La Duse nello studio di Rodin

La Duse nello studio di Rodin TRA LE « MEMORIE » DI UNO SCRITTORE FRANCESE La Duse nello studio di Rodin Come nacque il busto alla grande tragica Parigi, 11 notte. Armando Dayot, scrittore e critico d'arte, a cui una quantità di opere pregevoli concernenti l'arte e la sto ria della Francia hanno valso ineri tata fama, pubblicherà fra breve i suoi ricordi. Fra le innumerevoli persone del mondo delle lettere, delle ar erdA ti e del teatro che ha avvicinato sin 35 anni, vi fu pure Eleonora DuselP che ecli accomna>nò dallo scultore; Rodili r visita chi egli rievocherà .osi! n€j suo jjrossjnl0 jjbro: « Lugne Poe'sm] noto fondatore e direttore ilelj « Théàtre Libre»), che non ignorava' le mie relazioni amichevoli con lìo din. mi scrisse che la Duse, di pas?aS§io *^Parigi,^A6.8^!?^^1^^ a te di fare la conoscenza del grande artista e mi pregava di volerla accompagnare nello studio del Maestro. Nessuna missione poteva essere più gradita, e l'indomani, vigilia del giorno della partenza dell'illustre tragica per l'America, noi ci dirigevamo ver so il « deposito dei,marmi » al trottoìmediocremente accelerato di un cavai lo da «fiacre ». Per dire il vero, questa modesta velocità non mi spiaceva, poiché dalla « Rtie de Rivoli », ove la Duse era scesa, allo studio di Rodin la sfarmi" ^cbnfemLlare?"iTu»specie di muta estasi, la mia compagna di viaggio (la «Gioconda»), cosi Sallieta, cosi infinitamente triste sotto lungo velo nero, nella sua eterna «toilette» a lutto. Con Aimée Desclée, appena intravista quando io ero ancora giovane e- così presto scomparsa, Eleonora Duse fu una delle rare ammirazioni teatrali della mia vita. Dopo essere stato sedotto dalla bellezza della sua arte di una sensibilità così profonda, e da una sì nobile espressione, io ero stato commosso sino a soffrirne dalla narrazione della sua vita, la più dolorosa delle storie, dall'epoca ih cui, piccina a Napoli, in un adattamento drammatico dei « Miserabili », essa recitava la parte di « Cosette », sino alle acclamazioni che salutavano il successo della « Gioconda » e di « Francesca da Rimini ». Martirio d'amore e di pietà « Molto prima di avere letto quanto fu scritto da Reinhardt Schneider, e le lettere così commoventi di Yvette Guilbert nella Chanson de ina vie, io conoscevo da amici comuni i particolari del suo lungo martirio d'amore e la pietà che mi ispirava l'esistenza di quella donna ammirevole, sovrattutto dopo il suo incontro a Roma al « Teatro Valle » con il futuro autore del « Fuoco »; questo esaltava ancora più la mia ammirazione per il genio della « grande animatrice ». « Poche parole furono scambiate- durante il breve tragitto. Osai tuttavia dichiarare timidamente che non avrei mai potuto ringraziare abbastanza Lugne Poe della grande felicità e della gioia profonda che io gli dovevo. E ciò fu detto con un accento che fece passare sulle labbra della mia malinconica compagna un mesto sorriso. « Era, ahimè, un giorno di ricevimento, ed una folla numerosa ingombrava lo studio di Rodin. L'elemento femminile rappresentato da dame americane che parlavano forte, con accento nasale, dominava, lo ero addolorato. Mormorai alla Duse che for se sarebbe stato meglio rimandare la visita all'indomani. Ma la data della partenza per New York rendeva la mia proposta irrealizzabile. - Se potessi soltanto stringergli la mano — mi disse la grande tragica, con uno sguardo supplichevole. « — Certamente — risptc.i, e, aprendomi un varco con i gomiti, attraversai non senza fatica la folla delie rumorose ammiratrici e giunsi fino al disgraziato scultore, assillato da ogni parte dalle implacabili signore. Seppi, qualche momento dopo, che il grande artista non aveva mai veduto la Duse in città. Del resto come l'avrebbe riconosciuta sotto il grande velo? René Menard che si