Il conferimento del premio letterario " La Stampa,,

Il conferimento del premio letterario " La Stampa,,Il conferimento del premio letterario " La Stampa,, a o a e o à e r o e e a i a o , e l a a ù io a , n - Il vincitore: Alvaro letterario della Stampa, riunita in Roma il 28 marzo 1931 - IX, ha deliberato, all'unanimità, tranne il voto di S. E. Alfredo P-anzini, astenuto, di conferire il premio di lire cinquantamila a Corrado Alvaro per opera letteraria pubblicata nel 1030: a Gente in Aspromonte », « La Signora dell'Isola » e « Vent'anni ». Firmat: : Margherita Sarfatti Arturo Farinelli - Alessandro Luzio - Ugo Ojetti - Luigi Pirandello - Francesco Chiesa - Camillo Pellizzi - Raffaele Calzini - Augusto Turati Alfredo Panzini (astenuto). Alla comunicazione del conferimento del Premio, Corrado Alvaro ha cos'i risposto alla Commissione aggiudicatrice : o Grazie dell'onore e della responsabilità, che mi tonno iniziatore dei grandi premi letterari italiani, fra tante degnissime opere dei miei amici. La illustre Commissione rivolge, at traverso la mia modesta persona, se gni di cordiale attenzione e dì colla borazione al nuovi scrittori solidali nella speranza, nella coscienza e nella volontà del grande avvenire del nostro Paese. Ossequi. Corrado Alvaro. pvcLa Commissione per il Concorso\vtsolaggcggsèmtstptsaillènmricll-cccmcLo scrittore La tristezza di Alvaro è rustica e primitiva; non ha nulla a che fare con le malinconie sensuali e con l'inquietudine di lusso ; nasco da qualcosa di più profondo, da una specie drcarnaJità prepotente e diffusa, da un istinto sicuro e antico d ssducedbrifii ciòchejpè la vita, l'amore, la morte. Alvaro!banche un fantastico. Attorno a lui le cose, le apparenze, le persone sfociano facilmente in un' irrealtà s—cfitta di simboli e di significati, si |csdoppiano, si moltiplicano su piani' diversi e irraggiungibili; talvolta gli uomini e le donne dei suoi libri, gli amanti dei suoi romanzi e delle sue novelle, si cercano, tentennando, come se le persone loro si fossero d'un tratto dilatate sino a disperderei nel tutto, monti, mare, fiumi, nuvole. Un gusto di misteri vegetali e animali, un aspro gusto di pietre e di sole, e poi di decomposizioni ineffabili, si mesce allora all'atto dell'amore. Ma la fantasia d'Alvaro non è che il fiore estremo e fragile della sua complessità d'artista, del lgsstplmdectmssuo talento di poeta; il carattere _èi]sriù, nell'intima rassegnazione, nell'umiltà secca, forte e virile, nella fiera delicatezza ch'egli oppone al destino. 'La povertà, il dolore, il sangue, il male e la morte, sono coso che danno al suo paesaggio, e alle sue creature, un tono coconte. vigoroso e rilevato, un tono di tragedia perenne e infaticato. Scrittore paesano egli è senza dubbio; e la sua provinim, la sua terra, la sua Calabria sta, nuda e rude, nella sua prosa come se ogni roccia ed ogni casa fosse articolata, nettamente, nei periodi folti, nel discorso a fiotti delle sue belle invenzioni. Ma il paese di Alvaro non è uu centro di esperienze folcloristiche, un'occa sione a quadretti e pitture, un divertimento decorativo; il paese d'Alvaro fa corpo con la stèssa ispirazione, con l'estro e l'affanno di lui, uomo e scrittore; il paese d'Alvaro è, anzi tutto, più che tutto, lo stato originario, la veste prima, l'incanto oscuro della sua sensibilità. La sensibilità d'Alvaro è al centro delle sue scritture, ognora presente, operante, decisiva; una sensibilità che pare grossa tanto è prensile e vorace. Quand'è segreta e racchiusa, anche meglio determina la direzione dell'intelligenza, il volo della fantasia, il sapore — il greve e acidulo sapore — dello stile. Con questa sua insaziata sensibilità. Alvaro aderisce agli aspetti e alla sostanza del mondo. Il mondo si fa allora, sotto i suoi occhi, concrèto, preciso e rorido, statuario e fluente: il mondo vasto, splendido e aroano, che reca ancora, ovunque e sempre, l'impronta immemorabile e patetica