Come si presenta a Ginevra

Come si presenta a Ginevra Come si presenta a Ginevra l'accordo doganale austro-tedesco Ginevra, 6 mattino. Le vivaci controversie suscitate in tutte le capitali europee dall'annuncio dell'accordo doganale tra Austria e Germania finiranno, a quanto ormai pare accertato, di accentrarsi a Ginevra. Riepiloghiamo: il 21 marzo, alla vigilia della riunione a Parigi della Commissiono di studio per l'Unione europea, si ha la notizia improvvisa ed ufficiale che Berlino e Vienna si sono messe d'accordo per « iniziare immediatamente negoziati per un trattato in vista di assimilare la situazione politico-economica e doganale dei due Stati •. Emozione enorme e generale, più forte là dove il timore d'interessi lesi o di supremazia minacciata tengono permanentemente desta l'attenzione, prima ancora di conoscere il testo esatto del protocollo, che è pubblicato soltanto il 24 marzo. Abbondanti e ripetute dichiarazioni ufficiali e passi diplomatici di Benes, Briand, Henderson; risposte di Curtius e di Scbòber. Molto maggior riserva degli altri Governi; in prima linea dell'Italia, senza dubbio altamente interessata, ma che, prima di pronunciarsi, desidera avere maggiori chiarimenti. I tre aspetti del problema Tre sono gli aspetti fondamentali del grave problema: giurìdico, economico e politico, tutti ugualmente importanti e fra loro legati nel modo più stretto, ma che debbono venir analizzati e giudicati separatamente ed In sedi diverse. Se, difatti, l'accordo fosse dai giuristi ritenuto inammissibile, cadrebbero le ragioni economiche invocale e le Parti dovrebbero cercar altro. Se economicamente raccordo danneggiasse o turbasse gravemente gli interessi di terzi, a1 vrebbero questi diritto a compensi. Se politicamente l'accordo racchiudesse un pericolo, dovrebbe esso venir modificato o circondato da garanzie atte ad eliminare tale pericolo. 11 lato giuridico si presenta sotto una fot ma assai semplice. E' l'accordo incompatibile con l'art. 88 del trattato di Saint-Germain, che « impegna l'Austria ad astenersi, senza il consenso del Consiglio della S. d. N., da ogni atto suscettibile di compromettere la sua indipendenza, direttamente o indirettamente e per qualsivoglia via »7 E' inoltre l'accordo in opposizione al protocollo del 1922, col quale la S. d. N. assumeva la restaurazione finanziaria dell'Austria e questa riaffermava l'impegno assunto col citato art. 88? I Governi di Francia e di Cecoslovacchia rispondono senza esitazione che si, e pongono il dilemma: o si tratta di un'unione doganale vera e propria, ed allora questa è inammissibile per trattato; o si tratta d'abolizione delle esistenti convenzioni commerciali, ed allora tutte le Potenze,- che nelle convenzioni commerciali con Germania ed Austria hanno la clausola della nazione favorita, acquistano il diritto ad applicarla senza reciprocità, cioè ad introdurre le loro merci in franchigia In Austria ed in Germania. Nessun altro Gabinetto ha avanzato una tesi cosi recisa, perchè il sen tenziare in -materia richiede il più diligente esame dei testi, fatto con calma e da giuristi di professione e non ab irato. La vìa giusta sembra esser stata trovata dal Gabinetto di Londra, quando, per bocca del suo Ministro degli Esteri, ha dichiarato di non potersi pronunciare dal punto di vista della legalità, perchè l'accordo è tuttora sottoposto all'esame dei giuristi, ma ha chiesto che l'accordo venga dinanzi al Consiglio della S. d. N. nella sessione di maggio. Ma il Consiglio è corpo politico e, quin di, saggiamente ha prospettato l'Hen derson l'opportunità che venga chiesto il parere della Corte permanente di giustizia internazionale competei! te precisamente nei conflitti d'ordine giuridico. Il Governo germanico, per bocca di Curtius, ha accettato simile procedura, e pertanto l'aspetto giuridico do vrebbe pel momento entrare In una fase sospensiva In