Il dentista Laget respinge l'accusa d'aver avvelenato la moglie e la sorella

Il dentista Laget respinge l'accusa d'aver avvelenato la moglie e la sorella PS DRAMMA DEI VELENI A MONTPELLIER Il dentista Laget respinge l'accusa d'aver avvelenato la moglie e la sorella • ■ Parigi, 3 notte. Davanti alla Corte d'Assise di Montpellier è incominciato il processo a carico dei dottor Pietro Laget, medico dentista di lìezières, accusato di avere assassinato successivamente le sue due mogli, le sorelle Sara e Susanna Alexandre, e di aver tentato di avvelenare la propria sorella. Maria Luisa Laget. E' uno dei imi gravi e misteariosi processi die si siano svolti in questi ultimi anni in Francia; la curiosità e l'interesse suscitato sono enormi. I giornali parigini hanno inaiato a Montpellier corrispondenti speciali e dedicano a questo processo lunghe colonne di resoconti. Coma si sarebbero svolti i fatti Ecco come si sarebbero svolti i fatti. Il 24 dicembre 1929, Marta Luisa Laget si era sentila colpita ua un male misterioso. 11 suo medico curante, li dottor Houliand, allarmato inu da certe dicerie della sua clientela che dai sintomi strani del male, aveva pregato la famiglia della signorina di tarla ricoverare in una cianca. Il 5 febbraio la signorina Laget decise di presentare «uerela contro ignoti per avvelenamento. Non appena essa eia stata isolata nella clinica, un miglioramento sensibile si era manifestato ; constatazione questa che coniermo i Buoi primi sospetti. « I medici che mi curano — scriveva la signorina Laget in una lettera al Procuratore della Hepubblica — dichiarano che io sono stata avvclena■ta con l'arsenico ». Interrogata il giorno stesso dal commissario Giles, l'anunalata confermò la querela. « Io credo — precisò — che sia stato mio fratello a commettere questo atto e ciò perchè egli deve rendermi cìxch 60 mila franchi ». Il giorno successivo. Maria Luisa Laget diceva al giuuice istruttore: « Debbo spiegare che durante le notti in cui mio fratello mi curava, non appena io avevo sorbito una piccola quantità del contenuto di una bottiglia di tisana che mia madre aveva preparato, egli si affrettava ad andre a riempire'la bottiglia. Ciò mi appariva perfettamente inutile, ed io pensavo che avrebbe potuto lasciarmi sorbire tutto il contenuto prima di andare a riempire la bottiglia ». In presenza della gravita di queste dichiarazioni, il giudice istruttore delegò tre esperti ad esaminare la malata. Là perizia non lasciò dubbi. La signorina Maria Luisa La set aveva ingerito forti dosi di arsenico. • Essa presenta tutti i sintomi di una intossicazione arsenicale acuta », conclusero i periti. Il 12 febbraio, il commissario, acfcompagnato da due ispettori, pregava il dottor Laget, che era perfettamente padrone di sò e non manifestava il menomo segno di emozione., di seguirlo, nel suo gabinetto, dove lo dichiarava In arresto n dottor Laget si limitò ad esclamare: «Sono completamente innorente».,Ma, durante il primo interrogatorio, il !medico riconobbe che egli curava la !sorella e che tutte, le sere le faceva:bere la tisana. Confessò anche che la sua situazione finanziaria non era mol-ito brillante e che egli effettivamente idoveva 80 mila franchi a sua sorella. IL'istruttoria doveva riservare delle sorprese. Attivamente condotta, non tardò a dimostrare che la prima moglie del dottor Laget, Sara Alexandre, e la sorella di quest'ultima, Susanna, che il medico dentista aveva sposata In seconde nozze, erano tutte e due morte In seguito ad un anale miste-rioso. L'esumazione dei corpi delle disgraziate venne ordinato e gli esperti, albrenne dei quali furono sottoposti i resti prelevati, conclusero che Sara Susanna Alexandre erano siate ugualmente vittime di una intossicazione acuta. Benché la decomposizione del corpo della prima moglie -fosse molto avanzata — la morte risale infatti ai T922 — i periti poterono formulare conclusioni molto nette. Ma il dottor Laget non aveva cessato di proclamarsi innocente. Quando eli si domandava se non era lui il colpevole, se egli non aveva somministra o il