Butterfly nella sua patria

Butterfly nella sua patria VIAGGIO IN ESTREMO ORIENTE Butterfly nella sua patria -(Dal nostro inviato)- TOKIO, gennaio. Oggi, è là moda di Shakespeare in questo strano paese clic s'interessa sino allo spasimo delle più disparate cose dell'Occidente, salvo dimostrarsi, nelle più imprevedute occasioni, xenofobo sino al ridicolo. La sete di novità seduce irresistibilmente lo spirilo nipponico; anzi il Giappone va considerato . come una compagine all'erta di lutto ciò che ac- spesso nel corso della storia giappone se, che va dalla grande rivoluzione (1868) ad oggi, lo fa per assimilar meglio. Paese mutabile su di un fondo per manente, il Giappone non saprebbe mai fissarsi definitivamente in una forma qualsiasi di civiltà. Quindi vive nel presso a poco, su dei piani sovrapponi, cade altrove. Se qualche volta sembra chiudersi, e questa sensazione di ri Piegamento su se stesso fu avvertita |tf senuenao dei sislemi discordala Vanlma giapponese si sottomette a mte ,e necessità, rischia tutte le espe1 a i e ì . e o i e i o e i , e a , - rienze, si presta ad ogni specie di eccessi, infinitamente sensibile, flessibile, plastica, poiché, è alla prova delle più furibonde tempeste. Da Shakespeare a Wagner Ma torniamo a Shakespeare. VI sono oggi a Tokio cento brave persone che hanno fondato un'Associazione shakespeariana, la quale, oltre ad una folla di manifestazioni intèse a far conoscere l'opera dell'immortale creatore di Amleto, sono riuscite persino ad instaurare il • giorno di Shakespeare », nel quale ogni persona modestamente colta ha lo stretto obbligo,. e novanta volle su cento lo fa, di onorarne in qualche modo la memoria. Il massimo degli onori consistette in una rappresentazione pubblica nell'Università Waseda (l'Università libera, da non confondersi con quella imperiale) del «Mercante di Venezia*, con uno scenario che rappresentava l'uscita dì Shylok dalla Corte del Doge, con la veduta del Canal Grande e del Ponte di Rialto, divertentissimi, e degli attori — lutti fll-odrammalici — straordinari; il minimo nella distribuzione per le strade di coccarde con un ritrattino di Shakespeare. Bisogna però aggiungere che il personaggio materialmente più. festeggiato durante la celebrazione è stato il dottor Subuchl, che in quarant'anni di lavoro e riuscito a dare una versione giapponese completa di tutta l'opera'di Shakespeare, che,.a. quanto affermano gli intenditori, riproduce persino i bisticci della lingua originària-. — A che punto sono le tendenze musicali giapponesi dell'oggi? — ho. domandato ad un autorevole occidentale che vive qui e ch'era in grado di'rispondermi. — Waqnerismo all'eccesso e musica classica, soprattutto tedesca. La musica italiana era molto seguita qualche anno fa, ora non se ne sente quasi più. I nordici hanno conquistalo le più alte posizioni musicali nel Paese e le di fendono con accanimento, mettendo quasi al bando Cimarosa, Rossini, Reilini, Donizetti, Verdi e ì nostri moder ni, nonché i francesi. All'Accademia musicale di Ueno, qui a Tokio, i maestri, occidentali sono per lo più... danesi e norvegesi. Può essere interessante notare che i migliori compositori e direttori d'orchestra giapponesi appartengono all'alta nobiltà imparentala con la Famiglia Imperiale. Sino "lo qualche anno fa era il marchese To tadesidetlea nchandmciSsiqdtrtepdrisilosospnsacè scagclnbdillcsmpslaFrndarSrdc«ccbcatmi au.gawa, discendente autentico del e! grande Shogunx omonimo, che Ùeiè i neva la palma fra i concertisti nipponici di musica occidentale; oggi è il a visconte llidcmaro Konoyc, che i suoi n n o lu e d el a ore ao ». oaace r, ea : compatrioti chiamano il Toscanini nip ponico. lì music-hall di Tarakadzuka Sarebbe tuttavia erroneo credere che il gran pubblico delle. maggiori città conosca ed apprezzi al suo giusto valore la musica occidentale. Essa rimane circoscritta ad una « élite », e quindi l'avvento del teatro d'opera è, in Giappone, di là da venire. Esistono invece degli enormi « music halls », costruiti in questi ultimi anni nella capitale e a Tarakwlzuka, vicino a Kobe, dove si vedono « manovrare » — è. il caso di dirlo — degli imponenti Corpi di ballo in produzioni di gusto americano. I giapponesi si mostrano addirittura frenetici per questi spettacoli. A Tarakadzuka il « music hall » contiene, seimila spettatori, e per avere un posto bisogna prenotarsi una setUmana prima. Il luogo è a un paiod'ore di treno elettrico da Osaka e da Kobe, e quindi bisogna andarci appo-sta; anzi iarakadzuka è il risultato diuna speculazione della Compagnia della ferrovia che, allo scopo di intcn- siflcare il movimento del viaggiatori