al vento. Poco dopo, la nebbia che scendeva impedì loro di vedere nitro. Ma non si trattava solianto della nebbia. Non vedevano più niente semplicemente perchè il battello era già affondalo. Un oste che. tiene bottega in pros simità dello stesso faro, seguì an che lui la scena ad occhio nudo i racconta : — U battello ha voluto mutarr rotta. Durante la sua manovra l'ho visto piegarsi sull'acqua, raddrizzarsi, poi ho visto la chiglia affon- darsi. Esso si è alzato verticalmen- le, si è capovolto cumpletamenle ed è affondato. Un'ora spaventosa La direzione del porto di Saint No zaire intanto aveva già dato l'allarme. Il battello di salvataggio Porriic, comandato dal capitano Ka vallili, della compagnia Doucet, ave-va preso il mare, seguito dui Glazick- li largo di Bourgneuf essi incontra, rono il battello pilota Saint George, che si era Tìies.so al riparo diètro la Lombarde. Essi si dettelo subito alla U/hi e i cadaveri di quattro donne ricerca del battello scomparso e dei suoi passeggeri. Ma, ahimè!, non dovevano ricondurre che otto naufra- e a e l e o a o o o o i a e o ù r o - Dopo parecchie ore di ricerche, a mezzanotte dovettero rientrare in porto. Il Glazick, ostacolato dal mare agitalissimo, aveva dovuto tornare indietro. Dai racconti confusi, e laconici dei pochi superstiti che hanno tutti per-\ PcJcMdpmrcgàuto nel naufragio qualcuno dei loro/- cari, e non sanno far altro che piangere, si comincia ad avere qualche particolare sugli episodi più raccapriccianti della tragedia. L'ultima meiz'Ora di Vita del Saint Philbert, fu una mezz'ora di lotta accanita tra gli uomini, ormai in preda al panico, e le onde. Le scene d'orrore che si svolsero non possono essere descrìtte. Quattrocento persone si erano aggrappate agli alberi, ai cordami, alle paratie, contro le quali le onde urlandi, gli schiacciavano. Strappati dai loro appoggi, i disgraziati, scossi dalle onde, feriti, svestiti {dei cadaveri, molli sono stati ritrovati pressoché nudi) scomparvero ben presto, a grappoli, nel mare infuriato. La violenza, dell'oceano lanciò dei bambini, già inerti, contro Uomini che lottavano ancora, e che affondarono sotto la violenza dell'urlo. Come sempre, i salvagente non vennero trovali o non poterono essere staccali dalle spranghe di ferro cui erano legati, i due battelli di salvataggio vennero calati in mare: ma che cosa si poteva attendere da manovre, eseguite quasi senza intervento di marinai, in mezzo ad una ressa urlante dove, era impossibile aprirsi il varco? Tutto quello che l'equipaggio potè fare, fu di restare a bordi fino all'ultimo, e di lasciarsi travolgere dal battello, quando questi si rovesciò pedantemente sulla chiglia, come avrebbe potuto fare un grosso barcone da pesca. In quanto ai gitanti, di cui tanto per cambiare la grande maggioranza, non sapeva nuotare, non appena il vaporino cominciò ad imbarcare ondate ed a sollevare un fìancp per aria, non fu più. se non una lotta disordinata per abbrancarsi o respingersi ,j vicenda, la solila lotta spaventevole e miseranda di tutti i naufragi. Chi sapeva nuotare scomparve sotto le onde più pristo ancora degli altri, trascinato dal peso di quanti gli si aggrappavano addosso. La lotta disperata Un siderurgico di ventiquattro anni riuscì a mantenere la moglie al disopra dell'acqua durante più di un'ora. Egli era esauste, ma lottava ancora, quando un disgraziato, con gli occhi fuori della testa, coltilo da pazzìa, sorse dall'acqua per stringergli le gambe. Il siderurgico dovette lottare contro di lui, e nella lotto, abbandonò la moglie, che annc-jò. Egli fu salvato. XJv portalettere lottò durante Ire ore, ma vide scomparire nel vortice la madre, le due sorelle e la fidanzata. Issandosi su uno dei due canotti di salvataggio del Saint Philbert che avevano potuto essere messi in mare, diversi naufraghi si. credettero salvi. Ma. le fragili imbarcazioni