Tre candidature

Tre candidature In tema di Olimpìadi Tre candidature arlegati del C.l.O. appartenenti a 46 nazioni, per il Congresso che dovrà decidere della sede dei Giuochi Olimpici del 1936 e che stabilirà i particolari organizzativi dei Giuochi di Los Angeles del 1932. Si tratta, come di consuetudine, di una assemblea a porte chiuse, che sarà presieduta dal conte de Baillet Latour ed i cui deliberati saranno attesi con interesse dagli sportivi tutti. Questo Congresso si inquadra nei festeggiamenti indetti dalla Spagna per l'esposizione di Barcellona, città che il presidente del C.l.O. conosce assai bene, poiché vi si è recato due anni fa ad inaugurare il grande Stadio Nazionale entro il quale gli spagnoli vorrebbero vedere svolta l'XI Olimpiade. L'argomento più scottante da discutere al Congresso è quello riguardante la designazione della sede dei Giuochi del 1936, argomento di interesse anche per l'Italia che lo scorso anno ha presentato ufficialmente domanda di organizzarli a Roma. E' questa la prima volta che si tarda cosi tanto a designare la sede dei nuovi Giuochi. La città di Los Angeles infatti venne indicata definitivamente al Congresso di Praga del 1925, dopo che a Roma nel 1923 si era deciso di affidare agli Stati Uniti la organizzazione della X Olimpiade. La deliberazione sulla sede si sarebbe di già dovuta avere nel 1930 a Berlino neilil'uiltima assemblea del C.I.O., se il conte de Baillet Latour in quedla occasione, valendosi di un articolo dello statuto, non avesse rinviata la decisione. Le città che aspirano alla organizzazione delle Olimpiadi del 1936 solio diverse e fra queste ricordiamo, oltre a Roma; Berlino, Barcellona, Praga, Helsingfors. Della Germania abbiamo citato solo Berlino. All'ultimo congresso avevano presentata la loro candidatura nnche Francoforte, Colonia, Magdeburgo, ma poi esse rinunciavano alla organizzazione in favore della Capitale, con la speranza che il loro gesto influisca sulla designazione di Berlino. Tale rinuncia era del resto preveduta fin dallo scorso anno e non mancherà di avere una certa ripercussione sull'animo dei congressisti, quasi tutti anziani dirigenti di sport ed amanti di queste forme di sacrificio, che indicano un orgoglio ed una disciplina nazionale. Delle città citate, le più quotate ad essere designate come sede dei Giuochi del 1930, sono Roma, Berlino e Barcellona. Fu, abile lo scorso anno il conte de Baillet Latour, d'accordo col delegato i italiano presente, a rinviare la desi-" gnazione della sede al congresso di Barcellona? E quali interessi egli servi? Crediamo che il presidente del C. I. O., con quel- rinvio, abbia, servito la causa dell'olimpismo, anche se il suo gesto può a taluno essere allora apparso come la espressione dei sentimenti di un belga, che temeva di vedere designata la Germania a succedere a Los Angeles. La discussione doveva farsi in un ambiente calmo' e tranquillo (le porte chiuse evitano talvolta le pressioni di am biente, non distruggono però le impressioni dei delegati) quale non poteva essere Berlino, dove i membri del C.l.O. vennero assediati, al loro arrivo, da tutta la propaganda organizzata dalla Germania per ottenere la assegnazione dei Giuochi Olimpici. Per discutere tranquillamente in un paese neutrale, si era pensato a Vienna come sede del congresso del C.l.O. di quest'anno; ma qui, forse, fu il delegato austriaco a giuocare un brutto tiro, taluni dicono alla causa dell'olimpismo, altri alla Germania. Egli infatti rinunciò ad ospi. tare i congressisti, temendo cattive accoglienze. Allora il C.l.O. pensò, su proposta del presidente, di rifugiarsi a Barcellona. A consigliare il rinvio della discussione ha forse però contribuito un'altra ragione, ragione che, lo scorso anno è sfuggita anche a qualche attento osservatore. Designata infatti la nuova sede, in quale mi s.ura tale indicazione avrebbe influito sui susseguenti lavori dell'assemblea, chiamata a discutere importanti problemi, quali la definizione del dilettantismo, la durata delle Olimpiadi e la riduzione del programma? Forse questo interrogativo pone in maggior rilievo l'abilità del presidente. Berlino, dunque, fa pressioni per Ottenere i Giuochi olimpici e con la Capitale vi è tutta la Germania, come prova il recente atto di rinuncia delle altre candidate. Ai delegati di oltre 40 nazioni presenti a Berlino uomini del vecchio e del nuovo re girne hanno mostrato lo Stadio che nel 1916 — uno Stadio con una pista di 500 metri ed un rettilineo di 200 metri — avrebbe dovuto ospitare la VII Olimpiade. Accanto a quell'opera vennero fatte passare in rassegna tutte le costruzioni moderne per mostrare la capacità organizzativa o la magnifica' attrezzatura -sportiva. Berlino che non ha potuto organizzare nel 1916, invoca oggi il diritto di ospitare gli atleti di tutto il mondo e mostra al mondo la sua forza e la sua potenza sportiva. Barcellona è la candidatura alla quale hanno fatto credito i timidi, i malcontenti ed i... neutrali. L'hanno av. valorata poi gli spagnoli, ricordando come lo Stadio, che dovrebbe ospitare i futuri Giuochi, venne tenuto a battesimo dallo stesso presidente del C.l.O. Il fatto che il congresso prossimo si svolgerà nella stessa Barcellona, accresce, agli occhi di taluni, le probabilità della candidatura spagnola. . Roma non è l'ultima venuta in campo olimpionico ed i congressisti lo sanno: Designata ad organizzare •i Giuochi del 1920, vi rinunciò per dare al Belgio la soddisfazione grandissima di celebrare, alla presenza degli atleti di tutto il mondo, la festa della sua liberazione. E' un gesto significativo che il conte de Baillet Latour, belga, non può avere dimenticato. Si sperava da parte nostra, di ottenere la organizzazione nei quadrienni seguenti; ma al concesso di Praga (1925) venne presentata la domanda dell'Italia e non di una città, come si era stabilito dal C.l.O. dopo la eco delle rivalià scatenate in America quando quel . O. fece preferire, attraverso la elazione di William Garlan, Los ngeles a Filadelfia Lo scorso anno C.O.N.I. fece allora presentare la domanda ufficiale dal Governatore di Roma Ha probabilità di riuscita la candidatura di Roma? Illustrando le ragioni che accompagnano le candidature di Barcellona e di Berlino, crediamo di avere accennato fugacemente anche all'ambiente del C. I. O. un po' impressionabile e sopratutto ammiratore della capacità organizzativa delle diverse nazioni nel campo dello sport. Se bastasse ricordare le ragioni ideali della nostra rinuncia del 1920, forse la maggioranza all'assemblea di Barcellona dovrebbe essere nostra. Ma davanti ai delegati stranieri occorrono dei fatti concreti: l'illustrazione dell'attrezzatura sportiva italiana ad esempio, il valore dei nostri campioni negli sporta olimpionici, la capacità di Roma ad ospitare pubblico, atleti, dirigenti; il significato che avrebbero le Olimpiadi in Roma, faro di civiltà nel mondo; l'attrezzatura sportiva di Roma. Intanto questo della sede dei Giuo chi del 1936 è un problema da agi tarsi al pari di quello della prepa razione olimpionica per il 1932, un problema che fra un mese avrà già avuto la sua soluzione: con Berlino, Barcellona o Roma?

Persone citate: Baillet Latour, William Garlan