Brach Papa su "Fiat T. R .1" vince il giro del Piemonte

Brach Papa su "Fiat T. R .1" vince il giro del Piemonte La giornata aviatoria de "La Stampa„ Brach Papa su "Fiat T. R .1" vince il giro del Piemonte La bella vittoria dell'« asso» della nostra aviazione - Le emozionanti acrobazie della sig.na Liesel Bach e di Vasco Magrini Le esercitazioni delle squadriglie militari e la « capottata » sul campo Vivo successo dei voli femmiT^ili di propaganda La festosa riunione di propaganda aviatoria, che, sotto l'auspicio del nostro giornale, si è svolta ieri all'Aerocentro Gino Lisa, ha avuto quale elemento centrale, e maggiormente appassionante la disputa della Coppa « Aldo Colombo » per aeroplani da turismo, disputa concretatasi nel giro aereo del Piemonte. Punuttavia tutti fili altri elementi che hanno concorso alla formazione del programma dell'intera giornata sono stati tali da non deludere affatto l'aspettativa di migliaia e migliaia di intervenuti, i quali pur sfidando il solleone e la canicola, hanno voluto essere sul campo del Lingotto, alle primissime ore del pomeriggio. Volendo essere precisi, dovremmo dire che le parecchie centinaia di volatrici in « fieri », hanno dato assalto al campo stesso fin dal mattino, a cominciare dalle 9. I garruli drappelli Il nostro giornale, nella edizione di ieri, aveva, infatti, pubblicato un lungo elenco di nomi, sorteggiati fra quelli delle gentili aspiranti al volo, che, in ressa ininterrotta, per tutta la scorsa settimana, si erano assiepate negli uffici del nostro giornale, per ritirare un cartoncino quadrato, che dava loro diritto ad una passeggiata, e per di più emozionante, su per il cielo torinese. Non soltanto, adunque, le sorteggiate, tangibilmente favorite dalla fortuna, sono accorse al campo « Gino Lisa », ma anche le altre, meno fortunate, perchè, ciò nondimeno, nutrivano in fondo al cuore una secreta ma chiara speranza. Non poca fatica hanno dovuto affrontare, di conseguenza, coloro che al disciplinamento dei garruli drappelli erano preposti; e non poca diplomazia hanno dovuto spiegare perchè ognuna delle accorse potesse ritornare in città con la segreta speranza esaudita. Le centoventi sorteggiate si sono, per tal ragione, moltiplicate in tal modo da superare di parecchio le duecento. Più e più volte, il maestoso trimotore « Caproni » che le autorità, competenti avevano cortesemente messo a disposizione del nostro giornale, più e più volte si è levato in volo, è spaziato in lungo e in largo per il cielo infuocato della città, ha ripreso terra, pazientemente e docile alla volontà del tenente Tamminella che lo pilotava, dispensando le gioie del volo all'esercito delle nrofite. Quindi, con le sue possenti ali spiegate al sole di giugno, è sostato per lunghe ore a lato di un «hangar », attendendo giungesse ancora, rane infatti è giunto, il momento di riprendere la serena dolce faticaMa, come si è rietto, la febbre dell'attesa si è propagata, nel pomeriggio, ad un esercito di appassionati ben piìi numeroso. Le varie linee au>omobilistiche, che facevano campo a Porta Nuova, alla piazza Paleocapa, hanno cominciato alle tredici e trenta a traportare al campo i torinesi, e senza un minuto di tregua, in tale bisogna sono proseguite fin oltre le quattro. Non è possibile fissare in una cifra 1 afflusso degli appassionati : tuttavia conviene rilevare come questo sia stato rilevantissimo, anche se la vastità del campo fosse tale da ingoiare i sopravvenuti, i quali qua e là d'un subito si disperdevano, nelle tribune e