Sovversivi milanesi al Tribunale Speciale imputati di complotto contro lo Stato

Sovversivi milanesi al Tribunale Speciale imputati di complotto contro lo Stato Sovversivi milanesi al Tribunale Speciale imputati di complotto contro lo Stato Roma, 22 notte, un grave processo si svolgerà il 29 corrente, dinenzi al Tribunale Speciale. Si tratta del gruppo dei cosidet« « intellettuali » di Milano, tratti In arresto nell'ottobre scorso, e rinviati a giudizio per rispondere di delitti contro il Regime e le istituzioni. •Gli imputati sono: Riccardo Bauer, di Milano, commerciante; Ernesto Rossi, di Caserta, professore di economia politica; Mario Damiani, di Milano, ingegnere; Vincenzo CaJace, di Trani, ingegnere; Pietro Zari, di Milano, prò fessore di belle lettere; Bernardino Roberto, di Milano, rappresentante di commercio; Giordano Viezzoli, di Trieste, aviatore; il padre di costui. Giuliano Viezzoli, di Isola d'Istria, elettrotecnico; ed il fratello, Romano Viezzoli, di Trieste; Carlo Del Re, residente a Milano. Gli ultimi tre sono però latitanti. L'organizzazione clandestina Come si ricorderà, un comunicato ufficiale, diramato il 3 dicembre scorso, annunziava che la Sezione Speciale tlell'O.V.R.A., della Direzione Generale di Pubblica Sicurezza, dipendente direttamente dal Ministero dell'Interno, aveva scoperto una organizzazione clandestina, che ordiva delitti contro il Regime; alcuni dei quali dovevano compiersi in occasione della ricorrenza dell'ottavo Annuale della Marcia su Roma. In seguito a diligenti perquisizioni domiciliari, ed al rinvenimento di importanti documenti, venivano tratti in arresto oltre venti individui. La minuziosa ed accurata istruttoria, compiuta dal Tribunale Speciale, ha messo in luce come si era costituita in Italia, ad opera di elementi antinazionali, reclutati tra gli antifascisti i repubblicani i sovversivi c i demo-liberali, una organizzazione clandestina denominata: « Giù Etizia e liberta». Si, tenevano numerose riunioni segrete; si tentavano la ricostltuzion« di Logge massoniche, la radunata di turbolenti elementi repubblicani e sovversivi; si confezionavano bornie; si divulgavano opuscoli sovvertitori, a base di calunnie e di notizie allarmistiche; ed a sostegno di tale cri* minosa attività, si incettavano fondi, mediante l'emissione ed il rilascio di appositi buoni. Come era facile a prevedersi, e co me è risultato ampiamente provato dafl'istruttoria, tale organizzazione era elle dirette dipendenze del fuoruscitismo francese. Numerose corrispondenze, scritle con inchiostro simpatico e sequestrate nelle prime indagini e durante le more dell'istruttoria» documentano le direttive impartite dai fuorusciti, per una violenta azione, che avrebbe dovuto organizzarsi in Italia, allo scopo di abbattere 11 Governo Nazionale. L'associazione, in teli documenti, come si rileva dalla sentenza della Commis sione istruttoria, non sì peritava di qualificare eroe nazionale, l'anarchico De Rosa, l'attentatore «Ila vita del Principe Umberto: o di incitare alla rivolta l'Aviatore Viezzoli, il quale facendo uso del suo apparecchio, avrebbe dovuto volare su Roma, come già il "Bnssnriesl su Milono; e di apprestare, infine, tra il materiale esplodente e incendiario, venuto d'oltre frontiera, sei bombe, a sistema di orologeria, che avrebbero dovuto, conl'm nranfomente, esplodere in vari uffici statali del Regno. > - Le relazioni eoi fuoruscili E' bene osservare, a questo punto, che se, in linea di fatto, l'azione delittuosa era rimasta circoscritta ai soli e pochi attuali imputati, sovratutto per l'invincibile e forte resistenza, che la loro