Gli italiani di Lisbona

Gli italiani di Lisbona VIAGGIO I3ST FO IR, TOP AL LO Gli italiani di Lisbona -(D A Zv jV OSTRO I IV v r A T O)- LISBONA, maggio. |JSe ne tonli le varinas, venditrici di\pesce, belle ragazze brunissìme con\ le quali del. resto, avendo da viaggia¬ re, è meglio serbare un. previdente silenzio; se ne togli gli impiegati del telegrafo, i tramvieri e i vigili urbani {chi ha scritto che con l'italiano ci si fa intendere dai portoghesi ha girato il Portogallo in automobile e con un interprete al fianco), gualche parola di francese qui la capiscono tutti. In. albergo lo si direbbe poi lingua ufficiale, dalla biancheria da camera all'avvertimento amabile al cameriere che dopo la quinta portata il vostro stomaco italiano si rifiuterà di accogliere la sesta. Per le strade i chioschi hanno tutti i giornali francesi, esposti e vendutissimi; nel caffè (frequentati sempre da soli uomini) ogni quattro ■ persone ce n'è almeno una che legge le Nouvelles Llttóraires: nelle vetrine dei librai ver ogni libro portoghese ce ne son due francesi, e non romanzi soltanto: e l'unica — dico l'unica — Guida del Portogallo che valga qualche cosa è il Guide Bleu di Hachelte, uscito proprio in questi giorni, compilato come al solito in modo egregio, perfetto di notizie culturali e di informazioni pratiche, ma al aitale — vedi caso curioso,.. — sotto la voce « Légations de Lisbonne » dove son nominate quelle di Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio, Brasile, Stati Uniti, con il Consolato svizzero, manca anche la semplice menzione del Consolalo d'Italia e della Legazione italiana. Forse perchè la nostra è la più bella e ricca di tutte le Legazioni di Lisbona, e in quelle sale arredale con gusto squisito il barone e la baronessa di Valentino ricevono gli ospiti con una signorilità che ci rende fieri di 'noi stessi in paese straniero. Forse perchè alla. Casa degli Italiani in Largo do Carmo, piccola ma graziosa sede del Consolato, del Fascio Lisbo nese e della nostra Camera di Commercio, c'è gente così attiva, generosa, cordiale, che sùbito a entrar là dentro, anche senza leggere la. targa sulla porta, tu dici: Italia. Ma a proposito del Guide Bleu Hachette, ci si è mal domandalo da noi se per caso una buona Guida d'un paese straniero non valga almeno quanto una missione diplomatica? Il Sud Express Tutto ciò, del resto, dico l* diffusione della lingua, del giornale, del libro, in genere del prodotto intellettuale francese, si spiega con il Sud Express. Il Sud Express è la grande arteria ferroviaria, costosissima ma magnificamente servita, che in trentadue ore collega Parigi con Lisbona. Gli inglesi stessi i quali tengono — tacendo della politica — tante chiavi del commercio'e dei Pubblici servizi portoghesi, e vivono qui in uno » splendido isolamento » paghi delle loro deliziose ville di Estorti e di Madera, e di imbottigliare a migliaia di ettolitri il Porto stravecchio del Donre — gii inglesi stessi se vogliono abbreviare il viaggio per mare debbono versare il loro obolo di mezza sterlina alla cucina francese, per il lunch e il diner sul Sud Express. Non solo. Non c'è portoghese di media cultura che non sia stato almeno una volti nella vita a Parigi, come non c'è portoghese di media ricchezza che tutti gli anni non si svaghi una settimana In. riva della Senna: e nel vagone dov'io ero salito a Bordeaux se ne tornava in patria un giovincello con una valigia da studente, il quale, risfogliando il catalogo dei Louvre ed un programma delle « Foìics Bergères », certo sognava ancora paradisi vivi e dipinti forse per la prima volta a lui rivelati. (Ohimè, come una donna poco vestita può convertire all'arte e alla letteratura...). E la Francie amorosamente ricambia le visite in. viando a Lisbona, a Porto, a Coimbra casse di romanzi e di manuali scien tifici, valanghe di giornali e di riviste commedie tradotte, rotoli di fllms. con ferenzieri di gran nome che sono al frettanti ambasciatori di cultura e d politica. Che cosa fanno i cinquecento italiani del Portogallo? Che cosa fa l'Italia per questi suoi figli lontani e ver far sentire sulle sponde dell'Atlantico f Ja grandezza della sua storia e del suo presente? Fa Quanto può vincere l'ostacolo e norme delle cinquanta e -più ore di ferrovia che stanno fra l'una e l'altra frontiera, l'impaccio di una lingua qui quasi totalmente sconosciuta malgrado le affinità grandissime con la portoghese (non era cosi quando le eccellenti lunghe stagioni d'opera italiana erano annualmente uno dei vanti della Corte del Braganza), l'ancora non sufficiente interesse dei nostri studiosi — salvi naturalmente i nomi di Arturo Farinelli e di Guido Battelli — e soprattutto dei nostri editori per il Portogallo. Mi accennava l'altro giorno il Presidente della Repubblica alla viva simpatia dei portoghesi per l'Italia (e non si tratta di una consueta formolo di cortesia, perchè lo constato qui ogni giorno, ad ogni ora) ; e dal canto suo il nostro Ministro Plenipotenziario non mi nascondeva la sua soddisfazione per la commissione deliberata il mese scorso da questo Governo a cantieri italiani di due sommergibili, di una nave trasporto idrovolanti' e di due avvisi di prima classe, unità che devono rinnovare la flotta portoghese con un tonnellaggio di materiale italiano di oltre 3000 tonnellate superiore alla commissione data agli stessi cantieri inalesi. Fatti e cifre Simpatie, valutazioni, fiducie che del resto si traducono in fatti e in cifre. Le nostre merci importate in Portogallo che nel 1927 segnavano un valore di circa 56 milioni di cscudos ed erano discese nel '28 a 44 milioni, risalgono ad oltre 51 l'anno seguente per superare nel 1930 i 64 milioni, il 2,59 per cento dell'importazione totale. L'Italia si trova cosi al primo posto nell'importazione dello zolfo, delle sementi, del marmo, del prodotto chimico agricolo, delle paste alimentari, del .filo di seta artificiale e di lino e di canapa, delle doghe ver chiudere in botti quel meraviglioso vino di Porto che coi giardini di Cintra è uno dei bellissimi sogni portoghesi. La Fiat, dopo la Ford e la Citroen, è ia marca preferita t per i giovanotti eleganti — come mi asserisce il signor Manuel de Castro Goncalves, di Porto—è molto snob andare in giro con una macchina uscita dalle grandi officine torinesi. Ed il ritmo degli scambi commerciali e industriali italiani con il Portogallo si accentua in questi ultimi anni: E' di ieri la formazione della « Sociedade italo-portuguesa de construCóes » in seguito alla aggiudicazione ad un gruppo italiano del lavori della terza sezione del porto di Lisbona, lavori, per un importo complessivo di circa 50 milioni di escudos, diretti dall'ing. Bastìanelli di Roma, e che il 17 maggio sono stati inaugurati alla presenza del Presidente della Repubblica. Nel 1925 la Snia organizza la « Fibra comercial lusitana », nel '28 entra in linea la motonave « Saturnia » nel servizio per l'America del Nord, nel '29 s'inaugura la « Fiat Portuguesa » che ha un magnifico stand in Avenida da Liberdade, il più bello, nella sobrietà dell'arredo e nel gusto della linea architettonica, di tutti gli stands automobilistici lisbonesi; nello stesso anno l't Italcable » posa il cavo sottomarino da Malaga a Lisbona iniziando cosi il servizio diretto da Anzio a Lisbona, impianta in una elegante sede l servizi lisbonesi ed il servizio di transito a Santo Amaro de Oeiras, e l'anno dopo posa l'altro cavo fra Santo Amaro e La Panne in Belgio: e pure nel '30 l'Italia tornisce al Portogallo la motonave « Carvalho Arauiot per il servizio passeggiert e merci fra Lisbona, Madera e le Azzorre. La Casa degli Italiani Molto s'è fatto, si fa,- e molto c'è ancora da fare. Me lo dicono qui, nella biblioteca, della Casa degli Italiani (e gran parte di questi libri furon donatdal povero Fulceri Paolu.cci de' Calboli). Luigi Rivera, segretario del. Fascio Hsbonese, e Bruno Reìch, segretario della Camera di Commercio italiana dite giovanotti che valgono tant'oro quanto pesano, e che dalle nove del mattino alle sette di sera sono in questi uffici a lavorare, a ricevere, a dar consiali ed aiuti, ad animare in mille guise chi è, o si sente, lontano dalla Po l r a i r n e a i 7 . a n r9 e a à o e i e e t a na e i o o o l r e o tria. i L'irutìistria italiana, mi spiega Reich, ha ancora, grandi possibilità di penetrazione in Portogallo, specie quella meccanica ed elettrica, ma nccessi-la. di una. organizzazione commercialepropria che la metta in ararlo di imporsi sul mercato. Data quindi la difficoltà di trovare rappresentanti idonei e non legati alla, concorrenza, sarebbe indispensabile il raggru,ppamento dei principali industriale, italiani fabbricanti articoli tecnici e aventi interessi portoghesi, in modo da istituire qui un unico ente per la propaganda e vendita. In tal modo le spese verrebbero ripartite fra società diverse che da sole non avrebbero nè la possibilità nè la convenienza di creare una propria succursale in Portogallo, e potrebbero essere allestiti depositi di vendita con campionari, con tutto ciò che può giovare ad illustrare il prodotto italiano, con personale specializzato e con indispensabili collegamenti bancari ». Dal canto suo Luigi Rivera esprime