I marmi del Monregalese

I marmi del Monregalese I marmi del Monregalese MONDOVI', giugno. I restauri che si vanno fruendo in questi giorni nella Chiesa della Gran Madre di Dio destinata ad ossario dei , ut!,J ""'Portano l'attenzione sulle splendide colonne di breccia rossa che 61 ammirano nello storico tempio. Molti hanno chiesto qiuilo s'a la provenienza di questo prezioso inanno, .unico nel suo genere, immaginando che ci sia pervenuto da chissà quale esotico porto attraverso a lunga e fortunosa navigazione, invece non mai come in questa occasione l'esotismo Viene battuto nel falso preconcetto che .tutte le cose hello e rare abbiano da pervenirci dall'estero: la breccia .rossa e un marmo prettamente piemontese che fu tratto dai fianchi di un monte molto caro al Ke cacciatore, vivo sempre nella grata memoria dei montamari di Val Casotto. Ixi cava della breccia di Casotto, sita poco lungi dal («astello Reale omonimo, ha dato nei secoli scorsi blocchi di prezioso marmo policromo per molti templi piemontesi, monumenti del nostro ricco tarocco, e venne abbandonata inesausta ancora, come molte oltre fave di Bellissimi marini di Mondovi, quando Je miglioralo vie del commercio portarono nelle nostre costruzioni i più teneri materiali del Carrarese, meno protervi ai poveri mezzi di cui i laboratori di marmi allora disponevano. Ma nonostante questa ingratitudine dei tempi delle ferrovie, l'industria «ella escava zi on e e lavorazione dei Jnarmi rimase viva sempre a Mondovi e non soltanto come tradizionale ayanzo dello splendore antico, ma come attivo artigianato locale limitato atJ'impiego di due materiali molto noti in Piemonte: il Frabosa ed il Montecervetto. Ora il progresso che rimaneggia continuamente le sorli delle imprese industriali come il torrente che sposta sempre il suo corso, ha aperio di nuovo la via ai marmi piemontesi rirvoluzionnndo la lecnica della lavorazione colla applicazione degli abrasivi sintetici, che hanno ragione anche dei materiali più duri. Di fronte a questa innovazione che è venuta ad ampliare il campo dei materiali lavorabili, non vi e piti marmo duro da scartare; soltanto la bellezza del colore, la trasparenza del fondo, la brillantezza dej polimento e 3e qualità di resistenza debbono esse se esaminate per giudicare della coni merciahilità di una specie lapidea. Se la durezza fr maggiore vi saranno con temporaneamente altre qualità di du revolezza che la renderanno più pregevole, e compenseranno il maggior costo di lavorazione. Allargata così la cerchia dei materiali suscettibili di impiego nell'arte del mr.rrnorain non ci si appaga dei soli calcari, che di fronte alla lenta ma continua azione ossidante della atmosfera cedono il loro carbonio e cangiano la loro natura chimica; i silicati sembrano dare maggiori garanzie alla esigente architettura moderna che vuol creare lavori che sfidino il tempo quanto i monumenti dell'antica Roma; ed il lapidario docile al desiderio degli architetti orienta la sua ricerca verso gli schisi i cristallini, i porfidi e tutte le roccie più dure, che passano una ad una al saggio di lucidatura ed entrano spesso nel commercio. Nobiltà di materiali e semplicità di linee sembra essere il motto dell'architettura contemporanea, ed i laboratori del Monregalese usi da lungo tempo ai marmi duri non si trovano a disagio per lavorare le pietre durissime, ed aumentano nei nuovi tempi la loro efflcenza. Nuove cavo Vengono aperte, lo antiche tornano in attività, ed i catologhi dei lapidari di S. M. il Re di Sardegna sono avidamente compulsati per riesumarc t minerali più belli di cui risplendeva il fasto regale dei Savoia. Il nero di Garessio ritorna in onore e sembra Sina nuovissima scoperta del secolo, il portoro caratteristico di Nava ed il paonazzo sono