Tempesta intorno a Lyda

Tempesta intorno a Lyda Tempesta intorno a Lyda E' l'ostinazione, la tenacia, il furore nel non voler accettare il dentino, e la disperata tristezza, poi, di doverlo subire ad ogni modo, di doverlo sopportare e patire, è la riluttante, certezza che non v'ha scampo |b l'inutile rivolta a questa certezza, ciò che rende i personaggi di Carola •Prosperi così patetici e vivi. Non tanno essi audacia bastante a ribellarsi, e non hanno tanta energia da aderire al dolore, abbracciarlo, comprenderlo, farne sostanza luminosa e ardente del vivere: abbandonati alla pressione dell' ambiente, degli intrighi sociali, della fatica brutale, degli istinti elementari, essi si esauriscono a poco a poco in un vano sognare, si accasciano, mortificati e vinti, in una stanchezza immane. 1 sonni di questa gente sono torbidi, grevi come piombo, angosciati, o inquieti, leggeri, evanescenti, ma sono sempre una cosa capitale, una cosa che tiene uh posto enorme nella loro vita delusa; il sonno che non è serenità dell'oblìo, ma ultima desolazione, rilasciamento dell'essere: ad ogni risveglio si rinnova l'angoscia, pungente come un inizio, stracca come una consuetudine, l'angoscia di vivere un giorno ancora, un mese, un anno, una vita intera. Pesa su questi esseri, più d'ogni altra, l'inflessibile legge del denaro: tutti incatenati al lavoro, piccola, minuscola borghesia, modesti impiegati, donnette che sfaccendano, ciabattando, per casa, poveri uomini e ragazze che si levano all'alba livida per correre alla fabbrica e all'ufficio — nessun riposo, nessun respiro mai, nessuna sosta per assaporare un attimo di felicità o di malinconia; e pesa su di loro una faifcalità anche più atroce : l'amore, esigente totale violento aggressivo rapido, l'amore-necessità, che arriva, devasta, distrugge, e svanisce poi, inef[fabile, irraggiungibile, lasciando diedro a sè lacrime e morte. Pesano, (dunque, su questi esseri le due più fosche realtà di un mondo triste e [lamentoso: ma il dramma è nel profondo, in quell'intimità cui si è accennato in principio, in quella aspirazione sentimentale smisurata, cui non corrisponde alcuna possibilità di liberazione: tragediavche non si sa ne affrontare ne evitare, passività senza rassegnazione. Se un peccato commette questa gente è un peccato di labilità spirituale; anche i migliori, anche questa Lyda, saggia e appas6Ìonata, riflessiva e generosa, anche quelli che hanno in sorte un carattere chiaro, onesto e fermo, anche i più cari e degni, saranno travolti e perduti. A questo dramma, a questa miseria invincibile, radicale, fa eco, con pietà trepida e sommessa, lo spirito lucido, chiaroveggente della scrii trice: Carola Prosperi Boffre per le creature della 6ua fantasia; ne segue le vicende, le sciagure, i lutti, la degradazione, con un'accorata ansietà, con una specie di intollerabile, segreto affanno; ma non saprebbe muovere un dito per sollevare la loro sorte, per deviare la piega del loro destino. Si fa per dire : certo la sua lucidità è implacabile, la sua chiaroveggenza è definitiva: con l'intelligenza che vede in fondo, che non si fa veli e non tollera illusioni, ella sospinge i personaggi alle più tristi conseguenze di una situazione o di una avventura, e con l'anima inquieta ne coglie e traduce la terribile malinconia. Possibile che si debba soffrire così? Come il dramma dei suoi personaggi ai risolve nel non accettare il dolore, nel rifiuto morale alla rassegnazione, in un patimento bruto e disperato, così il temperamento, lo stile della scrittrice si fa manifesto in questo dualismo : del vedere con freddezza, senza indulgenze e senza turbamento, e dello struggersi d'amore, di compatimento, di comprensione, in quella tragica coscienza del male. Se si volesse definire l'arte di questa scrittrice, e la sua poesia, bisognerebbe ricorrere ai due termini: pessimismo e tenerezza. Pessimismo