La Gardesana di Brescia

La Gardesana di Brescia La Gardesana di Brescia , BRESCIA, aprile. Il motoscafo, un Fiat anzianotto ma ancora ben portante coi suoi due bianchi mustacchi d'acqua spioventi dalla prua, faceva tranquillamente i venticinque all'ora su un lago liscio, senza ruga d'onda nè bava di vento, latteo o turchino secondo 11 riflesso dei torrioni di roccia della sponda. Tre nuvolette candide appese all'azzurro incappucciavano il Baldo coronato di nevi, e a sud il cielo si curvava su un orizzonte marino, chè neppure forzando lo sguardo la riva lontana di Desenzano si scopriva. Gioia di navigare un lago con la illusione di essere sul mare: la stessa che si prova nel golfi tirrenici allorché si esclama: « Guarda come è bello, sembra un lagol ». Così, anche nel paesaggio, si cerca e si gode la parvenza di ciò che non 6; ma sul vecchio canotto col quale l'ingegnere Riccardo Cozzagllo, podestà di Gardone Riviera e quindi di Gabriele d'Annunzio, era sceso da Limone a prendermi a Gar ghano, io godevo più ancora la splendente primavera gardesana, fiorita, profumata, ridente e trepida come una sposa del buon tempo antico, e cercavo intanto lungo la costa il solco della nuova strada litoranea del Gar da, la Gargnano-Riva, della quale a Brescia avevo sentito parlare orgogliosamente, come di un'opera ciclopica, ed 4 cui lavori, in corso da circa due anmi, appunto l'ingegnere Cozzaglio dirige. Sic vos non vobis, mellificate apes: non per me: per voi, signori automobilisti scrivo questo articolo, ve lo dedico con tutto il cuore a vo. ,dle sarà uno dei più bei cammini elei 1 mondo lanciandovi, a velocita cjhe danno il senso non di vivere ma di sognare la vita, dalla pianura dolce verso le montagne aspre, lungo queste acque limpide che Catullo, Virgilio, Dante, cantando, amavano « Suso fa Italia bella giace un laco Giaceva, Infatti, «a pie' dell'Alpe che. serra Lamagna •; giaceva ampio, diffuso, respirante l'immensa sua serenità, colmo di sole, di azzurro, di silenzio, specchio — in quell'ora — dei più placidi e suadenti pensieri e - a. -S e -' i i|- . , .lene mente in sè possa rivolgere. Nè e mui Parola m'era sembrata, nel suo sue labat0 suono, più pittoricamente sug- J^tffi&J&Ì^^^ e ZVeT^nnLtT^^gi^e l à ti e e, i j e o a a , . a e o ù ; i , e e, éne ; esi zo, gil a c è lento si srotoli, lungo la nostra mo derata corsa passavano le visioni con improvvisi mutamenti d'aspetti: ora il soavissimo incanto di un porticduolo adagiato fra gli olivi, cinto contro lo spalto montano dalle bizzarre limonaie grige che paiono diroccate rovine di castelli, con piccole case raccolte intorno al campanile, asilo di pace forse un giorno nella fantasia intravisto come obliosa pausa nell'esistenza affaticata; ora l'incombente baluardo delle Tupi strapiombanti per centinaia di metri sull'acqua immobile menare lassù, dal ciglio della balza, contro 11 cielo e sopra un arco di ponte, occhieggiava un borgo, da domandarsi in qual modo mai vi si possa giungere ; ora infine, dalla strettoia orrida di una gotta, il salto d'un torrente, spume iridate sulla roccia umida e lustra. Passava il porto di Ti gnaffe da cui, per morbidi oliveti, si va a Oldesio e a Gàrdola, passava il porto di Campione fiero del cotonifìcio dominato dalla forra di San Michele, passava lo scalo per l'altipiano di Tremosine con su in alto la ridente chiesa di Pieve tutta dorata di sole, pas savano 1 promontori di Brasa e Corlor, e Limone appariva, ultimo paese della sponda bresciana, con le sue cedraie famose, cai breve declivio dolcissimo che dà il benvenuto a ohi giunge. La ciclopica impresa Garchilte ilagcorprimgar11, direla po pioGarno o lde acqlievai beatevè cdimme— lerste 6 aper240cheturmascocirpervorpuloonl'a6'ragtrome300mea csoperfrato terdesoplaisoanziodaghgaquTrsopistidee è na le edi on I è ci i a o e E ela e arlacldiunnolasil'apeviBrGinoràTrdeglbrlinnoprniqurirituzafadenomstdeR19mturaPsolanchfochdopmtecimbrdlochcigqdlastogIntanto, mentre il film si svolgeva au ralenti, i|l conte Camillo Martinoni 0 papà dei bimbi di Villa Paradiso e della Colonia Principe di Piemonte (due istituzioni mirabili dell' attività antitubercolare bresciana, delle quali parlerò un'altra volta), alla cui Infinita cortesia dovevo il godimento di que sta amenissima gita, e l'ingegnere Riccardo Cozzagllo facevano già onori di casa. Le parole commentavano ciò che ai miei occhi appariva — l'imponenza cioè di una delle più ardite strade d'Europa —; e le schiere dei lavoratori che minuscoli lassù sulla sponda s'affaccendavano