L'Emozionante duello tra Binda e Guerra sol traguardo di Pescara

L'Emozionante duello tra Binda e Guerra sol traguardo di Pescara IL "G/RO CICLISTICO D'ITALIA n L'Emozionante duello tra Binda e Guerra sol traguardo di Pescara Solo la fotografia ha potuto stabilire la vittoria del campione del mondo I due campioni portati in trionfo dalla folla Ventinove corridori classificati col tempo del vincitore Un poderoso inseguimento di Guerra, attardato da una bucatura a centotrenta chilometri dalla partenza ■ (I> A. Iy NOSTRO INVIAT O) Pescara, 15 notte. Binda o Guerra? Questo si domati davano le migliaia di persone chc\ oggi si pigiavano nelle tribune poste all'arrivo; questo ci siamo domandati noi per più di un'ora prima che la giuria rendesse pubblico il suo definitivo responso svi risultato dell'incerta volata cìie ha posto fine alla tappa di Macerata, alta sui colli degradanti dall'Appennino, fl.no a Pescara, adagiata bianca sulla spiaggia arenosa dell'Adriatico. È' stata una volata magnifica, seppure non limpidissima per regolarità, una volatona insomma, che ha visto alle prese un gruppo di ben ventisei uomini, due dei Quali — quelli che portano il nome the in questi giorni è sulle bocche di tutti, Binda e Guerra — hanno cosi tenacemente, disperatamente totlato, ben davanti agli altri, che sul nastro dell'arrivo essi precedevano, arrivando pressoché contemporaneamente, divisi da un intervallo brevissim», quasi invisibile, che soltanto l'occhio e la coscienza del giudice d'arrivo e la prova della fotografia poteva più tardi confermare e rendere legale e inoppugnabile. « Sono primo io ! » Sotto il traguardo, fra l'esuberante accoglienza riserbala alla carovana del Giro dagli appassionati sportivi abruzzesi, non era stato possibile addivenire in tranquillità di spirito alla soluzione dell'ansiosa domanda che, con la folla, si ponevano corridori, rappresentanti di case, giornalisti. Chi diceva che era arrivato primo Binda, chi giurava che Guerra aveva resistito allo spunio finale del campione del mondo conservando sul traguardo un piccolissimo ma nello vantaggio. Degli altri arrivati, battuti e ben battuti parecchi metri indietro, nessuno naturalmente parlava. Binda o Guerra? Questa era la domanda che urgeva. Veramente la folla aveva fatto giustizia a modo suo e, invasa la strada, acclamava entrambi 1 ■ campioni, senza distinzione, accomunandoli in un elogio gridato da mille voci spazianti su un mare di teste, di bocche spalancale, fra lo strombettare delle automobili sulle quali si agitavano, urlando anch'essi come ossessionati, degli individui re si irriconoscibili dalla polvere : meccattici, commissari, giornalisti. La confusione era enorme; ognuno diceva la sua, tutti protestavano non si sa perchè e contro chi. Binda era tornato indietro fendendo la folla, un po' pallido per lo sforzo violento sostenuto. — Sono primo io, eh! — gridava rivolto a quelli della giuria. Poco più in là, stretto fin quasi a perdere il respiro. Guerra non riusciva a liberarsi da un gruppo di ammiratori che lo premevano, che volevano stringergli la mano, forcargli la maglia come fosse un amuleto. A fu riadi spintoni riuscii a portarmi sotto un tre metri da Guerra, mentre sali va sulla vettura della a Maino », e gridargli: — Chi è arrivato? — lo — rispose Lcarco sorridendo beato. Cominciamo a non vederci tanto chiaro. Oggi avevo pensato bene di non precedere il gruppo all'arrivo; anzi, per cortese concessione della giuria, eravamo rimasti con la nostra automobile unici a seguire da vicino il plotone di lesta nell'ultimo chilometro