Le nozze del celebrate Conte di Parigi con con sfarzo regale la Principessa Isabella d'Orleans nella Cattedrale di Palermo

Le nozze del celebrate Conte di Parigi con con sfarzo regale la Principessa Isabella d'Orleans nella Cattedrale di Palermo Le nozze del celebrate Conte di Parigi con con sfarzo regale la Principessa Isabella d'Orleans nella Cattedrale di Palermo g-(I> A. Iv JV O » T R O I I« V I A. T O)- e , o r , i , i n i i ò a i r e Palermo, 8, notte. La cerimonia di oggi verrà tramandata alla cronaca per il suo colore più ancora che per la sua solennità. Quantunque lo stile principesco abbia messo un suggello gentilizio «a tutti i suoi particolari, il colore ha soverchiato anche i freddi schemi protocollari dando una nota sgargiante, riccamente meridionale olla festività nuziale. Bisogna notare che questo mairi monio di Principi è stato anzitutto un matrimonio di giovani, anzi di giovanissimi, che dalla sontuosità tradizionalmente e necessariamente grave- della cerimonia si affrancavano col sorriso incantevole dei vent'anni, anzi, per dirla con la frase di qual che goliardo presente alla sacra fun zione, è stato il matrimonio di un augusto studente con,una affascinante Principessa quasi ancora adolescente. Non è infatti il Principe En rico iscritto all'Università di Lovanio dalla quale è venuto direttamente in questi giorni in automobile con tre compagni di studi per compiere uno dei riti piti sacri della vita? Dal banco universitario all'altarel Nostalgia del Sud Ma il trapasso è diventato anchfì più eccezionale per il pubblico straniero di ogni blasone, di ogni casta, di ogni paese che era adunato intorno all'altare palermitano. Per questo pubblico, lo sposo non è soltanto Enrico di Orléans, ma il conte di Parigi, vale a dire l'erede presuntivo di un eventuale trono di Francia, Sembrava che da principio il tempo non volesse sorridere alle nozze: tempo coperto, fumante e qualche spruzzo di pioggia. Si era formato anche nelle vie un leggero strato di fanghi glia che metteva a repentaglio lo splendore delle scarpette di copale che il frack rituale e lo sparato avevano imposto di calzare. E quanta tristezza anche, con un cielo grigio, per le toelette scintillanti, periate, ricamate, eangevoli, che dame e damine avevano preparato per ì-a cerimonia! Le nozze dell'augusta e incantevole fanciulla, che molti designano col nome di madonnina dei tropici, ia discendente del ramo Imperiale brasiliano, la perla di casa liraganza, avrebbero dovuto necessariamente allietarsi del sorriso del sud fra il lussureggiare di una Palermo primaverile, con trionfo di palmizi, verdi espansioni di agavi, fulgore di mandarini, bocci di fichi d'India, sotto un cielo laccato di azzurro, eterna cupola alla cupola millenaria della cattedrale. Una cattedrale tanto più significativa perchè costruita sulle linee e coi colori di molti secoli, di parecchie razze e di svariati climi artistici. Non è essa infatti un'antica moschea del periodo arabo con rabe scate sovrastrutture normanne e con un interno squisitamente settecentesco? Ma il sole è gentiluomo. Voglio dire che non manca mai sul finire di queste auguste cerimonie. Io posso personalmente ricordare il sole nelle auguste nozze di S. A. R. il Principe di Piemonte con la Principessa Maria, il raggio di sole nella chiesa di Courmayeur per le nozze della luna di miele, il nimbo solare nella catte drale dì Sant'Alessandro Newsky per le nozze di Re Boris con Giovanna di Savoia. Koblesse oblige! 