Camusso, emulo dei grandi campioni del passato, fugge sul Sestrières compie più di centocinquanta chilometri da solo e giunge a Torino conjre minuti di vantaggio

Camusso, emulo dei grandi campioni del passato, fugge sul Sestrières compie più di centocinquanta chilometri da solo e giunge a Torino conjre minuti di vantaggio Entusiasmante fina/e del Giro ciclistico d'Italia Camusso, emulo dei grandi campioni del passato, fugge sul Sestrières compie più di centocinquanta chilometri da solo e giunge a Torino conjre minuti di vantaggio Il piccolo corridore di Cumiana passa al comando della classifica gene ( D A Iv K O «S -*T Ifc O IIVVIÀTO) Le donne che richiamate dal frastuono-delia corsa si facevano sulle porte delle case o s'aggruppavano ai crocicchi con l'altra geme, a vederlo venir cosi Piccolino, con la taccia sulla quale il sudore e la polvere non erano riusciti a sfigurare i tratti giovanili, quasi fanciulleschi, gridavano: — A l'è 'n ma-snaiottl E' un ragazzo! E la voce correva da ausa a Bussoleno, scendeva per la valle della Dora, dilagava per la pianura a cominciare da Avigliana, s'avvicinava a Tonno con là. velocità stessa della corsa, rimbalzava da Bivoli ad Orbassano, da Moncalieri alla, collina di Chierr. Era Camusso, infatti, il piccolo bravo corridore sul quale ieri da Cuneo taceva quel discorsetto che indovinava e prevedeva tante cose; era Camusso che dopo aver distaccati tutti i suoi avversari sulla dura e lunga salita del Sestrières stava compiendo, per portarla a termine, una spettacolosa magnifica fuga che durava dalle 11 della mattina; era Camusso che si avvicinava al traguardo ben avvanlaugiato davanti a tutti i suoi competitori e ora non puntava più sulla vittoria di lappa, ma guardava più in là, guardava al primo posto della classifica generale, guardava alla « maglia rosa ». E quando, nel pomeriggio, al Motovelodromo con un ultimo veloce giro di pista il piccolo corridore di Cumiana vinceva la tappa Cuneo-Torino, pel latto che Giacobbe arrivava ben 3 minuti dopo di lui si portava alla testa della classifica. Camusso è al primo posto con 2' e 44" di vantaggio sul secondo che è Giacobbe; Camusso domani mattina partirà per l'ultima tappa che, senza disgraziati incidenti, dovrà essere per lui l'ultima fatica prima d'un trionfo completo, giunto e meritato. Una corsa ohe ti ricorderà E' stata davvero una bella corsa, di quelle che si ricorderanno per un pezzo e che. nel nostri discorsi, si porteranno come esempi. Era stata bella la tappa di ieri l'altro, ma quella da Cuneo-Torino vi assicuro che l'ha sorpassata. Ben 150 chilometri di fuga questo Camusso ha sostenuto, da solo; lottando come un leone contro gli avversari che, dietro di lui, si erano eoaUzzati ai suoi danni; ripetendo, forse migliorandole, le prodezze per cui Guerra va famoso. ^Nonvooli" farmi prendere dalla simpatia che ho per questo bravo corridore, ma soltanto per un giusto ricorso storico devo dire che per ricordare fughe di tale lunghezza e contrastate con tanto accanimento per Vimportanza della posta in giuoco, bisogna risalire alle più belle performances compiute, al loro bei tempi, da Girardengo e da Brunero. Sono nomi di colassi, sissianori, che troppe voUe ci scappano dalla penna a sproposito, ma per quello che ho visto tare ieri da Camusso net 150 chilometri della sua fuga davvero che non so trovare paragone più adatto, e lo adopero, sicurissimo di non commettere un sacrilegio. Camusso è arrivato lassù davanti al Grand Hotel con 1 minuto e 35 secondi di vantaggio su Giacobbe. Ebbene, all'arrivo a Torino, il distacco era salito a più di 3 minuti. Non significa questo che l'atleta è degno di essere nominato in