Le due fazioni in lotta

Le due fazioni in lotta E4 CRISI DEI NAZIONAL-SOCIALISTI Le due fazioni in lotta Berlino, 3 notte. La crisi scoppiata in seno al par tito nazional-socialista ha fatto ancora altri passi, si è cioè approfondita, ■ o meglio, secondo quello che è il punto di vista dei circoli direttivi del partito stesso, ha logicamente proseguito il suo corso verso la sua più netta definizione, la quale coincide col suo risanamento. Espulsioni vicendevoli All'» ukase > di pieni poteri dato ieri da Weimar a Gòbbels, per l'azione di epurazione del partito dagli elementi estremisti, è immediatamente seguito l'ordine di espulsione del condottiero dei ribelli, cap. Stennes, nonché di altri due capi in sott'ordine, Veltyens e Wetzel. Botta e risposta, però: appena ricevuto il decreto di espulsione, il capo ribelle delle squadre di assalto emana per conio suo un altro « ukase », in cui poco meno non depone Hitler dal comando supremo e si limita- a deporre il suo rappresentante a Berlino, nonché plenipotenziario per l'epurazione del partito, deputato Gòbbels. I.'« ukase > di Stennes, infatti, riferendosi essenzialmente al suo ordine del giorno dell'altro ieri in cui annunziava di assumere il comando supremo del partito, anche politico, per quanto riguarda almeno il Nord e l'Est della Germania (le Provincie che egli nominava erano il Meclenburg, la Pomerania, il Brandenburg Est, la Slesia e Berlino) ordina « che il capo regionale di Berlino, deputato Gòbbels sia destituito dal suo posto per infrazione al dovere. A suo successore — conclude l'ordine del giorno — nomino il compagno Wetzel. Tutti i capi politici regionali del partito devono mettersi in comunicazione esclusivamente col capo Wetzel. Ogni altro ordine è dichiarato invalido ». . Wetzel è, come abbiamo già detto, uno dei due sotto-capi da HitJer espulsi. IjB deposizioni e le espulsioni, reciproche, come si vede dunque, si incrociano; e la confusione è al colmo nel campo di Agramante; intendendo per campo di Agramiante probabilmente qualunque dpi due campi. Quanti i fedeli e quanti i ribelli ? Gòbbels, Intanto, si trattiene ancora a Monaco, dove conferisce con Hitler; e le sue veci a Berlino le fa il dott. Mansliausen. Il neo-capo delle truppe d'assalto, ten. Schulz, che sino a ieri, arrivato a Berlino per assumere il comando delle truppe di assalto, non aveva potuto prendere possesso della sua carica, puramente e semplicemente perchè i dissidenti gli inibivano persino l'ingresso negli uffici e nell'edificio del partito, ora finalmente ha potuto entrarvi, ed i ha trovato la sua poltrona libera da Stennes, il quale si è finalmente de ' ciso a sgomberarla. Ieri sera, infatti, dopo lunga esitazione, la direzione antica delle truppe d'assalto ha lasciato la sede deU'Hedemann&trasse e si è trasferita in un appartamento della Matthàikirchestrasse, portando naturalmente con se tutto quanto riguarda la sezione del partito, documenti, carte, liste, registri, ecc. Un gran movimento sì svolge ora davanti alla nuova sede: camions carichi di carte e di documenti, motociclette, automobili, un gran va e vieni e un affollarsi di curiosi segnano al pub blico la nuova sede delle truppe di assalto nazional-socialiste, nuova sede che vorrebbe anche essere addirittura quella della direzione politica stessa del partito, per quanto riguarda il Nord e l'Est della Germania Nella vecchia sede, il nuovo capo delle squadre di assalto è dunque po- tuto entrare, trovando finalmente vuo ta la sua poltrona, ma pare che non abbia trovato vuota soltanto la poi trona, perchè sono appunto le truppe stesse d'assalto che egli non ha trovato, perchè esse, nella loro maggioranza, pare abbiano seguito il ribelle Stennes Qui, in quanto a cifre di ribelli o di fedeli bisogna andare cauti, e non lasciarsi impressionare o trascinare dalle affermazioni dell'uno e dell'altro campo, ciascuno dei quali, natu- nmllasthdtsadtsdpsgfivmsfidsodqprtsMccpnmlnzstnGslpmdapmsnepspKcmdcfrSdenindKmcAldp«uescrpdstsaplpreamente, sostiene di aver dalla sua;il maggior numero di gregari. Un sin