colmo di simpatia, di affetto, di ascosi smarrimenti del cuore ; tenerezza tanto più insinuante, previdente, accorta, quanto più ragionata e meditata sulla feroce realtà. Tutto il suo scrivere, e il suo immaginare, e il tono della narrazione, il caratteristico tono, sentimentale e crudo, morbido e desolato, nascono da quel curioso contrasto di osservazione e di sentimento, di intelligenza e di-cuore. Contrasto subito evidente nella prosa fluida e semplicissima, che cerca la elocuzione quotidiana, famigliare, quasi povera, perchè nel discorso di tutti i giorni meglio si coglie e si sottolinea la pena del vivere, si è a , un tempo più aderenti e più commossi, più vicini al vero, cioè al dolore, e più istintivi e spontanei; più eenressivi — diciamo così. Brulicante e martoriato mondo, prensile sensibilità, viva e presente come forse mai in questo nuovo romanzo (dTe7ri2>esta intorno a Lyda*, ed. Mondadori) che addensa in doloranti e soavi, pagine — soavi di pianto non sempre represso — un'espe rienza umana, calda, aspra e profonda. Al nodo dell'avventura, al suo momento essenziale, si giunge per ampie stratificazioni di paesaggi fisici e morali: come se si scendesse, giù giù, attraverso folti cumuli di vecchie cronache famigliari, di dolori antichi, di tristezze immemorabili, fino a questa realtà, più triste ancora e più dolorosa. Non vi è freschezza di sentire, novità di incontri, speranza di rinascite, che non sia qui circuita, intaccata, dispersa da un senso irresistibile di vecchiezza e di dissoluzione. Tumulti brevi, attimi di luce, e poi il ritorno al passato, a ciò che fu sempre, e sarà, immobile, statico, soffocante. Quale sia la finezza e il preciso vigore di Carola Prosperi nell'evocare certi interni, scialbi, di« sfatti, cadaverici, tutti sanno. Piccoli appartamenti mal rappezzati, color del nulla, uffici gelidi, cortili giallastri, e la stufa che non s'accende, e cotesovetemgupachtuchgltoteoszioce« qgeesfacoavdiletu—mdpQmschlamzimugdvcaczatsrdqcdcpndabdatunpzngscatgidrcgprgmfpvmuccslpamsutcsnsPrmmdlr fotografia stinta appesa al muro: sti aspetti della miseria e della itudine diventano, intagliati da sull'atmosfera grigia del mondo, cose indimenticabili. Le stanze abitate da Lyda e dalla sua famiglinola sono emozionanti e vere come una vergogna non confessabile e che ci tenga avvinti e soggiogati: niente di misterioso, non voci del silenzio, linguaggio muto e melodrammatico di pareti e di angoli segreti, ma alcunché di spoglio, di nudo, una bruttura tutta esposta, evidente,- decisa, che vi- mozza il respiro e vi attanaglia il ricordo. Creature di poco conto, povere creature, tremanti e sfinite, s'aggirano per quegli interni: la osservazione psicologica e l'osservazione pittoresca s'alleano in una ricerca di naturalezza, di intimità, di « quotidianità », così sentita, da giungervi inaspettata e sorprendente. E' esatto: si dice così, proprio così, si fa così, ci si irrita, si ama, si soffre così ; ma non ci pensavate, ma non avreste mai immaginato che in quedialoghi a volte quasi banali, in quelle sfumature e in quegli accidenti di tutti i giorni — così bizzarri accidenti — si potesse raccogliere tanto dramma. La mobilità e le sorprese del sen¬ : a a , a a i i i , a i ' i e n i i ti ¬ timento, i rivolgimenti improvvisi, i razzi della felicità, i distacchi, le violenze dell'anima, la realtà del cuore — capricciosa, indefinibile, mortale — trovano negli accenti umili, nei modi consueti del pensare e dell'esprimersi, nellp frasi fatte, colte a tempo e messe nella pagina con ronianticu accortezza, trovano in tanta facilità e penetrazione un rilievo impensato. Ambiente e persone, senza che ve ne accorgiate, vi divengono famigliari, disperatamente famigliari; non come si direbbe di un incontro azzeccato, ma come si subisce una cosa vissuta. Le persone del romanzo sono colorite e vivaci: non