Il Parlamento è stato sciolto

Il Parlamento è stato sciolto La Rumenta verso la dittatura Il Parlamento è stato sciolto Vienna, 30' notte. Tutti parlano di dittatura in Rumenia, alcuni per dirla necessaria e inevitabile, altri por deprecarla. La crisi che, rovescialo Mironescu, ha. portato alla testa del Governo il professor Jorga, scienziato di gran valore ma che probabilmente non s'aspettava di formare giusto adesso un ministero, si è svolta in anormali circostanze, mentre il Sovra.no esercitava una influenza personale spiccatissima, troppo differente da quella che la Corona può in genere spiegare in paesi a regime costituzionale. Mironescu dovè lasciare il potere, perchè il ministro del Commercio, Manoilescu, esitando la. Camera ad approvare un progetto di legge riguardante la trasformazione in parastatale d'una fabbrica di esplosivi appartenente a •un gruppo svizzero, s'era dimesso. In un comune regime parlamentare, quando un ministro si dimette per Ufi motivo che non implica la responsabilità dell'intero Governo, basta dargli ,un successore: ma il ministro dell'Industria e Commercio dimessosi a Bucarest è un amico intimo del Re, è l'uomo rhe il defunto Jonel Bratianu fece processare da. un tribunale militare perchè viaggiando tra Parigi e Bucarest lavorava per la restaurazione di Carol, allora esule sulle rive della Senna. E l'anno scorso, quando Carol, consenziente. Maniu, riconquistò il trono sul quale sedeva il piccolo Michele, Manoilescu ha pure sostenuto una parte d'importanza capitale. Chiaro, quindi, ch'egli dovesse avere un posto di prima linea Qualche settimana addietro, dice Vaino, ribellandosi Mironescu all'idea di dover rientrare fra le quinte sol perchè il ministro dell'Industria e Commercio aveva presentato le dimissioni, Re Carol, lungi dall'indurre Manoilescu a rimanere nel Gabinetto, telegrafò al ministro a Londra, Titulescu, di venire a for mare il nuovo ministero, senza neppure attendere che Mironescu sbrigasse le ultime formalità. Titulescu arrivò a Bucarest annunziando che progettava un Gabinetto di concentrazione, apolitico, un Gabinetto che avrebbe dovuto riunire uomini di tutti i partiti, possibilmente 1 capi dei partiti stessi. Assieme a Titule scu, in arrivo da Londra, rientrò Analmente in Rumjtia,, dopo una lunga assenza, Maniu, capo già popolare del blocco nazionale-zaranista e, se vogliamo, artefice della restaurazione di Carol: che se un anno addietro Maniu avesse giudi fato nocivo pf-r il paese il ritorno del principe esule, l'impedirlo sa rebbe stato proprio uno scherzo, Sabato 18 di aprile il Gabinetto Titulescu pareva fatto: non mancava, si diceva, che la cerimonia della prestazione del giuramento. Ma ec .co il Sovrano nuovamente influire sul corso della crisi, insistendo af 'finché il portafoglio degli Interni venisse dato ad un suo uomo di fidu pia, Constantin Argetojanu. Bastò il nome di Argetojanu per far crollare in qualche ora la costruzione poUUica messa su da Titu lescu lavorando per un paio di set timane: Maniu si ritirò di colpo e Duca, il nuovo capo del partito nazionale-liberale, segui 1' esempio, Senza perdersi d'animo, Re Carol interviene per la terza volta e chia mata il suo antico maestro Jorga, fonala con lui, su due piedi, un ga binetto, componendo una lista di nomi di personaggi neppure precedentemente consultati. Argetojanu, sebbene non agili Interni, è della partita. Il Re l'ha voluto ad ogni ■sosto, così come ha voluto nomina re prefetto di Polizia di Bucarest il colonnello Gabriele Marinescu, direttore generale delle ferrovie il ge nerale Jonescu, e direttore generale delle Poste il colonnello