Briand rinunzia al bastone del pellegrino

Briand rinunzia al bastone del pellegrino Briand rinunzia al bastone del pellegrino vldParigi, iQ, notte. Le profezie di Lautier seus'jrano sul punto di avverarsi, e sempre più insistente circola la voce clic Briand abbia Unito pur decidere di restare al Quai d'Orsay, e che, in tei senso, egli si proti uncier & domani ai Consiglio '«'dei Ministri. Durante il soggiorno di dCocherel il Ministro degli Esteri avreb- dhe ricevuto parecchie visite di parla- ruientari influenti e insistenti pressio- vni sarebbero state nuovamente oserei-1dtale su lui per distoglierlo dai propositi di aderire a', piano di battaglia social-radicak, facendogli presente, fra l'altro, la possibilità che il 13 giugno dopo la propria entrata in carica, Doumer, faccia appello a lui per la formazione- di un Gabinetto di con ccntrazionc, in cui 1 socialisti entrerebbero accanto ai radicai! del centro, e del centro destro. La conclusione che si impone e che la voce messa in giro sulla propensione di Briand a fare il gioco dell'estrema, e a impugnare il «. bastone del pellegrino » per creare imbarazzi al Governo e all'attu-al'1 maggioranza, abbiano raggiunto soprattutto l'effetto di allarmare le destre al punto da indurle a battere immediatamente in ritirata, e ad accordare una nuova proroga all'inquilino del Quai d'Orsay. Non senza ragione i rappresentanti più accesi delle destre accusano qite sta sera Briand di avere operato conUro di loro una specie di ricatto agitando uno spauracchio di cui, con un po' più di sangue freddo, non sarebbe stato impossibile riconoscere il carat- vamonte sorpresi, o, peggio ancora, scandolezzati delle risorse strategiche del vecchio uomo politico sarebbe pro va, certo, di ingenuità. Oscillazioni tra destra e sinistra Dei resto-e gratuito sostenere che il piano di, Briand fosse stabilito fin dai principio, e che egli non sia passato lvtgccsic fischio esternò; giacchè per quante di sipiscenza degli avversari. Stnonchè.ida un lato questi avversari, sbolliti i fumi del 13 maggio, compresero subi-|to che l'allontanamento di Briand dal Quai d'Orsay avrebbe rappresentato inon solo un pericolo interno, ma ur leniorazioni un nuovo Ministro degli i Esteri fiancese potesse fare in conti a-l ri0, nessun Governo straniero avreb- \jhe acconsentito a credere che il muta-]i mento di ittolare al Quai d'Orsay non;,dovesse significare anche un imita- ; mento dolla-relativa politica. 1 Dall'altro lato lo stesso Briand com prese, per conto proprio, che lldarsi dei sócSlisti era impossibile, e che l'alleanza con costoro minacciava di rendergli una seconda volta il servizio resogli a Versailles, conducendolo a compromessi inaccettabili dalla sua (coscienza di francese; e per non accet tare i quali sarebbe stato costretto ad abbandonare sdegnosamento la lotta prima di averne colto il frutto. Una evidente incompatibilità Ma la mentalità del partito è que- 'sta> e nc gium ne Ronaudel possono lfarcj nulia. Ora, quando un partito 'j)a nella sua grande maggioranza una [mentalità, di qticbto genere, come po1 trehbe un uomo che ha diretto per sei |anni ]a politica mondiale della Fran ciia conSfcnnre a cercare neile sue Ilio la bas€ dl una resurrezione del pro prio presngi0? per il momento dunque la questione . è risolt u fmo resQ notQ . , Qri », . incontrato a colazion 1 con Doumer prima di partire per Co chcrel, e che 1 due uomini si siano I vlc£"ulevolmente assicurati di non nu- WTe runo per j,r]tro se nQn an,iciZ;ale stima, permette di pensare che ilo nuovo Presidente della Repubblica, - contrariamente ai propositi attribuitieo.ii ,ialle destre non ha la minima -1fellone di modificare la pÒnUca - estera francese nemmeno di oul ad -1Zi mese nemmeno ai qji aa-1 Naturaimente Ano al li luglio il Ga. |binet(0 :presonta un certo carattere di -1 provvisorietà. »; ln guanto a noi italiani, nulla avenLU0 aa riprometterci da una sostituzio-,ne ded Capo del Quai d'Orsay, Un tane ll0 cue l'equilibrio dei partiti è l'orienà tamento dell'opinione sia in Francia ,. quello che è stato finora, nessuna ra igione avremmo di considerare comeuna delusione lo scioglimento della crisi briandista. Briand non è quel- l'uomo indispensabile all'Europa che à moiti vogliono proclamare, e certo - poi nei nostri riguardi non è quell'uoe mo piOVVidenzialo di cui si vorrebbe e tessere il panegirico, ma egli ha al-;meno> stu suoi eventuali successori, il - vantaggio, non lieve, di esserci già l noto, e di avere in più di una occaa Blone potuto già sperimentare il peso - della nostra amicizia, e la buona fede l del Govtìrno di noma. A questi lumi dl luna ancne Cjrcostanze cosi mode-- stó noI1 vanno disprezzate, -| Notiamo intanto incidentalmente, a a ! pr0p0slto di rapporti franco-italiani oii-effetto eccellente prodotto qui, tanto -;noi r-lroriii rii fir.vpmr, mrantn nnc.n, e i e o a-'v nei Circoli di Governo quanto presso-lu pul)ijiC0i daUa magnifica partecipa-lLlone italiana all'Esposizione coloniale. Ricevendo a pranzo all'Hotel Crillonli Principe Di Scalea, commissario generale, il Ministro d?lle Colonie Reynaud, l'Ambasciatore conte Manzoni e ^"itaila,. il Maresciallo Lyautey_ha dettoi a al n- con la sua rude eloquenza di vecchiosoldato, brindando all'amicizia frauco-italiana: . Noi siamo forti, voi siete forti; noi vogliamo essere rispettativoi volete essere rispettati. Ecco quello che dobbiamo dirci so ci preme de jff»rìvare ad intenderci» -j 'Non sappiamo quanto questa ricettaC per ìa conservazione sotto aceto dellen-1amicizie delicate, possa riuscire efflcaa|fe; e se essa non sia più atta a proocare zuffe che abbracciamenti. Marti quPl ,,ne è certo si è che il problema e (dell' amicizia italiana occupa oggi a fi, parigi maggior posto di qu°l eh» none a- occupasse ieri, e che questo sintomo non può non essere considerato senza favore, Cs P.

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