compagnia di quei tre grandi atleti più sopra? Ma voi vorrete sapere come l'è an data, che Camusso ha distaccato Già cobbe, Marchisio e tutti gli altri; altra verso quali vicende la « maglia rosa » ha cambiato un'altra volta possessore {il sesto da quando è cominciato il 'Giro); e perchè Vex-bersagliere è riuscito a non farsi più raggiungere dopo che sul Sestrières ci aveva fatto assistere a una bella lezione di arrampicamento come non vedevamo più da un pezzo, dal Giro di Francia dell'anno scorso per intenderci Benolt Faure e Alfredo Binda protagonisti e insegnanti. La partenza col sola alto Cercherò di ridurre al minimo la descrizione della corsa dalla partenza fino al punto in cui avvenne l'episodio decisivo — decisivo della tappa e, come tutto lascia credere, del Giro slesso, arrivato alla vigilia del tuo compimento. Si era parliti da Cuneo col sole, già alto. All'appello risposero 67 corridori, i quali, avviati a Porta Torino, alle ore 7,25 iniziavano la penultima tappa. Applausi avevano salutato i bravi ciclisti, particolarmente i piemontesi. Giacobbe, che rivestiva per la prima volta la 'maglia rosa*, fu fatto oggetto a una simpatica manifestazione. Sulla strada a lieve discesa, che ci porterà a Verzuolo e a Saluzzo, la corsa cominciò con ritmo tranquillo, sotto la guida degli « isolati ». Passando per Costigllole il traguardo fu vinto dall'ex-campione del dilettanti. Vitali di Bergamo. A Saluzzo passò alle ore 8 e 25', impiegando un'ora precisa a percorrere i primi 30 chilometri. La strada era liscia e scorrevole; a tratti si passava sotto viali lunghissimi ed ombrosi, ma l'andatura non era massacrante, i corridori volendosi evidentemente risparmiare per la grave fatica del Sestrières. A Pinerolo (km. 60) ti arrivò dopo due ore giuste di corsa. Molta folla assisteva al passaggio, trattenuta dietro i cordoni della truppa. Ad un tratto si vide un soldato uscire dalle file e correre dietro al gruppo, chiamando a perdifiato: — Laus! Laus! Questi è un « isolato » di Bari, che in quel momento chiudeva U gruppo e mostrò di gradire mollo il saluto del suo conterraneo ed amico. Lasciata Pinerolo alle spalle, cominciammo a risalire la Valle del Chisone, adIVincnaatrinqcrsdrfmntmlàc(trlabstpedqesmnqpmmFdVpcptpmeuasvqtEcadUgccvttoddcugtcmzBtlmmbcsn o o i e a a i d o a e o e o l , andando verso la montagna. Vi erano delle nubi nere lassù. Vi avremmo Irose trovato la pioggia? La strada cominciava a salire e a Viìlar Porosa (km. 72) — dove passava in testa Barai fra i battimani dei suoi compagni di lavoro, affacciatisi ai finestroni delle officine —, eravamo già a 640 metri d'altitudine. Ma prima che arrivassimo ai 2(133 del Passo del Sestrières! Barai, che si è vestito a nuovo indossando una maglia blu-madonna, qui è il padrone e tutte le buone accoglienze sono per lui. A Pinasca i ragazzi della scuola erano schierati sulla via e agitavano una gran bandiera tricolore al grido di « Viva Barai! ». Il « magnino » dà battaglia Dopo Perosa Argentina la salita si fa più sensibile e il gruppo si allungò; ma alla Boure ancora una cinquantina d'uomini formavano il gruppo di testa, con Barai e Scorticati nelle prime posizioni. La valle si era ristretta, là in alto si vedevano i picchi ancora coperti di neve. Ci avvicinammo cosi a Fcncstrelle (km. 95) dove era posto il primo controllo-rifornimento della tappa, e dove la pendenza della salita si accentua bruscamente. Ci preparammo ad assistere a qualcosa d'interessante. Soltanto l'anno pri.na della guerra era passato il Giro d'Italia da queste parti, e con legittima curiosità si attendeva di vedere i campioni impegnati su quella che è una salita difficilissima e lunga come