Il centenario delle "tagliatelle,,

Il centenario delle "tagliatelle,, GRAN FESTA A BOLOGNA Il centenario delle "tagliatelle,, a a e , l e , i a l , e à i o è o e i i o o f l o oa i i r o e , ea ai e e . r e o l , , o i a o aml l i a e i eaaa e o al ò ni i, si ial A a i a e e o re Bologna, 2 notte. Organizzando questa celebrazione quasi cinque volte centenaria delle succulente tagliatelle, la « Bameja Bulgneisa » si è presa per lo meno due licenze: quella di anticipare di alcuni lustri la storica ricorrenza e qtiella di scegliere, come ora d'inizio della cerimonia, proprio le diciannove e trenta. A codesta ora di discorsi ne abbiamo sentiti pochini; di lapidi, poi, confessiamo di non averne vista scoprire nessuna. Quando si pensi, però, che l'oggetto della celebrazione erano le tagliatelle (presenti non solo simbolicamente); quando si pensi che l'ultimo numero del programma celebrativo era un banchetto, ecco che ì'una e .l'altra licenza divengono, per qualunque critica, perdonabilissime: specialmente la seconda. Gaia, sana celebrazione, quella di stasera. Si tratta di ricordare una data abbastanza notevole: la nascita delle tagliatelle, avvenuta nel 1487. La deliziosa vivanda, la cui fama si può considerare addirittura mondiale, non ha visto la luce per caso, in una circostanza oscura. Le tagliatelle non potevano nascere cosi. Ci voleva qualcosa di eccezionale e questo qualcosa sono state le nozze di Annibale Bentivogli e di Lucrezia d'Este. A gustosa vivanda, principesca cornice. Raccontano le cronache,.. Dicono, infatti, le cronache che Mastro Zaflrano fu l'inventore delle tagliatelle e che esse, per la prima volta, furono degustate in quell'occasione Le cronache, troppo ufficiali, parlano solo di questo: non ci dicono nulla quindi dei probabili tentativi che il fortunato inventore avrà fatti anche in precedenza, lambiccandosi il cervello e il gusto per venire a capo dell'inven zione che doveva tramandare il suo nome alla storia; ma ce li immaginiamo. E non stentiamo a pensare che, se la consacrazione ufficiale dell'inveii' zione l'hanno fatta gli augusti sposi Annibale Bentivogli e Lucrezia d'Este, qualche « vernissage » meno ufficiale ma altrettanto gustoso, lo avrà fatto prima l'inventore in un cerchio di fedeli amici. Non foss'altro, per essere ben certo del fatto suo, prima di affrontare l'incognita dei principeschi palati. E la prova generale d'assaggio non potè elio andar bene se l'invenzione ebbe poi consacrazione così trionfale. Ecco un altro inventore che ci ha fatto un piatere a non portare il proprio segreto nella tomba. A Mastro Zaflrano, pittore e buongustaio, un altro pittore e buongustaio. Augusto Majani, ha dedicato questa sera una lapide; un poeta, Giuseppe LJpparini, ha dedicato l'epigrafe ch3 dice: Mastro Zaflrano - di coxlna artefice inlustre - et orari mastro - in conza salsicioni et laxani - a la corte de messer Zoanne 11 Bcntivuolio - de le taiadelle asciutte ■ fue inventore magnanimo'- La Fnmeja Buluneisa - de lo gran fatto ■ trasmette ilrlchordo - perchè ogniuomo manicando sappia anni si fue. In creatore - de lo adi/arabile petroniano piatto. Queste parole lasciano comprendere da sole con quale entusiasmo sia stata organizzata la celebrazione (e l'en tusiasmo è stato ancor più grande, do po, a tavola). Una sola cosa avrebbe potuto turbare la serenità degli organizzatori e renderne meno unanimi gli entusiasmi: il pensiero che F. T. Marinetti avrebbe potuto restare in differente, per ragione di principio, a questa celebrazione. Ma il poeta futurista ha voluto essere generoso e ha lasciato in un canto le partigianerie: così ha aderito. Forse lo ha fatto con qualche riserva interiore; ma. credo che se fosse stato presente alla cerimonia e si fosse seduto