Le canzoni delle Alpi nel cuore della Superba

Le canzoni delle Alpi nel cuore della Superba Le canzoni delle Alpi nel cuore della Superba Una imponente falange « Quei mazzolin di fiori... » La sfilata del decimo Reggimento — L'elettrizzante discorso di Manaresi II giuramento di devozione alla Patria, al Re, al Duce Genova, 20 notte. Le cose sono andate come a Trieste l'anno scorso. La conquista di Genova, come quella di Trieste, da parte delle « fiamme verdi » è avvenuta gradatamente, senza grandi episodi iniziali e la « presa di contatto » con la popolazione non ha avuto delle fasi ,.,,„„ .„„- ,,.,»_„ „ „„„„,n Sehdosi 1 uno con l altro a grandi go_ mjtate, hanno cominciato a valicare anche la soglia dei lussuosi locali di piazza De Ferrari. Oggi erano deflni- eiuozionanti. Ieri gli alpini hanno gettato la loro' stanchezza ed i loro fagotti già dalle tradotte e sono anda.11 a dormire sulla pàglia. I più giovani e i più resistenti si sono impegnati subito e più particolarmente • con le guardie di città perchè non sapevano ancora dove sbattere il naso. I guantoni bianchi dei vigili urbani li indirizzavano da una parte all'altra delle magnifiche strade che gli alpini, i « pais », dandosi la mano attraversavano di corsa per paura dei tràina e delle automobili. In serata la falapge si è fatta imponente e allora è aumentato il coraggio, cosicché gli « scarponi », spili tivamente padroni delle posizioni, tanto che un manipolo di «penne nere » si è peritato anche di scalare la pedana dell'orchestrina di un grande caffè e di suonare con gli strumenti abbandonati dai musici tutte le canzoni' della trincea. Quest' anno. ' in ' omaggio al libro del,(qomandaiite Manaresi, è andata in vóga la" canzone del «Mazzolili di fiori » ed anzi tutta l'adunata è intonata al titolo del volume. Fiori quindi, sui cappelli, fiori all'occhiello, fiori sulla punta dei bastoni e perfino lancio di fiori da parte di quelli della Riviera che sono venuti a Genova con cesti di garofani. L'originalità dell'adunata Abbiamo dunque avuto uno scarpone « edizione di gran lusso » col flore in mano, coi fiori" in bocca invece della pipa, e con la rosa in fresco nel bicchiere colmo di vino. Vino che quest'anno era poi acqua. Ecco un'altra originalità di questa terza grande adunata. 11 comandante Manaresi ha detto che era ora di finirla col vino e gli alpini hanno smesso di bere. Ricordo che in Cirenaica ai primi tempi dell'occupazione 1 beduini, cosi ligi agli ordini del Corano, non be- vevano alcool se non nascondendo il capo sotto il barracano. Essi dicevano fra una sorsata e l'altra che se Maometto non li vedeva, non aveva nessun motivo di offendersi per l'infrazione alle sue massime. Maometti) non 11 vedeva ma poi li sentiva per che quelli una volta bevuto cantavano le canzoni imparate dai noslri soldati. Ho la vaga sensazione che gli scarponi abbiano ricorso all'ingenuo trucco del beduino della Cirenaica. Sta di fatto però che sui fiaschi c'era scritto « acqua» e non Chianti e che su un recipiente portato a spalla da un ve neto si leggeva « latte » anziché « barbera ». L'apparenza insomma è stata salvata in pieno e le bottiglie non hanno fatto più la loro comparsa du rante lo sfilamento. Ho detto che la conquista di Geno va da parte degli alpini è avvenuta gradatamente. E aggiungerò subito che è stata piena, completa, clamo rosa. I liguri non sono gente da arrender si di colpo all'entusiasmo e gli aip' giani, dal canto loro, non sanno fare tanti complimenti. Ieri e questa mnt Una scarponi e popolazione si sono tenuti sulle posizioni, studiandosi reciprocamente. Nel pomeriggio dopo la magnifica rivista le cose sono andato diversamente. I genovesi hanno capi to con chi avevano da