appare, alla superficie; una patina un po' grigia eguaglia i toni — ma, sotto, agile è la varietà dei tratti, dei vezzi, dei caratteri. E' la matrigna Betta, una figurina frizzante, curiosa, lievemente comica, è l'amica Irene, così densa di riposata sensualità, così vaga e sensibile; è la cinica indifferenza di Fernando, l'egoismo grosso e timido di Francesco. E tanti, tanti altri esseri che s'affollano per le vie, sui tram, nei bar, esseri senza domani, che disputano la gioia, la voluttà, la pace, allo scarso stipendio, alla ma¬ lbpdssdocrdpntctncthurngtndcgaE attia, all'avvilimento della casa brutta, del magro cibo, dell'illusione perduta. L'avventura di Lyda non ha nulla di eccezionale, ma è tragica per la sua fatalità. Sopraggiungo veloce a sconvolgere tutta una vita ; nasce dal futile caso e annulla, improvvisa, ogni bene. Lyda è persona d'arte compiuta e commovente: così ben realizzata che non sapremmo chiuderla in una formula, che non sapremmo quale carattere di lei denunciare; è tutta viva, creatura autentica, sommessa e delicata, non congegno, ma raro fiore di segretezza e spontaneità. Dall'infanzia non lieta, dalla conoscenza precoce del male, dal dolore, dalle lotte quotidiane, sacrifici e rinuncie, ha tratto un equilibrio interiore, una dignità, una calma, esemplari: se il suo cuore talvolta sogna, nessuno ha il diritto di rinfacciarglielo; nessuno può essere indiscreto con lei, tanto augusta e verginale e disinvolta purezza la difende. Ma un giorno, per una stupida, capricciosa provocazione della moglie, il marito della sua migliore amica ne scopre la velata bellezzaErano stati vicini per anni senza a e a a a e , e n n a , , , e . a vedersi: è bastato un attimo, è bastato il subitaneo accendersi di due desiderii, e l'amore è scrosciato, impetuoso indomabile, travolgente. E non avviene nulla : dopo una settimana di sotterfugi, di ansietà, di angoscie, dopo un appuntamento senza conseguenze in una camera ammobigliata, l'amore di lui si spegne d'un tratto. Uomo pacifico e timoroso egli si rifugia nella dolcezza, nel conforto della moglie paziente e accorta. Lyda rimane sola: non più sola come prima, in un mondo mediocre, ma concreto; sola nella desolazione di un mondo devastato, divelto e in frantumi. Tutta questa seconda parte del romanzo è serrata, incisiva, appassionatissima. I fatti e le persone concorrono con ammirevole precisione a segnare il senso dell'avventura; il paesaggio, tipico paesaggio torinese, acquista una specie di vitalità, si fonde con gli stati d'animo, sollecita confessioni e smarrimenti. La figura della protagonista assume rapidamente, in una sagace progressione, singoiar rilievo. E la sceneggiatura è abile, sciolta, sicura. Basti ricordare la domenica atroce nella quale Lyda ha avuto la certezza di essere aenqivmapdnrtvtgslslpappqmm abbandonata, e la corsa per la città, e la visita in chiesa, e la merenda nella latteria, e quella tristezza e quella disperazione ; basti ricordare il nuovo, silenzioso, disincantato fervore di Lyda per Alma, la sorella malata: sono pagine bellissime di alancio e di verità. Il romanzo è in piedi, fervido e crepitante; e la meditazione umana tocca i suoi termini, accorata e gentile. Si potrebbe dire che questo è un romanzo interessante: anzi avvincente. Ma non sarebbe rilievo di gran valore : tanti altri romanzi sono interessanti e avvincenti. Sarebbe meglio stabilire la qualità dell'interesse che esso suscita nel lettore. E allora diremo che l'interesse è qui tutto sentimentale: efficacissimi, sta bene, l'intreccio e il disegno di eventi e persone; ma l'ansietà che ci prende alla lettura, nasce dal sentimento, prorompe dal cuòre. Come si diceva : pessimismo e tenerezza; l'interesse di questo romanzo verista è irresistibilmente affidato al patetico e alla commozione. FRANCESCO BERNARDELLI.

Persone citate: Betta, Carola ?prosperi, Carola Prosperi