fin sotto lo striscione, e da quel magnifico osservatorio mobile potemmo seguire lo sviluppo della volata finale. Ma da quel posto, pur avendo visto le varie fasi della volata, noti ci era possibile stabilire con esattezza e di nostra scienza chi dei due avesse vinto, se Guerra oppure Binda. Un giudice d'arrivo, l'ex-corridore motociclista e capo-manipolo della Milizia Mario Sassi, interrogalo, rispose: — E' primo Guerra. « Giustizia è fatta » Allora ce ne andammo di corsa al telefono a trasmettere d'urgenza la notizia : « Guerra batte Binda sul traguardo di Pescara davanti a un gruppo di olire venti corridori ». Quando poi fummo mezz'ora dopo al Grand Hotel per lavarci la faccia e vestirci da 'cristiani, trovammo un gruppo dì gente nel corridoio davanti alla stanza numero 7 dove si erano chiusi a chiave i membri della giuria. Facce instose.gestl d'impazienza. Cosa era successo? La giuria stava procedendo alla compilazione dell'ordine di arrivo e avrebbe deciso a minuti sull'esito tanto controverso. Il fotografo che segue tutto'il giro aveva potuto cogliere l'istantanea dell'arrivo; adesso era chiuso nella camera oscura a sviluppare la lastra, di II a poco il documento foto•grafico avrebbe confermato o smentito la decisione della persona effettivamen te delegala ad annotare l'ordine di passaggio dei tre primi arrivali sotto lo striscione. L'attesa durava a lungo. Soltanto nife 16,45 veniva comunicata ai giornalisti la classifica ufficiale della tappa: 1. Alfredo Binda, 2. Learco Guerra a un quarto di ruota... Un minuto dopo Binda, che abita nello stesso albergo e si stava facendo massaggiare, sorri deva all'annunzio commentando-. • Giustizia è fatta ». Cimine minuti dopo in un altro albergo della città la stessa notizia gettava la costernazione. ' « L'è min giost », gridò Guerra. Non li giusto. £ afiora Cavanna, il famoso masseur d\dmrdqbpneldlgicdnlpStlbcludmrcecnsscpnltftsublcsumvcttcsaducUcecdnspm \ e i o o i a . e : l o d i ì a a e o o a oo n o ii: a o o i ln r di Girardcngo, che ha le funzioni di \dircltore sportivo della 'Maino* cominciò col dire che la squadra si sarebbe ritirata per protesta contro un deliberato che essa riteneva ingiustoLi lasciai a lamentarsi e ora. eccomi qui davanti a un mucchio di cartelle bianche da riempire. Tappa senxa storia La cronaca della corsa! Ma questa si potrebbe ridurre soltanto alla descrizione del tumultuoso arrivo e dell'unico episodio degno di nota che si verificò lungo il percorso: una foratura accaduta a Guerra appena fuori del controllo di Teramo che originò la fuga del gruppo e la poderosa caccia subito iniziata dallo sfortunato mantovano che riuscì a portarla a buon termine dopo una decina di chilometri di azione poderosa su un percorso tutto a salite e discese, reso più faticoso dalla polvere e dal pessimo fondo stradale. Sull'altro di saliente vi fu in questa tappa che pure, nelle vanterie dei solili bene informati della vigilia avrebbe dovuto vedere l'offensiva dei « bianco celesti » e dei « grigi » contro il leader della classifica. Passi per questi ultimi che furono messi a dura prova dall'incidente accaduto al loro capo, ma l bianco celesti al comando di Mara si sono ben guardati dal mettere come si suol dire il naso alla finestra e si sono limitati a tare da scorta al corridore di Busto mettendosi in azione soltanto all'ultimo chilometro allo scopo di iniziargli la volata e poi scansarsi per lasciarlo passare. Ma avevo promesso di stendere la cronaca della corsa e mantengo la parola cercando di sbrigarmi per venire a quello che è l'episodio centrale