non se ne trovano mai sui percorsi delle gare classiche. Frotte di alpini e di artiglieri da montagna erano scaglionate sul ciglione della strada. Erano le 11 precise quando Barai passava al controllo, e proseguiva senza prendere il ritorni mento. Orecchia, Camusso e Balmamion erano i più solleciti a seguirlo. Fra quelli che rimontammo muovendoci a nostra volta, c'erano Mara, BoVida, Morelli; più su Zanzi e Gestri. La salita s'era fatta ben erta. Sorpassammo Grandi, Binaldi, Di Paco che tacevano grandi sforzi per non perdere altro terreno oltre i cento metri circa che li separavano dal gruppo di testa, formato da Camusso, Gremo. Orecchia, Marchisio, Balmamion e Cavallini. Barai era al comando. Per un momento Rinaldi riuscì a mettersi alla ruota, ma poco dopo, per uno scatto di Balmamion retrocedeva nuovamente. Era il Magnin di Noie Canavese, che queste strade ben conosce, a dare il tono alla prima fase della battaglia. Egli voleva evidentemente « tirare il collo » a Cavallini che a Cuneo gli aveva fatto il brutto scherzo di prendergli il primo posto degli « isolali ». Uno. due scatti, che gli fecero ouadagnare qualche metro, tanto che a un certo momento pensai che volesse stac care tutti, dar battaglia a tutti! E' ben vero che Camusso, con poche pedala te alla Brunero mandò a vuoto qìiesti tentativi, ma intanto Magnin aveva ottenuto lo scopo di far rimanere indietro Cavallini. M'ero dimenticato di dirvi che dal primo gruppo s'era staccato anche Orecchia, intento a girare un po' tardi la ruota. Questa avanguardia, che affrontava le spire tortuose della salita sempre più aspra, contava dunque sei uomini: Balmamion, Camusso vigile in seconda posizione, Gremo, Giacobbe, Marchisio e stzacicolodi>iseCcesutodtia dtedintocmcoafeilEMconqinlectrc15bvcsonlocMvunsaZpspteqsepApcpcsngspBarai — questo alle ultime cartuccie,\ntanto che poco dopo, veniva anch'egli' J lascialo. ' Blaoobba cade o Camusso tugge dsCtme se fosse a cottimo. Curvo sulla macchina, quasi appiattito sul manubrio, affrontava la salita con una specie di gusto. Dietro a lui, salvo Camusso che non aveva perduto niente della sua compostezza, gli altri soffiavano, ansavano, per la fatica guidavano male la bicicletta. E accadde quello che ho visto accadere tante volte sulle salite, quando lo sforzo è giunto al suo estremo. Giacobbe e Gremo ebbero una specie di rallentamento in una curva; perdettero l'equilibrio, e caddero pesantemente l'uno addosso all'altro. Si senti crac!, era qualche cerchione che si spaccava. Infatti tanto Giacobbe che Gremo dovettero cambiare la ruota. L'operazione fu velocissima perchè le automobili erano lì a due passi, e non trascorsero più d'un minuto e venti se condi dal momento della caduta, che la « Maglia Rosa » risaliva in macchina e riprendeva la corsa. Gremo, invece, si attardava ancora. In testa a tutti non sono rimasti che tre: Balmamion, Marchisio, Camusso. Ancora sette chilometri II separano dalla vetta. Vi giungeranno assieme, oppure Giacobbe, che sente tutta la responsabilità della sua posizione, li acciufferà prima? Stavamo facendo queste congetture, quando Camusso entrò in scena. Ve l'ho già descritto l'altro giorno, con poche battute, il suo modo di prendere le salite. Uno che lo vide l'anno scorso nel Giro e adesso lo guarda con gli occhi spalancati, mi grida che non è più lo stesso, che è enormemente migliorato. Io non so, perchè non c'ero, che cosa valesse Camusso l'anno passato, so soltanto una cosa, e la ripeto: che il corridorlno che avevo davanti andava su come un Brunero, come un Girardengo {perchè anche « Gira » è stato un grande grimpeur), e manco pensarci a fare paragoni fra lui ed altri prodotti degli