L'impressionante ricostruzione del delitto

L'impressionante ricostruzione del delitto LO SCEMPIO DELLA MAESTRINA L'impressionante ricostruzione del delitto Limpressionante ricosAlbizzate, 8 notte, i tMani pietose, a metà detta strada ohe vcondiuce a Menzogo, e precisamente rnel punto in cui il corpo della ma.e- sstrina Angelica Pozzi è stato rinvenuto ! Porrendamente straziato, hanno posto una rozza croce di legno; molti fiori di campo, die dimostrano la pietà e il doflore di quanti hanno conosciuto la vittima, sono stati sparsi attorno al simbolo di fede e di martirio. L'impressione che ha. destato II truce delitto è tuttora, più che mai, viva fra gli abitanti di Albizzate, di Menzago e dei paesi viciniori. Circolano le chiacchiere più strane e le ipotesi più inverosimili. La. fantasia dei buoni popolani non ha freno, e talvolta-ostacola, con sensazionali rivelazioni, il corso delle febbrili indagini dell'autorità giudiziaria. Per dare un'idea dell'enorme lavoro, cui sono costretti i funzionari preposti alle indagini, basti rilevare che, in una sola giornata, sono stati fermati, in località diverse, e condotti alla caserma dei carabinieri di Albizzate, dieci individui, i cui connotati corrispondevano verosimilmente a quelli del misterioso ciclista, avvistato nei pressi della località Monte. I precedenti penali o le condizioni mentalii di questi fermati non deponevano, per altro, in loro favore. Taluni sono noti, come pregiudicati por reati di vario genero; altri sono affetti da squilibrio mentale. Ma interrogati, a uno a uno; e stabilito come e dove essi avessero trascorso la sera, del tragico fatto, i fermati sono stati rilasciati. Tuttavia è nella convinzione di tutti che il féroce assassino defila maestrina, non debba restane ancora per molto, impunito. Il rtti<U MPmmhIu Il reiterato essine necroscopico del cadavere,. straziato dell* Pozzi, e i numerosi sopraluoghd compiuti dalla autorità inquirente sul luogo del delitto, hanno reso possibile la ricostruzione definitiva, nei precisi particolari dell'orribile misfatto. La maestrina, giunta nei pressi della località Monte, a circa due chilometri da Albizzate, aggredita proditoriamente dall'assassino è stata colpita violentemente alla nuca, con un corpo contundente. La giovine è barcollata, stordita, ma non ha smarrito i sensi; essa deve aiver tentato di reagire, con tutte le forze, ma l'aggressore, ohe la teneva alle spalle, senza concederle tregua, l'ha rovesciata a 1erra, e, con una roncola, le ha inferto la prima ferita alla gola. Il sangue che fi sgorgato abbondantemene dalla ferita, mescolato con l'acqua piovana — Imperversava, come si ricorda, un furioso temporale — ha imbrattato il terreno, e le traccie sono ancora oggi visibili. L'assassino, scorto il cespuglio, dietro il quale può nascondere la vittima, ha raccolto, quindi tra le braccia, la, maestrina agonizzante, e l'ha trasportata nella nota radura, ohe dista, dalla strada, esattamente ventisette metri. La, compiuta la sua opera immonda, sempre con la roncola, ha fatto orrendo scempio del cadavere. Quindi si è allontanato. Nessuna traccia ha lasciato di se. La pioggia torrenziale che ha continuate a scrosciare, ha cancellato dall'erba, le impronte del fuggiasco. Dove ha potuto rifugiarsi costui? Nessuno sa dirlo; nessuno l'ha visto dopo il fatto. Certo è dileguato attraverso la campagna con gli abiti, le mani, il volito, lordi di sangue. Se avesse percorso la strada comunale, qualcuno l'avrebbe scorto. Ed allora, pure fuggito per la campagna, in qualche località ha dovuto sostare per mutarsi d'abito e ripulirsi. Chi lo ha favorito in quest'opera? chi glii ha dato ospitadità? Si può supporre, che alcuno, forse sotto l'incubo di una terribile minaccia, abbia osato dargli ricetto e che osi tuttora conservare si mostruoso segreto? Mlnaoob • flirti Certo si è che l'assassino non ha potuto aUontanarsi troppo dal luogo, n cui ha compiuto l'atroce delitto. Egli si è allora rifugiato, sapendosi sicuro, in una casa o in una capanna da lui soio abitata; oppure abitata da persone, in quel momento assenti. Ma c'è di più: il bruto conosceva la sua vittima, le aveva parlato tempo innanzi e l'aveva anche minacciata; e. la minaccia doveva essere stata terribile. Infatti, ha raccontato un'amica della povera maestrina, da qualche settimana, la ragazza eTa in preda ad un grande terrore, provocato non soltano dal sogno da lei fatto. Di un gravissimo pericolo che la minacciava da vicino, essa avrebbe parlato all'amica; cui avrebbe narrato di aver incontrato, più di una volta, un Individuo, 1 cui connotati corrisponderebbero a quelli dello sconosciuto ciclista, il quale, passandole accanto, le avrebbe rivolto parolo oscure e dense di minaccie. Ma del misterioso personaggio, la maestrina non ha mal voluto fare il nome: .'orse ncn lo conosceva che di vista, Li madre, interrogata dall'autorità g-.ud siairia, ha deposto che, da qualche settimana (c questo si ricolega ali.