La festa del lavoro celebrale in serena letizia

La festa del lavoro celebrale in serena letizia La festa del lavoro celebrale in serena letizia Il Natale di Roma è trascorso nella nostra città con questa caratteristica fondamentale: una quiete raccolta in tutti gli strati della popolazione e specialmente nei lavoratori che, non do vendo partecipare a smanienti, sin dal mattino in parte si sono riversati con le famiglie in collina e nei paesi dei dintorni, provvisti di pacchi e canestri contenenti cibarie, in parte sono rimasti in città, trascorrendo la festa lietanierne nelle proprie case e affollando ne! pomeriggio le sedi dei Dopolavoro, i gioì hi da bocce e i ritrovi popolari della periferia. Quelli rimasti in città sono stati in maggioranza. Certo a un maggiore esodo verso la campagna, è stata di ostacolo l'instabilità del tempo. Le provviste compiute alla vigilia erano state infatti notevolissime. Le panetterie, le macellerie, le rivendite di polli, le salumerie, erano state prese d'assalto e non tutti i negozi avevano potuto far fronte alle richieste. Tuttavia coloro che si sono avventurati a lasciare la città, fidando nella clemenza del tempo, non hanno avuto a pentirsene. La giornata non è stata, è vero, quel che si dice un trionfo di sole e di primavera. Il sole c'era e non c'era: faceva anolino o spariva, a seconda del capriccio delle nuvole spinte dal verno. E quanto alla primavera, con quel po' po' d'ondata gelida che da alcuni giorni ci delizia, ci sarebbe da intavolare un discorso che ci porterebbe fuori strada. Diciamo dunque che le coraggiose comitive uscite a respirare l'aria li bera dei campi e dei colli, non sono state per lo meno punite dall'inde menza del tempo. Poche le merende nei prati; moltissime invece quelle nelle trattorie. Ma, fuori o in città nulla di sguaiato. I lavoratori hanno celebrato la loro festa, festa tipicamente italiana, col senso di austera dignità che il Regime ha loro infuso attraverso le organizzazioni sindacali insieme con la maggiore consapevolezza della loro posizione rispetto agli altri fattori della produzione. Un grande numero di cittadini ha poi anche preso i treni per Milano, per andarvi a visitare la Fiera. Giornata lieta, dunque, e sopratutto ordinata. In città questa nota di letizia era. portata per le vie e i corsi dai trams Imbandierati, mentre altre note vivaci getlivano le bandiere tricolori esposte a tutti gli edifici pubblici e a moltissimi privati. Alla sera i trams e i treni elettrici hanno riportato i gitanti e le vie, che per tutto il giorno erano rimaste poco popolate anche per l'affluenza ai caffè e ai cinematografi oltreché per l'accennata invasione dei sobberghi, hanno cominciato a rianimarsi. Al risveglio hanno contribuito anche gli alpini reduci dall'adunata di Genova, che procedevano a gruppi con i rispettivi gagliardetti, cantando le loro caratteristiche e ben note canzoni. Le sedi dei sindacati sono rimaste naturalmente chiuse, chiusi pure i ne gozi e le officine. Il Palazzo del Governo, il Palazzo di Città, il Palazzo dei Sindacati dell'industria, quello dei Sindacati del commercio e molti altri pubblici editi ci alla sera erano sfarzosamente illu minati. Ai muri un solo grande mani festo: quello delle Confederazioni na zionali, austero esso pure e invitante alla celebrazione della festa del lavoro con parole semplici, efficaci e persuasive. Svoltosi in una tale atmosfera di composta serenità, il Natale di Roma dell'Anno nono è stato sopratutto di vero e genuino riposo per la gente del lavoro.

Luoghi citati: Genova, Milano, Roma