intorno ai vagoncini delle decauviiles, il Tombo lontano delle mine, il fragore dei massi precipitanti nelle acque placide che mal ancora avevano visto tanta fatica d'uomini, il polveroso scarico dei detriti lo stridere delle vanghe e dei picconi l'andirivieni delle carriole e delle macchine pressatale! e cilindratrici, il balenare al sole d'arnesi e di metalli, erano intanto la plastica rappresentazione di quanto udivo. Alle domande ingenue, da profano, ring. Cozzaglio rispondeva con quella semplicità tranquilla che agli uomini usi — beati loro — a misurare la vita sull'azione pratica, viene dal maneggio delle cose e non dalle parole e così in calzettoni e scarponi da montagna, con la barba bionda intorno al volto abbronzato, le spalle quadre e il gesto lento,-questo podestà)cdi lago l'avresti detto un maggioreicdegli alpini in borghese, uno dei no- bstri alpini del Monviso e del Rosai eche tante strade anche loro han cgettato fra vette e abissi, valli el'nghiacciai. — La difficoltà più grossa è stata quella di segnare il tracciato. La cpp rgnano-Riva si svolge su ventisette lometri e 500 metri, in buona parin roccia scavata, ch'è a picco sul o. Bisognava dunque calarsi con le rde dall'alto, forare la rupe, scavar ma una piccola nicchia, poi allarrla per far posto agli uomini, e di o intagliare la montagna nelle due ezioni oppure bucarla e far correre strada in galleria. Quando il tem era buono, pazienza; ma quando veva o tirava vento — e qui sul rda uragani violentissimi si scatena improvvisi se soffia la « vinessa • '« ander » — attaccati a quelle cor ,& maneggiare sotto i rovesci di qua gli strumenti delicati per 1 rivi, si sembrava del burattini appesi fili. Chi passerà qui in automobile andosi di questo paesaggio incanvole non immaginerà certo quanto costato di fatica e di rischi tale gomento. Dei ventisette chilometri e ezzo» di percorso, più di un quarto esattamente 7000 metri — è in galia di roccia viva. Calcoli che quee sono 77, che la strada è larga dai ai 7 metri, che la roccia scavata sui rcorsi in «tunnel» è di metri cubi 0.000 e sui percorsi aperti di 450.000, e vi sono 80.000 metri cubi di murara fra ponti, sostegni, rivestimenti, assicciate, che alla fine di questo onso marzo già s'erano consumati rca 300.000 Kg. d'esplosivo e che r molti mesi 2000 operai hanno larato contemporaneamente su tutti i unti del tracciato — e potrà'rendersi nto della grandiosità dell'opera, delaudacia di chi l'ha voluta, del coggio di chi l'ha ideata. Nè si potrà ovare elevato il costo chilometrico edio previsto, che è di un milione e 0.000 lire, vale a dire complessivaente circa 32 milioni; del quali 19 carico dello Stato e il resto del Conrzio costituitosi nell'ottobre 1928, r iniziativa dell'on. Augusto Turati, a le Provincie dì Brescia e di Tren ed i comuni bresciani e trentini inressati alla creazione di una grane strada di comunicazione che non olo permetterà di valorizzare una aga magnifica e fertilissima prima olata dal mondo, ma che riuscirà nche la più breve via di comunicaone fra la Lombardia e il Trentino, ato che l'attuale strada Brescia-Bar he-Ponte Caffaro-Tione-Trento è luna 141 chilometri, mentre in virtù di uesta litoranea l'itinerario Bresciareponti-Salò-Riva-Arco-Trento sarà di oli 114, e per di più quasi tutti In iano. Interesserà poi gli automobilii sapere che la pendenza massima ella Gargnano-Riva è del 5 per cento che il raggio minimo delle curvo di 60 metri. cl dsBstlrddCcdcslIptdtdltdTBVsLa mirabile rete stradale Il motoscafo rallentava, od anche si rrestava ai punti più pittoreschi dela riva. Là dove le rupi cedevano ai ivi, era un incanto indicibile di giarini in flore, un rigoglio di verzure, n variare smagliante di colori dalle ote cupe dei cipressi al giallo squilante del limoni, dal verde del clasico acanto al grigio dell'agavi e alargento degli olivi. — Pensi, diceva il conte Martinoni, ensi a che cosa diverrà questa Riiera quando in meno, di due ore da rescia s'andrà in automobile a Riva. ià lei fia visto che fra Salò e Madero la strada è stata asfaltata (e lo saà poi tutta la Gardesana), e che a reponti e a Mazzano si son fatte le eviazioni necessarie per tagliar fuori li abitati, mentre fra poco la ingomrante tramvia verrà innestata sulla nea elettrificata della Rezzato-Vobaro. Sull'altra sponda la litoranea (che resentava difficoltà di tracciato infiitamente minori) già è compiuta, e uindi da quest'autunno in poi il peiplo del Garda sarà uno dei giri tuistici più belli d'Italia. Dico quest'auunno, perchè