Sulla soglia dell'Oriente

Sulla soglia dell'Oriente rorINBRARI fiOTylARPIOI Sulla soglia dell'Oriente -{» A. r* JV O » T R O IN VI AT O) BAHI, giugno. In mezzo a una distesa di giardini, dove i verdi grassi dei cactus si distinguono dai verdi metallici dei lauri e da quelli teneri dei peschi, c'è una fontana eccezionalmente prodigale. L'acqua non s'accontenta di zampillarvi al centro, e, ricadendo in pioggia, di dilagare in uno specchio liquido, vivo di fremiti concentrici, ma risorge poi, tutt'intorno all'orlo marmoreo, in un intreccio di sottili zampilli. Più che una fontana, essa sembra una enorme Cornucopia idrica, che spande la sua favolosa abbondanza tutt'intorno. Il miracolo dell'acqua E' dunque questa la Puglia, terra riarsa, affocata, senza lagrima di pioggia? E' questa la regione in cui, sotto cieli abbacinanti, s'eterna la visione calcinata del Tavoliere? Siamo nella leggendaria terra degli assetati, in cui le cisterne s'aprono, come bocche sitibonde, a raccogliere le stesse goccie della rugiada notturna? Questa fontana (che ne ha una simile per grandiosità e abbondanza nel recinto dell'Esposizione del Levante) apparirebbe quasi un incredibile miracolo ai pugliesi trapassali se essi potessero risorgere. L'acqua 1 L'acqua I E' il grido delle generazioni, in questa terra estrema, il voto di tutta una gente implorante, il miraggio delle canicole estenuanti, il tesoro invocato nelle aride attese, quando ogni verzura languiva e il grano sembrava ardere, come un'inutile stipa offerta al fuoco implacabile del sole I Oggi, il miracolo è realtà. E questa realtà sembra ancora tanto incredibile che, ogni giorno, una turba silenziosa e felice viene a sedere tutt'intorno a questa fontana, ad assaporarne la frescura, a tuffare le mani nelle sue linfe cristalline. Sono soprattutto contadini e poveri. Siedono sull'orlo, immobili come idoli indigeni. Fantasticano, con gli occhi socchiusi, in quell'atmosfera d'oro, tra il canto cristallino delle piogge ricadenti in giro. Questo sogno di secoli si è realizzato nell'Anno Vili. Quale fra i più biliosi orifici dell'Italia attuale potrebbe negare quest'opera? Da centinaia di chilometri un ciclopico sistema di pompe e di condutture esporta e riversa 1 freschi volumi d'un fiume classico, il Sele. Dalla Campania felice alla Puglia torrida questa fiumana irrigua permette alle tropicali verzure di fiorire; fuga i mali e inietta nel sangue delle popolazioni una vita nuova. Si può ben parlare, mitologicamente, in questo caso. Si può tornare a certe figurazioni che sembravano l'archeologico fregio di vecchi frontispizi. Anche le antiche favole risorgono, mescolandosi ai miti meccanici della nostra epoca, e non È soltanto un'immagine arcadica quella che rappresenta gli sponsali d'un fiume con una regione. Cosi il Sele può diventare, anche nell'immaginazione popolare del secolo XX, un Dio fecondo e la Puglia una creatura opima, asse-tata d'amore. Per una coincidenza felice, questa fontana dai cento getti sorge proprio davanti alla Università adriatica, orgoglio di Bari. I simboli si raccostano e si fondono. La fontana della vita e la fontana del sapere 1 Per questi due valori tutta un'èTa nuova sembra schiudersi davanti a una città e una regione, che l'immaginazione dell'anteguerra aveva relegate nella torrida sterilità del deserto. E cosi va rilevandosi, zona per zona, in lineamenti nuovi e possenti, la sagoma di questa Ita-Ma nuova, protesa con tutta la sua ciclopica vertebratura nelle acque medi'terranee. E' facile vedere, così, il nesso tra i problemi pratici e gli ideali, tra il fatto