ultimi tempi. Sono parecchie tappe che il corridore della « Gloria» impartiva lezioni di stile; ieri ha voluto far vedere di quale potenza egli disponga e, per far tacere quelle chiacchiere che sapete, Il Magnin continuava a pigiare co-]pnrrmvv terra la battaglia sul Sestrières sena guardare in faccja a nessuno, amici od avversari, e quei due che erano con lui a quel punto dovettero lasciaro andare. Fu ben curiosa la loro idea i scendere a cambiar moltiplica! Se ion l'avessero fatto, chissà... Camusso, solo in testa oramai, proegui verso il l'asso. Camusso con I minuto di vantaggio sul Sestrières Dietro di lui, intanto, che era sucesso? Era successo che Giacobbe veniva u come un forsennato; aveva raccolo Cignoli e se l'era portato con sè addosso a un gruppo formato da Peseni, Zanzi e Barai; e adesso si avvicinava a Balmamion il quale, certo esaurito dallo sforzo, non era più riuscito a enere la ruota di Marchisio. Il Colle non è lontano. Le groppe della montagna, sulle quali nei mesi nvernali si danno convegno tanti scia ori, sono ora prati di smeraldo, su cui biancheggiano le corolle profumate dei narcisi. Chiazze di neve biancheggiavano sui bordi della strada, ove si erano dati convegno numerosi automobilisti e ciclisti. Su al culmine, quando Camusso si ermò per girare la ruota e mettere l rapporto grande, erano le 11,55. Esattamente un minuto dopo passava Marchisio. A 1 minuto e 35 secondi Giacobbe, Gremo, Zanzi e Pcsenti; a 2 minuti Balmamion. Non si dimentichino questi distacchi; essi sono necessari n modo straordinario per capir bene e cose come andarono. Uno e trentacinque secondi, dico, in vetta al Sesrières. Che cosa sono, per un gruppo che inscgue un corridore isolato con 150 chilometri ancora di strada? Il bello venne poi. Non credo che a bordo delle automobili che seguivano, vi fosse qualcuno disposto a giurare che Camusso non sarebbe stato ripreso prima o poi. Ma quel ragazzo che non è un passista, non li tiene 150 chi omctri, diamine! E giù nella discesa lunga, tortuosa, che non finiva mai su Cesana ed Oulx. Marchisio non scendeva con l'usata velocità, e ce ne gridò la ragione — Ho spaccato un freno! E come volle ugualmente prendere una curva in velocità, andò a finire nella cunetta, sollevando col braccio sinistro insanguinalo. Giacobbe, con alla ruota sempre Gremo, Pesentl e Zanzi, lo raggiunse cosi, e assieme ripresero la caccia del fuggitivo. Da quel momento, cominciò la nostra spola fra l'uno e gli altri allo scopo di cronometrare i distacchi. L'interesse della corsa consisteva tutto in quel lavoro di lancette. Scendendo verso la pianura, mi pareva di vedere un enorme fantastico purdo interrogativo profilarsi all'orizzonte, e, riempirlo. Avrebbe oppur no tenuto Camusso? Il vantaggio aumenta Ecco le cifre. Anche nello sport, soprattutto nello sport, sono le cifre che contano. Già di troppe parole sono appesantite le nostre cronache, inutile ciarpame addosso alla nudità espressiva dei risultati. A Oulx (km. 13?) Camusso ha 1 minili o e 45 secondi di vantaggio sul gruppo; 3' e 20" su Bolmaminn; 3'50" su Cignoli e Cavallini; 6' su un gruppo formato da Orecchia. Morelli, Ca- auvpiadloc« csssqApCHOrvAXUna-:1< Bianchin, Barai e Albino Din J da; 9' su Mara, Negrini, Rovida, Fos sati, Gestri, Codoni, Crippn, Bovet, Canavesi, Cori, Magne, Vitali e Scorticati. Alla testa di questo numeroso p/0(One Sj alternano Borei e Crippa nella speranza di far guadagnare terreno al loro capitano Mara. Vi riusciranno più tardi, ma il guadagno sarà minimo. In testo, i leaders che lottavano con l'anima fra i denti per la vittoria finale nel Giro, andavano come il vento. Con quale risultato nel loro duello? A