anche lui davanti al primo piatto del .menu», avrebbe, per una volta tanto, cambiato idea. Ad ogni modo, a proposito di Mari netti, anche se non ci fosse stata la adesione. I convenuti avrebbero avuto lo stesso stassera una sorpresa quella di vederlo assiso a capo tavola. Marinetti in persona alla celebrazione delle tagliatelle ? E come mai T Domande legittime, alle quali avrebbe potuto rispondere con un sorriso Augusto Majani: si trattava di un Marinetti di carta pesta, non di quello in carne ed ossa. Dove si vede che Marinetti hanno voluto averlo qui peT forza... Senza confronti Non è la prima volta che le cronache si occupano di Mastro Zaflrano. Già messer Salimbeni, nella descrizione accurata e precisa della cerimonia nuziale del 1487, non si perita di annoverare.ffcisieme ai nomi deUe personalità, quello di codesto artefice buongustaio, il «mastro della cucina de' signor Pentivuoli ». E siccome la cronaca aggiunge che il famoso banchetto durò dalle vé*nti alle tre, gli organizaztori dell'odierna celebrazione, che ha a capo, come tutte le manifestazioni della .Fameja Bulgneisa» Mario Sandri, si son guardali bene dall'aggiungere nel programma indicazióne di un limite qualunque; ragione per cui la parola d'ordine ò safrrqbzgqtalecripCuvcapeepccapufqlmratvnazdcgsclcdsczsehcttdè stata quella di andare, se possìbile, anche oltre le tre. Ma non facciamo confronti. I confronti sono sempre antipatici: e lo sarebbero ancora di più qui perchè, per quanto gli organizzatori abbiano mobilitato sguatteri e cuochi, la celebrazione odierna non ha potuto rivaleggiare con quel banchetto antico nel quale comparvero la prima volta le tagliatelle. Sentite un poco. Un collega di buona volontà ha scartabellato cronache e stampe dell'epoca e ci ha riferito quale fu il « menu » di quella pantagruelica nottata: confetture, Cini, dolciumi, uccellame arrostito, un castello di zucchero da cui uscivano a volo per la sala moltissimi uccelli vivi; un capriolo a uno struzzo arrostiti; lonze, teste di vitello, capponi, salsiccie, piccioni, tortelli, lepri e caprioli confezionati nella loro bue eia, tortore e fagiani. Una pausa e poi di nuovo capretti e pernici e un castello commestibile con conigli vivi che, appena poterono, schizzarono anch'essi per la sala e poi ancora capponi e un castello ancora con dentro un maiale vivo che fu tenuto, però fortunatamente nel suo carcere... Finalmente, narra il Salimbeni ...ora 11 servi a ognun rerhano inane! fagllatinl de pasta o conditura di Zaflran trovato o sua fattura. Atto di nascita delle tagliatelle. 1847. Tra i numeri del programma c'era quello stasera che ognuno poteva dire, la sua. E ognuno l'ha detta gustosamente. Simposio più gaio non si sarebbe potuto immaginare: attorno alla gran mensa, cento coperti e altrettanti commensali: personalità, invitati, giornalisti. Questi ultimi, però, non hanon avuto il tempo di prendere appunti... Con rapidità lodevole in considerazione del fatto che l'ultimo numero del programma era costituito dal banchetto, gli organizzatori hanno sbrigati i primi numeri del programma stesso. Così scoperta la lapide e dopo che l'associazione professionale del l'arte gastronomica ebbe deposta una corona di alloro, il collega Mario San-j dri presidente della « Famea Bulgneisa» ha pronunziato il discorso ufficiale esaltando gustosamente la tradizione gastronomica bolognese. Al discorso ufficiale è seguito il banchetto e non c'è bisogno di dire che sempre ha regnato l'allegria più schietta, banchetto naturalmente a base di tagliatelle. L'unico a protestare avrebbe potuto essere Marinetti, ma Marinetti, dato che era presente in... cartapesta, è stato sempre zitto... MINO DOLETTI. t) .

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