11 sole, perenne e formidabile nume della gio vinezza, non può tradirla specialmente nel sacro momento in cui essa si lega per dare origine a nuove speranze, a nuove giovinezze, a nuovi fiorii Cosi è avvenuto oggi. Non è un luogo comune. Proprio all'inizio della cerimonia., coi primi rintocchi dei bronzi, la primavera è riapparsa, e discesa per i rabescati trafori delle torri del tempio che tutto parato di damaschi scarlatti acceso di ori e di ceri gremito di folla fremeva come un'enorme arnia, in attesa del corteo nuziale. Un'occhiata alla folla. Lungo la sterminata navata centrale in diverse file di seggiole aveva preso posto tutto il pubblico straniero invitato al rito, in maggioranza francesi di colore legittimista venuti da ogni Dipartimento della Francia e anche dalle Colonie, di ogni rango e di ogni classe, aristocratici e borghesi, ricchi e poveri una gamma estremamente sfumata ma recanti tutti il simbolico giglio realista. Invece, nelle navate laterali dietro balaustre di legno appositamen te preparate, il pubblico italiano, un pubblico di spettatori tra i quali non mancavano 1 più graziosi fiori della femminilità palermitana. Davanti ai posti d'onorp. immediatamente prima la balaustrata marmorea che divide la zona delle autorità e degli invitati del la Cappella Palatina ove si celebrerà il rito, si notavano il Prefetto S. E. Albini, il ipodestà di Palermo principe di Spadafora, il gen. Scipioni, il principe e la principessa di Mirto, il principe e la principessa di Castel cicala. Si notavano anche parecchie ncanstddmscmdtovcgdgsnsflilnntcltcdvdadstdpLlgsttnlslccdmdsmdgdmarcpcACptidcCtPcRdlPlcPPg6aurate e purpuree uniformi dell'ordi-| ne di Malta che facevano capo al dua di Camastra. Poco prima dell'ingresso del corteo nuziale, vennero pure a prendere poto Leone Daudet e Charles Maurray al profilo netto ' e volontario ornato di un severo pizzo orleanista. Gli « scomunicati • dell'Action Francaise sucitano nel luogo sacro un generale movimento di curiosità e un fiorire di discussioni e di commenti, per quano sommessi. Notato pure tra gli invitati il precettore del principe Enrico in un'austera e accademica redingote. Nella Cappella Palatina invece attendono vuoti i 54 scanni con relativi inginocchiatoi destinati agli sposi ai testimoni e ai personaggi del corteo nuziale. Nel cielo della Cappella risplendono nove lampadari accesi che formano come un digradare di costelazioni che si confondono nell'accesa illuminazione dell'altare. Alle 10,45 fa il suo solenne ingresso nella Cattedrale S. E. il card. Lavitrano seguito dal clero. Dopo aver visitato l'altare di Santa Rosalia, il Principe della Chiesa si reca nella Cappella Palatina in attesa degli sposi. Sono le 11 quando il corteo nuziale tra lo scampanio delle torri si affaccia all'entrata principale della cattedrale, mentre un'orchestra di sessanta violini arpe e armonium dissimulata dietro un paravento di damasco rosso attacca la « Marcia nuziale » di M«idhelson. Il corteo avanza lungo uno striscione di panno scarlatto lungo ol tre 50 metri, aperto dai gentiluomind'onore. Il corteo principesco La sposa dà il braccio al padre principe Pietro d'Orléans-Braganza. La principessa Isabella indossa un lungo e aderente abito bianco tamii a grandi ricami floreali, leggermente scattato che termina in un lungo traine. Il velo di tulle che cinge la testa si prolunga sontuosamente guarnito ai margini da ricchissimi merletti e porta finemente lavorati due stemmi della Casa di Francia, di Orléans e Braganza. E' dono della Principessa d'Alencon. Il coWo della Principessa è adorno di un lungo vezzo di perle e la testa è cinta da diademi che appartennero alla Duchessa di Chartres. Il lunghissimo velo di seta a strascico è retto dal gentiluomo d'onqre conte Detenite seguito dalle dame e damigelle d'onore. Segue lo sposo che dà il braccio alla duchessa di Guisa. Nel volto estremamente giovane del Conte di Parigi sapre tuttavia uno sguardo chiaro, diritto, acciaiato che scende sul pubblico quasi sorutandolo attraverso ognpersona che lo compone. Seguono la