concreto e la tesi spirituale, tra il presente e l'avvenire. E non c'è bisogno d'una speciale eloquenza per far comprendere come, al centro della Puglia, sulle estreme rive dell'Adriatico dove già arrivano fluttuando gli aromi del Levante, di fronte a terre in formazione e a questioni in maturazione, l'Ateneo barese assuma una netta e audace fisionomia, conquisti il suo p.osto d'avanguardia spirituale. Siamo alle soglie dell'Oriente. Bari vecchia e nuova De! resto basta volgersi Intorno per comprendere come, questo tronco vigorosa s'elevi da una terra ricca di sushi e di germogli, gravida di futuro. Ecco il vitale tumulto di Bari vecchia — dove tra pittoreschi conglomerati di case che hanno le ardenti colorazioni meridionali, tra cattedrali ricche di tesori e di glorie, tra vie e mercati, s'aggira, ferve, una popolazione esuberante e rigogliosa. — Ecco il porto, con banchine ed approdi davanti ai quali fanno ressa le imbarcazioni, mentre più al largo fumano maestosamente i piroscafi che tornano dal Levante o s'apprestano a salpare. Ed ecco Bari nuova, distesa con le sue bianche balaustre, 1 suoi palazzi, 1 suoi alberghi, 1 suol garage* lungo un mare dall'azzurro incredibile. E dovunque si sente 11 polso d'una metropoli nascente, di una città di luminoso avvenire. E se mai i goliardi baresi non sentissero, come sentono, l'orgoglio dei compiti nuovi, che spettano alla loro generazione, la realtà stessa, che si concreta nello sviluppo della città, sorgerebbe intorno ad essi, ad ammonirli.Queste sono le ragioni per cui, a questo Ateneo nuovissimo che non indaga le proprie tradizioni nella polverosa profondità degli archivi, mia nella polpa scura e succulenta della sua terra, affluiscono di giorno in giorno forze sempre maggiori, meni re i ranghi diventano sempre più folti. Queste sono le ragioni, per le quali ormai tanti studenti pugliesi che un tempo emigravano a Na.poli o nelle più lontane Università d'Italia, vengono ad iscriversi all'Ateneo indigeno. Da Lecce, da Foggia, da Taranto, da Otranto vivai di energie nuove — le adesioni alla Università dell'Adriatico diventano seimipre più numerose. Si ha ormai la sensazione che l'Università di Bari non è una creazione artificiosa, voluta per snobismo o per puntiglio regionalistico, ma un organismo vivo, attivo, Indipendente, che aumenta ogni giorno più le proprie possibilità e 11 proprio raggio d'azione Basterebbero del resto le iscrizioni degli albanesi e degli altri studenti stranieri a conferire all'Ateneo barese quel tono cosmopolita, che dà il suggello della classicità agli istituti di alta cultura. D'altronde sul suo frontone si legge questa dicitura cubitale: Università •Benito Mussolini*. Una Arma, un prestigio, un programma. La sensazione di questa vitalità si ha subito entrando nell'edificio universitario. Il maestoso palazzo, coi suoi profondi cortili, le sue grandi arcate, sotto le quali vengono a spegnersi le grida festose dei bimbi e gli stridi delle rondini, comincia — come ha detto iRettore Magnifico prof. Mariani — a superare se stesso. Esso pare già insufficiente allo sviluppo delle discipline e al numero degli iscritti. L'opera dei giovani Non soltanto le Facoltà letterarie e quelle scientifiche, ma buona parte delle cliniche sono concentrate in questa area. E non è raro il caso che 1 bisogninterferiscano, e che, mentre in un'aula, Tisuona la voce del professore che insegna una incruenta disciplina, sveda passare un inserviente in camice bianco che regge, sopra una guantiera un cervello sezionato, atteso nell'anfiteatro d'anatomia. Cosi pure, la presenza