propaganda aveva incontrato nella italianità, nell'attaccamento al Regime, e nel buon senso degli altri cittadini; in linea di diritto, anche e nonostante l'esiguo numero dei partecipanti all'associazione, l'autorità istruttoria competente ha riscontrato gli estremi giuridici necessari, per la configurazione del gravi Teati che agli imputati sono contestati. Dai documenti probatori e dalle confessioni degli imputati, è emerso che il Bauer ed il Rossi erano dei capeggiatori del movimento sovversivo' italiano, in combutta con i fuorusciti; e che entrambi costituivano un binomio inscindibile. Essi si servivano, anche, dell'opera dello Zari, specialmente per ritirare dalla Svizzera le stampe antinazionali da diffondere, e per recapitare la corrispondenza clandestina. Bauer, già confinato politico, dal canto suo, ha ammesso di aver preso parte all'attività della organizzazione, sotto lo pseudonimo di « Accipicchia!. La copiosa corrispondenza a lui sequestrata 6 rappresentata da lettere e cartoline, che interessano anche il Rossi, lo Zari. 11 Damiani; ecritti tutti, i quali, apparentemente contenevano frasi di saluto e comn nlcazionl Inconcludendl; mentre, poi alle perde scritte con inchiostro nero e comune sottostavano altre parole, imnresse sulla carta con inchiostro slrtwatico, le quali, opportunamente fatte emergere con un reagente chimico, stanno ». dimostrare il carattere politico degli scritti e l'esistenza de] pericoloso clandestino movimento rivoluzionario. Essi provenivano da varie città del Regno, nonché da Parigi. Il Rossi, a suo volta amnistiato nel 1925 ner reati politici, e presso il quale furono sequestrati manoscritti, contenenti appunti «intldlnasticl, oltraggiosi per Cnsa Savoia, non ha negato le sue convinzioni, nettamente contrarle al Fascismo, ammettendo, enzi, eli avere esplicato intensa attività antifascista. Le indagini hanno me-=o In luce come, del mnvinirnto antinazionale clandestino, il Rossi fosse 11 vero o proprio capo. Allo Zari sono stati sequestrati numerosi buoni di sottoscrizione, aperta da « G'iwtizia e Libertà »: nonché una conia dattilografata di una circolare ' soblllatrlee, diretta a ufficiali dell'Esercito e della Marina. Anche lo Zari, di fronte alla evidenza del fatti, ha confessato tutto, cercando solo di nttenuare la sua responsabilità, con l'affermazione di non avere snmitn ♦rovere in sè la forza di ribellarsi agli amici, che lo avevano circuito, e ohe, della sua accondiscendenza, avrebbero abusato, affidandogli pericolosi Incarichi. Egli si è recato piti volte In' Svizzera con la propria auomobile, per ritirare stampati antifascisti e per introdurli nel Regno; clandestinamente. Una volta, egli preso alloggio all'Hotel Continentale aveva ritirato un baule a doppio fon do, proveniente da Parigi, esibendo una carta d'identità falsa, intestata ad Umberto Bianchi. Aveva avuto e consegnato ad altri compagni copioso materiale propagandistico, nonché orrispondenza clandestina. Dalle indagini, è. emerso, altresì, che l Damiani era affiliato alla organizzazione, e che di lui si serviva spesso 11 Bauer. Anche il Calace. pur professando idee repubblicane e antifasciste, ha entato di attenuare la gravità dell'opera criminosa svolta; opera che è Chiaramente apparsa attraverso copioso materiale, raccolto negli atti di istruttoria. ,\ sua discolpa, egli ha addotto puerili giustificazioni; ma a provare la sua \.