Il sacrificio dei giovani di Curtatone e dei fascisti deli Ateneo pisano

Il sacrificio dei giovani di Curtatone e dei fascisti deli Ateneo pisano Il sacrificio dei giovani di Curtatone e dei fascisti deli Ateneo pisano solennemente commemorato da S. E. Balbino Giuliano e dall'on. Landò Ferretti La imponente adunata dei goliardi d'Italia in un superbo quadro di folla a i , . èl a i Pisa, 29 notte. Anche il turista più distratto avrebbe capito, ieri sera, quello che c'era nell'aria e avrebbe intuito le grandi linee della giornata d'oggi che, nel nome del glorioso anniversario di Curtatone e Montanara, e per la sagra decennale del Martiti fascisti, è assurta al significato di una vera e propria adunata delle forze goliardiche nazionali. Sotto la più limpida luna di maggio, in una atmosfera di attivo entusiasmo, tra scoppi di motori e viavai di studenti, si davano gli ultimi ritocchi alla organizzazione, si impartivano ordini, si attaccavano manifesti, si ricevevano e si catalogavano, assegnandoli ai loro posti, gli ospiti di reparti delle altre università, giunti nel giorno e nella serata con tutti i treni. Alla stazione centrale aveva funzionato un « Comando di tappa GUF » al quale affluivano i vari! Segretari politici e i reparti dei GUF di Agrigento, di Alessandria, di Arezzo, di Bari, di Bologna, di Brescia, di Campobasso, di Catania, di Catanzaro, di Camerino, di Como, di Cuneo, di Firenze, di Prosinone, di Imperia, di Lecce, di Livorno, di Macerata, di Mantova, di Messina, di Milano, di Modena, di Napoli, di Novara, di Pavia, di Pistoia, di Pola, di Rieti, di Rovi igo, di Salerno, di Siracusa, di Sona dri0j di Trieste, di Torino, di Vene- o o e o — , zia, di Vercelli, di Verona, di Vicenza, di Zara, di Reggio Calabria. Nella gamma multicolore del manifesti si notavano, quello del podestà on. Guidi Buffarmi, che, a nome della cittadinanza pisana, dava 11 saluto agli ospiti, e quello del Segretario politico del GUF dott. Fredlani, oltre che una originale diffusione di striscioni variopinti, che stampavano la loro ta- ti |V0l0Z!!a slllIe facciate degli antichi pa- ane a a a si, gi, lnlnn e inel a e uaa si zna, e o, i eli o di e mo Lo a, i lagi affacciati sui Lungarno. Sveglia senza campane Naturalmente tutto il movimento faIceva capo al caffè Ussaro, quartier jgenerale della goliardia pisana, davanti al quale andavano e venivano le staffette motociclistiche, ciclistiche, pedestri, incaricate di distribuire ordini, circolari. Inviti. Ma tuttavia è un simpatico carattere del mondo goliardico pisano che tutto avvenga senza rigidezza ufficiale, nella più grande cordialità e nella più schietta allegria. Quindi ogni imbarazzo formale viene eliminato e quindi si ha una organizzazione che, lievitata dall'entusiasmo, procede molto meglio di tante altre. Grida, saluti, manate, canzoni ma... tutti a letto assai presto per essere già in piedi alle sette. Io eredo che lo stesso Lapucci, classico campanaro dell'università pisana, si trovi stupito che stamane, al contrario del solito, senza che il bronzo universitario abbia rintoccato, tutti i goliardi pisani e quelli di fuori siano in piedi cosi per tempo, pronti ed equipaggiati, freschi come rose e disposti a cantare più che mal. E che mattino luminoso! Una di quelle mattine della primavera toscana, in cui i Lungarno appaiono in tut to il loro splendore pittoresco, specchiando la fuga dei loro ponti, i balconi marmorei, le persiane verdi che sembrano acquerellate, la festa dei tricolori nell'Arno chiaro e scintillali te. Queste feste di gioventù e di po- mdstscSbdmlelurgtadtemdlemcngpqtslmcsgsrlbi sdcsedlvcsnpAtcpacdmgtiu-U'Olo, questa primavera di gagliarde! s- " 6 di bandiere che il vento del Tir » : reno gonfia come fiori favolosi, hit- fogna vederle in questa enorme cor il|n>re dell'Italia classica, per riportarn- «e una impressione indimenticabile, i-iUui tutto prende corpo tti no diti no to nna Mite el ela o, vo Miti; Mimi