L'affascinante capitale delle Filippine

L'affascinante capitale delle Filippine "Vietg-glo in Estremo Oriente L'affascinante capitale delle Filippine , MANILLA, febbraio, mli sole, il flammeo sole tropicale è "sceso dietro il monte Morivelcs che Vdomina la baia di Manilla all'entrata, lasciando il ciclo tinto di colori soprannaturali. La brezza dell'oceano (l'oceano dei tifoni che partono tutti, di qui) profumata di salsedine e di fiori, passa sull'enorme folla lungo la magnifica « Lancia*, mentre una musica militare americana, suona sotto il monumento di Risai, l'eroe nazionale filippino. Tutta Manilla è fuori, a piedi, in carrozza e in auto. Di Questi il numero mortificherebbe una città americana. Si contano cinquantamila vetture su una popolazione di poco superiore al 300 mila. Sovrasta sulla folla gualche ragazzone soldato yankee, gualche turista idem, ma la stragrande maggioranza son filippini, uomini e donne, assai elegantemente vestiti. C'è Qualche cosa, in queste genti estremo orientali, creole, mctlccie, delle folle palermitane o scvillane, eccetto il color dell'epidermide che del resto è sovente più pallido che bruno. Il segno della libertà èrdtefdpdicdi uomini sono vestiti inappuntabilmente di bianco, con il panama in testa, le donne e le ragazze portano diafunc toilettes seriche a colori vivaci. Ne'passano di tutte le età, le giovani squisite, con occhi immensi pieni di liquida luce e di sogno, le matrone occhialute, con la tradiziona le 'pina* sulle spalle. Noto che le i't-1 gnorinc non hanno la faccia imbel-\ Iettata e i loro capelli non sono tagliati od arr sciati, ma scendono in lunghe enormi treccie sulle spalle. Quasi, tutti i passeggiatori recano sul petto la coccarda, dai colori, nazionali filippini. Una bella venditrice di quei distintivi mi sollecita a comprarne uno, offerta che consente di chiederne il significato. Essa risponde, in uno spaglinolo gentilmente esotico, che si tratta, del segno della libertà. La manifestazione delle aspirazioni filippine offertami dalla bella creola è un. segno wffiMHKii uijiiii avuti urcutu C UH- ÒCUllL euidente dell'ingentilimento delle aspi a i e n -'-io. sporca, p.iena di epidemie e di razioni stesse. Al tempo degli spaglinoli, in una tiepida e profumata sera come questa, il popolo, invece di vendere c di portare coccarde, tumultuava nelle rie, mentre il patriota e poeta José Rizal, veniva decapitato nello stesso punto dove sorge ora il suo monumento. L'aristocrazia di Luzon, le classi padrone, spagnuole e creole, dalle carrozze e dai balconi, agitando i fazzoletti in segno di gioia, applaudivano all'esecuzione, quando il colpo fatale troncò la vita del martire. Neppur oggi le cose vanno bene, ma la dominazione americana non ha decapitato nessuno. Gli spagnuoli lasciavano che le cose andassero a rotoli, cioè che i filippini si agitassero, contentandosi di quando in quando di ricorrere a repressioni, sanguinose e di giustiziare gli idealisti delle rivolte, gli americani, invece, che desiderano sinceramente di arrivare ad una sistemazione delle Filippine che soddisfi tanto gli isolani quanto loro stessi, provano e riprovano riforme con notevole pazienza. Il successo sinora non è stato lusinghiero, ma rimane la spe ronza per il futuro. « Elefante bianco » Quando le Filippine furono cedute dalla Spagna agli Stati Uniti, non come conquista di guerra ma perchè l'America le comperò, questa si impegnò di concedere agli isolani l'indipendenza completa, come s'era fatto per i cubani. La promessa, però, di pendeva dalla capacità dei filippini a governarsi da soli, cosa dubbia, specie dopo i risultali dell'inchiesta ordinata da Coolidge. L'inchiesta assodò che il Governo autonomo originava sfacciate corruzioni ed abtisi deplorevoli, Ritorno quindi della direzione americana degli affari, donde nuove agitazioni e definizione di tWhite Blefanh data dagli americani a queste isole. Un elefante bianco, cioè un vistoso jiossesso di cui non si sa che fare perchè gli americani non possono incorporarsi le isole come hanno fatto delle Ilaxuait e di Portorico e neppure abbandonarle, che cadrebbero immediatamente sotto la dominazione nipponica {la fatalità futura, e i posteri vedranno qui il connubio fra la gita na e la ghelsa). Tutto questo non impedisce che la capitale del. grandissimo arcipelago. Manilla, nell'isola di Luzon, attrazione irresistìbile del turismo nel Pacifico, miracoloso flore latino sopravissuto nel mondo clnomalese-nipponico, sia