avidamente richiesti dal commercio, il pcrsichiiio di Garessio e di Cornagli», marmo di tinta ineguagliabile, i vezzini, i cipollini, il moncervetto si dimostrano pregevoli sotto itutti gli aspetti. Questo indirizzo dell'architettura cui tien dietro un notevole movimento economico, non poteva, sfuggire al Capo della Provincia, S. E. ing. Mario Chiesa, che attraverso alla organizzazione del Regime segue con mirabile comprensione la vita economica dei diversi centri e sa intervenire con rapidità «d efficacia fascista dove i provvedimenti amministrativi possono essere provvidenziali. Cosi le due vie, che da tempo irame. morabile progettate debbono eongiungere Mondovi, centro di raccolta e di lavorazione, ai giacimenti marmiferi più importanti, sono state spinte con mano decisa alla ultimazione e permetteranno tra breve un traffico inlerno con due vallate fino a i-eri del tutto impervie: Var Coniugi ia e Val Casotto. Inoltre S. E. preoccupandosi giusta.mente del fatto che l'industria marmifera monregalese risente delle frazionate origini più di quel che sia desiderabile ai nostri tempi di organizzazione tecnica potente, ha favorito il sorgere di una iniziativa di concentrazione delle diverse aziende. I.e piccole industrie sviluppatesi per il passato intorno al nucleo famigliare quando l'incertezza dei giacimenti marmiferi rendeva imprudente la grande impresa, non sono più io strumento economico adatto alla valorizzazione della ricchezza nazionale delle cave oggi che occorrono impianti poderosi e macchine formidabili per assicurare la pronta evasione agli ordini del commercio. D'altra parte la stasi delle altre industrie che deprime lo condizioni delle maestranze locali impone di dare a questa fiorente lavorazione un-impulso ed uno sviluppo sufficiente per assorbire l'eccedenza della mano d'opcira. Nell'industria del marmo, accanto alla maestranza specializzata da lungo tirocinio, che o Mondovi già esiste per antica tradizione, può trovare impiego una mano d'opera amorfa die non deve avere speciali requisiti, e che perciò può essere ceduta dalle altre cale igorie industriali in stasi. Appunto per questo, un nuovo aspetto dell'industria marmifera si impone ne] Monregalese, ed il Prefetto è stato 31 primo a cogliere questa necessità di favorire lo sviluppo di una sana attività produttiva che deve soccorrere tutta l'economia della zona. Infatti è degno di noia il particolare che I escavazione e la lavorazione dei marmi costituiscono una vera e propria importazione di denaro L'interesse particolare de! Prefetto a questa riorganizzazione della produzione marmifera monregalese, ottentl ta con la fusione dei piccoli enti eco nomici locali, è dunque provvidenziale per la zona. Gli effetti di questo interessamento, che si esplica anche attraverso l'opera dei Podestà, non tarderanno a manifestarsi, e se il Monregalese mutando la sua fisionomia indù striale entrerà in un periodo di maggiore floridezza, ciò sarà dovuto all'opera del Prefetto esplicata attraverso gli organismi del regime. Torino che ha sempre assorbito la maggior parte dei marmi di Mondovi per il' deciso favore dei suoi architetti per questi materiali, vedrà certo con soddisfazione migliorare la possibilità di ottenerli, porcile gli edifici pubblici e privati da costruire potranno adornarsi di splendidi marmi come per il passato, senza che sia necessario ritornare all'economia principesca. I.a Chiesa della Santa Sindone, quella deKli Angeli Custodi, quella della Croeeitr,, ii palazzo dell'Accademia delle scienze hanno avuto i prototipi. 11 Regime fascista, riedificatore di via Roma, coni nuerà l'opera degli avi con pju vivo splendore.

Persone citate: Casotto, Mario Chiesa, Nava, Savoia

Luoghi citati: Garessio, Mondovi', Piemonte, Roma, Sardegna, Torino