Salbertrand, Camusso aveva aumentato a 2'10" il suo vantaggio. Lo specialista della discesa era nel suo elemento. A Suso (km. 162), doue si arriva giù dalle svolte strette e pericolose, era posto il secondo controliorifornimento. Li, il vantaggio del sorprendente Camusso risultava salito a 3 minuti e venti. Ma, finita la discesa, quale sarebbe stato l'esito del duello fra lui che fuggiva e Giacobbe che, notoriamente più forte e più veloce sul passo, inseguiva col vantaggio di avere un punto d'appoggio? Intanto, a complicare le cose, a rendere più suggestivo questo finale di corsa, intervenne un fatto nuovo. Il terzo gruppo, chiamiamolo il gruppo di Mara, ha ingoiato Cavallini e Balmamion e guadagna continuamente terreno sul gruppo Giacobbe. Quindici chilometri dopo Susa, a llorgone, il distacco di Camusso è di minuito. Soffia un forte vento contra rio, e il bersagliere è solo nella biso grta. mentre gli athri sono in quattro. Anche Gremo e Pesentl si alternano a condurre, e fanno dei chilometri a 35-36 di media. Ma davanti a loro, c'è un grande atleta che è nella sua giornata di grazia. Ieri Camusso, l'outsi der di tante corse e il trascurato da tanti di noi, si è guadagnato i galloni. E che galloni, c'è anche la greca con essi, perchè l'ex-bersagliere è diventato di colpo generale. Tarri? Non terrà? Mica chiacchiere; parlano i fatti. A S. Ambrogio di Susa il vantaggio suo è nuovamente salito a tre minuti. Ci prende alla gola l'ansia di questa fuga gigantesca, che dura da tante ore; che passu come una furia venendo giù dal monti ed ora, sboccata nella pianura del Po, porta questo piccolo grande atleta verso una splendente vittoria o una delusione atrocissima. — Terrà? Non terrà? Ancora cinquanta chilometri lo dividono dalla mèta. Non saranno troppi per lui? Egli è solo, e quelli che lo nseguono sono in tanti. Ad Avigliana, a Bivoli il suo vantaggio è oscillante dai 2 minuti e 20 ai 2 minuti e 5. La otta si è ristretta fra Camusso e Giacobbe. La posta è grossa, ed ha nome Giro d'Italia », forse il più bel Giro ch'io abbia visto. Gremo e Marchisio si sono rassegnati al loro ruolo di testimoni. E' un fantastico match ad tnseguimento quello che si svolge su queste strade attorno alta nostra città. A Camusso cronometra dei chilometri percorsi a 33 all'ora. Ma Torino è ancora tanto lontana! Camusso ha un attimo di rilassatezza. Ha sete, sete, e non ha da bere. Ad Orbassano da un'automobile che ci raggiunge, ci gridarono che Giacobbe veniva come una locomotiva, che gua- agnava continuamente terreno, che desso era soltanto a un minuto da amusso. Era vero? Eppoi attraversammo Beinasco, e per na strada stretta e polverosa andamo verso Moncalieri, dove ci gridaroo che un premio era da darsi a quel ravo Camusso. Dei biglietti di banca i furono messi in mano. Io guardavo quadrante e le lancette, e scrivevo: amusso ore 14,55; Giacobbe e compani ore 14,57'30". Pesentl passò mezzo inuto dopo, aveva forato una gomma, ma riusciva ancora a riprendere i uoi compagni. Bravo, veramente. Ora bisogna andare verso le alture i Chieri. Torino è lasciata alle spale; e il traguardo è lontano ancora enti chilometri. Non si arriva dunue più? Egli è sfigurato dalla fatica dalla sete. Implora da bere. La sua edalata si è appesantita; ha il capo ffondato dentro le spalle. Besisterà? Da un momento all'altro ci aspettiamo i veder spuntare fra le automobili la maglia rosa > di Giacobbe. A 50 all'ora giù dal Pino Sono le 15,36 quando Camusso si resenta al piedi della salita di Pino Torinese, nereggiante di folla nonotante il giorno feriale. Non vi sto a idire le scene d'entusiasmo. Tutti quel iovani salutai mo nel giovane « gaibaldino » il