a di colore, diventa quadro ed affresco, naturalmente, in una atmosfera che soverchia i toni grigi, li fonde, li esalta, dando loro uno splendore d'arte. E veramente l'adunata, cominciata stamane alle 8, sul Lungarno Gambaeorit, davan-iti al luminosi marmi e alle bifore)iquattrocentesche del palazzo podesta¬ rile, e stato uno spettacolo che i pittori non avrebbero dovuto perdere. Gli ottoni forbiti delle musiche, i vermigli costumi medloevali dei Trombettieri e dei tamburini municipali — che perfino nei biechi e nelle scarpe ti becco, con l'alto rincalzo, riproducevano una gustosa nota del glorioso passato italico -, i berretti vartopinu dei giovani goliardi e i loro fazzoletti di colore acceso sulle camicie nere, la varietà smagliante dei gagliardetti ...e dei gonfaloni, i costumi bianchi e ia inerì delle giovinette e delle bimbe, a-|' ut io l'infinito scomporsi delle colon ali ne e il senso decorativo della, folla re circostante costituivano un colpo d oce- culo che soverchiava anche la più aeue cesa Immaginazione, as- Branuioso corteo un! un «ranu,oso corteo mi-I F. quando, con una puntualità eroii-!nometrica che sarebbe sembrata Ini- cefisslgide- possibile In questa folla eminentemen-ti- te artistica, l'enorme corteo, orgnniz-se zaio dall'on. Buffarmi, si muove frnri- • lo squillare delle musiche che suonano ar gli inni delle Patria, esso assume ve-pu- ramente le proporzioni di una gran-ie-,Je manifestazione nazionale, che la- ir- scierebbe pensosi anche quegli uomini mente alla critica. Precede il labaro ella Federazione Provinciale Fascita, ermeticamente chiuso fra l mochetti di una centuria universitaria. Seguono gli splendenti ottoni della banda cittadina, i gonfaloni crociati di bianco della Provincia e del Comune, tra la vermiglia aiuola dei valetti municipali, di cui rifulgono le unghe trombe d'argento, dalle istoiate drappelle. Poi, dopo il severo gruppo delle autorità — tra cui si noano il Prefetto S. E. Dentice D'Accadia, il Podestà, il Console comandane la Legione di Pisa, il Generale comandante del presidio, fra. uno stuolo di brillanti ufficiali, il Segretario poitico del Fascio di Pisa fra la fanfara e le Camicie nere — ecco lo spiegamento delle forze goliardiche: luce, colore, esuberanza. I fazzoletti rosso-gialli mettono una nota ardente sulle camicie nere. Ecco gli studenti di Pisa, con i berretti piccoli e rotondetti, che spiccano per questa loro qualità, in mezzo agli alri. Saprete infatti che, se essi non] Psono a punta, è perchè, nel 1843, 1 voontari di Curtatone e Montanara li mozzarono, per non impedire all'occhio di mirare. La folla passa in rassegna i colori goliardici, e li distingue: rosso, quello di medicina; verde, scienze; nero, ingegneri; azzurro, giurisprudenza; bianco, filosofìa; roseo, ettere. Ecco l'alfiere di Bologna, barbuto come un giovane latino; ed ecco i lucchesi irruenti. Non mancano le studentesse, numerose, graziose, sorridenti. Vi sono naturalmente anche le canzoni. Ogni gruppo goliardico ha la sua. Sono tutte ardentemente bellicose e qualcuna non è propriamente ortodossa, ma, nella sua esuberanza e nela sua spregiudicatezza, dà anche più vivo il senso di questa giovinezza vulcanica, uscita dall'Italia nuova, che sa ritrovare la più gioconda spontaneità, anche nella più stretta disciplina. Seguono quindi i gruppi del Nastro Azzurro, dei Mutilati, dei Combattenti, degli Ufficiali in congedo, l'Associazione del Fante, i Bersaglieri, l'Asociazione della scuola, i ferrovieri. 