Gli scavi di Butrinto

Gli scavi di Butrinto Albania nuova e antica Gli scavi di Butrinto TIRANA, maggio'. Negli anni che sembrano lontani* ma non dimenticati, dello prime esplorazioni in Albania, le qualil avevano carattere scientifico e tecnico, e offrivano nello stesso tempoi delle vere scoperte in un paese europeo a due passi dall'Italia, uri geologo, cercatore di petrolio, rinvenne in quella zona a nord di Và' Iona che si chiama ancora Mala castra, una lapide cho ripeteva la Iodi di un uomo morto laggiù ali tempo del dominio di Roma. Notevole, ma non sorprendente, il fattoi che il buon uomo aveva voluto al suo titolo di nobiltà che fosse epe* cifìcato nella lapide che si trattava! di un civis romanus. Il geologo ritornò in Italia pareo» chie volte e bussò al Ministero degli Esteri insistentemente perdio' una missione archeologica fossa mandata in Albania a scoprire glt antichi tratti del giovane paese, che era stato legato alla storta di Roma per molti e fatali eventi da Pirro, a' Giulio Cesare. Archeologia e storia' antica avrebbero dovuto confortar© il destino di, una alleanza, senza contare la influenza di Venezia, in quanto se le impronte di Roma bisogna almeno rintracciarle, quello veneziane sono ancora alte e solenni da Scutari Ano al Mar Nero. La missione archeologica fu tosto; organizzata anche se non largamente dotata, e cominciò a percorrere il paese nel 1924-. Era ed è alla testa di questa missione il prof.: Luigi Ugolini, strana natura di lavoratore appassionato e di poeta, ili quale fa pensare ai miracoli della' fede, oltre che dell'azione. Dopo meno di sei anni abbiamo alcune pubblicazioni sull'Albania antica e sui risultati della nostra missione che non sono da meno delle analoghe pubblicazioni francesi, inglesi e tedesche sul Mediterraneo orientale, dove i segni delle civiltà secolari ridestano ancora oggi nuove commozioni, e dove lo spirito è sempre vivo anche tra i nostri ricordi del passato. Non era possibile a noi, dopo aver studiato il volto della nuova Albania, trascurare queste ricerche che dovrebbero costituire l'atto di nascita dell'Albania all'infuori dei protocolli; e fissare delle testimonianze di civiltà antica nei Balcani dove sono così povere e rare le tracce del passato. L'influenza greca non varca i limiti- della natura meridionale. Si direbbe che il suo motivo di vita è il sole, anche dove il sole non crea prodigio di vegetazione, ma dardeggia, come nella stessa Grecia, squallide montagne sulle quali svetta solitario il cipresso. L'Albania è il ponte di passaggio di Roma verso la Grecia. La grande strada c segnata dalla Via Ignazia. L'Adriatico non esiste, anche se a. Brindisi due colonne segnano la fine della Via Appia di fronte al ma.re. I Greci giravano lungo le coste; Roma penetrava nel fondo del paese. Anche questo segna una profonda differenza tra i due popoli, Che ad ogni modo si fusero piuttosto di sovrapporsi, tanto è vero che in alcuni monumenti sopravvivono costruttivamente i mezzi e le forme degli uni e degli altri, senza disarimonia. Conio nei teatri. l'nielie testimonianze dell'età prl- niiliva, quando la storia non parla ie..la vita crea faticosamente, sono irm cho Blio^ett, comuni i segni le espressioni dell'arte. Ciò che è rimasto delle necessità dell'uomo sono tracce superate, mentre dei suoi ornamenti resta qualche modello sempre vivo. E' questo veramente il miracolo dell'arte che sopravvive, dando a ciascun oggetto una impronta immortale. Nel 1021 la missione italiana archeologica si propone un piano di esplorazione c conclude un accordo col Governo albanese per disciplinare la materia e i fini delle ricerche. Negli anni che seguono, fino al 1026, passa dalle campagne di esplorazione agli scavi del sottosuolo, iniziando i lavori intorno all'acropoli di Feniki, quasi a metà strada tra Santi Quaranta, e Delvino. Nell'estate del 11127 vengono iniziati gli scavi a Butrinto. Già nei primi due anni l'esplorazione ha dato frutti se non copiosi, interessanti e notevoli, intorno a diverse età e civiltà del paese. Si è potuto così stabilire l'esistenza di una Albania preistorica, e la zona di Scutari ha offerto le prime tracce della vita primitiva. Sono oggetti dell'età della pietra e dell'età del bronzo. Anche gli scavi dell'acropoli di Feniki e di Butrinto hanno restituito materiale preistorico. Si conferma cosi la presunzione che da questa parte dell'Adriatico la vita sia cosi antica da costituire quasi un centro originario. Questa sarebhe una rivelazione in quanto gli 11liri sono sempre stati considerati i progenitori degli Albanesi, mentre invece sarebbero degli invasori in un paese già abitato. Anche l'età protostorica ha offerto magnifici esemplari di suppellettile funeraria trovati nella necropoli di Komani (Albania del Nord). Si tratta di collari, fibule, anelli, ecc.. tutti di bronzo, regalati dal nostro Museo nazionale di Roma ul Ministero albanese della pubblica istruzione. Non tocca a noi discutere se questi ritrovamenti possono confermao. e fino a qual punto, l'unità et- ,u{c.~ ^gli albanesi. Certo servono , <tuhi'i,e l'antichità riplla di™, «• sta™ '.' p„ '" '! -"Ita Q*Ua stirpe che abito restantemente il paese, xj questo, anche senza esagerare, offre : le fonti di una tradizione della quahe il popolo albanese deve essere orIgogliioso. .,, /■„„_.„_•„„ .. _ . -. Alla «"mozione «i. questa cosoien za popolare e ambientale, l'Italia^ con la sua azione,; ha. dato tra con/

Persone citate: Greci, Iona, Komani, Luigi Ugolini, Mala