nel parterre, senza lasciar segno di sè. Ma Quando le varie fasi della giornata raggiungevano il culmine dell'interesse, le molte migliaia di visi attenti, intenti, immobili, diventavano una entità numerica ragguardevolissima. Le operazioni preliminari E non conviene dimenticare gli agii! smagati manipoli di coloro i quali, per risparmiare la spesa dell'ingresso si sono contentati di sostare senza impazienza, lungo la strada che circonda l'intero spiazzo, formante il campo militare e quello civile, e di raccogliere, a causa della lontananza, le briciole delle emozioni provate dai più favoriti; forse però, questi stessi manipoli, per la policromia vivissima della loro composizione, hanno dato lo spettacolo di pubblico, più attraente. Alle quattordici e trenta precise, adunque, le operazioni per dare inizio al giro, hanno avuto principio, con la regolarità e la precisione conseguenti alla perfetta organizzazione attuata. Gli apparecchi di tutti i competitori sono stati tratti dagli hangars e posti su un unico fronte rivolti verso il campo militare. Cinque apparecchi scendevano in lizza, tra quelli che erano stati iscritti alla competizione. Dei rimanenti, uno restava sotto i capannoni: un «R. O.», color bianco e azzurro, contrassegnato dal numero 6. Era l'apparecchio della brava signorina Tatiana Fumagalli. Prendendo terra a Miratìori, sabato, la Fumagalli, con le lacrime agli occhi per il dispetto che tutta la rodeva, aveva annunciato agli organizzatori il suo forfait; il motore non rendeva, non era possibile in alcun modo, farlo rendere, mancava, d'altro canlo, il tempo di rivederlo, di metterlo a punto, di riparare alle avarie che si erano verificate durante il tragitto dal luogo di residenza dell'apparecchio alla nostra città. E' stato giocoforza, quindi, rinunciare. Anche la disposizione degli apparecchi sulla linea di volo è stata messa in rapporto con i risultati offerti dall'esame delle qualità tecniche di ogni singolo apparecchio; dimodoché l'ultimo velivolo a staccarsi dalla terra doveva essere appunto quello, le cui caratteristiche tecniche erano dì maggior rilievo. A tale esame aveva provveduto nella mattina una Commissione apposita, della quale facevano parie il cav. Beali e il capitano Conte Prospero Nuvoli, del Genio Aeronautico. La partenza degli apparecchi è avvenuta alla presenza del Prefetto S. E. Ricci, accompagnato dal vice prefetto marchese di Suni, del Podestà dott.. Paolo Thaon di Revel, che è pure commissario dell'Aero Club torinese, del Gr. Uff. Valletta, dell'ing. Nardi, dell'Aeronautica d'Italia e di un brillante stuolo di piloti e. di motoristi del Campo Gino Lisa e della Fiat. Partono gli apparecchi Primo a partire è stalo il « Motti » dell'ing. Folonari, che si è staccato ria terra alle 15 precise, seguito dal « Ho 5 bis » con motore Farina, del pilota Filippo Collabi, a ire minuti di distacco-, e poi dal « Bo 5 bis » della signora De Mikulska, con un distacco di undici minuti; inoltre dall'«A S 1» Fiat, del pilota Chiaffredo Abside, a 12 minuti di distacco, e ancora dall'«A S I Fiat », del pilota Luigi Miiotto, a pari distacco; ed infine dal «TRI Fiat» del Comandante Brack-Papa a sedici minuti di distacco. Fuori gara, e dopo la partenza del primo apparecchio, si è staccalo un « C.aproncino » da turismo, pilotato dal cav. Antonini, pur giunto in mattinata, che recava a bordo un redattore del nostro giornale, al quale era stato affidato l'incarico di seguire lo svolgimento della gara. Conviene ricordare, poi, come la perfetta