Il responso della Magistratura del Lavoro

Il responso della Magistratura del Lavoro Il responso della Magistratura del Lavoro suaverenzaeraccantiavventizi del Vercellese Il diritto ai salario minimo in relazione alle necessità di vita affermato dal Pubblico Ministero con una nota inconsueta. Appena en tnamo nell'aula della Corte d'Appello in via Giacosa, troviamo la parte riservata al pubblico occupata da un folto gruppo di persone che fino dal primo sguardo si rivelano in maggioranza contadini. .Sono infatti i componenti il Direi torio provinciale del Sindacato salarmi i il; Vercelli, i quali, con altri lavoratori della terra, sono giunti su un autobus del Dopolavoro per assistere alla ripresa della causa. Il gruppo comprende una quarantina di organizzati, dai cui volti bruniti dal sole traspare una serena fiducia nel responso che sta per essere pronunciato dalla Magistratura del Lavoro. Il riassunto presidenziale L'udienza viene aperta alle 10 dal Presidente della Corte, comm. Bobba, ai cui lati sono i consiglieri cav, uff. Burziò e cav. ufi. Cartasegna, oltre gli esperti ing. Cerati e cav. Begala. Al banco de! Pubblico Ministero siede il Sostituto Procuratore generale cav. uff. Siracusa. Cancelliere il cav. uff. Manteco. Sono presenti le parti in persona del signor Enrico Gaito, segretario del Sindacato provinciale fascista dei salariati e braccianti, assistito dal segretario generale dell'Unione provinciale dei Sindacali fascisti dell'Agricoltura di Vercelli, signor Ignazio Pozzi, rappresentati dal procuratore avv. comm. Aldo Bertele, quale consulente legale dell'Unione di Torino, difesi dall'avv. gr. uff. Roberto Roberti, consulente centrale della Confederazione nazionale Sindacati fascisti dell'agricoltura. Come è noto, il Sindacato braccianti ha presentato ricorso per la formulazione di nuove condizioni di lavoro circa le tariffe salariali, contro la Federazione provinciale d'egli- agricoltori di Vercelli, che è presente in persona del suo presidente on.. Roberto Olmo, difeso dall'avv.' Bernardino Ranno e assistito dai' consulenti tecnici confederali conte dott. Antonio Zappi Recordati e avv. Achille Motta. L'avvocato Roberti e-l'avv. Ranno hanno presentato alla Corte due nuove diffuse memorie rispettivamente per i propri! patrocinati. 11 presidente riassume i termini della vertenza e la discussione In sede conciliativa avvenuta nelle udienze precedenti, esponendo dati informativi sulla produzione italiana del riso, che rappresenta i due terzi di quella europea, sul prezzo della derrata e sulle tariffe oggetto di. contestazione, rivolgendo ur. elogio all'on. Razza, assente per il contributo di cifre da lui portato nel dibattito. In presenza della sentenza che la. Corte e chiamata a pronunciare, si dice sicuro che non vi saranno recriminazioni da nessuna parte. SI tratta di uscire da una situazione difficile ed anche le crisi, per quanto dolorose, possono essere utili se rimane la concordia tra gli elementi della produzione. Invitando pertanto le parti a esporre le loro ragioni, conclude dichiarando che. riuscito vano il tentativo di componimento della causa, le cifre da. lui esposte nell'udienza del 18 corrente non impegnano alcuno e quindi neppure il presidente che a titolo transattivo le ha formulate. sqacssL'avv. Roberti per ì braccianti Tra la più viva attenzione si alza a parlare, per il Sindacato braccianti, l'avv. Roberti. Egli esordisce recando alla Corte il saluto del presidente della Confederazione dei Sindacati dell'agricoltura, on. Razza, che non ha potuto intervenire all'udienza, e rende omaggio alla Magistratura del Lavoro che rappresenta la più alta potestà dello Stato fascista per la risoluzione delle controversie sgorganti dai rapporti contrattuali fra datori ed esecutori di opera. Accennando quindi alla questione del salario che costituisce il punto del contrasto, egli si domanda: Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo stabilire delle tariffe — risponde —; ma dobbiamo soprattutto porre alla nostra co scienza quello che è il presupposto del la causa, definire, cioè, la funzione del salario nell'economia corporativa e del lavoro nella produzione nazionale. In