la fiducia che l'intensificazione degli scambi industriali e commerciali, portando qui elementi giovani, colti, attivi, giovi a. far realmente conoscere il nuovo spirilo dell'Italia fascista in Portogallo, di quell'Italia che ancora qui — almeno nelle classi medie — non e abbastanza nota, anche perchè i giornali portoghesi hanno dall'Italia scarsi servizi, ed i giornali nostri (rarissimi) che qui giungono, portando la data di quattro giorni innanzi, arrivano per dir cosi morti, e non, sono letti che dai pochi italiani, l quali sono, si, cinque cento in tutto il Portogallo (duecento a Lisbona con centotrenta iscritti alFascio), ma bisogna considerare larmigrazione temporanea, quella dei pescatori e dei salatori di pesce specialmente siciliani, migrazione temporanea di due o tre mesi che riduce di molto il numero. « Noi facciamo quanto possiamo », egll mi dice. Ed inflitti ogni saletta di questa. Casa degli Italiani parla di. una attività generosa, gentile, disinteressata. Qua è la biblioteca messa insieme pazientemente, libro per libro, con doni, con lasciti, con qualche oculato acquisto; là è l'aula dove il prof. Guido Vitaletli, anima della cultura italiana a Lisbona, tiene letture dantesche molto seguite, conferenze, corsi di italiano per i portoghesi; aula che poi si trasforma, in scuola, sotto la guida di un padre salesiano, pei bimbi italiani; là ancora è la sala di riunione per le cerimonie patriottiche, la sezione di beneficenza per gli italiani poveri, stabile di passaggio, pai gli uffici del. Consolato, del Fascio, della Camera dCommercio. « Madame Fiat » E fanno prodigi, Vun l'altro aiutandosi, questi giovani che lavorano con tanta fede per un'idea, la più alta e la più pura delle idee rhe possa avere un italiano lontano dalla Patria, e che chiedono solo di non essere dimenticati.. Prodigi anche se si pensa che tutte le entrate del. Fascio — tolte le diecimila lire donate dal Pace all'atto dellafondazione — consistono in quei poveri cinque escudos al mese per iscrittoquota, quasi non bastasse, a parecchcondonata per necessità... Credo chper fare ciò che si fa qui, in Largo dCarmo, molli quattrini escano dalle lasche di gente che. dà, e non dice nulla... Bisogna trovarsi molto lontandalla nostra, terra, e sentirsi in certore come abbandonati e smarriti, pecomprendere cose e sentimenti cui nenostro paese manco si pon mente. « La mia Vercelli », dice Rivera; « la mia Trieste », dice Reich. Un largo soffio di vento clic vicn dall'Atlantico fa tremare i vetri del queto studiolo<■ Se Lei sapesse che cosa sarebbe petutti gli italiani di qui, dal cesellatorprof. Cristofanetti che vorrebbe che la sua raccolta di ceselli antichi portoghesi aiutasse a finire in Italia (ho visto questo splendore di collezione, e penso che il suo acquisto sarebbe un onore per qualsiasi Museo italiano), al ceramista Rattistini. clic fabbrica azulejos con l'anima a Faenza, se Lei sapesse che cosa sarebbe se tra le centinaia di fllms americane, tedesche, francesipersiti russe che a Lisbona si proiettano, ne giungesse almeno una italiana■ E perchè — aggiungo io — non si proiettato ancora qui un film. Luce ch dica ai discendenti di Vasco da Gama il nome di Roma, che mostri ai discen denti di Camoens l'immaaine di. Firen- ze? Perchè al Fascio di Lisbona non è ancora, venuto dall'Italia un oratore fascista? Noi'eravamo grandi che essi non erano ancor nati. Lo so. Fra tutti i popoli del mondo noi siamo gli unici che ad ogni momento e in ogni luogo possiamo ripetere questa verità. Ma non basta essere: bisogna anche costringere gli altri a vedere come si è; non basta fare: bisogna anche dimostrare ciò che si fa. E conviene riconoscere che anche in Portogallo i francesi in que sta arte sono maestri. Noi, da nove anni in qua, non abbiamo da imitare nessuno, e se mai possono gli altri imttarci. Ma il tempo dell'umiltà è du rato cosi a lungo, che appena a muovere un passo fuori di casa l'ignoranza straniera delle cose nostre sbalordisce. Viaggiavo, venendo a Lisbona, con un signore francese che andava in Brasile: un giovane intelligente, ricco, d'una evidente cultura, che aveva girato mezzo mondo e che con un suo yacht a vela s'era anche recato fino a Livorno. Si parlava del più e del meno. E ad un tratto quell'amabile compagno: — Mais, monsieur, dites-moi le vrai. C'est vrai que pendant l'occupation des fabriques, à Turili, on a insulté dans la route madame Fiat? — Comment, monsieur?... — Mais oui, madame Fiat, celle des automobiles. Guardai il mio caro giovane. — Non, monsieur, madame Fiat on l'a toujours lalssóe tranquille. MARZIANO BERNARDI.