organizzazione della manifestazione sia dovuta all'alacre opera del Comandante Bonessa, che sostituiva il colonnello TagHasacctìi, del capiano Bui-zio, del capitano Lkilgi e del capitano Nuvoli, che, funzionando da «speaker», ha commentato al pubblico ogni singola fase della manifestazione, tutti poi assecondati da molti soci dell'Aero Club Torinese. Quando il TR 1 di Brack-Papa è scomparso rapidissimamente dall'orizzonte, l pillola cav. Vasco Magrini, con un apparecchio Henrioth ha eseguito ineressantissime acrobazie, quantunque non disponesse di un apparecchio molo adatto per tali esercizi. Durante lo svolgimento delie acrobazie del cav. Magrini, al pubblico torinese è stata riservata una sorpresa. Ad un tratto, nfatti, un puntolino nero, mano a mano ingrossantesi, è apparso all'oizzonte, verso Milano. Rapidamente, un caratteristico apparecchio, di tipo edesco, giungeva sul campo che sorvolava alto con ampie spirali. » Si tratta di un apparecchio non conosciuto » — annotava lo sveaker — dalle sue evoluzioni si può arguire he fra qualche minuto, esso avrà preso terra». Non molto dopo l'apparecchio si ermava davanti agli « hangars » e ne balzava una bianca figurina di donna. Si trattava di una notissima, quanto giovanissima acrobata del cielo, la signorina Liesel Bach di Colonia. Ella era accompagnata dal suo istruttore di volo Mòltgen, pure di Colonia. L'aviarice era stata invitata a partecipare alla nostra manifestazione di ieri; un disguido telegrafico non le aveva concesso di partire da Stoccarda, ove ssa si trovava, prima di ieri matina. In circa sei ore di volo, lasciata quest'ultima città, ella aveva varcato e Alpi, sulle quali aveva incontrato un tempo pessimo, aveva toccato Veona e Milano per poi giungere feliemente a Torino. Sul cielo del Campo, trattatilo, volteggiavano due squadriglie militari dapparecchi da bombardamento e eia caccia le quali, con le perfette quanto ardite- loro evoluzioni, provocavaii)0| l'entusiasmo della fòlla. Dopo il felice esito del rischiatlssiino esperimento di «capottata» tentato dal pilota Ferranti, e dopo ancora altre interessatili acrobazie, compiute, dal cav. Magrinil'ospite germanica, salila, sola, sul suo apparecchio, si è levili» in volo, per dar saggio di ammirevole sangue freddo e di" bravura. Per circa mezz'ora ella ha intersecato il ciclo del campo, eseguendo, con stupefacente oleManza e sicurezza ili manovra, le capriole più Improvvise e più impensate, gli scartt più arrischiati e pericolosi, alternando, senza posa, i « loopings » ai « tonneaux », lo scivolate diala agli avvitamenti, i voli rovesciati ai voli n còlti'..'i, destando laammirata stupefazione degli spettatori' che, rabbrividendo spossò e sempre applaudendo, la seguivano in ogni gesta, presi dalla sua audacia. Dimodoché, quando la bravissima aviatrice occava, di bel nuovo, iena, una ovazione le veniva improvvisata, che st prolungava per alenili muniti. La fanciulla rispondeva alla. Colla, levando il braccio nel saluto romano; e con gioiosi sorrisi alle autorità, che, affollatesi a lei rianimo le esprimevano la loro ammirazione ed il loro compiacimento. Ma lo speaker annuncia che il primo velivolo concorrente al Giro del Piemonte è stato avvistato. Il campo viene rapidamente sgombrato: l'attesa si fa febbrile. Quale 'apparecchio, quale il pilota che ginnpera per iprimo? Qua!1 avrà superato 'ardua prova in modo da meritarsi l titolo di vincitore? Lo speaker, quando ancora l'apparecchio e assai in alto, e l'occhio del .profano non può distinguerne