delle cliniche di nevropatologia e di chirurgia al se condo piano, costringe spesso la studentesca a udire gli echi, molte volte dolorosi, dei ricoverati. Ma, se mai, si tratta di una crisi desuberanza, di una congestione che verrà eliminata col tempo, quando iprogetto pel nuovo Policlinico si tra durra dalla carta sul terreno praticoE cosi pure l'auspicata istituzione d Manicomio contribuirà a sfollare cliniche dell'Ateneo di una parte d suoi dolorosi ospiti. A tutti questi progetti per la rinascita di Bari e della sua cultura hanno dato sempre in questi anni il loroardente favore gli uomini più in vistadella Puglia, quali il Ministro Araldodi Crollalanza, l'on Starace, l'onD'Addabbo. Questa loro opera, che rientra nel quadro attivo dell'Italia nuova, continuerà certamente. Quel che importa è che lo spirito di questa rinascita, specialmente tra la gioventù studiosa, sia continuamente vivo, sempre più vivo. E bisogna riconoscere che al formarsi di questo nuovo focolare di spiritualità italiana sono stati I giovani a dare uno dei contributi più decisivi. Il sorgere nel 1920 del Circolo Universitario intitolato allo studente De Palma cheprima di cadere in guerra, propugnò ardentemente la creazione dell'Ateneo dell'Adriatico, e poi la formazione degruppo universitario, alla cui impostazione diede cosi energicamente e lucidamente la sua opera il primo segre tario del gruppo universitario dottorFTanco Labriola, hanno impresso alla nuova vita universitaria barese un colpo d'acceleratore. Le varie organizzazioni e i vari uffici andarono rapidamente organizzandosi. Sorse la Casa dello studente, con una settantina dstanze, 118 letti e il comfort più moderno. Quantunque assai costosa, la Casa continua ancor oggi ad assolvere degnamente il suo compito, insieme alla Mensa e alle altre istituzioni d'ordine assistenziale che 11 Guf odierno, retto dal dott. Cappuccini, mantiene in efhcenza. Se poi all'Ateneo propriamente detto si aggiungano altri organismi come l'Istituto Nautico, il Liceo Ginnasiol'Istituto tecnico ecc., si comprenderà come, al quadro dell'istruzione supe- riore e media, Bari porti un contributo notevolissimo, che è sempre più suscettibile d'aumento. Terra nera, case bianche Occorre tuttavia che agli sforzi già fatti dalla città di Bari, si uniscano anche i contributi privati. C'è ancora, in certe classi facoltose, una mentalità feudataria e ristretta che occorre avviare verso concezioni più vaste. Anche tutte le meravigliose ricchezze agricole di questa terra, le olive pingui, le vigne gravide di uve succulente, i vini nerissimi e fortemente profumati che danno ebbrezze quasi micidiali, gli olii e i legumi non saranno fruttuosamente smerciati, se la idea d'una Puglia nuova, uscente da un sistema medievale per conquistare i campi della modernità, noti si farà sempre più strada. Questa terra meravigliosa ha bisogno d'ima propaganda intellettuale e d'una letteratura che la riveli prima a se stessa e poi agli altri. Non ci sarà infatti una Puglia nuova finché gli italiani e gli stranieri non avranno davanti a sè, colorita e suggestiva come in un cartellone, l'immagine di questa regione unica, inconfondibile; di questa terra color cioccolatto, sparsa di cubi bianchi, sotto un cielo di smalto azzurro. Una terra che (come mi diceva un inglese sulla linea Bari-Brindisi) se ne prendete un po' nel cavo della mano e l'assaggiate, vi rende un aroma di droga e un profumo indimenticabile. CURIO MORTARI.

Persone citate: Addabbo, Araldodi Crollalanza, Benito Mussolini, Cappuccini, De Palma, Indipendente, Labriola, Mariani, Starace