si capovolsero parecchie volte, e quando i due battelli, salvatori intervennero, i naufraghi non erano più. che sette. Slamane sul mare.tornato in bonaccia ì. battelli-delia Capitaneria del porto si. sono dati alle pesca dei ca- vprd o -] daveri, H battello-pilota chea - [mezzogiorno tornò per primo a Saint- , , a Nazaire. Esso recava quattro cada- t'eri, fu poi più tardi il Porteur n. 2con 21 cadaveri, di cui 19 di donne. \ Poi entrarono alla lor volta, nel piccolo porto bretone, i'ingenieur De Joly con 6 cadaveril il Ruco, con 16 cadaveri, il pescliereccio Jeanne Maurice con 9 cadaveri, di cui 8 donne, e quello di un ragazzo. In tutto finora settanta corpi strappati al mare. Ed è una visione indimenticabile quella dei cadaevri che riposano maculati su una tavola, con le braccia alzate, in un supremo gesto di difesa, cogli occhi semichiu /'-; k narici insanguinate e il volto a i n n n a ù o l i a n a a e e i , o l a- violaceo. Fra le vittime figurano, a quanto pare, il direttore dell'Unione cooperativa della Loira inferiore e la di lui figlia, il vice-direttore e il figlio, il segretario agente della Borsa del lavoro e molli militanti sindacalisti e socialisti. Ma non è ancora possibile fare, con certezza, il censimento desìi scomparsi. Un bilancio difficile A Nantes il dolore è generale. Da ieri sera, una folla di cinquecento, seicento persone è ammassata davanti al padiglione delle Messagerie dell'Ovest, la Compagyiiu di navigazione cui apparteneva il Saint Philbert, e scene strazianti si svolgono fra alternative di speranze e di disperazione. Stamattina il sindaco di Nantes, d'accordo col Commissario centrale, ha raccolti ed esposti al pubblico tutti gli oggetti disponibili per redigere la lista dei passeggeri del Saint Philibert, utilizzando le dichiarazioni delle famiglie che avevano parenti e amici fra gli escursionisti. Ma 1 lavoro non è ancota finito. Un manifesto pubblicato dallo stes so sindaco dice: a Miei, cari concittadini, una spaventosa catastrofe ha dzdScmnsttqsnt.piombato nel lutto tutta la popola- zwne di Nantes, più di quattrocento dei nosjri concittadini, delle fami- jbile intere sono morte ieri all'en- trala stessa della Loira. Il Munì-1 cipio, esprimendo la dolorosa, com- iPóstone di tutti, s'inchina profonda- , , ,. ' mente davanti a questo lutto impre- ms(o. Esso pregale persone che sono tornate da Noirmoutier per via' di terra di farsi conoscere ai Commissariati di polizia dei rispettivi quartieri. Prega inoltre le persone che avessero conoscenza di nomi di passeggeri del Saint Philibert di dichiararli ai Commissariati stessi. La. popolazione può contare che il Municìpio prenderà tutte le misure che le circostanze cosi emozionanti richiedono ». Intanto i telegrammi di condoglianza coi/linciano ad affluire. Lavai ha telegrafato al sindaco di Nantes: «Apprendo, con profonda emozione la terribile catastrofe che mette in lutto la città di Nantes. Incarico il Ministro della Marina a t- mercantile, signor De Uiappede-lame, di recarsi immediatamente aNantes. Prima del suo arrivo tengoa rivolgervi, a nome del Governo e a nome mio personale, le mie sin-cerissime condoglianze, pregandovidi trasmettere la rattristata espressione alle famiglie delle vittime ». Briand che, come è noto, è nativo della Loira, è stato profondamente impressionato dalla catastrofe che colpisce le sue Provincie, e ha telegrafato a sua volta: « Profondamente commosso per la spaventosa notizia che mi è giunta soltanto stamattina, mi. associo di tutto a- cuore al lutto della popolazione di Nantes. Vi chiedo di essere inter-, ,, . ... , prete delle mie vivissime conda-2lcsse >,, e. qlìanze- presso le famiglie dei colpili, e di voler tenermi al corrente di. quello die potrà essere fatto per 0. P,

Persone citate: Briand, Doucet, Jeanne Maurice, Joly, Saint George

Luoghi citati: Francia, Parigi, Venezia