attesa del responsi di Ginevra fi dell'Aja. .Ogni presa di posizione per parte di profani, non completamente provvisti degli strumenti d'indagine, non può essere che inquinata di parzialità e d'incompetenza e perciò da evitarsi. Il problema economico L'aspetto economico, subordinalo all'aspetto giuridico, può tuttavia essere esaminato a sè stante, ed è quello che tocca, più o meno intensamente, gli interessi dei terzi. Il problema centrale è questo: Può l'Austria, nella sua forma attuale e nella situazione economica dell'Europa centrale, vivere o no? La Germania esplicitamente e l'Austria implicitamente rispondono di -no. Gli sforzi dei membri del Consiglio della S. d. N. hanno Invece finora mirato a rendere possibile la vita economica dell'Austria autonoma. Ma tali sforzi sono sempre Partiti da una volontà politica d'opposizione ad una duplice tendenza: quella nostalgica d'una confederazione danubiana e quella dell'unione con la Germania. Dall'unione doganale con la Germa-nia, l'Austria industriale non guada-gna certo; le industrie austriache, se vorranno vivere, dovranno radicalmente trasformarsi. Per contro il commercio austriaco può averne vantaggio ed è senza dubbio a motivo di questi divergenti interessi che le trattative iniziali sono state difficili e più difficili ancora saranno le trattative ulteriori. Quanto alla Germania, l'accordo le è certamente vantaggioso; acquista a condizioni d'impossibile concorrenza (ragione precipua della opposizione) un nuovo mercato di sei milioni e mezzo d'abitanti; ciò ne attiverà le industrie, mitigherà la disoccupazione e darà impulso al commercio. Gli Slati industriali d'Europa saranno tulli dal più al meno colpiti e questo spiega gli alti strilli della Francia e della Cecoslovacchia ed il fermo, se pur pacato, atteggiamento dell'Inghilterra. Gli Stati prevalentemente agricoli sono invece rimasti più freddi e, probabilmente, essi stanno mettendo sulla bilancia da una parte i loro stocks di prodotti non venduti o di dubbio esito e dall'altra le possibilità d'una popolazione tedesca con accresciuta capacità d'acquisto. La Germania ha dichiaralo che l'accordo progettato, entrando nella cornice dell'Unipne economica - europea, è aperto a quanti vorranno aderirvi. Entrarvi è presto detto. Basta pensare alle difficoltà della compilazione dei trattati di commercio e della compensazione delle molteplici voci, alle ferree ragioni che impongono le barriere doganali, che tutti sono d'accordo per ritenere dannose se globalmente considerate ma necessarie nei casi singoli, per rendersi conto delle immensa difficoltà. Una slmile gigantesca opera non potrà compiersi — per usare l'espressione di Curtius — che dal grande al piccolo, cioè preparandola nell'ambito dell'Unione europea (ed allora si comprende quanto sia di là da venire) e non dal piccoIo al grande, come sarebbe il caso dell'adesione all'accordo austro-germanico. I fini polìtici L'aspetto politico è II più vivace ed il più appassionante. Il Ministro degli Esteri tedesco si è lagnato che la questione sia stata spostata dal campo economico a quello politico e sia stata messa in relazione con fini politici, coi quali nulla ha da vedere. Con ciò egli allude alVAnschluss. Non è lecito fare a Curtius l'ingiuria di voler passar oltre al divieto posto dal trattato senza il beneplacito del Consiglio della S. d. N., cioè delle maggiori Potenze d'Europa. Tuttavia alcune domande si pongono. In primo luogo, perchè s'è atteso per lanciar la bomba proprio la vigilia della Conferenza per l'Unione europea? A ragion veduta, risponde Curtius, perchè l'accordo è nel quadro dell'Unione. In secondo luogo, perchè porre ex abrupto le Potenze dinanzi al fatto compiuto? Niente affatto, risponde ancora Curtius; nulla si poteva comunicare fino a quando non fossimo d'accordo noi stessi; il trattato è poi ancora da fare e, pel momento, non v'è che iinv-.