sulla sua linea, giocò sulla sicura car- a dell'attuale mania americanistica ella popolazione, costruendo il * muic hall » c gettando sul palcoscenico el medesimo del veri battaglioni di nippon's girisi, vestite come le balerine di Coni Island e di Miami, vale dire seminude, cosa che al Giappoe non s'era vista mai. Il risultato fu he Tarakadzuka . ha dato, nel primo nno di esercizio, un utile di 4 milioni i yen. Senonchè quelle brave ragazze mancano in modo assoluto della vivaità delle loro consorelle occidentali. Si muovono e ballano con una preciione di squadre ginnastiche, ma in uanto a « verve », icro; quindi proucono su di noi un effetto alquanto riste. Lo spettacolo e monotono, silene, senz'anima, come la campagna giaponese, dove manca la maggior parte degli elementi della nostra: buoi, cari, cavalli, greggi, varietà di vegetatone, case coloniche. Ma i giapponei, alla stessa guisa che trovano nei oro uniformi paesaggi una inesausta orgente dì poesia, scoprono che gli pettacoli di Tarakadzuka costituiscono l'ultimissima prova che il Giappone aprà presto battere l'America [non dico l'Europa, perchè qui quando si è in gara con l'Occidente si pensa oltanto agli Stati Uniti) anche nel ampo del ritmico esibizionismo in grande di giovani membra femminili: imButterfly Una nota simpatica per Tarakadzuka che riguarda gli italiani (bisogna che o dica) è stata l'accoglienza fattavi al nostri ufficiali e marinai della « Libia », che poco tempo fa, al comando del capitano di vascello Del Greco, era in visita al Giappone. Per l'occasione e « nippon's girls » si vestirono di colori italiani, ballarono la tarantella e cantarono « Giovinezza ». Ho incontrato a Tarakadzuka il nostro Ambasciatore Maloni, nuovo nominalo ai Giappone. Egli stava compiendo una fatica poco comune, in questo paese, da parte di un diplomatico: lo percorreva da un capo all'altro in automobile e apprendeva la lingua. Fra le cose che l'Ambasciatore mi ha raccontato delie sue prime impressioni nipponiche, mi ha inolio interessato la descrizione del pranzo intimo che gli avevano offerto l'Imperatore e l'Imperatrice, e le . osservazioni fattegli dal Sovrani giapponesi sull'effetto, naturalmente ultra grottesco, che le riproduzioni d'ambiente giapponese in Occidente producono sul giapponesi. Il « clou ». in questo genere di cose, pare che sia detenuto dalla « Butterfly ». cioè dal contenuto psicologico del libretto di litica, musicato da ■ Puccini, che per un nipponico è semplicemente assurdo. Tuttavia la « Butterfly » é stata data e si continua a dare anche al Giappone, ciò che può costituire una simpatica pròva del senso di sopportazione dei giapponesi. E' vero che la musica salva tutto ed è anche vero che i direttori di scena nipponici sono così abili da riuscire a mettere al posto dell'ufficiale americano un ufficiale giapponese, per modo che resta escluso che V* olezzo di verbena » si uccida per essere slata abbandonata da uno straniero. Il « ponte del cielo » \on ero mal riuscito, nelle mie prc cedenti visite al Giappone, a vedere il fenomeno di Amanohushidatc, che passa per rappresentare una delle curiosità più caratteristiche del Giappone. Si traila di una. sottile lingua di terra lunga tre chilometri, che congiunge le due rive della baia di Miyazu, a qualche ora di ferrovia al nord di motosulla costa settentrionale. E' un vero ponte naturale, non più largo di queche. potrebbe esserlo un ponte artificiale, gettato fra. le. due rive; anzi i giapponesi, lo .chiamano il « ponte deCiclo » ed hanno l'abitudine di ammirarlo dalle pendici delle colline che circondano la baia, a testa all'ingiùpiegandosi e guardando fra le gambeper modo che il ponte appare sospeso nel firmamento... Anche le donne sadattano a quella buffa posizione e rilevano bravamente le estremità inferiori del loro kimono, e se portanocom'è il caso più frequente, i capelllunghi con relativa pettinatura monumentale, unta all'olio dì mandorlanon hanno paura, di guastarsela restando lungamente in quell'anti-estetica posizione. Vi faccio grazia del molli templi-, alcuni dei quali rimontano al X secolocollocati all'estremità del ponte, ch':bisogna visitare per onorare gli spirit del fenomeno e m'incammino sulla ìlingua di terra che è fittamente albe|rc//i2 di vecchi e magnifici pini marini La strada lungo il ponte è mollo popò lata di allegri gitanti, lutti nipponic naturalmente,, i quali cantano un'lnge[nua canzonetta di color locale che tra duce l'inconveniente' delle soste negli innumerevoli piccoli ristoranti disseminati lungo quell'istmo curioso: « Non verrò mal più - A vedere il pon te del cielo • Poiché alla fine ■ Si ri mane