veleno alle mogli ed alla sorella, rispondeva in variabilmente : — Io non so nulla 1 Nulla, nel passato del dottor Laget, può, tuttavia avvalorare cosi gravi sospetti; all'Università, egli era reputato per la dolcezza del suo carattere; era uno studente serio e seguiva attentamente i corsi. I suoi compagni diFacoltà hanno conservalo di lui il ricordo di un camerata un po' taciturno', ma buono di cuora e di carattere, molto diligente, che passava le serate nella sua camera a studiare. Nel 1914, egli venne mobilitato come te-nente di Fanteria ed il 31 agosto dello etesso anno rimase ferito al piede de stro da una pallottola, a Gerbevillers.Ritornò al fronte nel marzo 1915 e nel gennaio 1916 rima.se ferito al venirea ,',i,!!„ ,"h ?A Ìiic-l l'!muVf '-,t r uV , i * '7,,\.„ ini dallo scoppio di un obice. • L'interrogatorio dell'imputato H dottor Laget e decorato della LoIgion d'Onore sul Campo e della Croce di guerra. Al processo egli ha tenuto a. portare all'occhiello dei suo vestito nero la rosetta della Legion d'Onore ed ti nastrino della Croce di guerra. ìcgli è piccolo, tarchiato, con una barbe ta alla Napoleon certa aria romani d'identità è stato 6Ubito nel vivo del dibattilo. — Voi siete accusato — gli ha detto 11 Presidente — di avere avvelenalo le vostre due mogli, di avere temalo di avvelenare vostra sorella Maria Luisa. •• — Sono innocente — ha risposto semplicemente l'imputato. •— I vostri compagni di scuola sono unanimi nel dichiarare che voi siete Btato un giovane studioso. Un vostro r camerata però, il prof. Petsche, ha dichiarato che voi, poco dopo la guerra, gli avete domandato di fornirvi del curaro! Conoscete i terribili effetti di questo veleno? — precisamente, perchè conosco Ir proprietà dei curaro, respingo tamente questa insinuazione, lo voln vo solamente procedere ad una espe' rienza biologica. '—Dopo la fine della, guerra, voi avete seguito alcuni co: si dell'Università e qualcuno ha nonno che voi vi •interessavate in modo speciale di tos sicologia nC'ri"olut-s""^Sòno tutte insinuazioni. Esse mitanno semplicemente ridere. Certo e che dopo la line della guer-iè t medici militari hanno avuto trop- «e occasioni di constatare che essi avevano perduto un po' .del mestiere,« che avevano molto da lavorare per rimettersi all'altezza .li una scienzaché li aveva sorpassati. Il Presidente, senza insistere, è passato ad un altro ordine di fatti. — L'esame mentale ha affermato la Vostra "intéra "responsabilità. Tuttavia,11 Rettore dell'Università di Montpel-lier ha detto che voi siete un po' squilibrato con tendenze al sadismo. Il medico ha risposto semplicemente: • Assumo intera la responsabilità dei miei otti ». • — Si dice che eravate un gTande 'eiuocatore e un donnaiolo. — Calunnie! lo ho speculato qualche volta in Rorsa giuocaio ms a! polder, né al baccarat Per quanto si riferisce alle donne Vorrei che mi citassero le mie ornanti 11 Presidente ha emesso oleum dub bi. appoggiandosi sovrauilto su testi ma non ho mai supponete, signor Presidente, che sia nu* madre che si trovi al mio posto, '" questo posto qui, su questo banco, Non si direbbe anche di lei: « Chi altri, se non 1*1. ha potuto fare ciò?». Quan do si sospetta di uno, tutti sono pronli _* dargli addosso. monianze molto tardive, e sulla autenticità delle ferite del dottore. — 11 vostro Reggimento era lontano dal fronte quando" voi siete slato ferito. — Signor Presidente, protesto contro queste storie. .Sono calunnie. Tutti co loro che sono stati in guerra vi diranno che .