la figura e le caratteristiche, annuncia, a sedare l'impazienza dei pubblico, che ehi sta per atterrare è il comandarne Bro.cU-Fa.paI due « Caproni » Il pubhlico scoippia. ili applausi, che aumentano di intensità lino al momento in cui il comandante si presenta alle autorità, che con lui si compiimeli tono; e pur fragorosi applaustributa agli nitri concorrenti a mano a mano che appaiono, compiono il regolamentare «irò sul campo c prendono terra. Unico mancante è lo sfortunato Abside, il quale'por aver avuo rotto il carrello doll'a.ppareccliio ad Alessandria non ha potuto proseguire nella compejizionè. Le gentili torinesi che vogliono essere iniziato al volo, a questo puntofioriscono e si moltiplicano come per incanto. Come è. possibile non accontentarle? Kd il cav. Antonini con i« C.aproncino » e l'infaticato 1en. Tumlnelli. con il trimotóre, partono e ritornano molte c molto volte ancorafino a che l'avanzato crepuscolo non rende difficile la navigazione, 'terminati i voli di propaganda, ai ipiimed alle autorità è stato offerto un vermouth d'onore nel chalet dell'aeroporo, ove, mercè la cortesia del slignor Guarirla, le neptlto del volo avevano, in antecedenza, trovato larga e cordiale ospitalità. In serata, nella bella sede della Società canottier« Esrferia », sul Lungo Po, si è svolta 'annunciata serata danzante, dedicata ai partecipanti al Giro, alla quale hanno'preso parte le aviatrici Liese' Bach e De Mikulskn, molli piloti, i dirigenti dell'Aeroclub .ed il capitano Burzio per il presidio aeronautico. La sorata, che è riuscita a.nimalissimasi è protraila fino a tarda ora della notte ÀI seguito del "giro,, in aeroplano Alle quindici si. varie. Dietro Folonari, che aia s'è libralo comi un luimine nel chiaro azzurro del bruciante pomeriggio estivo, il nostro piccolo Caproni, anch'esso azzurro come il cielo tutto lucido e terso e vibrante del canto del motore, lievemente sobbalza Sul prato verde. Pochi metri di corsa, susuolo, e poi un gran balzo nel vuoloLa rapida passeggiata per l cieli dPiemonte è cominciala. Ancora Torino è sotto di noi, vasto ammasso di case senza ordine e ragione, piccola cerchia di mura vista di quassù, ove tutti valori della vita consueta mutano tanto rapidamente dt significato. Il piti alto a il meno alto, U piccolo e il grande, sono.nei cieli espressioni senza sostanza. Qui, ove'lutto è immenso, l'uomo diventa ancora più. plcccìno. E .in ciò sta la sua forza. Le partenze Dal « Gino lisa. » le partenze intanto si susseguono a brevi intervalli dtempo, rapide e sicure. Sostiamo con vasti giri sul cielo torinese. Così ve diamo ad uno ad uno staccarsi daprato i concorrenti a questo primo Giro del Piemonte: dopo Folonari, ch'è partilo alle 15, è la volta di Collaltì. a tre minuti di distanza, poi della signorina polacca De Mlkuska [ore 15,11)quindi di Abside e di Miotto alle 1e 12, e in ultimo di Brak-Papa, il qua le lascia col suo primo giro d'elica ben sedici minuti di vantaggio per gli altri concorrenti: vano dono generoso polche il grande asso è buon dominatore del tempo che nessuno più, per tutta la corsa, potrà strappare al suo comando. Puntiamo su Alessandria prima tap pa di percorso. La grande cavalcata fra nubi e sole ha vaste parentesi dvuoto. Siamo addosso a Folonari chIlla a pochi metri dal suolo, e già Collant, secondo parlilo, è distante e invisibile nello spazio. Il inerito o la colpa non sono suoi e neppure nostri I pochi minuti di distacco hanno grande importanza in questi primi chi ìometri di volo che si svolge, in untvisione miratile di terra e di cielo, a una media oraria superiore al cento cinquanta. Fino a Villanova d'Asti, che ci ha preparato- (Dio ce ne scampi! Ma quanta superbia.'