Due Re a colloquio sul Danubio

Due Re a colloquio sul Danubio Due Re a colloquio sul Danubio durante il convegno della Piccola Intesa Bucarest, 4 notte. Re Alessandro di Jugoslavia e He Carol di Romania si sono oggi incontrati sul Basso Danubio. Re Carol era partito ieri per Timisoara {Temesvar), dove ha trascorso la notte. In sua compagnia si trovava il Presidente del Consiglio Jorga. Slamane Re Carol ed il Capo del suo Governo hanno raggiunto, da Ursova, Drencova; e lì si sono incontrati con Re Alessandro di Jugoslavia, giunto nottetempo a bordo 'del suo yacht scortalo dia dwe monitori. I due Sovrani hanno fatto una escursione sul Danubio che è durata circa un'ora, a bordo di un canotto aviatore pilotato dallo stesso Re Carol. Sullo svolgimento di questa conversazione, non si dònno particolari; soltanto si dice che il colloquio fra i due cognati {come è noto, il Re di Jugoslavia ha sposato una sorella di Re Carol) ha avuto carattere assolutamente amichevole. ■Dopo una colazione a bordo dello yacht reale jugoslavo. Re Carol è sceso a terra a Trencova, salutalo 'dai cannoni dei due monitori jugo slavi. Secondo il giornale Dimineata al seguito di Re Alessandro si trovava il Presidente del Consiglio generale Pera Zivkovic; il quale, mentre i due Sovrani compivano la gita sul Danubio, è rimasto a Ursova; dove ha avuto un lungo colloquio col Presidente del Consiglio romeno Jorga. E' facile immaginare quanta sen- oNtdaspBlsnssazione abbia prodotto a Bucarest la^notizia dell'incontro dei due Re, tanto più che l'incontro avviene giusto mentre si svolge la Conferenza della Piccola Intesa. Re Carol e Re Alessandro non si 'erano più incontrati da molti anni, e questo abboccamento è avvenuto senza clic trapelasse in pubblico nessuna notizia circa la sua preparazione. il Presidente del Consiglio Jorga era partito ieri per Temesvar, annunziando che andava a compiere un'inchiesta circa le condizioni dell'amministrazione statale. Fra l'altro, proprio a Temesvar egli, i«ri, deplorò con aspre parole il. lusso eccezionale cjol quale sono addobbati gli uffici del palazzo del Governo. L'automobile di servizio del Governatorato gli sembrò troppo fastosa, e ne ordinò l'immediato invio a Bucarest. 'Jorga ha poi disposto affinchè da Bucarest parta per Temesvar un ispettore incaricato di procedere ad un controllo della locale amministrazione finanziaria. Probabilmente, il viaggio d'ispezione compiuto dal Capo del Governo a Temesvar deve avere servito di pretesto per l'incontro che si preparava fra Re Alessandro e Re Carol. Secondo altre contradditorie notizie, non sarebbe stato il generale Pera Zivkovic ad accompagnare Re Alessandro, bensì il Ministro della 'Real Casa Jeftic. Questi informatori aggiungono che la ragione del colloquio sarebbe stata di carattere affatto privato. Il Re Carol era poi accompagnato, oltre che dal Presidente del Consiglio Jorga., dal Ministro della Guerra Stefanescu, il quale ieri si era trovato a Tennesvar per una festa militare. Ora, per privata che abbia potuto 'essere la questione della conversazione, la presenza, a Ursova di cosi autorevoli membri di Governo, non può essere ritenuta di natura assolutamente casuale. M-IMon e dazi preferenziali Vienna, 4 notte. La Coniferehza della Piccola Intesa inaugurata a Bucarest ieri, terminerà i suoi lavori domani mattina. Alla seduta di oggi han.no assistito, oltre ai Ministri degli Esteri Marinkovic, Benes e Ghika, il Ministro dell'industria e commercio romeno, Manoilescu, ed il suo collega delle finanze Argentoianu. Il programma della giornata comprendeva il problema dell'unione doganale austro-tedesca e la questione del dazi preferenziali. Per primo il dott. Benes ha esposto il suo punto di vista, sia nei riguardi politici che in quelli economici, ed ha quindi illustrato anche i piani di Briand. Dopo uno scambio di vedute, al qua le hanno preso parte Argentoianu, Ma noilescu, Marinkovic e Ghika, si è terminato col constatare — dice il solito comunicato ufficioso — la piena concordia dei tre Stati della Piccola Intesa anche in merito all'ulteriore attitudine da osservare. La concordia si sarebbe dimostrata perfetta, specialmente'nella questione dei dazi preferenziali. Il semplice fatto che nella seduta odierna sono intervenuti i Ministri del commercio e delle finanze, dimostra come, da parte romena, si siano tenuti a precisare i particolari punti di vista. La ZoU-Unìon, come si vede, è l'unico tema del quale questa volta a Bucarest si sia discusso: la questione del « dumping • russo sarà torse trattata appena di sfuggita. E per là prima volta si assiste allo spettacolo di una Conferenza della Piccola Intesa nella quale non si parla nè dell'Ungheria, nè dei pericoli di restaurazione absburgica a Budapest, nè della Bulgaria. Parlare dell'Ungheria, dopo che Re Carol ha mandato a Budapest, or sono poche settimane, suo fratello Nicola, che ha avuto col Reggente Horty e con associazioni magiaro contatti di una cordialità, la quale autorizza a credere in un mutamento di rotta, sarebbe stato inopportuno, se non impossibile addirittura; e parlare della Bulgaria, ili cui pacifismo sfida perfino le provocazioni di Belgrado, sarebbe stato ozioso, se non grottesco. Si parla, perciò, dell'Unione