I nostri spadisti

I nostri spadisti Note di scherma I nostri spadisti pDi spada — nei tornei della Costa azzurra — abbiamo perduto, e po co contano le querimonie di fronte aH'eJoquenza dei l'atti. Non è da ora Ohe gettiamo il grido d'allarme. 11 nostro epadismo ci ha dato un tem po più di quante potevamo aspettare: a braccia aperte son da accogliersi le vittorie aiutate dall'entusiasmo, dalla volontà e dalla fortuna, ma non bisogna nò contare sulla buona sorte nò allentare la presa quando si crede di avere in mano il primato. A noi il primato di Amsterdam c'è sfuggito a Liegi e non abbiamo potuto virtualmente ricuperarlo a Montecarlo. Giorni or sono sfogliavamo a Beaulieu-sur-Mer, nella casa ospitate del conte Gautier-Vignal, l'albo d'oro della sua famosa Coppa. Dal 1905 in poi, attraverso le venti edizioni disputate (dal '14 al '20 la gara fu sospesa) una sola volta gli Italiani strapparono la vittoria. Fu iTanno passato, quando il bottino clic raccogliemmo sulla Costa Azzurra fu il più grasso che mai Nazione abbia conosciuto. (La Coppa Gautier-Vignal, dopo aver cambiato quasi ogni volta la sua fòrmula, ha trovato forse ora al suo assetto definitivo. E' stata disputata da squadre di tre e di quattro concorrenti, vi hanno partecipato, oltre ai Francesi e agli Italiani, i Belgi, i Portoghesi, gli Olandesi, gl'i Inglesi, ma dall'anno scorso la prova s'è ridotta a un match italo-francese, con otto uomini, per squadra nel 1930 e con sei nel 1931. Otto erano troppi, sei giudichiamo invéce che costituiscano il numero giusto per pesare le forze eapadistiche delle due Nazioni, specialmente se i singoli assalti hanno luogo, come quest'anno, a cinque stoccate effettive. All'inizio della gara ci siamo sùbito accorti che le cose andavan male, poi c'è stato un risveglio da parte dei nostri, finalmente i Francesi hanno preso un sopravvento deciso per terminare con 21 vittorie contro 15 vittorie italiane. Bisogna dire che in Francia, ove le sorti della scherma 60110 state qualche volta prese alla leggera, quest'anno si sono fatte le cose per bene. Contro gli Italiani s'era preparata una squadra che riuniva senza dubbio i migliori spadisti ad eccezione di Cattiau che, come abbiamo già visto, può fare ora di tutto fuorché il combattente. E' mancato all'ultimo momento Coutrot, elemento eccellente, ma Baffalli l'ha sostituito facendosi onore. Fra i sei spadisti francesi non c'è l'uomo nuovo. Buchard, Schmetz, Jourdan, Bousset, Piot e Baffalli sono più o meno giovani, ma son tutti vecchi del mestiere, combattenti espertissimi e provati da anni alla battaglia. Buchard e Jourdan hanno reso quel ohe c'era da aspettarsi da loro e Bousset, come al solito, ha tirato assai bene contro gli Italiani. Da Schmetz e da Piot i Francesi potevano invece aspettare di più. Anche la nostra squadra era tutta composta da uomini agguerriti : Comaggia, Agostoni, Minoli, Riccardi, Bertinetti e Terlizzi sono tutti anziani di carriera. Li abbiamo nominati nell'ordine del loro rendimento, e i lettori già sanno che Comaggia è stato il miglior uomo in campo, l'unico fra tutti che non ha riportato sconfitte. A Montecarlo, lo spadista che abbiamo spesso discusso c'è sembrato in una forma magnifica. La qualità della sua scherma non ò cambiata nè potrà cambiare, ma le doti ch'egli pos siede sono indubbiamente di prim'ordine. Senza Comaggia in squadra, la sconfitta poteva assumere proporzioni allarmanti. Gli altri si sono difesi con valore, ma ad eccezione di Agostoni, sono stati tutti passivi alla squadra. E' strano come alla spada, ch'è l'arma in cui i progressi sono più rapidi a manifestarsi, non sia apparso un uomo nuovo su cui posare l'attenzione. Che le squadre siano state tonnate