del paese d'origine, della terra d'infanzia, del luogo temuto e amato, ove il fanciullo conobbe le rivelazioni della vita e quelle della morte. La Calabria d'Alvaro è divenuta così, come, inevitabilmente, razza e provincia per ogni scrittore autentico, una regione spirit'iale, una patina interiore, un segno di riconoscimento: è divenuta il suo modo di comprendere, di sentire e di creare, es 1 il colore e la misura dell'universale, bs per lui così avido di conoscere e di covedere. S'è accennato alla tristezza cocarnale, intenta e assorte, di Al- le\v&TO■ '^giu eSVl 1>ha appresa e fat-1sota sua, in certi momenti panici e desolati, che hanno lasciato attraverso la sua opera scie di squallido e fulgido dolore. Ora Alvaro può viaggiare a suo talento, può descrivere ciò che vuole ; saprà sempre raggiungere lo scorcio vitale di un paesaggio o di un'anima, perchè reca con sè, misterioso e pregnante, un certo modo dello stile che è nato dalla terra, dalla 6ua terra, ed è la vita stessa, il fervore e l'umore terra e della vita. dndnsesaqstdella; vmAlvaro, celebrato descrittore dij''paesi, non è dunque meno pene- trante e vario e acuto descrittore &\ Astati d'animo. Momenti patetici, dii^adesione e di sofferenza; un farejcistintivo e sottile, una morbida vio-|rlenza nel cogliere l'ora che passa, la jpluce, il colore, il suono dell'ora, chei.eè tutt'uno con la nostra gioia o la|tnostra amarezza; istanti, e trasfor-1cmazioni, e flussi di cose segrete _loricordi, presentimenti — nel cuore j capace: volti del patimento e del-'™l'amore, ohe paiono un po' distac-1fl-cati, presi a sè, fine a se stessi, car- Schi di solitudine, ma che si allac- imciano poi l'uno all'altro, su una tra- «ma nascosta di elementari temi psi- «cologici. Dall'adolescenza paiSno di-felli corrent» e e e a scendere, come in una gran correli*- sotterranea, questi che ben possono,Rirdirsi irresistibili richiami : è tutto uno schiarirsi, ed oscurarsi e riaccendersi del mondo sensibile, dentro e intorno a noi. Al fondo delle crudeli avventure, desolate e sensuali, brilla, con immobili, candidi bagliori, con palpiti lievi, una tenace ditlèlnfiamma spirituale. Le cose p le ap-ì'ejparenze delle cose, le cronache eoa- o!bre e gli sconfinamenti del sogno -?Ta e à sogni lenti e turgidi come annegati — si rispondono in siffatto mondo colmo di tristezze, e sfiorato da ali i |chimeriche. E lo stile, gonfio d-i poi i' i e , o , i o e l lini, qua e là torbido o fosco, inghiotte sogni paesaggi e creature, suscita visioni esatte e dense, si svolge numeroso, riprendendo spunti di melodia, cadenze e ritmi da un periodo all'altro, da una pagina all'altra, come un segreto linguaggio musicale, come strofe di un canto dialettale e antico, ohe ritorni caro e fedele. Ed è questo il timbro della commozione e della pietà nell'autore di Gente in Aspromonte. L'evocazione lucida, insistente, dei modi e stati e mutamenti della sensibilità avvolge i personaggi, li sol èi]eva jn un'atmosfera tipica o sonora. a l o e a a a i , i i , o o o ca o e n loa o, : o, e, a no, ae. a e naidi e, e, Ogni gesto o parola taglia allora, vi brando, lo spessore dell'aria, e ne trae lunga eco : il dramma erompe e si spezza in un clima d'attesa e di partecipazione, che lo scrittore ha bizzarramente suscitato. Nel romanzo Vent'anni — ove tra l'altro è tracciato un quadro della guerra sul Carso, nei primi mesi, che chiunque sia passato da quelle parti, a quei tempi, non potrà leggere senza bruciante commozione — le esplosioni drammàtiche non sono che la materializzazione improvvisa, brusca, determinante, di una serie di stati d'animo eccezionali. La sensibilità del-! le creature romanzesche e quella dell'autore si fondono a tratti, provocano gli eventi : anche quando il discorso non tocca i termini di una mossa e dolorante meditazione, il sottinteso lirico e appassionato è tuttavia pronto e sollecito. La tristezza, la caratteristica tristezza di Alvaro si muta in