se è vero che l'ing. Cozaglio ha promesso all'on. Turati di argli percorrere in macchina la Garesana alla fine di luglio, il transito on potrà tuttavia essere definitivamente aperto che in ottobre. Del reto anche questo è un record, consierando che i lavori del tratto LimoneRiva sono stati iniziati nel luglio del 929, e quelli del tratto Gargnano-Llmone nel settembre. Ma non solo al urismo, se pure l'industria alberghiea qui prometta adesso uno sviluppo ari a quello del Lago Maggiore, biogna aver l'occhio. Era questa, con a provinciale che moriva a Gargnano, con i bastioni rocciosi di Limone he l'Austria non aveva mai voluti orati per evidenti ragioni strategihe, tutta una zona preclusa dal mono. Lassù sugli altipiani, si stendono pascoli e boschi magnifici; ed i Comuni della Val Vestino, che apparengono geograficamente alla provinia di Brescia, ma amministrativamente a quella di Trento, saranno fra breve congiunti alla Gardesana occientale con una strada lunga 25 chiometri, che costerà sì 4 milioni, ma he porterà movimento, ricchezza, diiamo pure civihà a quei borghi un giorno isolati. Strade, strade, strade: mi sembra uesta delle comunicazioni, ora, una delle ambizioni più vive, più forti dela provincia di Brescia. Qui questa tupenda balconata sul Garda; a nord ovest la Mandolossa-Iseo, percorsa giornalmente da duemila veicoli, re-entemente allargata al pari dell'inantevole arteria che costeggia il Sebino da Iseo a Pisogne, dove è stata effettuata anrho la deviazione di tron chi ormai inadatti al transito autonobilistico da Pisogne a Darfo, cosiche questa strada semi-montana si presenta come una pista splendidaper chi va a Ponte di Legno, all'Apri- ca o in Val di Sole; a nord, ancora, miglioramenti apportarti alla strada della Val Trompia, in una plaga den sa di abitazioni e di opifici, méta, con Bovegno e Collio, di villeggiature estive per bresciani, cremonesi e man tovani, ed infine il ripristino di quel l'ingente patrimonio di strade militari (Passo del Vivione, fra l'alta Valle di Scalve e la Val Camonica, Passo del Gavia, fra Ponte di Legno e Santa Caterina Valfurva) che, passate le necessità belliche, andavano lentamente deteriorandosi fino a divenire impraticabili; ad occidente, poi, la complessa sistemazione delle arterie affluenti all'autostrada Brescia-Bergamo, la cui Inaugurazione è ormai imminente. L'autostrada Di questo nastro lucente disteso fra pianure pingui quasi a sfiorare la pittoresca massa prealpina che il Lago d'Iseo divide d'un solco profondo, tanto s'è parlato che non è più il caso di descriverne particolari. E' noto che l'autostrada Brescia-Bergamo è 11 tronco centrale della grande autostradale pedalpina destinata a congiungere Torino, attraverso Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova e Venezia, con Trieste e poi con Fiume (520 chilometri da Torino a Trieste, 60 chilometri da Trieste a Fiume). Questo tronco centrale misura 46 chilometri, dei quali 27 in territorio bresciano e 19 in territorio bergamasco, 'ire grandi rettifili in terra bresciana, un rettifilo quasi unico in terra bergamasca, otto sole curve delle quali due insensibili (la più stretta ha un raggio di 600 metri), 8 metri dì carreggiata più due banchine d'un metro ciascuna, una pendenza massima del tre per cento: — come non comprendere l'impazienza di chi a luglio potrà lanciarsi su questa pista superba? Presso Campione eravamo discesi un momento a terra per far quattro passi sulla ancor vergine Gardesana: la strada spariva dentro la roccia come un serpe inghiottito da una buca; tutta la montagna intorno risonava di colpi e di fremiti, mentre il lavoro ferveva. Ma dai fori scavati nella ru- sptrmPcfllorsufrsdgtrsulottccdcppcfmRsunvtcTrpfqppngfg_pMa dai fori scavati nella ru- pe per dar luce al transito, il im\balenava azzurro, a cento metri in basso, e lontano, sull'altra sponda, tra un lieve vapor glauco, il castello scaligero di Malcesine sorgeva tra la sua austera corona di cipressi. Pareva d'essere in una fantastica cattedrale gotica, di vivere in uno di quei sogni architettonici di cui Gustavo Dorè aveva il segreto. E capivo allora che una Commissione di tecnici svizzeri, venuta l'altro giorno sul Garda a studiare questi lavori, fosse rimasta colpita dalla ciclopica impresa, e che uno di quegli uomini freddi, usi a vivere in mezzo a una natura meravigliosa, avesse detto all'ingegnere Cozzaglio: t Lei può essere lieto di costruire questa strada, perchè in Europa non ce n'è altra che la superi in bellezza ». MARZIANO BERNARDI.