La "Sapienza,, di Galileo e di Pacinotti

La "Sapienza,, di Galileo e di Pacinotti NELLE UNIVERSITÀ, CON I GOLIARDI D'ITALIA La "Sapienza,, di Galileo e di Pacinotti -(r> a iv OSTRO I OVVI a T O)- PISA, marzo. Tutte le mattine verso le 7 e mezzo, un rombo si spande su Pisa. Un bronzo, spietato e infaticabile, distende, per dieci minuti di vero orologio, i suoi cerchi sonori sui t.etli, sulle torri, sull'Arno, sulle cattedrali, sul Battistero, sulla Torre pendente, e li manda a morire verso i monti e verso il mare. 11 rombo entra nel vicoli zsnrlemde nelle fenditure dei vecchi quartieri, rpenetra nelle .stanze, avvolge gli uomini e le • cose nella sua atmosfera pànica. Il « campano » e il campanaro Gli studenti di Pisa, che bene conoscono questa musica, destati di soprassalto, mandano un accidente al <■ campano • e a Lapucci; poi si girano sul fianco e tornano ad addormentarsi. Ora il ■ campano», per chi non lo sappia, e. il classico bronzo dell'Università che dal 1780 rompe 1 sonni dei goliardi pisani. E Lapucci, ottimo1 gigante dallo sguardo chiaro e dalla l'avella dolce, è il tradizionale campanaro dell'Ateneo. Egli mi confessa, mentre saliamo la scaletta a chiocciola che conduce al sommo della torre, che certe mattine, e un piacere gettare lo sguardo alla città e alla pianmra che, nel primo sole, sfuma cilestra fino alle- pinete regali di San Rossore/ e annega quasi, un po' più a sud, nell'azzurrità del Tirreno. Questa visita alla Torre del Campano mi pare di prammatica. Non sol tanto porche Pisa, con Padova, è la sola Università che abbia la torre campanaria, col suo quotidiano rito; ma perchè quella di Pisa ha la singolarità d'essere staccata dal corpe dell'Ateneo, quasi come una vedetta, dando a Lapucci la sensazione d'es sere un romantico castellano, come al tempi in cui .Pisa era irta di torri e di castella. Dentro la tenebrosa gola del Campano spiccano, lucenti, le due tacche, stampate e direi meglio coniate, in circa duecent'anni di rintocchi, dal ciclopico battacchio. Esse sono le medaglie al valore del bronzo, che non ha suonato soltanto per le paciflclT» sveglie accademiche, ma ha rintocca to anche, nel Risorgimento, quando il glorioso battaglione studentesco levò |1 volo da Pisa verso l'olocausto di Curtatone e Montanara. Ma oltre alle sue medaglie al valore, il < campano » ha pure, per cosi dire, le ono rificenze e le decorazioni che attestano la sua origine: — l'immagine de) la o Madonna di sotto gli organi », lo stemma dei Cavalieri di Santo Stefano, il motto scolastico «.-1 uditole discipiinam et estole sapientcs », e infine, rilevato in bronzo sul bronzo, un enigmatico lucertolone, che è in fama di portafortuna. E' questo lucertolone — mi spiega sorridendo Lapucci — a garantir mi contro gli accidenti mattutini inviatimi dagli studenti sonnacchiosi. Lo tocchi anche lei... Dall' « Ussero » ai Lungarni Questo episodio parrebbe deporre sulla negligenza degli studenti pisani; i quali anche sul mezzogiorno o verso le due (quando i Lungarni, sot to un cielo primaverile che ha quasi cangevolezze d'ulivi, sembrano acque rellati di fresco) amano stendersi a catepa contro le spalle del fiume, a fare il chiasso e prendere il solicello mentre le ragazze pisane passano scu tremolando. Ma non è ozio: è un certo bisogno di vita dionisiaca, derivante dalla dolcezza d'un clima che quasi non conosce inverno. E, in parte, è anche sogno, giacche le glorie dell'antica Repubblica pisana, conquistatrice di Cartagine e punitrice di Saraceni sembrano gonfiarsi ancora, come gon faloni, sul fltune