fare, gli alnin hanno compreso che si trovavano fra amici e allora senza tante etichette si sono gettate le braccia al collo fraternizzando. Chi è stato in montagna sa benissimo con quanta delicatezza la guida !cne magari un momento prima ti ha preso per il fondo del pantaloni, salvandoti da un mortale ruzzolone, si ritira poi in disparte appena raggiunta la vetta e non ti viene vicino a dividere le provviste che ti ha portato egli stesso nel sacco se non lo chiami e qtiando lo inviti ti fa i complimenti mostrandoti il suo pane e la sua borraccia. Le chiavi della città ed il cuore Gli alpini a Genova hanno fatto dei complimenti ed i genovesi altrettanto: complimenti che sono durati 12 ore, da ieri sera a questa mattina. Oggi poi, a presentazione ultimata, la Superba ha consegnato agli scarponi le chiavi della città e del suo cuore, Ma bisognava vederli nella delicata fase di avvicinamento per comprendere quanta delicatezza di sentimenti ci fosse nei cittadini e nei montanari. Sembrava che avesseio paura di disturbarsi a vicenda e si guardavano negli occhi e tenevano le mani in tasca pur avendo un gran desiderio di darsi lla mano. Oggi si sono lanciati dei fiori, anzi «quel mazzolin di fiori», in segno di fratellanza, e la popolazione uscita di casa è andata a passeggio come se fosse domenica e gli alpini l'hanno accompagnata con le loro fanfare. Ecco una terza novità: le fanfare. Non ce ne sono mai state tante come quest'anno. Ogni sezione, si può dire, aveva in testa il suo clarino e la cornetta od in mancanza di queste procedeva dietro ai flautati sospiri delle fisarmoniche. Siamo sinceri, la musica non è mai stato il forte degli alpini. MI ricordo che ai miei tempi le fanfare si chiamavano «bande di Caino» e della « barchetta di Buffatore ». Non ho mai saputo nè l'origine uè il signìltcato di tale denominazione ma so benissimu che suonavano in modo compassionevole. Gli alpini del lO.o reggimento si sono finalmente dedicati alla musica e questa passione collettiva è nata da Poco tempo, da un anno si può dire. Prima, se uno a malapena, suonava il trombone, era considerato come una spècie di fenomeno. Gli ufficiali non erano da meno dei soldati. E tutti sapranno la vecchia storiella di quel maggiore che si improvvisò maestra di musica,per.mettere a posto la fanfaradel..suo battaglione,,., . ... La conquista delia Superba «Non. sÌHmo;*più- a -quetrtempi. 1 ventimila alpini hanno questa mattina schierato una trentina di fanfare e qualche migliaio di ooristi. In fatto di cori, voglio essere sincero, andiamo ancora, molto male. Perchè anche nelle nostre >valll non si istituiscono delle Società corali come nell'Alto Adige? Anche senza i cori gli scarponi però, come ho detto, hanno conquistato Genova. E l'hanno conquistala in pieno dopo lo «filamento che si' e svolto stamattina in piazza De Ferrar!. Il lO.o reggimento che si era adunato sulla spianata dell'Acquasola <j venuto giù per via Roma e in imponente colonna, per circa due ore, è sfilato davanti al comandante Manaresi, alle autorità fra cui S. E. Amantea, comandante del Corpo d'Armata di Alessandria, il podestà sen. Rroccardi, il generale Treboldi, ispettore delle truppe da montagna, i generali Di Uernezzo, Toselli e Gussone, rispettivamente comandanti della Prima, della Seconda e della Terza Brigata Alpini, il generale Carini, comandante il l.o Gruppo di Legioni, l'on. Parolari, vice-comandante del lO.o, il Console Generale Mastiomattei, Commissario federale di Torino, il Preletto di Genova S. E. Vivorlo; il Commissario straordinario on. Leali, il questore comm. Morino, il comnndunte Gerbi del Corpo Marittimo, e dei co lonnelli dei nove reggimenti alpini :Salvalagllo. Carlo Rossi, Vitlorio Eina-miele Rossi, Della Bianca, Della Bona. i.'i.n.