Il dentista Laget continua a negare ma gli indizi e le accuse si moltiplicano

Il dentista Laget continua a negare ma gli indizi e le accuse si moltiplicano ALLE ASSISE DI MONTPELLIER Il dentista Laget continua a negare ma gli indizi e le accuse si moltiplicano Parisi, fi. "°'1(v stffUn grande pubblico è accorso anche oggi al .processo di Montpellier, conro il dott. La,get, accusato — come si sa — di omicidio per avvelenaimen-.„o delle proprie due mogli, e di ten- Cato omicidio, se ini re per mezzo del lveleno, in diinno della propria sorela. La giornata piò drammatica é staa, senza dubbio, quella di ieri per ie deposizioni della sorella, e della madre dell' imputato che hanno confermato in pieno le'terribili n-ecuse contro il loro* congiur.:'.. L'udienza ha avuto scene emozionanti e lo stesso doit. Laget ha perduto la sua fermezza abituale mostrandosi impressionato per e .parole della sorella. La sig.na Laget, ln seguito all'avvelenamento, è rimasta quasi -paralitica, e — come ha detto ieri — non guarirà piò. L'accusa delia sorella Dopo l'uragano che s: era abbattuto ieri sulla sua testa, il dott. Laget ha passato oggi una giornata relativamente calma. Sono stati, Infatti, sentiti diversi tesii, all'orecchio dei quali erano pervenute le accuse che Maria Luisa Laget portava contro il fratello. Per principio e con un metodo adottato fin dal primo giorno, il presidente ha domandato ad ognuno dei testimoni: Non avete inai inteso Maria Luisa esprimere qualche sospetto su sua madre? E tutti 1 testi hanno risposto invariabilmente: — Mai, — Chi accusava, Invece? — Suo fratello. E' seguita suora Clara, la religiosa Infermiera della Clinica in cui il dottor Roulleau fece trasportare Maria Luisa, per allontanarla dal fratello. Suora Clara ha raccolto ella pure le accuse della ragazza — Io ho visto ed ho sentito Maria Luisa — ha dichiarino la suora — dettare a suo cognato l.eboucher la dichiarazione seguente: • Io dichiaro che muoio avvelenata ii(i mio fratello ». Secondo voi — le ha domandato il presidente — Maria Luisa era sincera? La suora ha risposto: — Noi abbiamo per principio di non dubitare mai della sincerità e della buona fede altrui. Tuttavia, io raccomandai a Maria Luisa di essere calma e pensare bene prima di formulare co?i irem°nda accusa. — E che cosa vi disse l'ammalata? — Che era perfettamente convinta di quanto asseriva. Sono seguiti altri testimoni, ma non hanno portato nulla di preciso e di concreto. Sono slati raccolti, soltanto, tutti i pettegolezzi, tutte le insinuazioni e tutte ie piccole malvagità che possono nascere e pullulare in una cittadina come Bezier-.-.-. Per alcuni, il dottor I.a.get, era un farabutto; per altri, invece, la persomi più rispettabile e simpatica di questo mondo. — Prima che Minia Luisa cadesse ammalata — ha domandato il presidente ad un teste, aulico della famiglia Alexandre — non era mai srata formulata l'ipotesi che il dottore avesse avvelenato le sue due sorelle, Sara e Silvana ? 