Fra i bambini di Villa Paradiso

Fra i bambini di Villa Paradiso Fra i bambini di Villa Paradiso , 'e- Luig'-. » domestico di Rovetta. col Ef^S»" l1Jf«,k^° ,« oracelo, contemplava Impassibile la BRESCIA, aprile. — Vada, vada a vedere Villa Paradiso. Pregherò il conte Martinonl di accompagnarla, che anche quelli là sono un po' lutti 6uol bambini. E' uno spettacolo ebe riconcilia con la vita. Quando sorride con un certo suo ammicco furbesco tra gli occhi acuti e i peli della bocca, il podestà di Brescia, ingegnere Calzoni, ricorda curiosamente il buon Rovetta, ch'era come lui basso e tarchiato e sorrideva cosi quando sulla spiaggia di Varazze si divertiva ad aizzare 11 Teo contro Gustavo Balsamo Crivelli perchè si spicciasse ad entrare in acqua. — Ciàpel, ctapel 'l profesór! — 11 povero Balsamo partiva l'acqua fredda in modo Inverosimile e gridava «no, noi» rabbrividendo, mentre il can bassotto gli abaiava alle spai a scena: Luigi, che dichiarava con sprezzo che l'unico mare possibile d'Europa è quello di Ostenda. Ma son ricordi. La bontà ed il male Qui Invece c'è una realtà presente. Una realtà dura, dolorosa, che tuttavia conviene guardare apertamente in taccia come comanda 11 nuovo spirito italiano, e, appunto perchè dolorosa e dura, con serenità e con fermez- scranmlizsmubqd«bmvrzpbPdipt«csdadbmt(Vi 2* e P€r J?1 P.lù.con 'a certezza di C riuscirne vittoriosi, se si misurano sgli immensi risultati conseguiti in Po-lcper usar sinizia la i pia-1 (j^6 t&£^.£tgS£E? vinciale bresciano antitubercolare nel biennio 1929-30 - « per merito del Fa- chi anni, da quanto cioè Uè parole con le quali s'in spsseismo il grande problema della lotta g contro la tubercolosi è balzato al pri- n mo Plano della vita sociale.. E' In un'aJtra recente relazione, quella del à.^^"^^ M de]la Maternità e Infanzia, che 11 dott_ p0rro Savoldi ha dovuto pur troppo scrivere: «Bisogna tener pre sente che Brescia ha una provincia T amplissima, industriale, dove la tu- t bercolosi miete e fa assegnare alla d?Wa dl Brescla U quarto posto nel cdlcg^"0, P™Pora«onale a» morti per|v tubercolosi fra tutte le città del Re- gno chfii secwldo , censilnentl del 1921, superavano 1 60.000 abitanti ». aa.iPanorama un po' triste, quindi, sta- ipvolta, da offrire a chi ha seguito que-1 pste nostre rassegne bresciane, dopo il ,z colpo d'occhio dato alla città tutta 'spiena ^ ferv°re d'u« rinnovamento d!"!U ?0„S!SnJfl"0i,ttiia 'JETv^^-S so la sponda occidentale del Garda per da presso , lavor1 de!la 1 stupenda strada Gargnano-Riva, una Idi quelle opere che, al pari dell'au- tostrada Brescia-Bergamo, dicono come nel popolo bersciano riviva Integra quella pratica romana per cui elemento di civiltà era anzitutto la grande via dl comunicazione. Eppure, se il quadro è severo, se 1 colori ne son malinconici, quanta luce di' bontà, dì generosità, di abnegazione tmclhdechpcbdi pietosa pazienza, sulle miserie' dei Ucorpi travagliati, sulle sofferenze del-1 el'anime! Quale gara dl sforzi bene- np Hc1 per vincere le Insidie del male, I l. qualfl serena flducia n€Ua vmorla che!mogni giorno si annunzia più prossima, e persino sorridente letìzia nell'apportare i conforti a chi patisce! E talvolta la visita a un ospedale, a un luogo di cura, di profilassi o co-!dmunque di beneficenza che ci apre'!gli occhi sui valori dell'esistenza, me- glio che ogni spettacolo di bellezza, di potenza di gioia. Sul dolore degli altri misurare i nostri, sì; ma