>ra attività sovversiva è sufficiente una lettera, scritta di suo, lllBRDodspiseesecvdqsedbtapStfiimAlcvsAvi1ddasp pugno, e rinvenuta durante la perquisizione domiciliare; in essa si parla della formazione di un vero e proprio comitato di guerra, al quale doveva confluire tutta l'attività antinazionale e antifascista. Bombe e manifestini La sentenza della Commissione istruttoria ricorda che, d'accordo con il Bossi, il Calace, in obbedienza alle disposizioni che riceveva, aveva deciso di provocare, a scopo dimostrativo, verso la fine dell'ottobre dui 1930, contemporanee esplosioni di bombe incendiarie, che avrebbero dovuto essere poste in vari uffici statali di Milano. Si è inoltre proceduto a veri e propri espe rimenti di esplosione di tali ordigni, verso la metà dell'ottobre scorso, in una campagna di Bergamo. L'opera delittuosa del Calace si è svolta, del pari, per organizzare il lan ciò di manifestini antifascisti, che avrebbero dovuto essere trasportati dalla Corsica per essere gettati su Roma, a mezzo di un velivolo pilotato dal Giordano Viezzoli. A' tal uopo, il Calace, per concertare le modalità precise di volo, aveva avuto corrispondenza telegrafica con alcune persone residenti a Parigi e a Cagliari, nei giorni 19, 20 e 28 ottobre. U Viezzoli ha confessato di essere stato sul punto di tradire la Patria, per aderire ai desideri del padre, che egli aveva tentato di trasportare, insieme con il fratello Romano, in territorio straniero, usando del l'apparecchio affidatogli. In modo da farli espatriare clandestinamente. DI poi, per preghiera sempre del padre, 11 quale, con una lettera commendatizia gli aveva presentato il Roberto, aveva accettato, da quest'ultimo, l'incarico di recarsi in volo sulle coste della Corsica. Il volo avrebbe dovuto essere compiuto per Tilevare notevole quantità di manifestini antifascisti, da gettare su Roma, e avrebbe dovuto effettuarsi tra il 24 e 11 27 ottobre. 11 giorno e la località di atterraggio, gli dovevano essere comunicati da un telegramma convenzionale, a firma Zio Giuliano; le disposizioni telegrafiche infatti, erano giunte, ma per causa del pessimo tempo, il volo non si era potuto compiere. Era stato convenuto. Inoltre, che, ove il Viezzoli fosse riuscito nella delittuosa impresa, avrebbe poi dovuto raggiungere il padre e il fratello all'estero. Un altro amnistiato politicb è il Roberto. Il quale ha pure ammesso tutte le circostanze surriferite. La sentenza d'accusa Al termine della laboriosa istruttoria, la Commissione del Tribunale Speciale ha pronunciato l'accusa a carico di Bauer, Rossi, Zari, Damiani, Calace, Roberto Viezzoli, e dei latitanti Carlo Del Re e Giuliano e Romano Viezzoli, ordinando il loro rinvio a giudizio, dinanzi al Tribunale Speciale, per rispondere del delitto, di cui all'art. 3, punto 1. della legge 25 novembre 1926, in relazione all'art. 2 della legge stessa: « per avere in Milano, in Sardegna e altrove, nel 1930, concertato, fra loro e con altri, di attentare all'ordine costituito dello Stato, dando adesione e attività, i primi due, in qualità dì capi, alla organizzazione segreta e rivoluzionaria, a carattere repubblicano, denominata « Giustizia e Libertà » la quale mirava provocare nel Regno l'insurrezione armata e la guerra civile, e organizzando dimostrazioni intimldatricl di carattere insurrezionale •. La Commissione istruttoria del Tribunale Speciale, non avendo riscontrato indizi sufficienti a carico degli altri arrestati, li ha prosciolti dall'accusa, per insufficienza di prove Presiederà il Tribunale, 11 generale Saporito, e sosterrà l'accusa il sostituto Procuratore generale comm. Landolfi. Lo Zari è difeso dall'aw. Persico; il Viezzoli, dall'aw. Giuseppe Sardo; il Bauer dall'aw. Mario Ferrara: 11 Damiani e il Roberto Viozzoli dall'ew. Aristide Manassero; e il Rossi dall'avv. Mario Trozzi.