L'attesa per il colloquio Grandi-Henderson

L'attesa per il colloquio Grandi-HendersonVIGILIA GINEVRINA L'attesa per il colloquio Grandi-Henderson (X>e»l nostro invlato)- Ginevra 13 tt Ginevra, 13, notto. ■ Rare volte vi è stata una vigilia gl- Inevrina cosi appassionante. Non sono mancate delle controversie mollo aspre; ma, 0 erano limitate a piccoli 1 Stati, 0 toccavano problemi allindici sfioranti appena l'essenza di problemi politici non ancora maturi. CI allontaniamo dalla fine della guerra, ci allontaniamo dai primi passi della Società delle Nazlont; le Questioni spinose, che dovevano servire a liquidare le immediate conseguenze della guerra, 0 sono state risolte alla meno peggio, 0 ormai sono superate. Urge II secondo decennio con le sue incognite, il decennio che — all'indomani degli accordi dell'Aia — prevedemmo come il decennio della revisione. Forse la crisi di depressione economica europea e mondiale ha accelerato il corso degli eventi; forse già slamo entrati neon anni densi di storia preconiztatl dal Duce. Nei mesi intercorsi dalla sessione di gennaio grandi avvenimenti politici si sono prodotti; un giorno sembrò foriero di più lieti auspici:- il prtnio marzo, quando Italia, Inghilterra e Francia conchiusero quello chs avrebbe dovuto costituire l'accordo navale. Fu un breve sogno durato appena qualche settimana; etto doveva rendere più tormentoso il risveglio, e più acuto il disin danno. Una Potenza venne meno ai suol impegni sacrosanti; contemporaneamente Curtius e Schober gettavano la sfida dell'accordo doganale; intanto restano sullo sfondo oscuro la Conferenza del disarmo e l'Incubo della crisi economica. L'autonomia dell'atteggiamento italiano Tutte queste nubi gravano sul cielo tìolitlco di Ginevra, anche se ti ciclo atmosferico ci ha accolti con un sereno primaverile, raro sulle rive del Legnano. Gli interrogativi si addentano: ' avranno delle risposte adeguale e definitive, nel prossimi giorni? Ogni Stato si presenta più agguerrito che può; Francia e Germania si sono compromesse in posizioni abba stanza nette di responsabilità: per trarre gli oroscopi del caso, si guarda verso l'Inghilterra, e sopra tulli verso l'Italia. Mal l'atteggiamento del nostro Paese è stalo spialo con più attenta curiosità; e ben a ragione, perchè su ogni problema posto sul tappeto abbiamo una parola dectslua da dire; mai come oggi sono parse più chiare l'individualità e l'autonomia della politica estera italiana, quella individualità e quell'autonomia che abbiamo sempre difeso contro l facili critici preoccupali del cosi detto isolamento. Fra Berlino e Parigi, l'Italia non è più costretta <r scegliere, come accadeva nel primo cinquantennio della nostra unità; fra la politica del Quat d'Orsay e la politica della Wilhelmstrasse, c'è una politica che ha II suo fulcro a Palazzo Venezia. Ecco qua la Germania che mira a conglobare , nel Reich la Repubblica austriaca, per riprendere la marcia lungo il Danubio; ecco la Francia che vuol costituire un sistema di alleanze coperto dal mito della solidarietà europea; ebbene, l'Italia viene a Ginevra con un programma suo di pratiche realizzazioni. Gli accordi ; tra l'Italia, l'Austria e l'Ungheria Le prime attuazioni di tale programma le abbiamo nella conclusione di Speciali accordi economici ira l'Italia e l'Austria, e tra l'Italia e l'Ungheria; t due accordi sono integrati da un accordo fra Vienna e Budapest. E' questo il fatto del giorno a Ginevra; tulli ne discutono, e più o meno a denti stretti si comincia a pensare che tali accordi possono costituire il tatto nuovo. In che cosa essi consistono? ta questione tariffarla è lasciata da parte per le complicazioni che essa comporterebbe, dato II sistema quasi ■generalmente diffuso della clausola della Nazione più favorita: vi sono contemplate delle particolari agevolazlont di dogane, di trasporti e di crediti. Avremo modo di soffermarci più compiutamente sull'argomento; intan •tó notiamo come la nostra Delegazione non arrivi a Ginevra con le mani [vuote o con progetti destinati a restare sulla carta per la loro inapplicabilità e per le loro minacele, politiche, come quello francese 0 quello di Benes, che sembra volersi fare iniziatore 'della neutralizzazione dell'Austria. 'Nel quadro della nostra politica di pratica realizzazione, vi è la richiesta telegrafica del Governo italiano di iscrivere al comma terzo dell'ordine del giorno (iella Commissione di studio per l'Unione europea la questione della Convenzione commerciale del marzo 1930, basata sulla proroga dei Inaiati di commercio. ■ L'on. Grandi, a cui sarebbe spettato per consuetudine di essere relatore sulla questione dell'Anschluss al Consiglio dove l'ordine del giorno ne contempla l'aspetto giuridico, ha declinato l'incarico per avere una maggiore liberta d'iniziativa e. di movimento nella discussione. Il Comitato di controllo' finanziarlo sull'Austria, la cui riunione è stata voluta dall'Italia e. non da altri come si è ripetuto in questi giorni, è convocato per venerdì prossimo sotto la presidenza del comm Iginio Brocchi. Uffclalmente viene annunziato chi l'Austria domanderà l'autorizzazioni delle quattro Potenze garanti per emet terè 150 milioni di scellini in Buon del Tesoro, onde provvedere al salva faggio del Gredltanstall; questa ri chiesta austriaca non impedirà peri che il Comitato