che, sotto la prospet fica fuga del ponti, si dilunga come un'argentea pista da galèe: Non per nulla il Duce scrisse, dell'Ateneo pisano: « Da Curtatone e Montanara alla guerra di Vittorio Veneto, la generosa tradizione dell'Università pisana non si spèzza. Dovunque si combatteva .per la Patria, là accorsero i goliardi di Pisa ». L'Ateneo, in cui è custodita la pallida, sfrangiata e gloriosa bandiera di Curtatone e Montanara, data in consegna alla-fiorente Coorte Universitaria che porta lo stesso nome, conta infatti circa 200 caduti nella grande guerra e nella Rivoluzione,,nonché 4 medaglie d'oro e 80 d'argento e di bronzo. Pei- tutte queste ragioni si spiega tPncnstsgptctnsmpspemtmfiblvsbspbprdesctcca—pmpg(tèpscsccmgtpzcPoCsdadeqaapMetltsSeFpdcMiecome l'Università pisana, alla quale gha dato particolari cure il Governo aNazionale, segni un generale rinasci-. dmento, sia negli studi che nello spirito goliardico. Tant'è vero che, venula a-conosce» vte za della mia missione, 1 goliardi pisani- mi gridano: — Badi! Ce l'avremmo a male 'se non scrivesse subito di Pisa, annoverandola tra le più antiche città d'Italia. E ricordi che se. ufpcialineplc, essa fu fondata nel 1353, non ufficialmente esisteva molto tempo prima. La minaccia è seguita da tal nembo di gesti, che io divento come il timo- mggdnroso fante dantesco che «usciva pat-i'teggiato di Caprone ». Ma non si entra nell'Università di Pisa senza passare per l'.Ussero», che ne è per cosi dire, il vestibolo. E' il-caffo' che riecheggia la Storia di Pisa nel Risorgimento. Basta già a illu- ; strarlo il medaglióne a Giusti, mura-ito nella prima saletta. Esso reca: Sempre nell'anima mi sta quel giorno che con un nuvolo d'amici intorno entrai nell'i Ussero » Come 11 Pedrocchi di Padova, que- sto caffè non fu soltanto il quartier.generale degli studenti, dei loro (prò positi e delle loro bevute, ma il iew tro delle zuffe coi gendarmi granducali. Ne seppero qualche .cosa, in quel tempo, i vetrai di Pisa... Ancor oggi i goliardi di Pisa vi fanno nùvolo, benché l'« Ussero » abbia subito le trasformazioni imposte dalla modernità, ed abbia- perduto, per.dar posto ad un cinema, parecchie delle sue sale. Oggi il ritrovo sta tra il bar e la privativa, con lucide macchine da espresso e scansie per i tabacchi. Comunque esso conserva sempre i caratteri della liohème studentesca. Il cameriere, dal medioevale nome di Cafiero, afferma infatti che sono più i bicchieri d'acqua recati al tavoli, che le tazze di caffè. Una pittoresca inno vazìone fa si che le sigarette, compre-, se quelle estere, possono esservi distri bu.ite al minuto. — Portami una sigaretta esotica! — si sente spesso chiamare. E tosto Caflero passa, recando sul piattino, un'unica sigaretta dal labbro dorato. Nobile povertà! Nel ritrovo il suono delle favelle è piuttosto babelico. Non soltanto vi è rappresentata tutta la ricca polifonia dell'Italia goliardica, ma anche quella estera, numerosi essendo a Pisa gli studenti stranieri. La (( Sapienza » ■ Poco più in là c'è la « Sapienza » : che cosi viene chiamata dai tempi antichissimi .l'Università di Pisa. Nel cortile mediceo a sereni loggiati — che ricordano le stanze del Magnifico, al quale tanto stette a cuore l'Ateneo — si respira la gloria di questa gente pisana, che fu tra le dominatrici del mondo, ed ebbe, unica forse tra le popolazioni italiche, il coraggio e l'orgoglio di scegliersi la sigla S. P. Q. P. (Senatus populusque pisanus) a imitazione dell'immortale sigla, di Roma. Anche, la « Sapienza » — di cui oggi è Rettore Magnifico -il prof. Caolini — porta i segn' di trasformazioni, non soltanto nella facciata, che è stata completamente ricostruita, pur conservando i lineamenti del modello cinquecentesco, ma nelle case che la circondano, nelle quali il piccone demolitore va esercitandosi di giorno in giorno. Non andrà niplto, infatti, che tutta una serie d'edifici nuovi completerà la fisionomia della « Sapienza », facendone una. specie di fresca cittadella universitaria, di candido Palladio degli studi. Al finanziamento di queste nuove opere ha potentemente contribuito la Convenzione universitaria con imo stanziamento di 30 milioni, approvati dal Governo fascista. Questa nuova attrezzatura è richiesta d'altronde dalle crescenti esigenze dello Studio e dal numero degli iscritti che sono quest'anno circa 1300, con un notevole aumento in confronto dei precedenti anni accademici.'Anche-a Pisa la superiorità numerica della Facoltà di Medicina che conta ben 18 Istituti, è evidente'. "Ma la" Medicina è tuttavia tallonata a brevissima distanza-dalia l-'acoltà di Scienze, che vanta 9 istituti. Seguono Giurisprudenza con le sue Stuoie ili perfezionamento e un Seminario per le scienze giuridiche e politiche, e la.Facoltà di Lettere e Filosofia, ette annovera'5 Istituti, com preso un fiorente Istituto di Storia dell'Arte diretto .dal prof. Marangoni. ' La Facoltà di Scienze batte in un I certo senso, virtualmente, quella di!Medicina. E non è strano nella citta!in cui oscillò la lampada di Galileo,] e dove egli stesso insegnò nei suoi!giovani anni. 11 grande scienziato era'allora un semplice assistente e senza dubbio, al tormenti dello spirito, uni-! va i tormenti economici, se, come at-jtesta un documentò della Biblioteca, .egli fu. costretto a-chiedere urgente^ mente un anticipo di sei mesi sul non grasso onoràrio... La ricerca dei ricordi e del cimèli! galileiani si perde tuttavia nel vago. Nonostante.la, buona volontà degli studiosi, non si riesce a .precisare, in quale aula (Jalileo abbia insegnato e in quale dimora abbia vissuto. Anche la casetta presso Porta Fiorentina, che i vetturini concordi indicano al turista come la casa di Galileo, èaccompagnata, nelle Guide, da un ag- gettivo molto dubitativo. E perfino il magnifico lampadario di bronzo di Battista Lorenzi — che pende ancora al centro della Cattedrale, e al quale la tradizione popolare riferisce le prime osservazioni del grande scienzia to nell'isocronismo dei movimenti pendolari — viene privato di questa aureola leggendaria dall'ostinato scetticismo degli storici. Comunque questo è certo! La tradizione scientifica di Pisa, che ha inizio con Galileo, continua luminosamente. Lo dimostra se non altro il primo modello dell'anello elettromagnetico di Pacinotti g]01-ia mondiale, ma, prima ancora ?'oria pisana. La Super-Università I nuovi sviluppi dell'Ateneo pisano sono anche più visibili nella Piazza dei Cavalieri, intorno alla quale sorge quella che potremmo, chiamare la Super-Università. Ecco, nel/magnìfico e blasonato palazzo dei Cavalieri di Santo Stefano, la Scuola Normale Superiore che, fondata da Napoleone, doveva più tardi vantare coinè allievo Giosuè Carducci. Questo istituto di perfezionamento universitario, che passò successivamente sono la direzione di Pasquale Villari, ili Enrico Belli, di Alessandro D'Ancona, del Din! e del Bianchi ed è retto oggi dal sen. Gen «W. riformatore della Scuola italia na, ha dato dal 3*62 in poi -- epoca della sua italianizzazione — circa cento professori agli Atenei italiani, e uomini che in ogni altro campo sono venuti luminosamente distinguen