caso diverso tornerebbero a rivivere le regole della domanda e dell'offerta della mano d'opera, che consentirebbero ad ognuno di mettere in effìcenza le proprie forze, schierandole contro la parte avversa. E' ciò che si ó fatto sino a ieri. E avremmo allora nuovi episodi della lotta di classe, sperpero di energie; nessuno defletterebbe dalla propria linea di condotta, da un lato in nome della egoistica difesa del proprio patrimonio, dall'altra per la suggestione del mito. Ma oggi tutto ciò è superato. Il Regime ha creato un nuovo sistema, dando la possibilità alle contese del lavoro di manifestarsi e di essere risolte nell'ambito della giustizia. Il Regime ha detto ai lavoratori di non eccedere nelle richieste, di contenerle entro un equo limite; ma ciò è avvenuto perchè nei lavoratori non ha considerato i tradizionali mercenari che vendono il proprio lavoro, bensì degli strumenti della produzione, parte integrante di essa, a cui devono per ciò adeguare la loro richiesta, basandola sulle esigenze normali della vita. Ed è questo il primo elemento di cui, insieme con le possibilità della produzione, intesa nella sua funzione, e col rendimento, bisogna tener conto, sulla scorta del dodicesimo paraprafo della Carta del Lavoro, nella fissazione di un determi nato salario. Ora le esigenze normali di vita nei riguardi di un lavoratore non sono che l'essenziale per vivere se quindi non fossimo in crisi noi do vreinmo porre diversamente il proble ma. La crisi tuttavia c'è, anche se sia evidentemente esagerato il parlare di condizioni fallimentari per il Vercelle se. La crisi non è stata peTò inventata l'anno scorso e a Vercelli. E' uni .versale. Non è un fatto locale straordinario. Siamo oggi come era- lddcs stamento economico, ed è appunto per questo che i lavoratori, perfettamente aderenti allo spirito della Carta non chiedono aumenti di salario, ma soltanto che il limite della diminuzione sia in armonia con le necessità normavaie a dire elementari, dell'esi¬ stenza. Responsabilità e salario minimo D'altra parte che cosa rappresenta il salario nella produzione? Secondo la tesi' degli agricoltori, i lavoratori perchè c'è la crisi dovrebbero prestare la loro, opera gratuitamente. Ciò significa che la misura del salario è fatta dipendere dal concetto dell'utile e allora bisogna arrivare alla soppressione del salario, senonclió con l'ordinamento corporativo abbiamo rispettato e riconosciuto l'organizzazione capitalistica della produzione, a patto della responsabilità: prima di fronte all'eco-i nomia nazionale, poi allo Stato. Fuori di ciò, mancando al lavoratore la possibilità di controllare gli elementi della produzione, gli si deve concedere la possibilità di fissare il salario. E l'avv. Roberti, sempre più attentamente seguito, soggiunge che l'obbligo degli agricoltori è di dare un salarlo di possibilità normali di vita, quando la produzione è normale; e di assicurare un salario anche minimo, quando la produzione è deficitaria. E' questo il concetto di responsabilità che chiediamo alla Magistratura sia fissato. Noi possiamo oggi rinunciare a tutto ciò che impropriamente si potrebbe definire il superfluo, al tono normale Al vita in rapporto col tipo di civiltà- dell'Italia; ma domandiamo un salario minimo. Il problema è allora di stabilire . questo minimo,.: .all'infuori di tutti gli elementi che possono gravare sul capitale, essendo ciò superato dal salario che il Regime ha-voluto assicurare al lavoro perchè possa rispondere alla sua funzione, venendo in caso diverso a mancare ad uno degli elementi della produzione — al lavoratore — le basi stesse delia collaborazione, che sono le basi di tutto l'ordinamento del Regime. L'oratore passa ad esaminare i dati del costo della vita e si chiede se sia mai possibile ad un lavoratore del Vercellese, dove i prezzi delle derrate o degli altri generi di consumo non diversificano da quelli del resto d'Italia, vivere con otto lire al giorno, le quali, anche ammesse duecento giornate lavorative annue, danno una media da cinque a sei lire quotidiane. Non si deve guardare alla produzione sotto il ristretto angolo visuale delle condizioni del singolo agricoltore, ma