questo è un luogo comune e forse non del tutto rispondente a umana verità; mentire quel dono di se stessi offerto In silenzio, con semplicità, da tante persone, medici, infermiere, suore, organizzatori, è davvero l'appello alla realtà e alle esigenze spirituali di essa, è la presenza imperiosa e santa della Vita in cospetto della Morte. Percorrevo l'altro giorno la sezione della Maternità dell'Ospedale Civile di Brescia, sezione ch'è una delle me- glio allestite e fornite d'Italia; e il dlettore aveva voluto farmi entrare nel reparto delle .illegittime.. C'era, con le altre, una ragazza che 6Ì e no POteì-a aver quindici anni' " v*dai questa. - mf disse il medico, - veda I questa; è quasi una bambina -. E cosi dicendo le fece una carezza. San-; *rvo urlare, da una stanza vicina, una. Partoriente. Ma quel gesto cosi sem plice> qU€lle ^"tìe cosi ver^ mi fe ^™ ' ™f?°'nnca°I,ctbian £reSenza trOVW plù nuHa da risP°n| m:pensarli preventori, colonie, sana t0rio di S. Antonino, case materne, tutte emanazioni dl profilassi e cura . della tubercolosi sia del Consorziò bre- sclano antitubercolare, sia della Federazione provinciale dell'Opera Nazionale Maternità e Infanzia, sia del Comitato bresciano della Croce Rossa Itaiana : - e dappertutto, con la lindezza, l'ordine, la ricchezza del materiale cientifico, questa sensazione soavissima di un'umanità curva su un'altra umanità, a spiarne i dolori, a fare il bene, si, ma accomaagnandolo con quel gesto paterno, con quelle parole d'affetto del medico là nella sala delle « illegittime >, davanti a quella bambina troppo precocemente offesa. Un pigolio come di cento passeretti messi insieme, cento braccìni nudi levati per un saluto che vorrebbe essere romano, e quanti occhi sgranati, azzurri, neri, castani sui visitatori improvvisi, e testoline ricciute bionde e brune... Un sole tepido inonda Villa Paradiso, brilla sul gran prato verde del parco, sul boschetto dei pini presso l padiglione vetrato della scuola all'aperto dove già (sono le dieci del mattino) suore e nutrici portano le grandi « gabbie • pieghevoli di legno e reticella bianca per I primi passi — fa scintillare tutto questo candore di lini, di lacche, di arredi, che s'intrawede attraverso l'atrio spalancato sulla ridente primavera. Una cinquantina di blmbetu sgambettanti, maschi e femmine, dal due al cinque anni, altrettante bambine dal cinque ai .dodici (sono 1 • limiti di età > degli ospiti di Villa Paradiso, perchè 1 maschi dopo i cinque anni vengono smistati nella Colonia , Pnncipe d; Piemonte, di sm , Garda) son qui sui piazzale ci sl fanno tmorno con un gridio te- stoso par d'essere In un'uccelliera (jUando si rinnova il becchime. E che che «razla «* sin civettuola nelle acconciature delle più grandicelle, che roseo di salute sui volti paffuti di certi ometti che ci guardano di sotto in su sempre col nraccmo teso prolungando il saluto Tuto, "lina domandaruna"carezza, mèri tr8 ^ medico direttore dì Villa Paradiso viene sull'uscio a far gli onori dl casa. cosi cominciamo a percorrere le dell'arrivo. Questi son figli di tuberco lotici? Si stenta a crederlo. File di lettini Intanto il conte Martinoni, che li chiama tutti per nome quasi fossero figliuoli suoi, ha per ciascuno un sa- varie sezioni di questa mirabile opera assistenziale del Consorzio "provinciale antitubercolare bresciano, posta sotto il patronato della Principessa Maria di piemonte, frutto di una bene intesa propaganda