trovava sperduto in mezzo a quella folla, e che parecchie volte l'aveva applaudita a teatro, mi affermò che egli pure ignorava la presenza della tragica fino al momento in «ui. bruscamente fermatasi davanti al gruppo di Francesca da Rimini e di Paolo Malatesta, uno dei principali motivi della « Porte dell'Inter » essa alzò il velo con gesto vivo; e, piena d'ispirazione, con le braccia tese come per allontanare sdegnosamente la folla importuna, essa recitò (e con quale accento 1) la divina strofa di Dante che aveva ispirato Rodin. L'effetto prodotto fu prodigioso. Un silenzio quasi religioso, interrotto soltanto da.l mormorio di queste parole: « La Duse! Ijl Duse 1 », successe all' invocazione dantesca, mentre la KTande artista era pallidissima. Poi fu l'ovazione anale in mezzo ad un fremito d'ammirazione. Dei fiori si ammucchiavano ai piedi della tragica, mentre Rodin, con un ginocchio a terra, con il berretto di velluto in mano, balbettava delle scuse baciando con devozione la mano della grande artista. « E ricondottici alla nostra vettura, attraverso gli enormi blocchi dd marmo del suo impero, Rodin supplicò, ma invano, la Duse di ritardare la sua partenza. « Ve ne supplico — diceva — sacrificatemi qualche giorno... qualche ora... Sarà il mio capolavoro ». E Rodin diceva il vero, poiché quella bella figura de • La Madonna del dolore », malgrado l'irregolarità di al- v Psseu-iii dei suoi tratti, era fatta per ispirare un genio, come quello del grande scultore. « Fu il primo ed unico incontro di Augusto Rodin e di Eleonora Duso ; : c suo studio. Egli nu mostro un marmo slPieno di una vita straordinaria, rap- s presentante una figura di donna dal- .'/! la maschera dolorosa. «E' - egli dis- 'I'se — il ricordo della Duse, lo chiamo pjquesto bozzetto 7/ dolore». _ lì' «Poi con un sospiro: «Che disgra- tzia per me, non aver potuto fare il mbusto di quella donna indimenticabile I "Purché uòssa rivederla un ciorno' » rrurcne possa meaeua un giorno ». uCarrière c Rodin ìgrandi ammirazioni tra i vostri arti- im• Prima di salire in vettura, la Duse gmi prego di condurla al Salon dei «Campi Elisi. « Sarei tanto lieta — mi ad.;?se — d: vedere le opere di Car- inare... Carrière e Rodin, le mie due | „sti viventi » « E ben presto ci fermammo davanti alle opere del maestro, che disgraziatamente non era là per godere dell'ammirazione della illustre visitatrice, am- »™1™ «" cui ra«^o ancora W a visi,, Hodin mi invitava a passare ne, ^mddche eco attraverso il passato. « Non vi sembra che la pesante incomprensione del passato scompaia nell' irradiamento profondo della vera bellezza? Il mistero della rivelazione si opera ogni giorno, grazie alla potenza vittoriosa del capolavoro... Dopo essere stato il pittore incompara-1 lbile dell'infanzia, lo psicologo della 4maternità, analizzata nelle sue gioie e'cnei suoi dolori, sino alla Croce deljPGolgota, ecco Carrière che sembra tormentato dal desiderio di fissare sulla maschera umana tutti i fremiti dell'anima... Oh ! quella maschera di Veriaine, e quell'ammirevole figura di Alfonso Daudet, infranto dalla sofferenza e cosi tristemente rassegnato, a fianco della sua graziosa figliuola così bella di gioventù. gt^Tuor?. S^noscftef avOTe ™IC— Si, signora, molto intimamente; e se dobbiamo raccoglierci in presen-' za della sua opera di eccezionale bel-1 lezza se dobbiamo glorificare l'artista. iT^.8K«SSlIff!!'J5 l'uomo mdi altissima intelligenza, e dare la sua|tidavlsuoi giorni sono contati. Il povero lgrande artista soffre di un male in- rcurabile, «di un male che rode quelli cne uccide ». n« — Oh! Dio mio! — mormorò la:nDuse, facendo ricadere il velo e in- crociando le mani, in gesto di pre-' Lghiera. jp« E 1 udii ripetere con voce sorda: dpt« — Di un male che rode ». ♦

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