Il bandito Pollastro in Assise per l'uccisione del cassiere Casalegno a Tortona

Il bandito Pollastro in Assise per l'uccisione del cassiere Casalegno a Tortona Il bandito Pollastro in Assise per l'uccisione del cassiere Casalegno a Tortona Eccezionali misure d'ordine -• Folla pittoresca - Il bandito ride e dichiara che non pensa a fuggire - A stamani l'interrogatorio Alessandria, 23 notte. — Prego, non ho commesso che una rapina in vita mia: quella al cassiere Casalegno, di Tortona — cosi, con tono che voleva apparire schietto ed aperto, ed era invece malizioso e fervido di sottintesi, Sante Pollastro, durante il clamoroso dibattimento di due anni fa a Milano, rispondeva al presidente di quelle Assise che gli ricordava: — Avete vissuto sempre di grassa zioni e di rapine. E' inutile che assumiate oggi degli atteggiamenti difensivi che contrastano con la realtà e con 11 buon senso. Eccolo alfine. Sante Pollastro, dinan zi ai giurati per rispondere del delitto,. il solo, tra la triste teoria delle sue sanguinarie gesta, che egli si è rosse- gnato ad ammetterei l.a rentrée giudiziaria del feroce bandito è'avvenuta oggi, sui ' tardo meriggio, dinanzi a questi giurati: gli stessi che giudicarono già gli altri Imputati per l'atroce misfatto. E certo non poteva avvenire tra più palisi segni di curiosità e di interesse da parte del pubblico. In Alessandria si sta svolgendo l'annuale Fiera di San Giorgio e'l'avvenimento giudiziario odierno ha costituito in certo qual modo mi numero aggiuntivo di attrazione per la folla convenuta qui anche dai più lontani centri del Monferrato. La ressa ha cominciato a verificarsi sotto l'atrio del Palazzo di Giustizia ed in istrada, sin dalie ore del mattino: si è accresciuta inverosimilmente da mezzogiorno Il bandito entra nella gabbia Quando alle 16 vengono spalancate le porte, la fulia che stipava 1 corridoi, 11 loggiato che corre tutt'attorno all'edificio dal lato interno, e le scalee, irrompe frenetica e tumultuante nell'aula. Ed ecco, nella gabbia viene introdotto il bandito, il quale è stato portato alle Assise sul comune autobus cellulare, ma con un'eccezionale scorta di carabinieri e di agenti. Nell'aula silenziosa e maestosa, risuona sinistramente un insolito stridore di catenacci e di manette. Per la traduzione dell'eccezionale imputato, le misure prese dall'autorità non sono state soltanto di natura esteriore: si è provveduto ad assicurare e ad immobilizzare il bandito, in guisa da impedirgli ogni più audace tentativo di ribellione e di fuga, mediante un sistema particolare. Le manette gli sono state assicurate da catene che lo stringono intorno alla vita Quando ne 6 liberato — e i catenacci radono a terra fragorosamente — Sante Pollastro, guardando torvo i carabinieri, se ne allontana e va a collocarsi al centro della gabbia. Dietro di lui prendono posto due carabinieri. Altri militi dell'Arma si dispongono attorno alla gabbia. Il sanguinario bandito, già condannato due volte all'ergastolo dal giurati di Milano per l'eccidio dei carabi nieri di Mede, per l'uccisione dei due sottufficiali di P. S. nell'osteria di via Generale Govone, per la rapina all'ore flce Zanetti e per altri misfatti, veste la casacca del recluso. Poiché la condanna alla- pena massima e perpetua inflittagli a Milano è passata da tempo in giudicato, egli è stato internato in un reclusorio. Al suo giungere ad Alessandria (e qui non è stato accolto nelle carceri giudiziarie, ma nel penitenziario di via San Giorgio), proveniva dal reclusorio di Santo Stefano, presso Portolongone ; sul bavero della casacca egli porta il numero che lo contraddistingue in quella casa di pena: 1504. E' nato, come è noto, a Novi e conta 32 anni. E' nel pieno della giovinezza: aitante, florido, gagliardo. I,a segregazione cellulare non ne fiacca la tempra indomita e ribelle. Sentiremo domani cosa egli dirà; quali atteggiamenti vorrà e potrà assumere; róme e se condurrà la schermaglia con l'Accusa, Pronto ancora a combattere Ma l'atteggiamento che oggi ostenta è quello dell'uomo che non si è rassegnato e che è pronto a combattere. Diritto, colle mani appoggiate alle sbarre, egli guarda impavido ed insistente verso il pubblico: vuole scoprire tra la calca qualche viso noto, o sfida quella moltitudine accorsa per assistere alla sua rentree? Nella luce dello sguardo — e T occhio sinistro lievemente strabico è pieno egualmente di lucore — c'è, a tratti, come un lampo sinistro. Atteggiando il viso ad una smorfia di sdegno, si ricompone, allorché il presidente comm. Raineri, ne accerta le generalità. Ma hanno intanto da redigersi le formalità per la composizione della giuria e l'aula viene fatta sgombrare. La folla, che si era conquistato un posto nell'aula a prezzo di sacrificio e forse anche di sofferenze eroiche, è fatta allontanare. Della sosta, il bandito approfitta per conversare con il suo patrono, avv. Francheo, di Alessandria, il quale ha a collega in questa difesa l'aw. Pilotti, pure di qui. I familiari della povera vittima, la vedova Gemma Manara ed i figlioli, attraverso il tutore can. Ettore Casalegno, rettore dei Santuario di Trana, si sono costituiti Parte Civile: essi sono patrocinati dall' avv. Armando De Marchi, di Torino. — Ha