presenza tragica: tutto il mondo è presente con le sue leggi e il sacrificio, tutto il mondo, fisico e morale, con i vivi e i morti. E i giovani di vent'anni si tuffano nella grande guerra con questa certezza : che il mondo esiste, e che per esso conviene soffrire e morire. E' in questa testimonianza, in questa accettazione, ardente e attiva, del destino, in questa spiritualità del patimento, che si rivela appieno il senso tragico di Corrado Alvaro. Tragicità che dischiude zone impensate dn vita e di sogno. I giovani di vent'anni che fanno la guerra scoprono, di fronte alla morte, certi spazi di assoluta verità, certe definizioni della sorte, improvvise, geometriche, astratte, certe possibilità di essere se stessi al di là delle circostanze e degli accidenti ; scoprono, nel breve campo che sepa ra due trincee, tanta ala di tempo e di fato, da credersi veramente liberati e irraggiungibili. Tutto il resto non conta più, nell'assoluto dello sforzo e del sacrificio il mondo ricrea se stesso. I rimpianti, gli amori, la tene Tezza, tutta la fragile consistenza umana è gittata nell'incandescente ne cessità; ne rinasce trasfigurata. E' ccsgdsearcsdV. come la vita sui monti e nei campi, p come il ritorno delle stagioni, come e le seminagioni grame, * il raccolto g° or, „ : no.y cv,e si "w-a per ora, e ì ngia cne si sofferto ora distaccano dai padri, e il generare nel dolore ; è come la vita del contadino e del pastore, alla quale nessuno pensa di sottrarsi, perchè è necessario sia così, perchè deve essere così e il mondo intanto s'accresce silenziosamente, religiosamente. Ed anche questo è un dono, tragico dono della speranza, e dello spirito. In tutta l'opera di Alvaro, in tutti i suol libri, e nello raccolte di no vello e racconti e bozzetti, e nei romanzi, daM'Uòmo nel Labirinto al- bdtmiandgbNtdcdrbapad''a Signora dell'Isola, dall'J moto al finestra a Vent'anni e Gente in Aspromonte, tale senso definitivo di ^g^1* e d] necessita, più o meno cosciente e vivo, più o meno dichia|rafco- fcrae avventuro e personaggi a jproporzioni insigni, induce drammi ^i.e.avventl}T6 a «Micetti, pensieri e seri-) |tlmenfcl dl ™? patetico e di una do!-1 1cozza solenni. Alvaro non indulge lo.ertoa.lla frivolezza, non e mai spenj « ,acnl<y la 9™ sensibilità o '™503 «densa, la sua intelligenza. af1fonda le radiala ove i limiti della S0.rte covano loro ragione e im!s"raV neHa stessa dell i- «*che ?CI1«ra e distrugge. E quan «,0 ? mondo poetico eh egli a pronofeg e già racchiuso e conchiuso in que termini elementari, tra la nascita ,R l]* m?irte- ^P1"06 Pnvero • d.ol°- iroso, allora egli tocca la perfezione della sua arte, allora abbiamo Gente in Aspromonte. Racconto questo tutto cose, tutto evidenza, e impassibile commozione. La vita è quella che è, precisa, dura, fatale. Non v'è nulla da fare, fuorché accettarla così, noi sacrificio, brutalmente e delica- ì' sacrinolo, Alvaro equi delicato e v,o- ?T°Ù hJ gS!S>to * dlstac- vcpco, la libertà di fantasia, e di stile, che consentono di essere crudelmente veri, e tuttavia umani. I suoi pastori, la montagna, le donne piangenti e le donne oupide. la voluttà, il peccato, l'infamia, il delitto, i padroni feroci, i ragazzi .viziosi, le case brulle e desolate, e le pietre intorno e le foreste e il cielo, tutta la vita è qui millenaria e attuale, antica e nuova. La testimonianza della gente e del paese è più che mai aspra e augusta. Immobilità del dolore, fluire del mondo: aspetti eterni di rocce, di fiumi, di creature, rinnovarsi perenne della fatica e del pianto. Le figure sono in questo racconto precise e ardenti, i paesaggi netti e ariosi. E la tragedia è rappresa, immedesimata in ogni gesto, o parola, o luogo: tragedia senza tempo, - necessità tragica nella quale gli uomini operano, sperano e creano. La poesia di Alvaro c in queste pagine compiuta ed espressa: come una fatalità panica e spirituale. FRANCESCO BERNARDELLI.

Luoghi citati: Calabria, Roma