dosi. Nella stessa piazza; s'eleva la Scuo la Superiore di Scienze corporative diretta da S. E. Bottai, l'unico istituto superiore che coordini in Italia il complesso dello nuovissimo discipline. .E cosi vanno ricordati: l'Istituto Superiore Agrario coi suoi 9 gabinetti, laboratori, una stazione chimico-agraria e un Istituto di cerealicoltura, e l'Istituto - supcriore di medicina veti rinaria. Complesso davvero imponente di opere e di studi, in una città che pur non superando gli 80.000 abitanti racchiude in se tanta grandezza sto rica e tanta bellezza artistica da richiamare ogni anno, e in ogni stagione, un ininterrotto flusso di visitatori stranieri. A queste opere si aggiungano an che gii' istituti morali, come le nu merose Borse eli studio, tendenti ad alleviare agli scolari, le spese dello studio. Ma si direbbe tuttavia che.di questo non ce ne siano mai troppe! Infatti nuove Borse, s'impongono per soccorrere ' soprattutto gli- studenti bisognosi e che pure tendono ad appro fondire e ad affermarsi anche nel campo super-universitario. . La Casa.degli Studenti A questo proposito viene a fagiolo — come dicono i goliardi p.isani — Parlare del Gruppo universitario fascista, al cui comando, già egregia niente retto dall'erculeo e. gioviale Morello Morelli, ora assistente uni versitario, è oggi succeduto brillantemente Frediani. Il G.U.F..giustamente si preoccupa del problema assistenziale, e non lascia nulla d'intentalo per facilitare agli studenti, e soprut tutto n ' duelli bisognosi, il problema degli studi! Cosi, oltre a distribuir opportuni sussidi, attraverso l'Ufficio Assistenziale retto da Imhasciati, ha creato un apposito ufficio per l'impressione e la distribuzione delle di spense, che si può ben - chiamar « Istituto delle Dispense », in quanto ha la sua sede in una apposita sala presso ' l'atrio' universitario,' con ac conci sportelli di distribuzione,'a'so co.nda delle. Facoltà. inoltre, presso piazza dei'Cavalieri, il Gruppo sta procedendo, previe op portune demolizioni, ,,ajla .costruzion delia « Casa dello Studente » di cui già cominciano a profilarsi i lineamen tipa schiarirsi le sale, tra il yiava degli operai e dei terrazzièri. La Casa che sorgerà sul-rùderi del vecchio Politeania Pisano, eretto nel '6(0, non soltanto albergherà i vari uffici e avrà un bel salone per trattenimenti, ma disporrà di tutto un reparto di bagni e di. docce. Infatti annessi alla «Casa dello Studente» sono i campi di'teli nis e si sta spianando pure un vasto campo per-l'atletica, ^ -Si-e invece niessa--da 'parte-l'ijlea ] attraverso le vetrate delle trattorie ve |drete non soltanto goliardi dall aspet di istituire una ■ Mensa dello Studente » anche perchè e^sa-rion sarebbe giustificata dalle ospitali e laute tradizioni della tavernoria pisana, che offre pasti a modico prezzo, Chianti leggero e frizzante, con sorrisi di graziose donzelle. Penetrate, a sera, nelle antiche fenditure dei vicoli, che conservano ancora i pittoreschi nomi del Trecento, e o soddisfatto (se soddisfatto può sem-|pre dirsi l'appetito dei vent'anni !) ma',oltì cordiali di pisani e di pisane, cui non dispiace il chiasso di giovinezza. E queste brigate di grandi assimilatori di pasta asciutta e di formidabili sfracellatoci di mandorle e di nocciole, potrebbero ispirare più d'una ricca tavolozza! I Balcani, Rodi e la Corsica Il censimento degli studenti stranieri (che, come abbiamo detto, formano a Pisa un nucleo importante e, dal punto di vista della nazionalità, variatissimo) costituisce pure un'utile iniziativa del Guf, cne è preoccupato, in omaggio alla lontana tradizione cosmopolita dèll'Ateheo pisano, di riserbare agli studenti'oltremontani e oltremarini la migliore accoglienza. Si registrano quindi a Pisa 15 riimeni, 12 bulgari. 