di provvidenziali assistenze e delila incessante generosità bresclana, istituto largamente sussidiato dall'Opera Nzionale per la Maternità e S**** che comPrende 18 Casa Ma" terna, la colonia profilattica propria mente detta e la colonia bambini gra citi Tarenzi Rocchelli. Tolgo dalla re. lazione del dott. Pio Molinari questeh^wS^^V^TTym *^diso in pianura, a un chilometro dallaeliso in pianura, a un cniiomeiro aaiiacittà, giace In mezzo a verdi prati ed ha ùn vasto, ombroso parco. Nei duepiani superiori vi sono quattro grandi camerate, l'Infermeria, l'isolamento. ibagni e la gabinetto di medicazione. AUeria, l'ufficio di direzione, il refettorio e ia cucina. Alle quattro camerate se ne sono aggiunte ora altre due e nuovipianterreno la scuola e l'asilo, la gal-locali ricoverano 1 lattanti, con Infermeria, stanza d'Isolamento, refettorio, e dormitorio per le balie. La Villa, acquistata nel 1921 dall'Opera Pia Dispensari antitubercolari e Istituti affini di Brescla, toglie 1 fanciulli sani,d'ambo I sessi, dal contagio dei fami gijari tubercolosi e non li restituisce aua famiglia prima dei dodici anni se ogn( pericolo di contagio non sia scom parso: ricovera, temporaneamente, noi ia proporzione dl un decimo dei postidisponibiili, I bambini di spiccata gracilità, per lascito della signora Lina Rocchelli Tarenzi, e lui dal 1925 una sala per i lattanti ». Questo è il linguaggio rapido di chi ha non ha tempo di «scrivere perchè ti male, la miseria, l'assistenza lo chiamano ed egli pronto risponde coi fatti. Ma io vorrei che tutte le mamme che mai abbiano un'ora sola trepidato per la sorte del loro bambino e sappiano cioè che cosa è cura, amorevolezzapazienza verso una vita che sboccia tenera, indifesa, potessero visitare, queste sale ariose per ritrovarsi, per riconoscersi nel loro momenti dl maternità Più intensa. File di lettini candidi sul quali li sole, attraverso le grandi ve tratc, porta In ipleno 1 suol raggi, salette da bagno luccicanti che a guardarie s'immaginano quel eorpicinirosel Irrorati dalla doccia, una galleria di ricreazione con cavalli a dondolo, tricicli, automobilint a pedaletutti 1 giocattoli atti a divertire irrobustendo le membra, aule scolastiche esemplari, e ima cucina, signore mieche mai ne ho vista una più linda— Vuole servirsi, signore? — Grazie, suora, un'altra volta, — Fuori, sul verde tenero quel bimbi nei loro vestitinl vivaci paiono una fioritura. La Casa Materna Ma da una camerata '/lene un parlottare sommesso misto a vagiti: la Casa Materna di Villa Paradiso, la sezione Jestinata ad accogliere i bam- tlnlte cautele indispensabili ad atte niuare lo strappo di quell'intimo le game fisiologico che unisce il piccolo ttMnsgmcUn, della prima infanzia, allontanati ISco=l cir, fial nrlmo cloniri di vita dal tolibile denoto non uwannd? tuttavia neS ieUeT Sifascurando tuttavia nessuna delie in irves<=ere i madre o dr^ueglV^Uri Ivlegami sentimentali che pur nella lo- cro immaterialità non sono meno for-'ti e sentiti. Tre o quau.ro nutrici vi¬ gilan accanto alle culle; un minusco- lo esserino prematuramente nato, già- ce assopito in una incubatrice, anti-i cipo di vita sulla vita stessa I — La madre tubercolotica, è morta 'ieri — dice il medico — ma' per que- sto piccolo ho speranza. Vede ie nu-!tricl? Noi le reclutiamo in gran parte fra le madri Illegittime della Maternità. Entrano qui portando le loro creature, che possono cosi allevare In un'atmosfera di serenità