-- dichiarazioni dell'amica dela Pozzi; la sua figliuola era divenuta ntrmepsvamdcrrvarueaartfcnfcLtmrpentlltomfsuddsgvqgvvmspdavczpemccfrSmngApchmlapbmodpzeagtustdpdsiinstamPinline triste e taciturna; sovente essa l'aveva sorpresa a piangere senza apparente motivo. Un giorno, anzi, la maestrina, mentre dava lezione alle sue Piccole alunne, ara stata colta da sve niimento. Se si tiene conto delle abitudini della maestrina, che era solita rincasare alla stessa ora, percorrere la medesima strada, e quasi spmpre sola; e queste abitudini si mettono in rapporto con il referto elei periti settori si può rilevare facilmente come il malvagio aggressore abbia pazientemente atteso il momento propizio, per consumare l'atroce delitto. Il desiderio del convento E' corsa voce ieri, voce avvalorata da alcuni elementi di scarso rilievo, che autore del misfatto potesse essere stato un pretendente respinto dalla ragazza, la quale, sempre secondo tale voce aveva antecedentemente deciso di accasarsi con un altro giovane. Nulla risulta di vero, di tutto ciò. In questi ultimi anni, anzi, la macstrina, che era religiosissima, aveva manifestato, a più riprese, il desiderio di entrare In convento; e tale desiderio essa non aveva attuato, per non lasciare la madre e il fratellino, (bisognosi del suo aiuto. L'odierno misfatto ricorda un altro delitto altrettanto feroce, avvenuto il 20 settembre del ifl.'V, nei pressi di Casorate Sempione, del quale fu vittima una bimba di dieci anni, celta. Giovanna Rossi. Il cadavere della poverina fu trovato in un boschetto, poco distante dalla strada provinciale, orrendamente squarciato. Esso presentava ferite pressoché identiche, a quelle riscontrate sul corpo della Pozzi. Le indagini, eseguite dalla polizìa, furono allora infruttuose; e il dedotto è rimasto sino ad ora avvolto nel mistero. La popolazione è indotta a credere che uno stesso individuo sia responsabile dei due misfatti, Ladro e simulatore di reatocondannato a Milano Milano, 8 notte. II tintore Ambrogio Banfi, dopo aver ricevuto la Comunione nella Chie«a di Sant'Antonio, andava, tempo fa, nel teatrino dell'Associazione Cattolica Ari. toniana, dove di solito sbrigava le faccende, e compiva un furto nella cassa del teatrino stesso. Quindi, per non farsi sospettare come autore del furto, si imbavagliava con bende sporche di sangue e gridava al soccorso. La commedia di scoperta per le contraddizioni in cui il Banfi cadde e per l'analisi del sangue, che venne riconosciuto di pollo. Nuovamente interrogato, il Bauli ammise allora di non essere stato aggredito, ma fece il nome di certo Camillo Veroni quale vero responsabile del furto. L'accusa risulto però calunniosa ed il Banfi finì por confessare di essere l'unico colpevoleRinviato al Tribunale, egli è statoquesta sera, condannato ad un anno e sette mesi. L'ex ricoverato di Collegno nuovamente riconosciuto per II Prof. GanellaTreviso, 8, notte. Lo sconosciuto di Collegno e capi tato oggi nella nostra città, e, durante a sua breve sosta, non è mancato 'ennesimo sensazionale riconoscimeno. Poco dopo mezzogiorno, un'automobile della provincia di Vicenza sì fermava davanti ad una trattoria del sobborghi. Dalla macchina scendeva un individuo barbuto, accompagnato da due signore, la moglie e la sorella del prof. Canella. 11 numero 44170, che si dimostrava come sempre arzillo e giulivo, entrato nella trattoria, ha conversato cordialmente con i prosenti e quindi si è posto a tavola con le signore. In quel mentre passava da vanti al locale il commerciante di vini Domenico Rubi-ani. Egli si è fermato un attimo, attratto dalla lusuosa automobile. Fu allora che gli parve — egli stesso ha raccontato dì udiTe una voce a lui nota; dopo averla ascoltata per un momento, egli varcava senz'altro la soglia dell'esercizio pubblico e si trovava in presenza — a quanto ha dichiarato — del prof. Giulio Canella. 11 Rubianl non eaitava od abbracciarlo fra il commosso stupore dei presenti. Il nubiani sostiene di essere sicuro che l'uomo di Collegno altri non sia che il prof. Canella il quale, in una redda sera dell'autunno 1925, bussò a Santa Lucia di Piave olla porta del modenese che allora abitava colà. II nubiani chiese chi fosse, e una voce gli rispose: « Sono il prof. Canella ». Aperto l'uscio, il nubiani sì trovò in presenza dell'uomo barbuto che gli hiese ospitalità. Il Prof. Canella ri mase nella casa del modenese tutta a notte e tutto il giorno dopo. Quindi partì e gli Inviò — asserisce il Ru biani — un biglietto di ringraziamento, i Era tale quale l'ho veduto oggi » — ha concluso il vinaio in preda a viva emozione. Fatta colazione, lo sconosciuto è ripartito affermando che era sua lnten zione di proseguire verso la zona dei ampi di battaglia per rivedere i lup; ghi nei quali aveva un giorno combat uto. Infatti, l'automobile ha preso la trada di Conegliano. L'uomo di Collegno sì è recato quin di a Udine, dove è sceso olla villa del prof. Caligaris dal quale ò stato cordialmente accolto. Ha fatto poi una viita al prof. Guido Perale. Rientrato n casa de] prof. Caligaris, vi è rimato ospite ed ha ricevuto parecchi amici. Il prof. Caligari? sottoporrà lo Sconosciuto » a un nuovo esame. Parlando del processo di Firenze, il Professore » ha deploralo l'« errore » n cui p caduta, la ni agi si ratina itaiane, ed ha espresso ell'avvenire. la propria fèdeII