con le tasche vuote! ». La que slione è che lungo il ponte sembra es sersl data convegno tutta la gheiseria giapponese superstite, con relative orchestrine di « shamisen » (la chitarra nipponica). E■ bisógna vedere con che raffinata abilità il mondo femminile di quei luoghi, anche troppo ospitali, tratta quei pochi .occidentali che arri van sin qui. Se questo povero scimu nlto di bianco — hanno Varia di sug gerirvi con i lóro occhielli socchiusi e pieni di piccoli lampi — ha attraversalo l'oceano per venire a vedere il pónte del Ciclo, significa clic possiamo disporne a piacimento ». Un bagno caldo n a i a i l l e . , e l a a e ì o e a o Al » Yutoya. hotel » di Kinosaki, che è il villaggio al di là del ponte, le cose prendono una piega allarmante. L'albergo è formato da una dozzina di « collages » sparsi sotto le criplomcric e siccome è uso che l'ospite appena ur rivato prenda un bagno che è collocalo In una specie di capanna a parte, cosi malgrado la rigida' temperatura, ci inètte in kimono e si fa un bel pezzo di strada.per arrivare al bagno. Tulle le servette dell'*hótcU (non sono mai riuscito a trovare negli alberghi glap ppnesi del domestici uomini, ad ecce zione del funereo personale dell*«Hotel imperlale di Tokio che è il-luogo più triste e noioso' dei paese), sono scaglio nate lungo'.il cammino per mostrarvi con IVgesto d'elle braccia protese, la di rezlone da prendersi. E sin qui niente di male. La sorprcna avviene quando vi accorgete che tutte le ragazze pretendono di entrare con voi nel bagno che consiste in un certo numero di linozze di legno picnc'di acqua azzurra assolutamente bollente. Istintivamente respingete'sulla porta quelle 'servizievoli personcine, 7)>a non ottenete che un .coro [di'risale e alla fine vi accorgete che a Kinosaki si vive ancora l'esistenza- del Giappone di Claude Fat^\ réfe, e-che'il bugno io si fa in pubblico e' che le servale son li a vostra d sposizionc e a.disposizione di un'intera famiglia,: padre, madre-e-due ragazz che arrivano poco dopp e che senza il menomo imbarazzo per la vostra oda mitica presenza in una tinozza, entrano nelle loro non meno adamiticamen te e-ne escono scarlatti come carote per la terribile temperatura ■dell'acqua. ■ Un cipresso e una magnolia l i a e l, o i i i el e ù, e, o si ieo, li ua, eelo, e no a i qquidietparnarmactipied nerecctrioranvolrispchite le Ela ziouomsendi persoldelza hati a ei, ò- ci -piantare gli, alberi, cioè e-\busava. a-\ ARNALDO CIPOLLA. Quando in Giappone- si dice Visconl Shimbusava è come dire in Italia S.'E Boselli. Senonchè Shimbusava ha pa r'ecchianni di più del nostro illustre venerato ex-primo Ministro dell'Italia in guerra,.cioè il Visconte giapponese quasi centenario. Avevo avuto l'onore di essergli presentalo, sette anni fa, ma non immaginavo mai di doverlo ritro vare arzillo e pieno di seducente spi ritualità, nel parco di Ueno di Tokio presiedere l'inaugurazione di un caratteristico monumento elevato per inizia Uva di.un comitato nippo-america alla memoria del Generale Grant Lo straordinario deriva dal fallo eh Shimbusava, cinquantun anni fa, attor quando il grande Presidente degli Sta ti Uditi venne a' visitare il Giappon con sua moglie, era già Ira i più. rag guardatoli uomini politici, dell'hnpe e quindi fu tra coloro, di cui è rimas. forse runico superstite, che si recaro no a Nagasaki, all'incontro del Generale e della. Signora Grant per delegazione del Mikado Meiji Tanno. Al suo arrivo a Tokio il- generale fu accolto con immenso entusiasmo dalla popolazione (era. il primo Capo di Sialo estero .che veniva al Giappone), li Mikado lo proclamò ospite della. Nazione e. grandi feste furono celebrate in sua onore nel. Pareo Ceno alle quali, Mcìji Tonno partecipò personalmente. Riso' gna tener presente che nel 1870 non eran passati che undici anni dalla rivoluzione e dall'apertura del Giappone agli stranieri e che il principio dell'essenza divina del Mikado, non aurora Imperatore, era ancora assoluto, sicché la sua. partecipazione personale ai ricevimenti di Grani, costituì il primo atto modernista del sovrano uii ponico. In commemorazione dell'evento il Generale Grani piantò nel parco un cipresso e la signora Grant una magnolia, i quali diventarono, con il trascorrere'degli anni, due grossi ed alti alberi. Ma pochissimi ne conoscevano la storia che rischiava di andar dimenticata. Quindi Videa del monumento che naturalmente, non poteva essere inaugurato che da colui.che aveva veduto da Shim- Amapó,udqule si nebadofonriosuforcodesiduoUrasugiraliadipisodiadgrsi esevtiesi suprmdr—olpiGsagumcoDArchsiceili• nadocogrteolnamsp3lgnsvqIté pfotasgmDlaossssssglmeuqsl