della giornata e che farà certamente nascere chi sa quante discussioni. Neanche Baltesini era stato buon profeta, perchè stamane, in luogo del maltempo da lui annunziatoci ieri sera, siamo stati salutati alla partenza da un sole che prometteva una giornata ben calda. Novantotto erano l corridori che alle sette precise riprendevano la marcia verso il sud. L'inizio era veloce sotto l'energica azione di Robache; una dozzina di corridori venivano a trovarsi soli in testa. A mezzo chilometro seguiva un secondo gruppo di venti, in cui erano Binda e Guerra. Schermaglie sullo salita / primi diciassette chilometri da Macerata a Tolentino erano percorsi a trentacinque di media. La strada, tutta ad ondulazioni, si snodava fra campagne e colline. Alla nostra sinistra scintillavano al sole le cime più alte degli Appennini, ancora ricoperti di neve. Dall'avanguardia che ora contava una cinquantina di corridori, si staccava Albino Binda per una foratura. Una successiva salita era affrontala al comando di Giacobbe, alla cui ruota era Guerra. Cedevano in parecchi, fra cui Grandi, ad uno scatto di. l'errando. Con la discesa su Amandola, ritornava la calma e si ricongiungevano gli staccati, sulla salila. Anche Firpo, che poco prima aveva cambiato una gomma. Questi primi 54 chilometri risulta- -Jone di Zanzi la fila si allungava, ,fmnull'altro avveniva degno dinota. La dossarè la'maglia tricolore, sembravaben disposto e sorrideva passandoci vicino. Il traguardo a premio era vin.discesa riuniva tutti. Ad Ascoli Piceno (chilometri 98, il gruppo transitava alle. 10,20. Guerra era in seconda posizione dietro Di Paco. Lcarco, che oggi aveva ripreso ad in 10 da Rovida. La corsa languiva e ne ipprofttlavo per scambiare qualche parola col piemontese Barrai, primo in classifica degli isolati. E' un giovane mingherlino e segaligno, di ventitré anni. Abita a Perosa Argentina e lavora nelle officine di Villar. Gli ho domandato se spera di portare a compimento questo suo primo Giro d'Italia. Ali risponde affermativamente, aggiungendo che. sul Sestrières lo aspettano gli amici, ai quali vuole riserbare una sorpresa. Questo isolato ha compiuto, si ricorderà, una bella Ravenna-Macerata, resistendo brillantemente fino ai piedi dell'ultima salita, anche quando la lotta si scatenò contro Guerra. Nel gruppo vi era anche Martinetto, un veterano della categoria isolati. Una salita dopo Ascoli vedeva in difficoltà Magne, Mara, Caimmi. Più in là neppure lo snervante dislivello, che porla sulla sommità della tTraversa* produceva qualche cambiamento. Soltanto il panorama si era fatto più ampio e solenne. Eravamo nel cuore degli Appennini e vedevamo in lontananza biancheggiare il Gran Sasso. Nessun mutamento avveniva nella discesa su Teramo (chilometri 130) dove era fissato11 controllo rifornimento. 1 corridori, applauditi da una folla enorme, vi giungevano in gruppo alle 11,45. Morelli vinceva il premio di traguardo e Lavazza si aggiudicava il premio degli isolati. La media fino a quel mo mento risultava sui trenta all'ora. Ma altre difficoltà, attendevano i corridorie si sperava che su di esse si accen- desse In battaglia, che fino ali irn non si era verificata. Poiché la neutralizzazione fu aàoli-ta; i corridori sl rifornirono al volo e RO INVIAT O) scapparono velocemente. Morelli e Mara prima di tutti. Noi ci fermammo ancora un palo di minuti, poi riprendemmo la corsa. La strada era tutta in discesa e neanche tre chilometri fuori della città vedemmo la maalia tricolore ferma sul bordo della strada. Era Guerra intento a cambiare una gomma. Guerra