Paolo Ter> dorescu, tutti amici suoi. In un Pae se a regime strettamente costituzio naie e parlamentare, ripetiamo questi fatti non dovrebbero esser possibili; rimane ora da chiedere co me mai in Rumenia abbiano potuto diventarlo. I dodici anni del dopoguerra sono stati per la Rumenia di travaglio continuo: « mutatis mutandis», su per giù come per la Jugoslavia. La Rumenia, sebbene il conflitto con transilvani sia attenuato e non com posto, non ha da affrontare lotte in terne paragonabili a . quelle che serbi debbono sostenere con i croati e con t macedoni, però, enormemen te ingrandita dai guadagni territo riali, male aj.iministrata, impreparata ai nuovi compiti, ha tirato vanti aspettando da un miracolo una salutare sistemazione. Se il partito nazionale-liberale ha perso larga parte dell'antico prestigio, dobbiamo ben attribuirlo alla circostanza che esso fu il primo a fallire nel tentativo di fare il miracolo dal popolo atteso. Salita poi all'orizzonte là stella di Maniu, dal trionfo della coalizione nazionale-zaranista si sperò il miglioramento dei rapporti internazionali, la conclusione di "antaggiosi prestiti, la vendita a buon prezzo dei prodotti agricoli e del petrolio, la diminuzione degli oneri fiscali e via via. I nazionali-zaranisli, ahimè, miracoli — alla svelta, per giunta — non ne potevano fare neanche loro: ed ecco il popolo darei ad invocare il ritorno di Carol, cppfafnacneètptncdncutccpllmgcbmfiglmsmBt o l e a n , r e , clje doveva avvenire al più presto possibile, giacché quando il principe mandato in esilio dagl'intriganti fosse stato di nuovo nella Reggia, avrebbe messo lui le cose a posto, e fatto quello che ai capi dei partiti non era riuscito. Ora Carol è in Rumenia già da. un anno e miracoli — non per sua colpa, s'intende — non se ne vedono. Di tutti gli obiettivi ch'egli si era prefissi rimpatriando, realizzato è quello dell'esautoramento dei partiti, responsabili della rovina del paese. Morti Giorgio e Vintila Bratianu, congedati con freddezza Maniu e Micalache. tenuto a bada Duca — il quale di certo profitterebbe d'un'occasione per rivalorizzare i nazional-liberali — rimasto il vecchio gen. Averescu senza amici nè un partito, il Re è diventato l'arbitro della situazione politica. E poiché il popolo è uso a confondere i concetti, in questo arbitro dei fatti politici esso ha personificato anche l'arbitro della situazione economica, la quale è, più che grave, gravissima. Mironescu, avanti d'esser congedato, è riuscito a riscuotere la seconda quota del prestito per la stabilizzazione, però a condizioni oltremodo onerose e con beneficio per le finanze statali alquanto relativo, giacché superando il deficit del bilancio nel primo trimestre i quattro miliardi di lei, il ricavato del prestito appare consumato ancora prima della riscossione. Nel 1930 la Banca nazionale rumena ha esportato valute straniere su vasta scala ai 6 dello scorso dicembre lo stock delle divise era ridotto a 1176 milio ni di lei, contro 6715 del 31 dicembre del 1929. Il crollo del prezzo dei cereali ha fatto il resto: il granturco, venduto nell'ottobre del '28 a 840 Jet al quintale, un anno dopo era venduto a 425 e l'anno scorso a 275 appena. L'orzo è sceso da 596 a 486 per ultimo a 189, il grano è pas salo per le seguenti tappe: 795, 632, 320. Per fortuna si ha ora una sensibile ripresa. Ma intanto la crisi agraria ha annichilito il potere di acquisto dell'agricoltore, la diminuzione del 25% degli stipendi degl'impiegati dello Stato ha annichilito quella dei cittadini. Come uscire da un tal ginepraio? Dagli amici c'è poco.da attendere: i -progetti di unione