-ii,in»nii; ,-irìA^nni! «. t -, ~ - ; Vecchiardi!, Gioda, Pesenti e Tessi tore, e dei tre comandanti dei reggimenti di Artiglieria da Montagna: Sigli orelli, 'l'Issi e Santoviti. Sulla magnifica piazza erano schierati tutte le truppe del presidio, il battaglione Pieve di Teco, 1 marinai delle navi da guerra ancorate nel porto, tutte le associazioni nazionali, i Ualilla, le Giovani e Piccole Italiane, gii Avanguardisti, le Società alpinistiche ed escursionistiche, i soci del Club Alpino ed il grupop dei dalmati. La folla gremisce la piazza, "si allunga in due ali imponenti per la bellissima via XX Settembre, nereggia a perdita d'occhio fino alla piazz* della Vittoria. Tutti 1 balconi e tutte le finestre sono pavesate di bandiere. Lo s-tllamento comincia vèrso le 10, sfila' mento di « gran lusso », al quale prendono parte quattro Eccellenze ex-alpini: il Ministro degli Esteri S. E. Grandi, il Ministro dell'Aeronautica S. E. Balbo, l'ex-Minlstro della Guerra Cavallero e S. E. Bisl, molti deputati « fiamme verdi » fra i quali gli onorevoli Pession!, Forti, Mendini, Sertolì, Sondini e altri. Gli « scarponi » sono quindi in buona compagnia. Il Comandante del lO.o coi suo Stato Maggiore arriva in testa alla colonna e si ferma presso il palco mentre le fanfare intonano la Marcia Reale e l'Inno Giovinezza. La sfilata dei reduci Lo sfinimento viene aperto dal mutilati di guerra e dalle vedove dei caduti. Gli alpini hanno le loro canzoni ma hanno anche i loro dolori e la gloria che oggi li circonda se la sono raccolta nel sangue, nel sangue della trincea, nei ghiacciai delle montagne. Quelli che fra poco vedremo passare sono i superstiti. Ogni gruppo rappresenta e ricorda un fatto d'armi Ognuno di questi uomini ha qualcosa da raccontare e la mantellina che molti di essi portano a tracolla è la stessa nella quale si sono avvolti battendo i denti nelle notti di tormenta Adesso hanno i capelli grigi, baffo ni spioventi, i gesti più pacati e più i i , i e . e , e i o a i i u i a a . il a n ael a . a e i o ? , o o <j , , i re i e o e lenti, ma guardateli bene e li ritroverete tali e quali. 1 colonnelli del nove reggimenti li riconoscono ad uno ad uno e se non sbaglio hanno nei loro occhi qualcosa ctie somiglia molto a lagrime. Resta inteso che sono tutti uomini che non J'iangono, ma se potessero farlo senza essere veduti si abbanritnej-Hibero volentieri all'emozione, intexto stanno tutti zitti e quando pdM-ino i loro ex-soldati e le sezioni delle '.oro valli, si fanno avanti, spirfOJM il petto infuori, drizzano gl'cetrAunlemil' capo, «urizzano lo sguardo, tenta-dno di fare il cipiglio severo, come per dire: Questi li comandavo io, son gente mia, sono ragazzi miei; lasciatemeli guardare e' lasciate che essi mi vedano.. Le sezioni sfilano in ordine di reggimenti ed è Inutile elencarle una ad una. Col primo reggimento passa il gen. Cornaro, che tutti salutano alla voce. Non c'è chi non conosca Cornaro, quello del « salto dell'alpino », e erbe si prendeva allo Sleme una pallottola nella testa soltanto per vedere se il tiratore austriaco die prima aveva colpito il ten. Silva aveva mirato giusto oppure se soltanto per combinazione aveva colto nel bersaglio. Il colonnello Cocca del « Cevà » procede spguito da un mulo al fianchi del quale pendono due cassette sulle quali c'è scritto: « esplosivi ». Ci vuol poco... ad-. accorgersi del trucco. -Dentro le cassette ci deve essere dell'ottimo barbera ed il comandante Manaresi sorride'come per dire: «Io ntìn la bevo i.. Con gli alpini delle « Marittime » passano 1 colonnelli Tamagno, Parodi e Gerbino, malamente ferito da una pallottola clic gli ha sfregiato il bel viso Intelligente. Tre uomini, questi che mi sembra di aver sempre conosciuto. Tamagno aveva già il pizzetto bianco a U.:rna. A Casa Aronne comandava lui ed ha fatto strage di beduini il 10 settembre 1913, se ben rirordo la data. I20Ó' beduini, passali alla baionetta. Alpini "ed ascari avevano poi le baionette storte. Ed ecco « Monacd », la sezione del dSBucatrddgè pzizaasezeoriVhrigasunile nqqmsotolaqUPrincipato. Anche a Monaco gli alpi.