campione che butta tuto se stesso nell'incendio della lotta. Perchè aspettare, perchè tardare? Camusso ha attaccato presto, ha attaccao tutti, ed è dalla vetta del Sestrières he se ne viene solo. La folla degli portivi torinesi afferra e comprende utta la bellezza e la grandezza di queto gesto. Vagano nell'aria, evocati dalla inesausta passione di tanti, l nomi e i fantasmi del celebri campioni del passato, quelli che correvano alla maniera forte, che duravano fughe come questa di cento e più chilometri. Cerbi! Ganno! Girardengo! Brunero1 Binda! La salita del Pino è finita,- e Camuso l'ha compiuta col rapporto della pianura (6 m. e 12); Camusso si preipita nella discesa sulla Madonna del Pilone a 50 all'ora. La sua audacia mette i brividi. Certo egli deve aver guadagnato terreno su questo ratto. Sapremo poi che è cosi, che ha avvantaggialo ancora d'un minuto Ecco laggiù i tetti grigi e rossi di To' rino. La folla si fa più fitta; siamo al dazio; il nome di Camusso che sta per vincere la tappa e il Giro è urlato da migliala e migliaia di persone. Corso Casale; le travature del Motovelodro 8i1iMC1i282i8233333o4449nr959c46999gC9C9gGC29g3999v4 VIÀTO) o i mo intraviste fra gli alberi; la pista, l'ultimo giro; la vittoria. Bisognò aspettare ancora tre minuti perchè il traguardo fosse tagliato dal primo del gruppo inseguitore, e fu Giacobbe che resistette all'attacco di Marchisio. Quarto era Pesentl, quinto Cremo. Poi gli altri secondo l'ordine d'arrivo. Appena sceso di macchina, Giacobbe abbraccia Una donna e un bambino, e piange. Sono la moglie e il figlio. Se la vittoria di Camusso è clamorosa pel modo col quale è stala riportala e per le conseguenze che ha avuto nella classifica generale, non ha però torpreso quanti avevano seguito i progressi compiuti da questo bravo corrid-orc. Progressi palesatisi nell'ultima Milano-San Bemo e nella prima corsa di Campionato a Varese, e che le successive oscure prove non potevano sminuire; progressi affermatisi durante questo « Giro », man mano che le tappe si sommavano. Questo piccolo e perfetto atleta, che tanto ricorda Brunero. ha migliorato continuamente, fino al punto di dare con la sua corsa di ieri la prova di possedere le doti dei veri campioni. Della sua decisione è staio detto, come della ammirevole, tenacia con la quale, st è comportato nel, lun ghissimo tratto percorso da solo. Se Camusso non fosse un campione completo e conscio delle proprie forze, sono certo che avrebbe mollato e sarebbe stato raggiunto. L'aver tenuto co me lui ha tenuto, denota una forza d'animo eccezionale. Egli ha percorso la tappa a quasi 30 di media, e questo può considerarsi un record per una corsa, che doveva valicare i 2000 metri d'altitudine del Sestrières. Non è slata, dunque, una prò va condotta alla buona, ma una corsa velocissima, che ha niesso alla frusta i concorrenti. L'aver resistilo all'inseguimento di Giacobbe riuscendo ad aumentare il vantaggio, è un'altra prova della maturità e della completezza di questo nuovo campione che da oggi assume un posto merilatissimo nello sport italiano. E' un giovane quello che st afferma in modo cosi clamoroso, e dobbiamo tutti esserne fieri. Egli rappresenta nel modo più degno la generazione che sorge, e che per un momento si era creduto avesse prodotto con Guerra il suo frutto migliore. Guerra ritiralo dal « Giro », Giacobbe e Marchisio do minati nel modo che abbiam descritto e che ci esime dal solito commento nessun altro di questa generazione meglio del « garibaldino » può a fron te alla e con sicura coscienza rivestire domani la « maglia rosa » e portarla vittoriosamente al traguardo finale. VITTORIO VARALE lansrdzngcFuBlddgmpnrdtra