doganale con la Jugoslavia e di Piccola Intesa economica sono falliti, o perchè assurdi, o perchè l'alleata Czeco-Slovacchia li ha sabotati; la Francia, concedendo il nuovo prestito, ha preso la Rume nia per il collo e sarà quasi inutile tornare a bussare alla sua porta; non ha forse avuto ragione Perti nax a scrivere che il prestito sarebbe sparito nel mare del deficit del bilancio rumeno? In una parola: il popolo non vede più troppe vie di salvezza ed è cosi che l'ideale della dittatura s'è fatto strada, moltissima strada. ■ Il programma della dittatura rumena non ancora scritto frase per frase, articolo per articolo, ma in calce già vi leggiamo le firme di Re Carol e- di Constantin Argetojanu. Si narrava a Bucarest nel 1926 che Carol, avanti di partire per l'esilio, avesse avuto, mentre il suo dissenso con Jonel Bratianu era asprissimo, conversazioni con intimi sull'opportunità di governare un poco la Rumenia con regime dittatoriale; e uno degli intimi, proprio l'attuale Presidente del Consiglio prof. Jorga, avrebbe chiesto : « Dov'è l'uomo? >». Il principe Carol non rispose, ma altri asserirono che per lui l'uomo fosse Argetojanu, il quale nel primo Gabinetto Averescu (1918-1920), essendo Ministro degl'interni, fece arrestare in massa tutti gl'intervenuti ad un congresso comunista e soffocò il comunismo nel Reame. E' stato Argetojanu, nello scorso dicembre, a lanciar l'idea d'un Gabinetto di personalità, utile ai fini della dittatura, idea che piacque malgrado le riserve che sulla persona di Argetojanu si facevano: Re Carol, chiamando Titulescu a Bucarest, gli aveva ben domandato di costituire-un Gabinetto simile. Ora Jorga presiede un Gabinetto di transizione ed avverte i signori deputati che se vogliono la fine del parlamentarismo, facciano pure. Frattanto scioglile ti Parlamento, tentando di costituirne uno più idoneo ai fini che egli sii propone. E' l'ultimo tentativo per rimanere nella Costituzione. Jorga non è antiparlamentare, però sa che quando il suo compito apparirà irrealizzabile, il Re non avrà più motivo di ritardare ancora l'esperimento dittatoriale, appoggiandosi sul partito •della Corona e sull'esercito. ITALO ZINGARELLI ntdzlnmbiDmlentcpdpLe elezioni al 1° giugno Bucarest, 30 notte. Camera e Senato si ■ sono oggi riuniti in sessione straordinaria. Znrealtà si è trattato di una pura formalità, giacché nel pomeriggio si sono dimostrate fondate le voci, che circolavano da diversi giorni, circa l'imminente scioglimento - delle due Camere. Nell'attesa che il nuovo Presidente del Consiglio Jorga prendesse posto al banco del Governo, per leggere il discorso della Corona, sono state tributate calorose ovazioni a Maniu e ad altri capi del partito nazionale zaranisla. Il discorso della Corona, molto breve, dice ohe il Presidente del Consiglio Jorga mira, data la gravità dei problemi finanziari ed economici del Paese, a realizzare l'unione nazionale. Le difficoltà, afferma il doeumento, possono essere superate solo mediante ha solidarietà dell'intera Nazione. Alla Camera dei Deputati, larga ha poi. letto una dichiarazione del Governo, nella quale si afferma che questi considera una collaborazione col Parlamento attuale impossibile. Egli ha quindi dato lettura del Decreto reale die scioglie il Parlamento, e fissa per il primo giugno la data delle elezioni per la Camera, e per il 4 giugno quella delle elezioni del Sena.to. Sui futuri sviluppi della situazione il Presidente Jorga ha dichiarato che saranno introdotte riforme costituzionali che estenderanno le prerogative sovrane, e altri provvedimenti ' urgenti saranno adottati per decreto reale.