diventata, grazie agli americani, la città piti seducente dell'Estremo Oriente. Shangal, Hong Kong, Tokio, Saigon, Singapore saranno più ricche e grandi, ma Manilla è affascinante per la sua popolazione creola. Oggi i carnevali di Manilla sono più sfarzosi di quelli nizzardi. Palla città spagnuola di trent'annl fa, senza pavimentazione, con l'illuminazione a olio di patini¬ ldamcpnnelpaf1frctgMpdd malaria, con i tranis tirati dai do "cy*> ingombra di carri dalle ruote Vtenc trainali dai bufali (t carabaos) è venuta fuori una. metropoli sfolgorante di luce nelle sue notti insonni, dalle vie ampie ed i palazzi, con i portici, lungo l quali si succedono negozi elegantissimi, con schiere di donne fra le più vivaci ed estetiche d'Asia, disseminata di parchi e di giardini, piena di alberghi di lusso, di ritrovi, di ricchezza, di scuole. Le tre città Tuttavia le vetture con i cavallucci isolani sono ancora in onore. La piccolezza dell'equipaggio la pensare al¬ la carrozzina di Cenerentola tirata dal topi sapienti. Manilla è costruita attorno l'antica città spagnuola chiamala intramuros. E' divisa in parecchi quartieri che si estendono sulla pianura, una volta paludosa, ora risanata e che si chiamano: Tonto, innondo, Ermita, Santa Cruz. In effetto esistono tre Muuille: l'antica spngnuolu, l'indigenu, più o meno malese, del palmizi e dei carabaos, e la Manilla americana. 11 fiume Pasig di soli venti chilometri di lunghezza, dalle sorgenti nella laguna della baia alla foce nel porto, attraversa con molle anse la città, sormontato dagli antichi pan ti, spagnuoli e. dai moderni, fra cui il principale è il ione bridge, in onore dei congressnian americano Jone che prese molto a cuore gli affari della isola. La vecchia città t circondata da un poderoso muro in pietra di quattro chilometri di perimetro, forato da porte monumentali, che, tre quartini secolo fa, si chiudevano ancora ogni notte levando i ponti levatoi, per tema degli assalti dei pirati malesi e ci nesi. Non accennerò al ciclopici lavori fatti dagli, americani per risanare Ma mila; gli spagnuoli non. l'avevano mal tentato per paura di provocare Dio sa quali epidemie, toccando i terreni dove da secoli erano andate accumu landosl e solidillcandosi le spazzature delle generazioni. Nell'interno la città è, viceversa, di eostruzione recente essendo stala quasi, completamente distrutta dal ferri bile terremoto del 1863 che in mezzo minuto abbattè anni edificio. Le case presenti non superano i due piani di altezza e sono dipinte all'uso iberico di tutti i. colori dell'Iride. Strade strette inferriate panciute per corteggiare comodamente Ir belle dalla via, esu beranza fantastica di fiori, tegole ros se sui tetti, diventati, a cagione del clima, giardini pensili. La vegetazione copre le tetìolc piene di nidi e trillanti di canti d'uccelli, erba fìtta anche sulla sommità drl muro di cinta e ma gniflci alberi in ogni dove. Singolarità attraente: le finestre periate, che al posto dei vetri hanno dei pezzi di una conchiglia marina opalescente, propria del mare attorno l'arcipelago. La conchiglia pescata è quasi pronta per l'uso.' Vengono scelte quelle piatte e tagliate subito con una rozza macchina. La sola Manilla domanda cinque milioni di questi vetri ogni anno. I pescatori quindi non hanno da oziare. Anche i poveri sono eleganti Gli uffici governativi sono'nella città vecchia. Il più insigne è il Palazzo Legislativo, la prima pietra del Quale fu posta nel 1735. Seguono l'Università Cattolica di San Tomaso, fondata nel 1618. Nell'angolo nord-ovest d'Intramu ros sorge il venerabile torte Santiago, circondato dal ricordo d'innumerevoli leggende, fra le quali, la più terrificante è la storia di quei sessanta infelici filippini, ribelli, che nel 1896 morirono in una cella soffocati per mancanza d'aria. Il palazzo del Governatore americano si trova, viceversa, lungo il Pasig, nella magnifica sede di Malacanan. Il Governatore delle Filippine percepisce uno stipendio annuo di 18 7)ii/a dollari, tolto dal bilancio delle isole. La cifra non è eccessiva data la cariai, ma j filippini sono furibondi anche per questo. Credo che nessun governatore, nei tropici, abbia nsndcddpdlnliisalrgugcme una residenza più deliziosa del palaz zo di Malacanan, costruito un secolo fa, ma secondo le regole più logiche della vita degli europei in questi climi. Nella città nuova, piena di palazzi moderni, di banche e di sedi di imprese industriali, la via degli