-jlani hanno fondalo la loro sezione, co- flme quella di Parigi, Alpini «bteero.Per cercare gli alpini fuori .d'Italia a1 anno scorso sono andato in Scozia e non no ho trovato che uno. Uno che andava a Perth a curarsi il mal di gola. Òli Hishlander, soldati delle alte terre, stanno in pianura. Li avrei dovuti cercare a Londra, ma non ci ho pensato, perchè non ho mai pensato di cercare un alpino a Napoli. Un dono a un mutilalo Tre bambini spingono Iti carrozzella di un mutilalo, al quale la folla improvvisa una grande dimostrarlo .ne. Dietro al mutilato uno scarpone :\K'C& UIKl pelimi sul quaJe p scritto: a-I piu jn a]t0 va'd0| pjn 5ell<l S0110 », . e la penna svetta su una aiuolo di i * _. l i r i e, l . la a fio a' nnE. i ro a aoa o a e. api a e a ta o ù garofani portati da quelli di San Remo. Ed ecco il colonnello Francolini in testa alla sezione di Mondovì. Vengono poi le sezioni del 2.o, del « dui », come lo chiamavano, il reggimento gentilmente designato con l'epiteio: « batajòn mes llter ». Adesso al 2.0 non si lieve più; almeno così dice il colonnello Della Bianca,, che i suoi soldati definiscono per un «accidente », ma al quale vogliono un bene dell'anima. C'è in testa l'ex-alpino Chiesa, ora Eccellenza e Prefetto. La sfilata del 2.o 6 aperta dai valletti del municipio, che hanno il diritto di vestire la stessa livrea dei valletti di Corte, diritto concesso dalla Casa Reale al Municipio di Cuneo per la sua fedeltà incrollabile alla Dinastia Sabauda Ed ecco la sezione del nostro 3.0 reggimento. Questi sono gli alpini di Mon ten ero, di Zugna Torta, del Pasubio. dell'Ad-amello. Il pubblico plaude entusiasticamente. Li guida il colonnello Colombino, die ha una guancia forata da una pallottola. I pinmontpsi sono del poeti per eccellenza. Sentite quali versi sono scritti dalle penne dei nostri scarponi: « Dalle Giulie agli Appennin Si dàn la man 1 nostri alpin ». Quelli di Santona portano gli asparagi, quelli di Asti si sono presi in mezzo un corto cappellano e invece di llaschi hanno la fanfara. Dopo le sezioni di Pinerolo e di Villar Perosa ecco quella di Susa, guidata dal colonnello Spelta e dal colonnello Ferretti. Il colonnello Ferretti è quello, per chi non lo sapesse, che ha coadiuvato il gen. Etna nella presa del Mantenere Organizzatore formidabile, non lasciava una giberna senza cartucce ma neppure uno scarpone senza un bicchiere di vino II colonnello Cajo marcia in testa alla Sezione di Aosta. Adesso posso dire che molti anni fa i suoi uomin lo ■cbiamavan «sveglia ieri e partenza domani », tanta era la attività di quest'uomo'che buttava i suoi uomini cutamlepnzandqgpnnIte lfqcmamPudtoc■ugrinpclacml'dlechlac'cismdlidcnvas.pSa giù dalla branda sempre prima dell'alba. Sfilano poi In Sezioni di Saint-Vln cent, dell'Ossola, di Chàtillon, di Intra e di Ivrea, Omegna, Gravedona, Ameno, Varallo, che ha portato anche un campione femminile: una valsesi na vestita di rosso, ornata di -ca-tenel le d'argento che pare fresca e bella come una sposa. Il comandante e il cappellano Le Sezioni di Biella seguono quella di Vercelli, la città delle medaglie d'oro. Ed ecco il 5.0 Reggimento con ie Sezioni di Bergamo, Milano, Como, Brescia I bresciani offrono a S. E. Manaresi una delle loro lunghe bottiglie di zuc ca, che si portano