fora e Binda fuggo Potete immaginare come in testa appena accortisi della mancanza del mantovano avessero cominciato a ti- ar forte! Vn po' questo improvviso cceleramento comandato da Binila ai uoi gregari, un po' lo scompiglio proocato dal rifornimento volante, cauarono un notevole fruzlonumcnto della, corsa in tanti gruppetti che si seguivano a varia distanza l'uno dal'altro. A farla breve dirò che alla fmQllScdsravanguardia si trovavano una ventina\Zref^,\<so!a^/r".c'/*,','''7'm"'!'0"' Ca\ l ^ort,eM- l erano molire i belgi Aerts e Delannoye e della, squadra della « Maino » il solo Giacobbe. Gli altri si erano fermati per attendere Guerra. L'inseguimento fu subito organiz- :at0 ma fu viù ,un"° e p'u dWtó"e <" 'luvUo che sl •)0ll'ca Prevedere. Il distacco fra quelli che scappavano e no dall'albero, quelli che inseguivano ad una decina di chilometri da Teramo era di due minuti. Al comando dei fuggitivi si alternavano i compagni di Binda, il quale rimaneva, sempre nelle posizioni retrostanti. Guerra a. sua volta, se faceva lavorare Di Paco e Battesini. avorava molto anche lui, conducendo dei chilometri a passo velocissimo. Fra i due gruppi vi erano una quindicina, di uomini sparpagliali che inseguivano per loro conio. Quanti di questi furono raggiunti da Guerra, anti vennero immediatamente dislaccati. Soltanto l'isolato Pesenti potè mantenersi alla, ruota di Guerra chp ormai era rimasto col solo Battesini come aiutante. La strada era in lieve salita. Prima di giungere a Penna Sant'Andrea (km. 153 dalla partenza), un caratteristico paesello raggruppa to sul cocuzzolo di un colle, vedemmo Guerra che si arrampicava alla testa di tre o quattro uomini. La sua azione era potente, risoluta, come quella dfi giorni migliori. In quindici chilometri circa di inseguimento egli aveva ridotto a poche decine di secondi il suo dislacco. Ormai era alle calcagna del. gruppo dal quale, come l frutti mollo maturi si staccasi staccavano Mara, Orecchia, Piemontesi, Delannoye. H mantovano ritorna con I primi Al 160 chilometro della corsa finalmente Guerra portava a. termine il suo inseguimento che era durato qua Tanta minuti esatti. Mancavano ancora 70 chilometri all'ari ivo. gravati da alcune salite non indifferenti. Dlcioto corridori formavano il gruppo di testa e fra essi Mara che aveva riprc io. Non i a dirsi die il ritorno di Guerra riconducesse la calma. Il bel- prsBnCssvr ga Aerts, che aveva- condotto negli ultimi traiti prima che il mantovano riprendesse, continuò par un po' a mantenersi al comando,* per poi cederlo a un isolalo, il poderoso Cavallini che mostrava un brio sorprendente. Ma poco appresf o lo scoppio di una gomma interrompeva il generoso sforzo dell'isolato. ' La strada continuava. i ad avvolgere, le sue spire attorno ai j colli dell'altipiano. Alla nostra, desimi la parete rossiccia del Gran Sasso if combeva precipitosa dominando il paesaggio, mentre più avanti al nosl{o sguardo la', conosciuta groppa ncrosti di una montagna amata ci richiamava il dólce nome sulle labbra: ih Maiella! Il fondo stradale pcgolonò, l'andatura scemò e la compagnia si ingrossò. Inutilmente Pescnli si l >rodigava sulla, salita di Monlcfio. Fioco più avanti è la discesa, e nella | discesa ripresero molti degli staccati. Ritornò Cipriani, ritornarono Ferrando Peglion {che aveva forato pocoìdopo Guerra) Barrai, Zanzi: ai piedi \dclla salita di Penne', l'ultima della giornata, di circa sette chilometri di lunghezza e "81 una pendenza non eccepiva, una trentina di uomini componevano l'avanguardia. Anche su qdesto dislivello Mara diede