...) un suo piccolo campo di fortuna — grandi lettere bianche spiccano tra il verde cupo dun prato a donarci l'inutile richiamo di soccorso — sorvoliamo la zona collinosa prealessandrìna. Folte macchie d'alberi, quadratini di campi buttatquasi a perpendicolo sui dorsi dei de clivi, serpentelli d'argento crosciantverso il fondo delle anguste vallateminuscole case dai vivaci colori, rosstemperati al niallo, grigie ardesie annegate in un mare di smeraldo Poi, all'improvviso, la gran vlanache precede Alessandria. Muta lo spet tacolo, ma non muta il nostro rapido volo. Folonari mantiene egregiamente il suo distacco. Partiti con lui. stentiamo a seguirlo.'^Cammina bene, non devia d'un metro. Lontano, alle nostre simile, due puntini neri fra le chiare nubi. C'inganniamo? Vedremo ad Alessandria che non ci siamo Ingannali. Il percorso è breve e gli avversari premono . alle calcagna. Giungeremo infatti al termine della prima tappa nell'ordine di partenza, che è rotto soltanto da Bra-ck-Papa, che cammina più veloce di tulli e quasi ha già scordato i suoi sedici minuti di svantaggio. L'arrivo ad Alessandria Superiamo Asti a iioche centinaia di metri in linea d'arig. E laggiù, nel tremolare leggero della foschia, Alessandria ci appare come velata d'un nembo trasparente di nubi. Il cav. Antonino, che pilota il Caproni, messo dalla Casa a disposizione della Stampa, preme stille leve e si tuffa verso terra. Le chiome degli alberi quasi sfiorano la carlinga. Poi s'arranca ancora, nell'alto, si disegna nel ciclo tutto un intrico di. cerchi, e di curve; finché altre lettere, bianche, e grandi coni a scacchiera e un gran brulicare di folla ci dicono che la prima mèla è raggiunta. Folonari ha olà atterrato. Alle 15,55 bàlia il foglio di controllo. Alle 15,30 giunge Collalli e alle 15,44 Brack-Papa. A percorrere sessantaquattro chilometri Folonari ha quindi, impiegato 35 minuti, Collalli Vi. Urack-Papa 28. Da questo momento la corsa è decisa se pure gli. esperti già avessero sicuramente predetto questo risultato prima ancora della partenza. L'asso scherza con i minuti che agli altri concorrenti sona cosi preziosi. Prima di toccare il suolo indugia a mezza altezza e si diverte in grandi parabole inutili. Evidentemente non vuole stravincere. Gli basterà una vittoria dt misura, mentre potrebbe, camminando di questo passo, segnare il tempo che vuole. Sul campo, o meglio, ai bordi del cam po, tutta la città attende ed applaude. A lato del banco della giuria, in un crocchio di autorità e di Camicie nere vediamo Sua eccellenza il Prefetto Bebua, il Segretario Federale Console Cerniti, il Questore De Agostini e alcuni membri del Direttorio federale. A un minuto di distanza da BrackPapa altri due apparecchi s'affacciano sul campo: il Fiat A. S. I di Abside e il Bomeo 5 bis della signorina, de Mikuska. Toccando terra, avviene il doloroso e banale incidente che toglierà alla gara Abside, l'anziano e coraggioso pilota. Numerose furono, subitochè si verificò il fallo, le versioni. Se il nostro occhio non ha errato, la cosa si umò ricostruire cosi. La sig.na De Mi'kuska toccò terra per prima ed entrò (o nggrFvmavslsradtitLrdmnIdatfstatbnnsntdsvencaqC non vide) nella direzione per il viraggio del pilone. Descrisse un ampio giro sul prato, poi, accortasi, dell'errore, si fermò e riprese la via giusta. Frattanto Abside