11 teste ha esita!', a rispondere. Il presidente gli ha ricordato l'importanza che avrebbe avuto, per l'esito del .processo, la risposta. Finalmente, il teste ha esclamato: — Mai. — E quando si Incominciò a parlare di avvelenamento? — Dopo le accuse (li sua sorella. A questo punto, un difensore ha fatto osservare che i! dottor Laget venne accusato, dalla voce pubblica, di avere avvelenato non soliamo le sue due mogli, le cine sorelle, ma anche suo padre, una vecchia zia milionaria, un paio ai cugini ricchissimi, e, se non avesse avuto che sei anni quando 1 suol nonni morirono, l'avrebbero anche accusate della loro fine. E' stato, qitiidi. udito certo Bonnafous. che aveva fatto firmare il contratto di assicurazione sulla vita della seconda moglie del medico a favore de! marito e de! bambino. L'assicurazione sulla seconda moglie — Ouando. dopo il decesso di sua. moglie — ^L ha domandato 11 presidente — il dottore è venuto a ritirare Il premio di assicurazione, vi ha domandato la somma in bighelti di Ban- a o i:; cheuucì — la biglietti di Banca. — Non ha specificato, preferito. 1 bi- «rene non lasciano traccie? " - SI. — Dna domestica dei Laget ò venutit itila -.■arrj. e, su domanda de! presidente, ha iichiaxàtò: «Tutto ciò che 50, è che il signore dava sempre della tisana alle sue mogli». — Non permetteva che nessun altro la curasse'.' — Nessuno. — Chi lavava i bicchieri e le Male? — Qualche volta li lavava lui, qualche volta 11 lavavo io ptod«ccicstcpscpsLscdlencvLPCevsctli ommissiirio unico della Naziona-li ririh'i !:ancese, Giulio Cadenat. i ietto àto^'O del Laget : « Io sonni r - •-, amico del dottore, ho giocato al con lui, e comprenderete bene Kwn-s sia doloroso per me, oggi. depor- •■ 7:-.: dc.tor Laget, però, lo posso : tutto il bene possibile. Era un ga 5--.. tao. un amico leale. Certo non . uomia. E spendeva un più d; quanto gli permettessero •• -P<*s!hl mesto teste, l'udienza e stata peri ... nella sala vi erano ben *»dl il temperatura. •.. . : presa, •■ stato udito il protes¬ ....-: HTn^rsi't'à' d'i "von-'i .... d..iLm\.rsiia cu Mon.- ''" Un terribile veleno — !'. dott. L-:.'»t — ha dichiarato mie- tv. wsk — appena smobilitato, mi s- p*r domandarmi una cena'.'.'! .r.,ro. sotto «pretesto dir -.:/.; medica. Io non ho ere- !■:'.- d! poter jel dott. I.ai-f u.'.o del più t • (disfare la domandaInfatti, 11 curaro er;bili veleni, e, nello stesso tempo, 1 suol effetti sono del tutto singolari. Il professore si 6 dilungato quindi a fare la storia del curaro, e ha detto, fra l'altro: « Noi dobbiamo 11 curaro a„ Cristoforo Colombo, elio lo portò dal l'America. Gli indiani dell'Orenoco sa pevano adoperarlo: ne avevano studiato le proprietà. TI curaro uccide immediatamente; ma, inoltre s.i può dire « grosso modo » che si « distrugge » al contatto del sangue a tal punto che 1 cacciatori che si son serviti di frecce immerse nel curaro possono senza inconvenienti cibarsi della selvaggina cosi abbattuta ». — Ma — lo ha interrotto il presidente — cosa avete pensato voi della richiesta del dottor Laget? — Che era una richiesta. plausibile per un medico; ma che io non potevo soddisfare. — Altri medici vi hanno fatto richieste di curaro? — Parecchi, naturalmente. In seguito, il professore Petche ha parlalo dell'accusato dal punto di vi: sia mentale e ha detto che, se il dottor Laget, quando era studente all'Università, amava un po' troppo le autopsie, ciò non vuol dire che egli sia un sadico e tanto meno uno squilibrato.Ouando questo testimone ù uscito, l'imputato si è alzato dal suo banco ed ha esclamato: — Io dichiaro ancora una volta che non ho fatto le cose di cui sono accusato. Su questa dichiarazione, fatta con voce ferma l'udienza b stata rinviata. Lunedì avranno luogo le arringhe di Parte Civile e la requisitoria del P. G. Con ogni probabilità, il verdetto verrà emesso martedì, nella serata.

Persone citate: Cristoforo Colombo, Giulio Cadenat, Maria Luisa Laget, Minia Luisa, Parisi

Luoghi citati: America