1 postelegrafonici, gli impiegati, gli agricoltori, gli industriali, i commercianti, gli addetti ai trasporti, I sindacati, gli artigiani, i Dopolavoro, la musica di Riglione, i Balilla e quindi gli studenti medi: due licei, l'istituto tecnico, l'istituto magistrale, l'istituto industriale; il tiro a segno, la «Dante Alighieri», il Conservatorio, gli orfani vtacnsdtqVdej cipressi, la fiumana landò davanti agli avelli Nello storico sacrario Il corteo muove verso il cuore della città, fra due ali di popolo che saluta e applaude ogni gagliardetto e fra le file bianche e nere dei piccini delle scuole elementari. Esso si avvia, pas sando per la piazza dei Cavalieri, tra l'antico splendore dei monumenti e degli edifìci, verso la immortale piazza in cui si adunano le meraviglie architettoniche e artistiche di Pisa. Quando vi sbocca, alle 10, la testa del corteo; il sole sembra fondere in una meravigliosa fosforescenza t marini e i metalli; le lamine che rivestono Ja cupola del Battistero sembrano cernie II prodigio della Cattedrale e la bellezza traforata della Torre pendente si slacrano, sopra un cielo di smalto azzurro, come cosa viva, mentre tre apparecchi volano ad ali tese nell'tnfocato splendore dell'aria, puntando verso 11 Camposanto vecchio, nel quale sono sepolti i caduti di Curtatone e Montanara. Quando la colonna cantante e tripudiarne giunge e si frange davanti al severo monumento, di cui i valletti spalali, ano le porte, si la un attimo di silenzio. E' la vita che sosta e tace religiosamente di fronte alla morte. Penetrata nell'immenso sacrario, a) quale si affacciano .'f severe sagome irrompe, stifi al sarcofaghi istoriati, alcuni dei quali hanno 1 classici lineamenti dell'epoca romana II corteo si dirige verso la targa marmorea dei gloriosi Caduti, che spicca al fondo, tra gli allori e le ghirlande, che già vi hanno fatto deporre il Preletto e il Podestà, a nome della città e della provincia. La semplice epigrafe, che tutti gli sguardi cercano, dice con semplicità lapidaria: a I8*s — Anciaronn alla, guerra — da. Pisa; morirono per L'Italia — Acconci Alberto, Cecche, rini Alessandro, DI Lupo Parrà Pietro, Lotti Francesco, Malleoli Tito, Pilla prof. Leopoldo, Pnzzesl Ranieri, Solimeno Giuseppe, tìartorelli Alcibiade* E per un attimo, in sogno, riappaiono il polveroso stradale mantovano, la eroica colonna dei goliardi ardimentosi, in marcia verso la morte, che si annida là. dietro i rossi spalti di Man tova, nelle canne di migliaia di tu eli) austriaci, in agguato; e il rombotalIiglr«evrfacgddel cannone, il crepitare della fud |ieria. Il prof. Pilla, quasi incitante da |nna cattedra eroica 1 suol allievi, leva 'ip lira-cria e cade fulminato, ai cuore e su lui si riversano altre giovani vite'aia l'attacco austriaco e arrestato, ui ijoro poteva dire il'generale Bava, co mandante l'Esercito piemontese: » Le truppe toscane, che hanno spinto giiJaustriaci, nella sortita fatta da Manto Primi sono va, spiegarono somma bravura e meritano i più grandi elogi ». Davanti a questa immagine, più ancora che alla fredda pietra, si inchinano i gagliardetti e levano le braccia, salutando romanamente, i goliardi d'oggi, che nella battaglia di Curtatone e Montanara vedono l'inizio di quella resurrezione della Patria, che Vittorio Veneto ha consacrato. a , i l i i e . ) e 1 a a , e , n ao e, o, a i* ao, nsi n u o La celebrazione nell'Ateneo Celebrato 11 commovente rito, il corteo esce dal Camposanto vecchio e si avvia, riati.raversand:> la città, verso l'Ateneo, per la celebrazione oratoria. II cortile mediceo deiin Sapienza, con i suoi archi tondi, I suoi bianchi loggiati, dai quali pendono festoni di alloro e gonfaloni d'oro e di seta, dà veramente l'impressione di una classica « stanza » del Magnifico, tutta ariosa, ebbra di azzurro e carica di primavera. Alle 11, le avanguardie del corteo irrompono, (piasi di corsa, e cantando. i lucchesi, il cui impeto fa volare via, come uno stormo di colombe spaventate, le studentesse già adunate nell'atrio. Poco dopo, sul palco delle autorità, fasciato di tricolore, salgono salutati da ovazioni e da grida di entusiasmo gli oratori della cerimonia: il Ministro dell'Educazione Nazionale e l'on. Landò Ferretti, Capo del l'Ufficio Stampa del Capo del Governo, giunto stamane alle 6.30 dalla Capitale. Intorno a S. E. Balbino Giuliano e all'on.' Landò Ferretti, si è schierato, con