aveva atterrato e slava girando il pilone. Sullo stesso cammino si trovarono in tal modo i due apparecchi e l'investimento parve inevitabile. Abside allora, poggiava decisamente a. destra, ma picchiava vioentemente a terra con l'ala, sinistra, spaccandola, sfondando quasi il carrello, mentre l'elica si interrava per alcuni, centimetri. Guasto irreparabile. Chiaffredo Abside balzò dal sediolino, furibondo conro... il caso avverso. Ma poiché ogni mprecazione era. inutile, s'avviò a leno passo verso il tavolo della giuria. La signorina De Mikuska intanto serenamente ripartiva, quasi sommersa da, un gran mazzo di fiori che il Comitato alessandrino le aveva offerto. L'ottavo assedio Da Alessandria, per Dogliani e Carni, indirizziamo la prua verso Cuneo. Il caldo, anche a cinquecento metri di altezza, e soffocante. Le folate di aria che l'elica ci butta sul viso sono iepide come, il respiro di un termosifane. Invano cerchiamo un refrigerio salendo ancora più. su. Oovremo attendere un poco ancora, sinché non ci accoglieranno fra le loro gole le montagne del Cuneese, per goderci una boccata d'aria fresca. Esse però presto si presentano al nostro sguardo. La Bisalta troneggia nella corte della sorelle minori; e. al suoi piedi Gesso e Stura le fanno corona. Tutto è inesorabilmente verde sotto dt noi. Selve immense di castani, fuggi e pini e abeti declinali dal dorsi al piano; e poi radure di smeraldo, qua e là spaccate dai solchi coirai d'acqua chiara, pàllidi mazzi di gelso sparsi fra campi e prati. La forte terra di Cuneo ha di quassù una fisionomia di forza austera e compatta. Essa non muta nelle sue varie, non molte, manifestazioni: selvaggia e fronzuta sul monte, grassa e ordinata sul plano, bizzarra, e sonante d'acque sul declivi. Fra il monte e il piano, prima di giungere ai cotti, la città dei sette assedi: t'oliavo Cuneo vive oggi: iussedlo di queste ali tricolori, che volano alte nel suo bel cielo cltiuro e la cingono di un tungo rapido ubbracclo. Non scendiamo sul suo campo, per quanto l'invilo sia bello. Laggiù questo si sa, poiché la. folla l'ha tutto invaso, sventolando migliaia di fazzoletti verso gli ignoti volatori. Da un'ora e più siamo in volo. Su Cuneo i passaggi maìtlengono presso a poco l distacchi di Alessandria; e cioè, nell'ordine, superano II controllo Fotonari, collalli Bruì;. Papa, la signorina De Mlkuska, Miotto. Lasciando alta, nostra destra la nazionale di Savlgllano-Torino. ci dirigiamo verso Plncrolo. Poco dopo Dronero> che abbiamo tra¬ 1 scurata, posta, com'era a un. paio 'di chilometri sulla sinistra detta nostra rotta, quasi sull'abitato di Busca Brak Papa fa capolino in testa alla carovana e abbandona tutti sulla sua scia. Inutilmente cercheremo, noi e gli altri, di raggiungerlo. Soltanto deviando dalla rotta, e cioè da Pinerolo tagliando fuori Torino e puntando decisamente su Vercelli, potremo giungere su quel campo con qualche minuto di vantaggio su di lui. Sapremo anche colà che il passaggio a firma di Torino è stato compitilo a classifica invariata, per lo meno nell'ordine dei posti. Nel regno delle acque Rifacciamo) da Torino a Vercelli, un poco il. cammino già percorso. Se non sulla stessa vìa, certamente su regioni che il nostro occhio ha conosciuto nel primo trailo di corsa. A cavallo tra Monferrato e Canavcse. il paesaggio si apre su ampie visuali di colline boschive, tulle, gole e forre e cespi di boschi cedui: finché il plano ha. il sopravvento ed entriamo nel regno delle acque, su la vasta distesa delle risaie, accese