in blocco, attraverso la funzione del salario da una parte e la responsabilità della produzione medesima dall'altra, essendo assurda la concezione di una produzione che manchi alla sua funzione sociale. Rinuncia al calcolo delle cifre che non sono controllate, nè lo possono essere perchè la - legge lo vieta, ed afferma che bisogna dare la giustizia ai lavoratori, senza di che si ricade negli inconvenienti che il Fascismo ha eliminato. E' convinto che la Magistratura torinese saprà determinare con questo criterio il salario degli avventizi vercellesi, tenendo ancora conto di un fattore della massima importanza: la pacificazione sociale realizzata dallo stato corporativo. Senza tale pacificazione, dove saremmo oggiT Gli agricoltori, anziché a discutere pacificamente davanti alla Magistratura, sarebbero occupati ad arginare l'Indisciplina del lavoro. Ciò esige dei compensi: e l'oratore, concludendo, esprime la certezza che la Magistratura alla pacificazione sociale conseguita dal Regime, ispirerà la sua sentenza che sarà di giustizia sociale. Le ragioni degli agricoltori Dopo l'avv. Roberti, la cui arringa ha destato impressione, è la volta dell'avv. Ranno, che.parla per gli agricoltori. Egli si riferisce ad un'affermazione del patrono dei braccianti, per affermare che la parte avversaria ammette, che la produzione è in perdita, ciò che del resto è dimostrato dai documenti. Egli riconosce, ad ogni modo, che perdita di gestione non vuol dire fallimento. Quanto al salario rileva che il presupposto della Carta del Lavoro è che la possibilità di produzione vi sia e qui invece non c'è; di conseguenza non si può fare appello a criteri normali. La Federazione degli agricoltori si è riferita al caposaldo del salario durante il periodo invernale, in base al quale si stabiliva che quel salario era sufflcente; oggi poi esso è ancora aumentato perchè vi sono le ore straordinarie ed altri lavori che integrano le paghe dei lavoratori. La Federazione ha accettato ciò che gli organi superiori hanno stabilito per un termine provvisorio bensì, ma che può essere prolungato giacché oggi continuano a sussistere le stesse condizioni dì disagio dell'agricoltura. Vede in questo atteggiamento degli agricoltori verso lo Stato 1 principi! della collaborazione e chiede che la Corte voglia fissare le offerte fatte, che consentiranno di superare la crisi nell'interesse di tutti. E' la volta dell'on. Olmo, il quale ribadisce tutu gli argomenti della sua parte e si addentra in un minuzioso esame di voci e di costi, sostenendo con calore e convinzione la impossibilità delle Aziende di sopportare un onere diverso da quello rappresentato dalle offerte della Federazione. Dal canto suo l'avv. Bertele svolge alcuni altri argomenti giuridici a sostegno della tesi dei lavoratori, che l'oratore espone con piena conoscenza della materia corporativa. Poche parole aggiungono infine il cav. Marzatico e l'avv. Motta Esaurita cosi la discussione, prende la parola 11 Pubblico Ministero, avv. buffili. E,glU.s! "«aPiace innanzi rS»S nella cordiale fiducia con cui le tPn ri1rtA6tt,end0Ii? 'a decisione della Cor 1° l.da loro etto dell'atmosfera di se- immenut^,ì1 «"battito * stato mantenuto. SI realizza cosi il nostu- ? Vili1* „6rcW«là «** SU elemenrnrS^.Produzione prevista dalla Slamo lontani dai tempi delpmh. di . par<te' cne Preparava X S * ora.i Wsti. Addentrandosi quindi nel vivo de a questione dice *e la decisione è subordinata a due co il"SùJEJ,0 giuridico, l'altro politi^.Vaiirifn^o i .pparnfato sul citato Kn)10^12,?eIla Carta. Le esigenze la ToslthlicI11^ f?no m funzioni delprezzi RimLdellìa Produzione e dei chi il «■JiJ.h^v, 11 a punt0 essenziale cne a salario che deve corrispondere S'MIJ, di„ vi,to' ^ve essere Tu" nrnrtn„(fu"r-l0£e «ielle Possibilità della i lario deve a™ L°„n; Sl (Lew1 siabilire il necesh la Produzione dà larghi uti¬ li, ì^*"°hdeYe aumentare; vicever- nnn°i?8 & sua voIta discendere, ma d?vpr?