segni di debolezza e perdette un paio di centinaia di metri che doveva annullare \nclla successiva discesa. Rimase con fitti II fido luo aotenente Bovet. Varmatura era in quel momento condotta] da Pesenti e Camusso. A Penne (Uml 200) si passò alle 14,11 e il traguarda posto su un tratto pianeggiante veline vinto dal giovane Canavesi. J L'arrivo non era lontano. Dall'alto del colli si scorgeva o.ynai la distesa verde azzurra dell'Adriatico in riva al quale si adagiava l'e\:cara. La corsa proseguì veloce. Se miìncavano scatti e tentativi di fuga, ri èva però la buo. na volontà di condur\c sveltamente Ciò non impedì a vnnicchl inseguito ri dei quali faremo l'ciiogio per la lo ro tenacia, di venire li ingrossare il plotone prima sulla, diìcesa verso Loreto Aprulina poscia) più avanti, quando a Pescara 7/)ai|-.cawiTio soltanto una decina di chilo È/tetri. Mara fu visto un'altra volta appartarsi e riprendere contatto, ma] con evidente fatica. Su un precedt*nte dislivello, l'ultimo della giornata., egli si era nuovamente distaccato^. Ancora mia volta lo spirito di sacrificio di Bovet lo aiutava, a tacilltarg'l il ritorno nel gruppo di testa. Eravayio a sette chilometri dall'arrivo. Verso il traguardo Finalmente il polverine era cessato e correvamo su una Strada che era una delizia, liscia e asfaltata. Le squadre ecco si prepararono a entrare in funzione per piazzare 1 i loro cavi il meglio possibile in visita della volata. Questa comincerà con\ un veloce allungo mollo prima chi: si passi sotto lo striscione dell'ultimo chilometro. Sono i «griai-bleu.il Ideila o Gloria* che conducono veloceinente. Binda e dietro Negrini, Gestri |e Gremo. Mara segue Piemontesi che] a sud volta ricino a Morelli e (i Bovet. Zollanto c solu vcrcnl 'anche Guerra stavoltaper aiutarlo. A seicento metri I dallo striscione rosso i corridori soml disposti su queste file e in qiiest'.pt'dine: a sinistra Bovet. Morelli, Mara, Binda e Negrini; al centro della strada Orecchia, Camusso e Giacobbt che conducono Guerra. Binda poco prima aveva lasciato la ruota dei suoi gregari per saltare su quella, p -ezìosa agli arrivi, di Mara. A ride sso dei nominatipedalavano tutti gli. altri ondeggian¬do. A trecento metri Bovet e Morelli da una delle, parti, Camusso e Orecchia dall'altra hann ■) ultimato il loro compito „ arretra io. Per un attimo si vede il belga Aerti tentare di avanzare, ma imincdiatitmeMc scompare. Guerra si avanza svila destra e poco dopo inizia la volava. Sulla sinistra Mara aveva perduta terreno e stava per essere ingoiato 4'aJ gruppo, quan do si appoggiò sulla spalla di Firpo e si spinse, avanti. ' Il contrastalo arrivo A 150 metri dal [traguardo. Binda fece per saltare datanti a Mara del quale non aveva ab Condonato la ruo ta, ma si trovò oi uscamente stretto per effetto di un 1 alancage che gli interruppe l'azione. Intanto Guerra era già nettamente i vanti più di una lunghezza. Binda li -Uà con Mara, lo sorpassò gettando/ i all'attacco di Guerra, e la sua pinta finale fu talmente veloce e pot ente che in una settantina di metri annullava la distanza e arrivava sulla stessa lineadel mantovano col risultato noto. Mara era terzo a una| lunghezza, Quarto Marchisio, quinto l»lemontesi, poi gli altri macchina, Mara ruota posteriore \che si andava Un-Appena sceso di\ ha accennato alla della sua bicicletta tornente sgonfiando'. Ho voluto poi inàzrpellare i compo nenti della giuria sorte a proposito d|: secondo alcuni, sai {cioè prima si sai sulle discussioni ?lta classifica cheebbe stata doppia ebbe dato Guerracome primo arrivato, poscia