-i poteva benissimo essere feriti al fronie senza vedere il nemicu. Riprendendo i termini dell'atto di accusa il Presidente ha fatto rilevare al Laget che i suoi suoceri si opponevano iU matrimonio con la signorina Susanna Alexandre. — .Si. i miei suoceri si opponevano per la grande differenza d'età, lo ave vo 17 anni più di dei; ma Susanna aveva multo alieno per me, ed io ne avevo per lei. Solo per amore ci siamo sposali 11 Presidente ha esposto ora i primi sintomi dell'av velanamento di Maria Luisa Laget. — Vostra madre e vostra sorella hanno fatto lo slesso pasto, e solo vostra sorella è stata colpita dai sintomi di avvelenamento. Nessuna persona tra la clientela della pasticceria, dove voi avete comperato dei dolci, la sera di Natale, fu colpita da avvelenamento. Vostra sorella invece, dopo pochi giorni, ebbe la febbre a 39 gradi, accusava dei forti dolori al ventre; ed inoltre perdeva i capelli. Che cosa dite? — Mia sorella può benissimo essere stata avvelenata; ma io non sono l'avvelenatore. — Ma vostra sorella 6 stata o non e stala avvelenata? Il suo medico curante, il dottor Roulland, dopo alcuni giorni dall'inizio della malattia ha dichiarato a vostra madre: « Si svolgono qui coso straordinarie, lo non assumo nessuna responsabilità, se l'ammalata non viene subito trasportata in una clinica, dove sarà vegliata da un'unica infermiera, con proibizione assoluta di ricevere chicchessia ». — Non è vero che il dottor Roulland abbia pronunziato queste parole, o per lo meno le ha pronunziate molto tardi, lì per quanto si riferisce al trasporto nella clinica di mia sorella, sono sialo appunto io che l'ho suggerito. — Gli esperti sono stati categorici; essi hanno ritenuto, dall'esame di vostra sorella, i cui capelli cadevano, e la cui pelle si riempiva di grosse macchie pialle, che essa soffriva di una intossicazione arsenicale acuta. Avete qualche cosa da dire? — Non ora, mi riservo di discutere la cosa con i periti. Una cosa perù posso dire, ed è che i sintomi rilevati su mia sorella non avevano nulla a che fare con quelli rilevati sulle mie mogli. Ed ora ecco un punto dell'interrogatorio infinitamente patetico. L'accusa della madre — Dottore — ha esclamato il Presidente — voi sapete che vostra madre vi accusa di avere voluto avvelenare vostra sorella, e che essa ha detto: « Chi altri, se non mio figlio, ha potuto fare ciò? ». Lo so e ne soffro moltissimo. Ma L'accusato si è asciugato il sudore dal volto, poi, martellando col pugno sul banco degli accusati, ha esclamato: — Mia madre diceva al giudice istruttore di sapere che io avevo avvelenato mia sorella. Siccome il giudice le domandava coinè facesse a saperlo, ella ha risposto: « Ma, è scritto sui giornalil ». Dopo la sospensione antimeridiana, l'udienza è stata ripresa davanti ad un pubblico numerosissimo. Dopo alcune fasi secondarie, si è arrivati alla questione finanziario. Il dott. Laget completamento rovinato avrebbe, secondo l'accusa, avvelenato le sue due mogli per ritirare il premio di assicurazione, ed avrebbe avvelenata la sorella per non restituirle gli 80.000 franchi e per prendere la sua parte di eredità. — Effettivamente — ha ammesso l'accusato — a prima vista, tutto ciò è- contro di ine; ma non è che apparenza. Io non avevo motivi finanziari sufficienti per compiere una serie cosi esecranda di delitti. Dopo una lunga serie di contesta/io ni secondarie, il Presidente ha ossor vato gravemente: — Don or Laget, voi vi siete chinato al capezzale di vostra moglie Sara, della vostra seconda moglie, Susanna, e di vostra sorella Maria Luisa e tutle e tre sono state avvelenate. Cosa potete dire? Io dico semplicemente che le mie mogli non sono stale avvelenate; la quantità di arsenico riscontrata nelle 'oro viscere è di un milligramma e mezzo, mentre la tossicologia dice eh? occorre un rmnimo di 3 millisrrammi Per uccidere un uomo. D altra, pari" suoceri. Esse le hanno fatte, molto pi <''i,dK <l»an*> si cominciò a. crederrr un avvelenatore. Non rapisco perrh, «n onesti dubbi, invece di denunziai ripeto che sulla, quest'one dell'avvelenamento intendo parlare dopo la deposizione dei periti. — Comunque la vostra prima mne-Jie, merendo, he tentato di par'are. Ha trinato sicuramente di dire nu'llo che sapeva; di che cosa e perche moriva! — Qpe'te asserzioni — ha risposto seccamente l'imputato — sono dei miei suoceri. Esse le hanno fatte, molto più ' mi h*>. armi quando mori la mia prima moglip, mi hanno dato in isposa la loro secondo figlia. .È su questa risposta. (• finita la prima giornata dell'emozionante dibattito.

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