12 lituani. 11. ungheresi, 10 palestinesi, 7 albanesi, 7polacchi 7 venezuelani, 5 brasiliani, 4 argentini, 3 nord-americani (U.S.A.),5 lettoni, 2 svizzeri, 3 greci, 2 egiziani, 2 russi. 1 nicaraguano e una studentessa della Repubblica di San Marino. E' un bel campionario, in cui sono a ! o a o a o a n à a e a o a rappresentali tre continenti, compresa.1 l^Amenca e 1 .Urica, e una ventina di-5lIa."- '' . . , II gruppo studentesco straniero si fa notare perla sua applicazione agli stu-ldi e anche per la socievolezza di cul;dà prova, mescolandosi liberamente al- la folla studentesca italiana. Di quan-'dò in quando sorge - è vero -- qual- lie discussione, specialmente fra stu-[denti di stati che aspirano alla revi- sione dei Trattati... Ma si tratta di di-|scussioiii accademiche, che... preparano il terreno a studi di politica estera. Da notare è il gruppo degli studenti del Dodecàneso — una quarantina circa — che per iniziativa del Governatore S. E. Lago sono stati destinati esclusivamente all'Ateneo pisano. Fra di essi .si notano anche parecchie studentesse che portano a Pisa il nero sguardo e la composta grazia dell'eterno femminino dell'Isola delle Rose. Specialmente notevole è anche il gruppetto dei 5 studenti còrsi che. se-ltruendo le antiche vie d-u-n..* e ,„iguencio le antiche vie d acqua e le tradizioni cho legarono Pisa alla Cor-lsica, vengono all'Ateneo toscano per ----- 1 'riudirvi il suono della più dolce delle favelle mediterranee, non dimenticando che lo stesso Carlo Bonaparte, padre di Napoleone I, studiò a Pisa. Tornei moderni E — liidiis in fundo! — ecco il quadro dell'attività sportiva svolta dai goliardi pisani, attraverso l'organizzazione dell'ufficio sportivo del Guf. Va notato subito che lo sport, preminente è il canottaggio, al quale si offre la magnifica e argentea pista dell'Arno. Tra le opere in vistu non soltanto va annoverata la prossima costruzione di un apposito clwlrt ma l'organizzazione dei campionati nazionali universitari, fissali pel maggio, e dell'ormai celebre match Pisa-Pavia, detto anche rOxford-Cambridge italiano. La tradizione remiera dei goliardi pisani vanta del resto i nomi di Dozzo o Contessini, che vinsero un campionato nazionale in double-scùll e conta una salda speranza in Prnver. La goliardia pisana eccelle pure nel tennis vantando il miglior rampo tennistico universitario d'Italia, e un campione dello stile di Supino, studente di scienze corporative. Cosi, nella scherma, vanno notati l'ex-olimpionii-o Volponi; Sollazzano e Montano, nonché una « speranza » : il giovanissimo De Rosa, che si prepara pei campionati di Trieste. Nell'atletica leggera si affermano due giovani sa.-di i - fratelli Bossalino. e nel calcio fornisce un pittoresco quadro il Torneo delle Facoltà, di cui si attende la finalissima, tra Medicina e Giurisprudenza. Ma Pisa brilla, specialmente nel tiro a volo con Conforti. Moroni, Pretini, De Mori, Ostini, Nardi e Bertellotti, e si prepara anche a. creare una sezione d'equitazione, seguendo i grandi esempi e le tradizioni che vengono dalla terra pisana, sulla quale prosperano le più classiche scuderie italiane. Va anche accennato, nell'ambiente sub-uriiversitarioy al Campionato pisano di calcio delle Scuole medie, che prepara ottime matricole sportive. Questa è la nuovi generazione che si prepara nell'Ateneo pisano. CURIO MORTARI.