si occupi principili mente della questione per cui è stati radunato, cioè per giudicare sulla com vattbllttà del progetto dell'accordo doganale con la Germania con le clausole del protocollo 1922. L'incontro Grandi-Henderion Un altro avvenimento su cui si accentua l'attenzione generale è il colloquio di domani fra il nostro mini ttro. Granài, e il ministro britannico, Henderson. Il primo è arrivato a Gi neura alle ore 6,30 ricevuto alla sta xione dal nostri rappresentanti net va rt Comitati, dal marchese Paolucci, - ù i i r i l ù , l a e e i è a t o a e r l n i a ; n ; ? dal sen. De Micheli», dal corrispondenti e da un follo nucleo di connazionali. Henderson è arrivalo alle 9,30 di sera, lì' una novità per gli ambienti ginevrini che i colloqui preparatori delle riunioni ufficiali avvengano tra l Primi Delegali d'Italia e d'Inghilterra, mentre per il passato tale inizio avveniva spesso all'infuori del rappresentante italiano. E' un segno del tempi, che hanno resa evidente la funzione similare di equilibrio e di moderatone dell'Italia e dell'Inghilterra in tanti problemi delia vita europea e mediterranea. Per questo incontro la curiosità si rivolge al disaccordo navale. Non c'è dubbio che i due statisti vi si soffermeranno, ma torse erra chi volesse trarne come conseguenza che il problema navale diverrà problema di primo piano, 0 più ancora sarà risolto nel prossimi dieci giorni. La situazione 'resta quella che è stala chiaramente definita giorni or sono in maniera che non ammette equivoci dal Primo Lord dell'Ammiragliato inglese. Alexander-, la Francia non ha rispettato gli obblighi spontaneamente assunti, elevando delle riserve e delle pretese assolutamente fuori posto; per fare del passi innanzi occorre che la Francia ritorni alla- lettera e allo spirito dell'accordo del primo marzo da cui essa, e non gli altri contraenti, si è allontanata. In quanto al tentativo giornalisticamente palese di collcgare la questione navale con la questiona dell'Anschluss, In modo da stabilire un terreno di compensi e di compromessi net affermiamo, senza sottintesi, che la manovra infondata sul terreno giuridico lo sarà altrettanto su quello diplomatico e politico; la politica fascista non ama le confusioni, e tanto meno il gioco delle tre carte. Grandi e Henderson parleranno anche dell'accordo doganale auétro-tedesco per la cui formulazione giuridica, dinanzi al Consiglio, Boma e Londra si troveranno immediatamente sulla stessa linea; auguriamo che la benefica intesa possa svilupparsi sugli altri aspelli del problema, nè dal colloquio sarà esclusa la preparazione della Conferenza dedisarmo. Tramontata la candidatura Ilenes, restii la proposta italiana degennaio scorso per la presidenza di Henderson. Tale candidatura il Governo italiano mantiene tuttora, confidando nel suo successo Probabilmente di. ciò l'on. Grandi parlerà anche col Segretario della Società delle Nazioni, Sir Erick Drummond, che deve vedere in mattinata. Briand e Ginevra L'attesa per t risultati dell'elezione presidenziale in Francia * stata a Ginevra vivissima, non. solo per l'avvenimento in se stesso, quanto perchè vi era di mezzo la persona di Briand. Briand è ormai un'istituzione ginevrl na ed è innegabile, quali che siano l giudizi sulla sua politica, che nell'am blcnte societario egli gode di un gran de prestigio; la sua retorica superft clale si adatta benissimo alla vaga ne bulosità delle ideologie umanitarie qui richiamate sempre a proposito, e 11 sproposito, se egli fosse stato eletupresidente, non c'è dubbio che Gine vra lo avrebbe ricordato spesso con nostalgia; ma ora che la battaglia è stata vinta da Doumer, grazie soprattutto alle forze coalizzate contro la sua fi gura, ritornerà come rappresentante della Francia? E se ritornerà, potràegli sostenere la sua politica con lastessa autorità del passalo? Ecco nuo-eo motivo d'interesse per le imminenti riunioni. Il signor Lerroux, Ministro degli Al¬tori interi di •ìnnnr.n i „./{ „<„„#„rart i.sten ai spagna è qui giuntoieri sera, e ha fatto stamane alcunedichiarazioni ai giornalisti. Egli haparlato, naturalmente, innanzi tuttodel recenti disordini di Madrid, affermando che essi sono slati — sia pure direttamente — provocati dal clero colpevole di imprudenza. Il movimen¬to in se slesso non ha però nulla <ffcomune con una controrivoluzionemonarchica, dato che i monarchici sono ancora troppo abbattuti dalla loro recente disfatta, per poter fare tentativi di questo genere. I disordini di Madrid sono stati fomentali unicamente dal comunisti, e dagli stranieri che sono piovuti numerosi in Spagna in queste ultime settimane. Per quanto concerne la politica estera, il signor Lerroux ha smentito le voci che parlano di una -prossima evacuazione del Marocco. SI tratta di una proposta partita dai comunisti, etili ha dello, c non sarà certo II mio Governo che metterà in esecuzione un progetto del genere. Interrogalo sull'atteggiamento che intende assumere la Spagna nella questione del disarmo, il signor Lerroux ha precisato che in questo campo u Governo di Madrid seguirà la politica della Francia, con la quale è perfettamente d'accordo. Il Ministro di Spagna infine ha chiuso la sua esposizione dichiarando che egli sosterrà in seno al Consiglio, la candidatura di Barcellona come sede della Conferenza generale del disarmo. ALFREDO SIGNOR ETTI.