* compromesso. Finalmente, quali legami politici, diretti od indiretti, immediati o lontani, avrà l'accordo? Nessuno, risponde il Cancelliere, ma queste è un punto da esaminare molto attèntamente e con occhio, come suol ttirsi, lungimirante. I francesi amano ripetere che il metodo adottato è nello stile tedesco, Non poteva però- sfuggire al Governo tedesco l'impressione, che l'atto avrebbe destato e quindi l'atto è stato di deliberato proposito calcolato nel modo e nel tempo. Piuttosto è nello stile tedesco non il colpo -di scena, ma il metodo ripetutamente affermato di voler condurre la Germania alla piena parità di diritti. «Non è ammissibile — ha ancora ripetuto Curtius nelle ultime dichiarazioni — questa soppressione della parità dei diritti, senza di cui non si può comprendere una ricostruzione dell'Europa ». Qui ò la vera importanza dell'atto. Altrimenti non si comprenderebbe tutta la ■ levata di scudi; non s'è forse visto il | tentativo fallito di costituire una Piciocla Intesa economica, non si sono avute le molteplici Conferenze degli Stati orientali, non esiste l'intesa doganale degli Stati scandinavi, quella tra Olanda e Belgio, quella tra Belgio e Lussemburgo? Ma senza approfondire di più il problema politico, che dev'essere lasciato all'esame ed all'apprezzamento dei poteri responsabili, un aspetto confortante non deve essere trascurato: l'influenza benefica dell'istituzione di Ginevra, di cui tanto spesso si dice male. Essa agisce da calmante efficace. Deferita ad essa la controversia, v'è un mese e mezzo per prepararsi a discùterla; con ogni probabilità si metterà di mezzo anche la Corte dell'Aja e saranno altri mesi. Gli animi si calmeranno. Si avrà la solita soluzione di compromesso, lamentano I fautori delle soluzioni radicali. E che per questo? Tutto non è forse compromesso nelle controversie internazionali? La ricostruzione economica dell'Europa secondo il conte Bethlen Budapest, 6 mattino. li Presidente del Consiglio, conte Bethlen, in un'intervista concessa al giornale « Azest », ha dichiarato che l'Europa è passata finalmente alla realizzazione della ricostruzione economica. Oggi non sì può ancora prevedere quale sarà la sua definitiva configurazione. Però tutto è in fermento e non vi è dubbio alcuno che noi ci troviamo alla vigilia nella nuova ricostruzione economica dell'Europa.. Le diverse Conferenze di Bucarest, Varsavia, Belgrado, Parigi, Ginevra e Roma, le trattative fra i singoli Stati, il progetto di unione doganale austro-tedesca sono tutte prove che. dal punto di vista teorico, si è passati alia realizzazione pratica. Occorrerà ancora parecchio tempo prima che si formi il quadro definitivo della economia di Europa. I programmi sono ancora in gestazione, ma non si devo dubitare che essi fra breve entreranno nello stadio della realizzazione, c così anche l'Ungheria si inquadrerà nel nuovo ordine. Il Primo Ministro ungherese ha aggiunto che si può attendere già, per quest'anno, un miglioramento della situazione economico. Il Presidente del Consiglio ha smentito poscia le fal«e voci di un preteso crollo dell'industria ungherese, e, con l'appoggio di dati, ha affermato che la produzione ìnciu«triaJe ungherese non è stata mai cosi Importante come nell'anno 1929. e se da allora si è notato un cello regresso 6 stato in conseguenza della crisi mondiale. L'importazione del grano Roma, 6 inaitino. Il Direttore generale delle Dogane, dottor Silvio Mathis, ha fornito alla Presidenza del Consiglio dei Ministri I seguenti dati, concernenti le importazioni del grano. Nel mese di marzo 1930 furono importati quintali 993,689. mentre nel mese di marzo 1931 le importazioni di grano furono di quintali 1.921,711, con un aumento di quintali 928,022; nel periodo dal l.o luglio 1929 al 31 marzo 1930 le importazioni di grano furono di quintali 5,392,537, mentre nel corrispondente periodo, l.o in