e di tranquillità, con vantaggi materiali e morali grandissimi. Certo questa nutrice non va considerata come una semplice fornitrice dl latte, ma deve sapersi sostituire alla mamma del bimbo che- le è affidato, prodigandogli cure (attente, avvolgendolo dl quella atmosfera di amorevolezza che è necessaria al bambino quasi quanto il nutrimento. Finora i risultati sono stati eccellenti. I bimbi crescono, e all'età di due anni passano all'altro reparto, dl quelli ohe ha vtsto In giardino. Scendiamo dabbasso per congedarci. Di nuovo i piccoli s'affollano Intorno al conte Martinonl, che dell'amministrazione della Villa Paradiso è vicepresidente, ed una bambinetta Monda che non gli arriva ai gi- tua filastrocca, bambina, e che tu possa un giorno capire davero che cosa sta gratitudine, verso un uomo, verso una donna, se t'avranno fatto de] bene — ad ogni età — donandoti cose e, più ancora, sentimenti. Ma cne tu possa allora comprendere dav vero 11 va'ore della gratitudine silen- nocchi comincia a recitargli non so che poesia di ringraziamento, impa- rata a memoria chi sa con quanta pazienza della suora. Recita, recita la z\os*< sincera, e sentire che il potei ; j d|r * eraz\e . senza jma vaga ombra je'. di rammarico, significa possedere un tesoro più grande e più prezioso di quelli nascosti nel'e fiabe Nel ritorno, il conte Martinoni mf parla della sua colonia .Principe di Piemonte, che tanto gli sta a cuore. ]dell'Ospizio marino bresciano, della Colonia Angiolina Ferrari di Valsa-Iviore. delle Colonie elioterapiche df'^!*«"2*0. Orzinovi, Desenzano. Ma ja ««tao Iseo Breno deUnstituto eli- a . ™\ .„—™ i matlco di Salven, del magnifico sana-e torio infantile .Benito Mussolini, di i i VelledTane lassù a quasi mille metri idalteMa In una stupenda conca di A casta#nl e <H abeti... di tutto quel o e i -1 complesso imponente d'opere preventive e assistenziali per cui la provincia dl Brescia è da indicarsi come un , , i , e e i a a i i . e r o , à esempio. L'automobile corre fra pè soni e mandorli in flore. — Ricorda, conte — domando ad un tratto, — l'opedale dl guerra Sant'Angelo, qui a Brescia? S.f5™e/.^ J^^^l ri le suore affaccendate fra un letto e l'altro, e i chirurghi su e giù per le corsie, rapidi, muti, severi. Quanti eravamo? Dove s-:i ora tu, mio vicino di destra, che con quel moncone di gamba mozzato alla coscia avevi ancora 11 coraggio di cantare, appena il medico s'era dileguato? Maggio 1918. Che primavera quell'anno! Rivedo la terrazza dove in cinque o sei ci radunavamo per prendere un po' di sole, zoppicanti, chi col capo fasciato, chi col braccio al collo, nei nostri pigiama di grosso cotone grigio. E la signora blonda della casa accanto, quella che mandava le arance al capitano ferito al polmone? Per vederla quand'era alla finestra, non vi dico in qual luogo ci appiattassimo, e da qua! finestrino — davvero poco poetico — le facessimo di' screti saluti e le bisbigliassimo pa rolette sommesse. E lei ci sorrideva, la cara donna, a noi, che il meno , e , , — malconcio aveva almeno un braccio sfracellato. Era carità anche questa, e per quel sorriso ci prendevamo le strapazzate dei dottori, i rimbrottidelle suore. — Vergogna, vergognai — diceva suor Maria. Ma eravamo tante giovani, venivamo da quel luo-ghl dove la morte era una realtà tan-gitile, d'ogni ora, e non una parolaincerta nel buio lontano. E forse perciò eravamo puri come questa bimbi di Villa Paradiso. MARZIANO BERNARDI.