a capo 11 Rettore Magnifico prof. Carlini, tutto il Senalo accademico nei classici e sontuosi costumi, mentre, nelle vicinanze del palco, si trovano le madri e le vedove del Caduti, 1 mutilati, 1 decorati e 1 gagliardetti. Fra essi, spicca quello dell'Associazione Combattenti, sul quale brillano tre medaglie d'oro e anche, erse sono dovute a tre studenti pisani caduti nella grande guerra Per qualche minuto, 1 canti si susseguono senza interruzione. La dimostrazione esalta soprattutto i Martiri Fascisti dell'Ateneo, uccisi tra il 1921 e il 19'-'2. Si gridano i loro nomi, arcompagnati da formidabili evviva. Essi sono: Tito Menlchetti, studente in leggo; Giorgio Mariani, ucciso a Livorno non ancora diciassettenne; Gino Giannini. Piero Gatti. Domenico Serlupl, Giovanni Zoccoli. Eugenio Picciatl. Quindi uno squillo di tromba stende un improvviso silenzio sull'enorme brusio. Il dottor Podestà, commissario del GUF di Torino, prende per primo brevemente la parola, portando ai goliardi adunati il saluto dell'on. Scorza, capo dei Fasci Giovanili, trattenuto a Roma nella mattinata. La parola dell'on. Ferretti e del Ministro Acclamato da applausi, l'on. Landò Ferretti, presa la parola, afferma che, non le parole di una modesta Camicia Nera quale egli e, ma l'anima di un poeta dovrebbe levarsi In questo raduno che esalta la giovinezza d'Italia, e dalla gloria di ieri trae il migliore e il più sicuro auspicio per 11 domani. L'oratore ricorda, poi, le altre commemorazioni di Curtatone e di Montanara, quando l'inamidata e togata celebrazione accademica si svolgeva entro le chiuse aule, e, fuori, 1 partiti lavoravano a demolire l'edificio della Nazione. L'oratore rievoca, quindi, brevemente il fatto d'armi di Curtatone e Montanara, mettendo in rilievo 11 valore ideale della celebrazione e il sacrificio degli studenti, che, animati di fede italiana, ebbero a contrastare alle soverchiami forze nemiche, preparando la vittoria di Goito. Rievoca, poi, i sette morti dell'Ateneo pisano, affermando che easi, come quelli di Curtatone e Montanara, sono caduti senza conoscerà la vittoria, che più non doveva tardare, preparando cosi il volto nuovo dell'Italia Fascista. Frequentemente interrotto dagli applausi, il discorso dell'on. Ferretti, verso il quale come ex-goliardo di Pisa, la dimostrazione ha assunto un carattere anche più entusiastico, viene salutato, alla une, da mia caldissima ovazione. Accolto da nuovi applausi, si avanza quindi a parlare il Ministro dell'Educazione Nazionale il quale pronuncia un dotto e commosso elogio dell'eroica giovinezza. Una lunga ovazione saluta la fine de! nobile discorso di S. E. Giuliano, e i goliardi conanuano a lungo la loro dimostrazione entusiastica, esprimendo cosi il loro caldo assenso al nuovo indirizzo, Jie, dalle loro forze già cosi saldamente organizzate, vuole trarre nuovi incitamenti, per uria elevazione sempre maggiore della cultura nazionale e della funzione civile e intellettuale dell'Italia nel mondo. Affermazione che nel nuovo « tempo » della elevazione goliardica appare tanto più significativa, u.ui, nella sede della'Sapienza pisana, la quale — co¬ ntsimgavaAla Scsctietic.diU saCuGivaririlavarididitrdisvLudestpmè stnrtalurv1slecPtgpsdvhgzdpdapfpngrrgcsfitpsnrersdsbsrper suo, questo an-;d a a e, e, ui o-, . Le ciaria del Gruppo universitario lemmi-ii nile di Pisa dopo avere illustrate Lo1 compiti e i voti delia nuova femjnlnt-ine e noto — t:?n_ .-— -. .lieo rnotió ammonitore : «A tempo a clempo chi sa, ?a; e chi non sa, suo danno». 