tn un secondo tempo lo Istesso posto sarebbe stato assegnatola Binda). Il colle- ga Cougnct è stato esplicito al riguardo. Egli mi ha dichiarato: i Col signor Sassi ci eravamo diviso il compito, lo dovevo prendere gli arrivi dei primi tre e lui quelli del quarto quinto e sesto arrivato, lo ho visto chiaramente Binda primo davanti a Guerra. Binda finiva velocissimo per circa una settantina di metri c guadagnava continuamente terreno sull'avversario. Ecco il foglietto sul quale ho dettato al giurato De Mestri il nome del tre corridori che mi interessavano e che egli ha scritto mentre tagliavano il traguardo. Il collega Sassi può avere avuto l'impressione che il primo arrivato sia stalo Guerra. rea con ferma e sicura coscienza io mi sento di affermare che e diversamente. Binda è il vincitore della tappa. E la fotografia è parlante. Quindi la notizia data dal mio collega ai primi che nel trambusto dell'arrivo lo interrogavano sul vincitore, non era ufficiale, nè può autorizzare qualsiasi supposizione sotto nessun aspetto ». Anche per noi l'incidente deve ritenersi chiuso. Stasera circolava la voce che la « Maino » avesse rinfoderalo l suoi propositi di ritiro. Meglio cosi, perchè avremmo dovuto commentare poco benevolmente, l'abbandono di Guerra e dei suoi compagni. Binda è sempre primo nella classifica generale, ma la sua posizione è^tutfaltro che. inattaccabile, sebbene egli abbia dimostrato fin qui una superiorità senza discussione. 0 che ci siamo dimenticati tutti chi è costui, il noto Binda Alfredo dalle cento forze ma dai non pochi difetti? Ma il suo morale è altissimo. Stasera sul tavolo della sua camera all'hotel si ammucchiavano già ì telegrammi di congratulazione per la sua vittoria odicrrm. VITTORIO VARALE. L'ordine d'arrivo 1. BINDA Alfredo alle ore ■ 15,11'3" impiegando a percorrere 1 234 chiilometri della tappa ore 8,11'3" (media oraria km. 28.656); 2. Guerra Learco a un quarto di ruota, 3. Mara Michele a una lunghezza 4. Marchisio, 5. Piemontesi. 6. Canazza. 7. Firpo, 8. a pari merito in ordine alfabetico: Barrai, Bianchi, Bianchini, . Bttlmàmion, Bovet, Camusso, Cipriani, Cavallini, !• errando. Gestri, Lavazza, Lnlle (primo degli isolati). Morelli, Negrhii, Orecchia Peglion, Rèsemi, Zanzi, Aerts, lutti con lo stesso tempo del primo; Zi. Scorticati, 28. Giacobbe, 29. Gremo, 30. Perna, tutti col tempo del primo; 31. Simoni, 32. Battesini !n ore 8.1320 ; 33. Puileo in 8,14'25"; 34. Canavesi Jn 8,16'12"; 35. Di Paco in 8.17'24"; 36. Vitali, 37. Mori, 38. Gon, 3'J. Galloni, 40. Pomposi, in 8,17'58"; 41. Albino Binda, 42. Rovida, 43. Crippa. 4V. Fossati, 45. Clgnoli. in ore 8,21'20": 46. La Rocca 56. tasselli, 57. Lambrecht. 58. Delan nolye, 59. Cardinali, 60, Pizzarelli, 01. Berni, 62. Val-lazza, in 8,2tì'3t"; 03. D'Alessandro. 64. Martinetto, 65. Codazza, 66. Camiselii, 67. Meini, 68. Martelli. 69. D'Achille. 70. Di Paco, 71. Fucelli, 72. Ranieri, 73. Erba, 74. Gulli, 75. Magne, 76. Robache. In totale 76 arrivati in tempo massimo. La classifica generale 1. Binda Alfredo con ore 31,47'8"; 2. Mara Michele, 31,48'8"; 3. Marchisio Luigi. 31,48'8"; 4. Gestri, 31.48M5"; 5. Peglion, 31.48 e 15"; 6. Giacobbe, id.; 7. Firpo, 31,48' e 19"; 8. Burrai, 31,48'29"; 9. Zanzi, 31, 48*41"; 10. Bovet, 31,49']"; 11. Cavallini 31,49'8"; 12. Aerts, ;«,49'31"; 13. Camus so, 14. Negrini, 15. Simoni. 16. Morelli, 17. Balmam'ion, 18. Lalle, 19. Bhttesini, 20. Piemontesi, 21. Gremo. 22. tiuerra, 23. Bianchini, 24. Orecchia, 25. Ca nazza. CqvvqcalhnndttrdsevddntaKcfnngnrdpfvsiasdqmsirmlvplbsfglrmvcrsivczhrprlrncpntncrsupdsgra