doganale austro-tedesca e a Bucarest, ieri sera, ha destato una certa impressione il colloquio che il dott. Benes ha avuto col Ministro di Francia Puaux, il quale osserva e guida. Ma l'influenza che la Francia stavolta può esercitare ha ciliari limiti, segnati dalla diversità degli interessi dei suoi tre piccoli alleati. Ritornando su questo cardinale punto oggi il Kurcnlul scrive: » Il nuovo problema trattato fra gli Stati della Piccola Intesa consiste nell'attitudine da assumere di fronte all'alleanza doganale austro-tedesca. Gli interessi economia! della Romania e della. Jugoslavia coincidono, giacché i due Stati sono entrambi paesi agra ri e verrebbero ugualmente danneg giati dalla distruttiva concorrenza del « dumping » russo. La Cecoslovacchia, invece, è uno Stato che, oltre ad ave re agricoltura ha pure industria; pe rò mira a conferire alia sua economia nazionale carattere industriale. La Cecoslovacchia contempla il trattato doganale austro.-tedesco da un punto di vista ben differente da quello della Jugoslavia e della Romania. Que sti due ululimi Stati hanno ben poco da temere da una grande organizzazione industriale tedesca. Certo che il dott. Marànkovic dà prova di un sano senso della realtà ; in quale modo però gli interessi industriali della Cecoslovacchia possano essere conciliati con gli interessi spiccatamente agrari del- ecssccfDpdpsPs^ Romania e della Jugoslavia, questo a i a d e l o e o i a l a i è a e i a a o , è il punto sul quale la Conferenza della Piccola Intesa deve decidere ». Un giornale austriaco, ponendo mente a tanti dettagli, dice essere facile provare che la Piccola Intesa non ha piti ragione di esistere, non avendo a voluto fare concessioni di sorta all'evoluzione politica in Europa e non avendo voluto riconoscere — Praga, sopra.ltutlo — che la storia mondiale non, e finita col 1!)18, e che l'esito della grande guerra non può aver creato un assetto definitivo: una politica di negativismo incondizionato, alla lunga, non può fruttare successi. E il giornale ricorda che una volta Mussolini, parlando della Piccola Intesa, ha detto avere essa carattere negativo, più che positivo: « La frase del Duce è vecchia di tre anni — aggiunge — ed è stata pronunziata durante un dibattito parlamenta re alla vigilia di una conferenza dei tre Ministri degli Esteri dei Paesi alleati; ma ugualmente bene potrebbe essere stata detta ieri, rispondendo essa a verità, tale e. quale come allora giacché nel frattempo nulla è avvenuto che la possa smentire ». Le ultime informazioni che si hanno qui sullo svolgimento delle odierne conversazioni sono molto contradait torie: mentre da una parte si assicura che fra gli Stati della Piccola Intesa si è realizzato l'accordo perfetto nella questione dell'unione' doganale austro tedesca, da altra fonte si afferma che Argetoianu ha spiegato nel suo di scorso che la Rumenia dal punto di vista politico, è completamente soli dale con i suoi alleati ma che dal punto di vista economico non può fare sua l'attitudine della Cecoslovacchia, I. Z. Le pretese egemoniche della Francia denunciate dalla stampa tedesca Berlino, 4, notte. Il discorso tenuto ieri dal Presidente del Consiglio francese ha provocato molta impressione a Berlino, dove l'ufficiosa Agenzia Wolff ha immediatamente pubblicato un comunicato, abbastanza aspro, nel quale sono riaffermati i noti argomenti del Governo tedesco, secondo cui l'accordo doganale con l'Austria, ben lungi dal turbare le relazioni europee, come afferma il Presidente del Consiglio frai cese, serve anzi da primo passo alla ricostruzione economica secondo le idee di Briand. L'ufficiosa «Germania» scrive stasera a tale proposito che Lavai precisamente come Benes, non si dà nem meno la pena di dimostrare le sue affermazioni, come quella della incom patibilità dell'unione doganale eoi trattati vigenti, ma si limita a dire che l'accordo è inconciliabile con la dignità della Francia. Secondo l'organo del Centro, più che di dignità si dovrebbe parlare di pre tese egemoniche della Francia, la qua le non può oggi ammettere che voli in Europa una foglia senza il beneplacito del Quai d'Orsay. « Ciò è tanto vero — osserva il giornale — che Lavai non esita a accennare ai mezzi di cui dispone la Francia per sostenere quelle pretese, tanto che si potrebbe domandargli se crede di vivere ancora nel 1914, senza awe dersi di tutto quello che è avvenuto nel frattempo: per esempio la Società delle Nazioni, il Trattato di Locamo, e il patto Kellog. Un commentò analogo è fatto dalla autorevole oBÒersen Zeitung» la quale aggiunge che il discorso di Lavai dimostra come la politica francese continui nei suoi tentativi di influenzare la con ferenza europea, e la sessione del Con siglio della Società delle Nazioni a Gi nevra. In sostanza il Presidente del Consiglio non fa che ripetere quanto ha già detto Doumergue nel suo ultimo discorso, distinguendosi per la sua particolare aggressività. Il Governo francese ha dovuto assi stere alla bancarotta subita dall'idea paneuropea di Briand, ed ora gli tocca vedere che l'odiata Germania, insieme con la tanto disprezzata Austria, sono decise a battere l'unica via possibile per ricondurre »t risanamento dell'Europa, e cioè la via dui trattati regio nali.