«rfi V minimo, perchè in ci£o ri ™l„.rà a?006 11 datore di lavoro. I rappresentante della legge, passa mrlandnrar,tìft rasseff,,la « cifre e parlando, del conguagl o. uno dpcrii SS1 ogg^togdi gpiù' limati Si- Il Minwppn* i€,fjaI^' »Herma che se il Ministero delle Corporazioni nur con criterio politico e n base a tutti ^elementi posti in campo dag agricoltori, ha stabilito che la tariffa principale durante periodo della dovesse essereP dì lire 1.15 S» L^'0 appunto il conguagl o, tffl non ,PU0, stendersi come suscettibile di ulteriore diminuzione ma* contrario deve essere inteso Se Mfijffijg u» acconto concesso su una ulteriore maggiorazione. dWh ennmpJfftent0 c£e nei riguardi n^lài»0™1?1, n,on 61 .P°«sa stabilire ""sa^rio inferiore a Ore 1^5 all'ora, per navori ordinari; MrVtrfCI ber 1 e lire fSW di prima'cateloria J"SUJ«5 ?*r L]avori straordinari di seconda categoria: ciò che darFunà minimo3 df»1^1 valuto da "Sn HfHmoJdlJ-d,i*C1 Ule> a un massimo d lire dodici Per le donne propone d adeguare le paghe con una ridicoTJt± Per Vnto, che fisserebbe ?s| " compenso in un minimo di lial fffomVVI massimo di lire 6,60 PmkIh™0-,,/11, }** modo, conclude il Pubblico Ministero, si ha un aumen£ ^ne"lvo di. ?alF10- Sf augura chne L?i ^if"2*-!1 iSDlri ai concetti espósti e alle cifre specificate. ppgclsccabPLe nuove tariffe Sono ormai le 13 e 11 Presidente dà leUurf'S fUS part> <*"e "e 18 per il JfJ"ur,a del dispositivo della aecisìofS,*J$& Corte' ^'udienza è tol a. &,,and« ^mamo, il OanceUiere-capo, r^u7;, Manteco, ci informa che là Corte, insieme con i due esperti, è in SS?t™a«d?i Concio dalli515." Essa ti np£pntF^8*1* ,a le 19- 11 Presidenti ÌeS£?i.11 dlsPositivo. con cui, dato fi ?.„d5 1 accordo pregiudiziale, ferme le condizioni tutte del contrattò di lavoro 13 giugno 1930, la Cofte decide i^1 controverso, cioè sul le tariffe dell'articolo 17. Ferma pu re restando la diminuzione prooor- zionale per gli uomini minori di I7lanni e per le donne minnri hi ìa „h„I a r , l l i o i o e i i . i r e i a e e a o o n l i o e a e e . per le donne minori di 15, che non fu contestata: dato atto dei rate- £U£PSmel,;t0« del 5avorl Proposto dalre parti in tre voci per gli uomini e to altrettante per leVonne, la Corti stabilisce le seguenti tariffe da valere da ieri sino al io novembre prossimoUomini: lavori ordinari di primavera- jlre 1.25 all'ora; lavori straordinari di prima categoria lire 1.40; laria llrfYS) seconda catego Donne: le'paghe sono fissate rispet "vamente in lire 0,65: lire 1.10; li- rffSÌp^Lenlentl< P^g" uomini: spandhnento concimi lire 0,90 al giornospaudimento clanamide, al quintale Ure 3,75. senza diritto giornaliero; semina riso, doppia ondata, per giornata di terreno lire 1,20, ondata semplice lire 0,90; taglio erba per bergamina fuori periodo fienagione lire 0,35. Supplementi per le donne: lavori in acqua, giornaliere lire 0,85. E' dichiarata definitiva per il periodo dal l.o marzo al 26 aprile corrente la tariffa oraria di lire 1,15 per gli uom ini e di lire 0,65 per le donne, già applicata in esecuzione della noto del Ministero delle Corporazioni in data 9 marzo 1931. La decisione in complesso è bene accolta dalle due parti. L'avv. Roberti non nasconde la sua soddisfazione per aver visto la sua te6i avvalorata dall'autorità del Pubblico Ministero, «in attesa della motivazione della sentenza — egli ci dice — le argomentazioni del rappresentante la legge avranno negli ambienti politici e sindacali la più larga ripercussione •. r Praticamente, in base alla sentenza, gli uomini del primo gruppo, vengono a percepire lire 10 in luogo delle 8 offerte dagli agricoltori e delle 11,20 richieste dai Sindacati; quelli del secondo gruppo lire 11,20 in luogo delle 10,40 offerte e delle 12,80 richieste; quelli del terzo gruppo lire 10,40 in luogo delle 9,20 offerte e delle 12 richieste. Fra le offerte e le richieste la Corte, assommando le tre tariffe' ha dunque dato nel mezzo, ma 1 lavoratori hanno sempre un guadagno sulle offerte degli agricoltori. Quanto alle donne la proporzione è la seguente: primo gruppo, offerte lire 4; richieste 6,40; sentenza 5,20; secondo gruppo, offerte lire 8; richieste 9,60; sentenza 8,80; terzo gruppo, offerte 6,40; richieste 8, sentenza 7,20. Ed anche qui il progresso sulle offerte è notevole, pur non essendosi raggiunto per nessun gruppo il limite delle richieste. F..O;

Luoghi citati: Italia, Siracusa, Vercelli