affari è t'ICscolta, che rammenta una strada di Buenos Aires. Le scritte dell'Escolta sono in grande maggioranza spagnuole. L'americano qui apprende volentieri lo spagnuolo, che del resto è la sola lingua che gli yankee imparino. Nell'Escotla primeggiano i negozi cinesi e giapponesi. In tutte le ore del giorno e della notte la strada è rigurgitante di gente, che offre allo straniero un'impressione molto gradevole di pulizia e di ricchezza. Nel quartiere più povero, viceversa, a Tondo, s'accalcano decine di migliaia di diseredali malesi, ammucchiali in capanne di bambù, che mollo frequentemente sono preda di vasti incendi. Ma le capanne risorgono subito, tornando ad offrire gli aspetti caratteristici delle agglomerazioni umane d'Estremo Oriente. Naturalmente in questi quartieri popolari le belle creole vestile di, seta sono piuttosto rare. Dato però il caldo eccessivo e permanente, c'è ancora da stupirsi come anche i poveri sian vestili con tanta cura e varietà, di colore. Dopo tutto, l'ideale dell'abbigliamento, in queste isole, dovrebbe corrispondere ai dettami di quell'igienista, che pretende che il vestilo più opportuno, nelle Filippine, è un ombrello e soltanto un ombrello, e niente più. Viceversa, andate a teatro, dove vi può capitare di vedere una « Passione di Cristo », con croce fissione esclìisa, perchè la conclusione del dramma cristiano mal si accorda con la gaiezza diffusa nelle isole, e vi troverete nel più complicato e variopinto sfarzo di abiti femminili. Abiti evanescenti, s'intende, che fanno risaltare la grazia delle forme di queste donne così difficili ad essere classificate nei confini di una razza determinata. Le più numerose ed anche le più graziose sono le imeslizas », figlie di madre filippina e di padre cinese. Gioielli e merletti Vi sono a Manilla venti o trentamila ricchi mercanti cinesi, ma pochissime donne della Terra Fiorila. Ed i prodotti delle unioni cinesi con le filippine della città, che alla lor volta discendono da remoti progenitori iberici, sono veramente superbi. Tutte le don ne, giovani e non giovani, sono coperte di gioielli in guisa esagerata. L'abitudine di capitalizzare i propri ave ri, modesti o ingenti, in gioielli, è molto diffusa nelle donne isolane,- il numero delle gioiellerie a Manilla è superlativo. Fra le industrie più importanti delle isole va segnalata quella del merletti fatti a mano da ogni categoria di don ne,- dalie signore che abitano le mas siccie case di pietra abbellite dai fre schi patios interni, alle donne del popolo, che vivono nelle capanne dei sobborghi, e l'altra dei tabacchi. SI contano a Manilla ventimila operaie nelle fabbriche di sigari e sigarette. Inoltre, la maggior parte dei lavori agricoli nelle Filippine è disimpegnata dalle donne, e il commercio minuto, nei mercati e nelle botteghe, è pure prerogativa femminile. Generalmente parlando, l'aristocrazia isolana è formata da filippini che vantano una discendenza di meticci spagnuoli. Essa però si mantiene lontana dalle attività commerciali, riservale quasi unicamente ai meticci cino malesi, i quali hanno anche la prerogativa di dedicarsi alla politica. Uno dei « leaders » politici dell'ora è Osmena, che ha nelle vene molto sangue cinese. Tuttavia la distinzione delle classi non pecca certamente di rigidità, l'educazione e soprattutto la conquista della ricchezza fanno scomparire ogni ripugnanza derivante dal colore più o meno scuro dell'epidermide. Insomma, il popolo filippino, o per lo meno quello delle città, dà l'impressione di esse re assai progredito, benché in esso, a differenza di quanto accade nelle vicine Indie Ncerlandcsi, e specialmente a Giova, non esista un notevole gruppo di genti caucasiche pure. La condizione delle donne, soprattutto, è delle più felici. Esse frequentano in gran numero l'Università, e, per merito dell'educazione americana, hanno fondato innumerevoli Società femminili, unite in una Federazione nazionale, che ha, sulla vita pubblica dell'arcipelago, una notevole importanza. E' infatti, grazie all'opera di cotesta Federazione che l'igiene, la pubblica istruzione, la moralità, la protezione dell'infanzia e, in generale, le provvidenze sociali più utili, lianno avvantaggiato in questi ultimi anni alle Filippine di un progresso tale da collocare questa tropicale terra asiatica, di civiltà unicamente europea, ad un livello almeno eguale a quello del Giappone. ARNALDO CIPOLLA.

Persone citate: Coolidge, Cruz, José Rizal, Tondo