tutte da anziani, è naturale; ma anche al torneo individuale di Nizza, ove pure gli invitati eran molti, non c'è tra i finalisti un sol nome che risuoni per ila prima volta in una grande competizione. Anche a Nizza è andata male per noi e non meritavamo, in verità, una tal sorte. La Federazione Italiana aveva iscritto nov<i spadisti eccellenti: Alajmo e Visconti come professionisti; Agostoni, Biccardi, Minoli, Bagno, Bertinetti, Rastelli e Terlizzi come dilettanti. iComaggia, prima ancora del successo di Montecarlo, aveva dichiarato di non sentirsi in grado di affrontare la doppia fatica e gli diamo ragione, che il torneo di Nizza immediatamente dopo la Coppa .Gautier-Vignal ci sembra un assur. do al quale sarà facile ovviare in parte facendo almeno disputare a Montecarlo le tre gare a squadre nell'ordine regolamentare delle arimi. Visconti, indisposto alla vigilia Idei torneo, non ha potuto tirare; 'Alajmo e Terlizzi 60no caduti la prima giornata in eliminatoria; Rastrelli, Bertinetti, Minoli e Bagno Bono arrivati alla semifinale, e tutti possono dare un po' di colpa al caso che nel torneo di Nizza ha sempre una parte importante. Ba stelli, ammirato dai Francesi, può essere uno dei nostri ottimi spadisti di domani; Bertinetti, Minoli e Ragno son caduti con onore, e Miaioli, ansi, s'è guadagnato il prix 'de belles armes in un magnifico assalto con Ayat. Alla finale da cui Riccardi, dopo tanto faticare, è stailo escluso per un complicato calcolo logaritmico, è arrivato cosi 11 solo Agostoni. II torneo di Nizza el svolge con Una fòrmula che ha d suoi pregi e S suoi difetti. Per il più forte, anzi, 'difetti non ce ne sono. Tutto il meccanismo del torneo tende a selezionare otto uomini per fare uscire da questi il migliore. Potete giurare che il primo posto è meritato, ma non potete affatto giurare ehe la graduatoria sia esatta. In realtà giudichiamo Buchard l'uomo migliore in gara, il più solido, il più tostante, il più continuo. Quel che manca ai nostri spadisti è appunto la continuità. Quasi tutti alternano prove eccellenti a prove mediocri. Anche a Bruxelles, recentemente, i risultati di due serate successive sono contraddittori!. Battuti nei malches individuali, scossi nel loro amor proprio, hanno ritrovato nella gara di squadre quel ma, gnifico entusiasmo che li sorresse ad Amsterdam. La squadra bèlga di Bruxelles non era di second'ordine, eppure fu battuta in modo assai più convincente di come fu battuta l'anno passato a Milano. Doti di combattività i nostri ne hanno da vendere, scherma anche ne hanno addosso quasi tutti. E allora che cosa manca? La disciplina nel lavoro, forse. Noi non vogliamo dar consigli, ma ci sembra che tutte queste gare una dopo l'altra siano le meno indicate per progredire. Le gare servono più ai giovani che agli anziani. Chi ha l'animo temprato al combattimento deve mettersi in grado t- di presentasi alla battaglia tran- e e i e i , ù , e o o quillo, riposato, preparato. Abbiamo visto, per esempio, Agostoni arrivare a Nizza dòpo aver corso da Fran coforte a M ontlucon, da Lione a Montecarlo. |Dopo Nizza, via a Bruxelles. Troppa roba. Questo non è allenamento,.' a parer nostro. L'allenamento si ]fa in sala con la lezione, con il lavoro disciplinato, dosato e regolai»), con la preparazione materiale e imorale per una gara, per « quella i» gara. I nostri spadisti sono gio'aani e ardimentosi, ma non hanno Sempre tenuto in conto questo geneiie di preparazione. Fra il Campionato d'Italia e il Campionato d'Europia corre quasi un mese. Se ques.io mese sarà bene impiegato, noni diciamo che a Vienna si dovrà vinctere, ma affermiamo che neppure i Hiranoesi partiranno da Parigi con JJa vittoria in tasca. NEDO NAD!