coppia il Duca di Guisa e la Regina Amelia del Portogallo, il Principe Carlo di Borbone-Orléans e la Principessa d'Orléans-Braganza, l'Ambasciatore d'Inghilterra Sir Ronald Graham in grande uniforme e l'Infante Luisa d'Orléans, l'Ambasciatore del Belgio conte De La Faille e la Principessa Cristoforo di Grecia, il Principe Pie tro Enrico d'Orléans-Braganza e la Principessa Maria di Grecia, il Principe Paolo di Grecia e la Principessa Renata di Borbone-Parma, il Duca delle Puglie e la Principessa Isabella di Francia, il Duca di Spoleto e la Principessa Dolores di Borbone-Orléans, il Duca di Bergamo e la Principessa Maria- di Borbone-Orléans, iPrincipe Cristoforo di Grecia e la Principessa Francesca d'Orléans-Braganza, il Principe d'Assia e la Principessa Vigge d'Oromborg, ecc. Son64 coppie in cui specialmente attraggono l'attenzione le bellissime toilette! delle Principesse e delle Ambasciatrici fra le quali si notano lady SybiGraham e la contessa De ila Faille. Gli sposi si genuflettono sul loro inginocchiatoi, il corteo si dispone nepropri scanni mentre dalla soglia sinistra scende in scintillante mitriaavvolto nella pianeta d'oro e a ricami di corallo, S. E. il cardinale arcvescovo Lavitrano. L'orchestra intonil « largo • di Haendel. Sono le 11,3quando il Cardinale con l'ostensoribenedice la coppia. Il solenne rito Alle 11,35 il solenne rito del matrmonio canonico si compie: il Contdi Parigi pronuncia per primo il solenne si. Quindi è la volta della Principessa Isabella. Ella, secondo il ritosi volge al Principe padre, chiedsoavemente il permesso accordato coun cenno e un sorriso, poi alla suvolta risponde sorridendo il sì. Molti si chiederanno perchè gli sposi che parlano di solito il francesrispondano al rito col divino monosillabo' consacrato da Dante, ma matrimonio, essendo celebrato in Italia e il Codice essendo in questo senso esplicito, la risposta nuziale nopuò essere pronunciata che nell'idioma gentile. Quindi i quattro testimoni deg|sposi, tra i quali si nota il Duca de o e a o le Puglie, si avanzano per firmare l'alto matrimoniale. Celebrata la solenne Messa dell'ottava di Pasqua e dopo il Pater e 17te Missa est, il cardinale arcivescovo recita due orazioni liturgiche e poi pronunzia l'allocuzione d'uso. La cerimonia è finita. Alle note della marcia nuziale del « Lohengrin « il corteo si ricompone modificato dall'evento che mette ormai alla sua testa gli sposi sorridenti. Applausi salutano l'uscita dalla cattedrale della coppia principesca e il corteo che, dopo aver preso posto sulle vetture automobili, che attendono in lunga fi'a, si avvia tra le vie gremite passando sotto l'arco trionfale di Porta Nuova al Palazzo d'Orléans Per il pranzo delle nozze. E dietro loro si riversa tutta la Ala dei gentiluomini e delle dame invitati al grande banchetto nei quattro padiglioni appositamente eretti nel gran parco d'Orléans. Mezzogiorno, l'ora delle mense. Fra s a o l a i mille invitati già assisi alle cento tavole gli augusti sposi con pensiero squisito vogliono passare augurando col loro sorriso un eccellente appetito. L'appetito non può mancare con una « lista » come questa che fedelmente trascrivo per la cronaca e per i buongustai : uova alla bordolese, fegato grasso alla crlcquot, filetto di bue in gelatina, rollo all'estragon, insalata, cassata siciliana, dolci, frutta.Alle 17, invitati personalmente dagli sposi, tutti si recano alla tomba di Filippo d'Orléans al cimitero di Sant'OrsoLa. Come è noto Filippo d'Orléans morì nel 1926 in Africa Inseguito a malattia contratta durante una spedizione coloniale. A sera il corteo si scioglie. La pace si ricompone. L'idillio degli augusti sposi comincia nel piccolo paradiso di Villa Igea sotto gli astri e tra 1 mormorii della notte mediterranea.CURIO MORTARI.