dal. sole di barbagli d'argento come nel nobile tremolare di mille specchi. Forziamo il motore perchè sappiamo che Braci;, è vicinissimo, sulle nostre veste-, tantoché Antonino, il valoroso pilota del nostro Caproni. avvistalo il campo non indugia un momento e si precipita a terra in un piane che sembra una caduta. Slamo appena fermi che t'asso arriva. E' già sicuro della vittoria, poiché intuisce d'avere un forte vantaggio su gli avversari; ma tuttavia non sosta che un istante, preso com'è dalla bah taglia, che di qui veramente trae il suo epilogo. Vercelli ha apprestato ai volatori affettuose accoglienze. In questa città, dove coraggio e ardimento hanno sempre trovato inimitabili interpreti, tutti conoscono i nomi e le fisionomie dei solitari lottatori. E' un gran ricambiare, ad. ogni arrivo e ad ogni partenza, di saluti e di strette di mano. Eppure il modesto e autentico eroe dell'ala, che è nato e vive fra queste case, non è presente. Francis Lombardi è anche egli nei cieli, in cieli distanti e stranieri, sulla scia, di un'altra vittoria e di una gloria di più. E' invece presente, al gran completo, il piccolo valoroso mondo aviatorio vercellese: il rag. Vittorino Dcllarole, il pilota Nino Viazzo. l'a.vv. Ferrato, il fratello di Francis Lombardi, il dott. Ciandri. l'avv. Chicco, il dolU Sambonet. Brach Papa giunge e riparte alle 17,28. Dovremo attendere un buon auarlo d'ora prima che Folonari si affacci sul campo. Egli giunge infatti alle 17,43, Collalli alle 17.46, la. De Mikuska e Miotto a pochi minuti di distanza. Da Biella a Torino Da Vercelli via verso Biella. Pochi chilometri, meno di cinquanta, ci separano dall'ind.ustre e ricca città. Il tratto è percorso in meno di mezz'ora ma Brack s'è già involato fra le nubi e sarà inutile rincorrerlo. Su una piazza del centro vediamo agitarsi nel consueto vibrante saluto una folla accalcala e delirante. Siamo a pochi metri dalle case e l'ondeggiare di tutte'queste persone, dalle cui mani s'innalzano verso di noi miriadi di fazzoletti e dì cappelli, ha il. movimento d'una distesa di messi accarezzale dal vento. Cento comignoli fiima.no net cielo. Il suono di qualche sirena giunge sino a noi, appena smorzato dall'ansito del motore. Da Biella filiamo su Ivrea. Diciannove chilometri in linea d'aria, comiriuti, in pochi minuti. Ma su Ivrea già quasi eravamo non appena lasciala Biella; e le sue torri rosse e l'ampia curva della Dora ci apparvero sin da allora fasciale dal poco sole cjie le nubi bigie lasciano filtrare dagli spessi cumuli ondeggianti; poi, a poco a poco, sotto di noi, tutta la città si distende come circonfusa di luce, lieta nelle sue case bianche, superba nel l'imponenza dei suol templi, bcllissi ma nella cerchia dei monti vicini. Follonarl, Collaltì, De Mlkuska, Miai lo, passano in ordine, lanciati al... retorico insegutmentlo di Brach. Il quale forse è già a Torino, con molli {quanti.?) minuti di vantaggio. Nulla più muterà da qui sino al termine della corsa. Sfilano ancora mille puesi disseminati nei bel Cana vesano; Strambino, San Benigno, Voi piano, Legni. E avvistiamo Torino che ci viene incontro con la Basilica di Superga e la distesa delle sue case e delle sue vie. Atterrando, qualcuno del pubblico prorompe in applausi al nostro indirizzo. Antonino, dalla carlinga, la segno di no. Noi non abbiamo corso. Siamo andati a passeggio per le vie del cielo, innamorati della nostra ter ra, figli devoli del nostro Piemonte. ANGELO APPIOTTI. vs I! passaggio tìi una pattuglia da bombardamentoj