'Quindi la signorina Carplntert fktu- a studiosa e fascista procede a una. mpatica cerimonia; scioglie il nuovo agliardetto delle Facoltà fra gli evvia dei goliardi. II rapporto dei « Quf » Alle 17, nel salone degli Stemmi dela Scuola normale superiore, l'on. corza, Segretario dei GUF e dei Faci Giovanili, giunto in aero da Roma ene un rapporto dei Segretari polici dei GUF. Tra le rappresentanze, i tutti i GUF d'Italia, si notano per Piemonte: il dott. Podestà, commis ario del GUF di Torino; Gentile, per uneo; Balestrieri, per Alessandria: iacobbe, per Vercelli; Poggi, per Noara. Sono pure presenti per la Llgu a: Molflno (Genova), Fossati (iinpe ia); per la Lombardia: Ippolito (Miano), Trucco (Pavia), Frigo (Mantoa). Specialmente notato è il segretao del GUF di Vienna, Carena. Quindi, sull'Arno, ha luogo la traizionale gara Pisa-Pavia, una specie i Oxford-Camhridge italiana per ou rlgaers a 8, ma.su percorso minore i un terzo (2(100' metri). La gara si volge sul tratto del fiume, che sta fra Luclcchio e la Polveriera. Le tribune elle autorità sorgono sulla riva detra. Sull'altra riva è il pubblico poolare, vivace, clamoroso, coloritissimo come sempre. Lo specchio d'acqua oggi idealmente terso. L'Arno, che tamane era fulvo, ha acquistato oggi nel pomeriggio una colorazione azzura. Sulle rive, le case hanno una tina calda, una tinta d'oro vecchio. Una una tonda e limpida sembra guardare, bonariamente questo spettacolo 'li vigorosa giovinezza. Poco prima delie 9, i due anni partono con energico scatto. Ha dato il « via » l'on. Ferretti. Fra il clamore assordante delle rive, e due imbarcazioni combattono, per circa un chilometro, alla pari. Quindi Pisa acquista un vantaggio, che sul raguardo viene calcolato di due lunghezze e mezza. 11 percorso viene coperto dai vincitori in 7'31" 3/5. Scroscianti applausi salutano la vittoria dell'anno pisano. Ma anche l'armo pavese, che ha avuto uno scalmo tot io, ha. la sua pane di dimostrazioni. Segue una brillante e applaudita esitazione dell'» otto » livornese, campione d'Europa. Il palio fluviale Infine assistiamo a una delle più pittoresche gare popolari: una specie di pallio fluviale, che finisce in un albero di cuccagna. Si tratta di barche peschereccie, i cui vogatori sono scelti fra i più vigorosi pescatori dei rarugi pisani. Ogni barca rappresenta un rione: quello di Sant'Antonio, con i vogatori in costume bianco e rosso; il rione di S. Maria in bianco e celeste; il rione di San Francesco in bianco e giallo, e il rione San Martino in bianco e verde. SulL'imbareazione di questo rione, si erge fieramente un moro finto, che saluta le autorità con equatoriale esuberanza. Il regolamento prescrive che, all'arrivo, i vittoriosi salgano sopra un mastodontico barcone, che una vera e propria tappezzeria di manifesti trasforma in una enorme conchiglia variopinta. La gara, che si inizia dal ponte di Mezzo, si svolge fra le vociferazioni altissime della folla-, assiepata sul Lungarni, mentre tutta Pisa elegante ò alle finestre. Arriva primo il' barcone del rione San Martino; secondo, il barcone del rione Sant'Antonio. La salita sull'albero della Cuccagna da luogo a una scena simpaticamente carnevalesca. Mia fine di questo beilo e clamoroso pomeriggio sportivo l'Oli. Landò Ferretti consegna all'arni'i pisano vin citore la coppa d'oro dpnata dal Duce, al quale i goliardi elevano nuove ovazioni. Quindi la folla goliardica, dopo averi ossequialo S. E, Giuliano e l'on. Landò Ferretti, rifluisce nella città. Nel rosso occaso, Pisa appare già tutta scintillante di luminane tricolori. 1 Lungarno stendono pavesature luminose, che si irradiano nello specchio del fiume. Canti e rappresentazioni goliardiche ravvivano la fiammata entusiastica, che la maestosa serenità della notte tende ad acquietare. Quante strette di mano, quanti arrivederci, all'ora del congedo, fra questi che partono e quelli che restano. E non guasta, a mo' di finale, estrarre da questa giornata di entusiastico tropicalismo questa battuta genuinamente uscita dalle labbra di un goliardo, e che costituisce la speranza e la promessa del futuro: u E da domani, ragazzi, si comincia a studiare. Incipit vita nova ». CURIO MORTARI. godefinragvoreciaMle cecirzioVemsoreArscduergi15rabiridistasuprvinisi pril Hadeerquninvatasolisopchndsecilletesptrziaabdsoè btrfadvvmtmOdesidlcktoarevascSqcm