Un fatto storico

Un fatto storico Un fatto storico a l e o , e i è a e i . i a e i e n ! i ! o Roma, 9 notte. I comunicati ufficiali e le dichiarazioni responsabili, sui colloquii tra i ministri inglesi e tedeschi, sono quanto mai vaghi e circospetti, ma le congetlure, le discussioni, i commenti sono abbondantissimi in ogni Paese, non solo d'Europa. La verità è che l'avvenimento non può essere liquidato con qualche giudizio sommario; la sua importanza va oltre l'indifferenza ostentata in alcuni ambienti. Dopo la guerra, è la prima volta che il Cancelliere e il Ministro degli Esteri della Germania sono stati invitati dal Governo di un'altra grande. Potenza; frequentemente essi si sono spostati, incontrandosi coi rappresentanti di Paesi già nemici, ma sempre, tali contatti, si svolgevano in riferimento a conferenze o a riunioni di carattere più vasto. Oggi no: Brùning e Curtius discutono da soli a soli con MacDonald ed Henderson; nemmeno ai tempi dell'Ambasciatore lord D'Abernon, che doveva essere uno dei più benevoli consiglieri della Germania nel periodo più triste delle sue umiliazioni a dei tentativi di dissolvimento, si era arrivati a questo punto; è un segno indiscutibile del ritorno del Reich a condizioni di perfetta parità morale e diplomatica, nell'urto dei contrasti e nel gioco delle combinazioni internazionali. L'osservazione non ha soltanto un valore di formale esteriorità: ricordiamo i contatti diretti che Londra e Berlino mantenevano, nei decenni precedenti la guerra, anche negli anni in cui erano già state gettate le basi dell'ailente cordiale; ricordiamo come la politica del Foreign Office non abbia mai abbandonato, fino all'agosto del 1014, una certa indipendenza nei rapporti con la Germania (la famosa missione Ilaldane è del 1912), e si comprenderà l'importapza della ripresa di simile metodo. A ogni buon conto, MacDonald è. slato cortesemente invitato a restituire la visita a Berlino. Finora sembrava acquisito che, qualsiasi iniziativa nella politica continentale europea, dovesse sempre irradiarsi da Parigi; oggi gli orizzonti si allargano e si scopre che le linee di comunicazione fra le grandi Potenze non sono costrette a divergere, per incontrare necessariamente la meridiana della torre Eiffel. E' un sintomo, un semplice sintomo per ora; ina l'avvenire lo accentuerà: e noi non avremo che da rallegrarcene, perchè tutto ciò che allontana la minaccia di egemonie 6 favorisce situazioni di equilibrio^ rientra nella funzione storica dell'Italia (oltre che dell'Inghilterra), e perchè una più intensa mobilità nella politica, gravitante .intorno al Mare del Nord, fatalmente accresce la libertà dell'italia nel Mediterràneo. Queste grandi visuali storiche talvolta non sono percettibili nel quadro cinematografico delle contingenze fuolidiane, tua esse debbono sempre essere tenute presenti, per non incorrere in errori, che non avrebbero conseguenze esclusivamente di ordine tattico. La visita dei Ministri tedeschi a Londra, fatto storico in se e per sè, è avvenuta in un periodo di profondo turbamento politico ed economico: il suo interesse ne è quindi aumentato. La stampa francese 6i era illusa che essa sarebbe stata esautorata, per il rinvio a dopo le discussioni ginevrine: tutt'altro. Se è vero che il progetto di Unione doganale austro-tedesca, non deve àvere formato oggetto di lunghe discussioni (forse lo stesso Curtius si sarà convinto che insistervi non servirebbe che a creare un vespaio fastidioso intorno alla Germania), di colpo n'entrato al primo piano della politica, non solo europea, ma mondiale, il problema delle riparazioni, che ha ben diversa e più immediata attualità per la situazione tedesca. Quando, appena Ire settimane or sono, accennammo; in una corrispondenza da Ginevra, all'inesorabile maturare a grandi passi della revisione del piano Young, sembrò forse che la fantasia avesse un poco galoppato; oggi, volenti o nolenti, tutti sono obbligati a prendere atto di tale realtà. Intendiamoci, per evitare illazioni troppo frettolose: il problema delle riparazioni è ancora in una specie di nebulosa; il comunicato ufficiale sui colloqui di Chequers vi fa un cenno molto discreto: forse nemmeno Brùning o MacDonald sanno, corno e quando potranno cominciare delle trattative sull'argomento, ma la sensazione generalniente diffusa è che bisognerà muoversi e presto in questa direzione. 11 inondo s'incammina ormai verso i mesi delia depressione stagionale, senza che sia apparso alcun elemento stabile di ripresa nella vita economica: la crisi si riflette particolarmente nella situazione della Germania. Il Cancelliere ha, senza dubbio, cercato di compiere una mossa abile, pubblicando il suo proclama sulle ordinanze di necessità iNothweordnunu) alla vigilia di imbarcarsi per Londra; ma è innegabile che il nervosismo aumenta nel Reich, che i radicalismi si rafforzano sempre più, divenendo, nella lotta cruenta di ogni giorno, i poli di attrazione. Come ai tempi dell'occupazione della Rulli' e dell'inflazione monetaria, sorge ansiosa la domanda: cosa avverrà, in Germania nel prossimo inverno? A Parigi si seguita a denunciare la grossolana manovra di ricatto del Governo tedesco che, in tal modo, continua od agitare la sua propaganda revisionistica; è impossibile oggi, iti buona fede, aderire a ufi tale semplicismo, Con le ultime, ordinanze, Briining ha tagliato notevolmente sulle spese; restano, sì, i Ionissimi gravami sociali, ma per recidere a fondo, in tale campo, bisognerebbe che egli rompesse con la social-democrazia, fatto che susciterebbe nuove apprensioni politiche in Francia, schiava, non da oggi, del-

Persone citate: Curtius, Eiffel, Henderson, Macdonald