a tracolla come un trombone. Portano anche il « mazzolin di fiorì » e perchè non si bagni, come dice la canzone, lo proteggono con un grande ombrellone. Il loro passaggio è sottolineato da molti entusiastici ap plausi. Poi arriva ii 6.o, con le Sezioni di Verona, Asiago, Trento e Bolzano. Il colonnello Salvalagllo si fa avanti, li passa in rivista come se fossero ancora alle sue dirette dipendenze. In guerra comandava il Val Leoora. Fra questi scarponi borghesi egli riconosce quelli che sul Cavlogio, In Val d'Astico, dopo la mina austriaca, hanno tenuto indietro, 11 nemico a tu ria di sassate. ■ Ad un tratto il comandante esce dal gruppo .del .sup stato maggiore e corre ad abbracciare don Luigi'Agostini, 11 suo cappellano di guerra. I due uomini si baciano affettuosamente, mentre il pubblico grida; «Viva Manaresi» e « Viva don Luigi ». Con le Sezioni deIl'8.o passa il MI nist.ro degli Esteri, S. E. Grandi, s quindi chiudono l'imponente corteo quelle delle Marche, di Gorizia, Parma, Napoli, Salsomaggiore, Trento, che sono state aggregate al 9.o Reggimento. Sullo stendardo di Trento scintillano undici inedaglie al Valore. L'entusiasmo del popolo scoppia In questo momento altissimo, travolgente. Una marea di cittadini genovesi si lanciano dietro al corteo e lo segue fln„ „,,„ „,„__„ . „„. 4, „7i„ % ^tt^&EK* alI(lle „ std(a MIehrata la mossa. s> E_ Manaresi pronunzia ,, discorso col quale si chiudono le manifestazioni ufficiali di t;uesta terza grande adunata. Egli dice, fra l'attento silenzio di migliaia e migliaia di persone: • Camerati alpini! Le nostre adunale non possono mai essere giostre di parole, che sempre la imponenza di numero e di culore della, manifestazione parla di per sé più di qtialunauc discorso. Dopo la magnifica adunata di Romu, fatta da noi .nell'anno dellu Conciliazione, adunata nella quale gli Alpini porsero il loro omaggio al Re d'Italia e al Pupa, e furono passati in rassegna dal Duce, ottenendone l'elogio ambitissimo, l'adunata dell'anno scorso a Trieste, chi Ita detto alto e forte a tutti, amici e nemici, credenti od increduli, cha le terre consacrate dal sangue dei forti sono italiane per sempre, oggi questa imponente adunata di Genova, che le supera per imponenza di numero e quadrato spirito militare, ed alla quale prendono parte nelle fila membri del Governo, gerarchi del Partilo e vecchi generali, costituisce un. puro tributo di amore alla città del più grande degli Alpini, di Antonio Chiantore, che à anche oggi nel cuore di tutti noi. « ila questa adunata à soprattutto ■un omaggio alla eroica gente ligure, gente della montagna e gente del mare, che donò ' la civiltà a continenti interi ed anche oggi aflerma su ogni proda la inestinguibile potenza della civiltà latina. n Camerali ! Voi, semplice gente della montagna, uscite da un inverno che forse non fu nè ricco ire felice, ma voi uscite con v'olio sereno : l'alpino infatti sa lavorare, faticare e durare in letizia e conosce assai più le vie della battaglia e della lotica che quelle facili del godimento e della gioia. Egli sa che dopo la fatica c'è la conquista, dopo la salita, la cima cui. si spazia, lavora quindi in silenzio per costruire a sè ed alla famiglia ed alla Patria le fortune del domani. « Camerati! DI fronte a queste prode liguri, sulle quali si scrisse la storia della civiltà del mondo per molti secoli, voi affermate nel sangue di Antonio Cantore il vostro giuramento di devozione e di fede alla Patria, al Re ed al Duce ». Una scrosciante altissima ovazione saluta il discorso di S. E. Manaresi. Gli alpini oggi e stasera portano a .passeggio la loro allegria. Sono allegri Sono più di ventimila scarponi che si abbracciano ' -t le strade. ERNESTO QUADRONE.