tomo, però, c'è, ed è tale che lascerebbe supporre che i seguaci di Sten- nes non siano pochi: e questo sintomo è la sorte toccata al giornale berlinese del partito, l'« Angriff », il quale, come già dicemmo a suo tempo, aveva i suoi uffici nell'Hedemannstrasse, donde Stennes ha sgomberato. Ora, il fatto è che con Stennes hanno pure sgomberato, abbandonando gli uffici e disertando il giornale, tutti gli impiegati del giornale stesso, dai redattori all'amministrazione, ai tipografi, meno soltanto cinque individui. Il giornale impiegava in tutto 150 persone, tutti membri delle squadre d'assalto: orbene, questi squadristi, redattori, amministratori e tipografi, meno soltanto cinque, hanno seguito Slennes nella nuova sede. Il giornale è dunque deserto, e. sarà difficile che domani, d'un tratto, i nuovi occupanti possano rimetterlo in moto e farlo uscire. Ieri, prima ancora che gli uffici fossero sgombrati, una dichiarazione ufficiale della direzione del partito — diciamo quella ortodossa — aveva sconfessato il giornale come non più organo autorizziate del partito. Vedremo che cosa ne avverrà domani e quale delle due parti lo farà uscire per prima. Come si orienta la provincia Difficile è, dicevamo, poter asserire qualche cosa di sicuro circa l'entità della secessione e della crisi in sé: un comunicato del vice Gòbbels, Mansliausen, uscito oggi, annuncia che ieri si sono adunati tutti i capi circondariali, e che l'assemblea si è pronunziata nettamente contro Stennes, la cui condotta è stata recisamente condannata. Ma, manco a dirlo, una controdichiarazione di Stennes inficia di falsità questa dichiarazione di Manshausen, il quale, del resto — dice — non è autorizzato affatto a dichiarare nulla, perchè non ha nessuna carica, essendo il suo capo, Gòbbels, stato destituito, da Stennes si intende. Per quanto riguarda la provincia, la siitiuazione è ancora, se possibile, più confusa. Stennes pretende che la maggior parte dei capi provinciali del nord e dell'est abbia fatto a lui adesione. Quello che pare è che da parecchi di questi centri, nel primo momento, siano partiti telegrammi di singoli capi e sottocapi diretti a Stennes, significandogli la loro adesione e la loro solidarietà: tale è, per esempio, il caso del capo dei gruppi d'assalto della Pomerania, Lustig, del capo dei gruppi d'assalto della Slesia, Kremser, e di qualche altro. Ma viceversa, pare che in questi centri le masse dei gregari siano rimaste fedeli a Hitler. Cosi, per esempio, dichiarano la loro fedeltà al partito ufficiale i gruppi di assalto della Pome rLssiranncnddcddtldasvrncdepegsBGgdgcimcvsIiiprania, che professano immutatamen-| f^P0 su»remo' HWer:\aSchfLiSìn .V"*"»?}*8^!!?0!™dichiarando di rimanere dietro Hitler,-,Are di condannare la condotta di Stennes: gli ani e gli altri sconfessano i rispettivi loro capi locali, che hanno fatto adesione ai ribelli. Quelli della Prussia orientale telegrafano da Koenigsberg dichiarando la loro immutata fedeltà a Hitler, unico capo; cosi quelli della Sleswig-Holstein e Amburgo si dicono scandalizzati per la indisciplina di Stennes, assicurando la loro incorruttibile fedeltà al supremo capo Hitler, e dichiarandosi « ardenti di poter accorrere a dare una lezione ai dissidenti brontoloni e sapientoni di Berlino ». In sostanza, senza per questo arrischiare di affermare alcunché di sicuro, e tanto meno sotto la nostra responsabilità, pare, dalle notizie che pervengono finora, che la posizione della parte ortodossa del partito non sia gran che scossa. Bisogna aspettare 1 prossimi giorni per giudicare, secondo la piega che gli avvenimenti, ancora troppo immaturi, prenderanno. Bisogna andar cauti nel fare delle previsioni, e nel vedere le cose con l'occhio di bue: si ha già un precedente istruttivo in un'altra secessione precedente del partito, quella del gruppo comunistoide Strasse* — avvenuta in un momento in cui ancora il partito non aveva avuto il colpo di fortuna del 14 settembre — gruppo uscito anch'esso sbattendo con gran mnprichiasso la porta, ma costretto ora a vivacchiare una vita grama, G. P.