visto come mi hanno incatenato? — esclama Pollastro rivolgendosi al suo patrono. — Temono che scappi. Anzi, la voce che io tenti una fuga è stata diffusa qui. al mio arrivo. Fantasie ! Io non ho alcuna voglia di scap- pare. E poi, me ne mancherebbe la possibilità... E cosi dicendo, il bandito ride, di un riso tronco ohe suscita impressione. Quando, costituita la giuria, le porte vengono riaperte, il presidente intraprende l'esposizione dei dati che sintetizzano la drammatica vicenda. Per il molto che se ne è detto, ancora nell'imminenza del dibattimento, i fatti sono in gran parte noli anche ai lettori. Ma gioverà lumeggiare talune fasi ed aspetti della lunga vicenda, anche per una più esatta comprensione di quello che verrà emergendo al dibattimento. Il delitto al quale consegue l'odierno processo si identifica col tra- S.'c° episodio che costò la vita al cas«ere Acini e Casalegno, della sede di Tortona della Banca Agricola Italiana, e per il uuale il Pollastro venne già condannato il 16 giugno 1024, in conumacia, all'ergastolo. Il dibattimento attuale non è quindi che 11 rifacimento di quello svoltosi in contumacia del bandito, rifacimento che è previsto ed mposto dalla legge di procedura alorché l'Imputato cada in potere della Giustìzia. Il tragico episodio Il tragico episodio risale ai 14 luglio 1922. Verso le ore 14, in località Groppo, presso Tortona, transitava su di una bicicletta l'ex-maresciallo dei carabinieri Achille Casalegno, cassiere della succursale di Tortona della Banca Agricola Italiana. Egli recava con sè, come al solito, una grossa somma: 37.986 lire, tra biglietti di Banca e titoli, chiusi in un involto di tela cerata. Ad un tratto, quattro individui in bicicletta, lo raggiungevano, lo circondavano ed 'mo di essi lo freddava con un colpo di rivoltella al torace, depredandolo del prezioso plico. Gli assassini, compiuto il colpo, si eclissavano, minacciando con le rivoltelle le persone che erano accorse allo sparo. Dopo indagini laboriose, venivano Identificati come autori del delitto Attilio Carruga, Pasquale Leggero, Silvio Comollo e Sante Pollastro. Il dibattimento, svoltosi a queste stesse Assise, confermò in gran parte le risultanze del1 istruttoria, specie per quanto riguardava il riconoscimento del Carrega e del Leggero, e si chiuse con la condanna di questi ultimi a 30 anni di reclusione. Il Comollo, che era riuscito a provare un « alibi • decisivo, veniva assolto; ed 11 Pollastro, in contumacia, veniva condannato all' ergastolo. Pietosa fu la scena cui diede luogo la lettura della sentenza: Carrega e Leggero, anche dopo il verdetto, proclamarono ad alta voce la loro inno cenza. In seguito essi presentavano ri corsi tendenti ad ottenere la revisione del processo. Ma la Cassazione, alla quale II Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Torino aveva ricorso anche in tal senso, respinse l'istanza, dichiarandone Inammissibile {accoglimento fino a quando non fosseintervenuta sentenza di condanna contro coloro che eventualmente fossero ritenuti indiziati di avere partecipato al delitto in loro vece. Il fatto nuovo Ed ecco su quale fatto nuovo — ri corda il Presidente nella sua esposizione — si basavano i ricorsi per ottenere la revisione del processo Si tratta delle dichiarazioni rese da Sante Pollastro, a Parigi, al suo conterraneo Costante Girardengo, l'asso del ciclismo che domani sentiremo come testimone. Il 24 settembre 1925 — Pollastro allora era ancora in libertà e vi veva a Parigi — Girardengo era im pegnato in una competizione ciclistica al Veledromo di Buffalo. Ad un tratto il suo inasseur, Giuseppe Cavanna, intese un fischio: 11 fischio caratteristico che i novesi usano per riconoscersi tra di loro. Il Cavanna accorse e trovò il Pollastro, 11 quale finita la corsa, si recò a salutare Girardengo, per quanto non fosse da questi conosciuto. Il giorno successivo, Girardengo trovò seduto od un tavolo, nel ristorante dove pigliava solitameli te i pasti, 11 Pollastri. Allorché usci costui lo segui. « Fu allora che mi venne l'idea — raccontò Girardengo di chiedergli quanto vi fosse di vero sulle voci che correvano sulla innocenza di Carrega e Leggero». Pollastro dichiarò che realmente costoro erano estranei al delitto ed erano stati condannati ingiustamente. 11 delitto era stato commesso da lui. Pollastro, che aveva sparato sul cassiere, e con lui si trovavano il cognato Em'.'io Comolli, ucciso poi in un conflitto coi carabinieri a Novi, certo De Luisi ed un indivi, uo soprannominato lo <Zingaro». Queste dichiarazioni, avute in quell'occasione, Girardengo ripetè appena giunto In Italia. • Lo < Zingaro » fu individuato nei luogotenente del bandito. Luigi Peotta e contro costui e 11 De Luisi si apri perciò un'istruttoria. Ma le risultanze non furono convincenti ed j due furono prosciolti per non provata reità.« Ora — conclude il presidente — la situazione è questa: assolata la responsabilità di Carrega e Leggero confèsso 11 Pollastro, assolto i1 Comollo. I signori giurati sentiranno quali elementi nuovi verranno In luce al dibattimento ed apprezzeranno ». L'ora tarda non consente di dar j.-iìzio all'interrogatorio dell'imputato a l'udienza è tolta e rinviata a domn.nl. F. ARGENTA.