Gli attentatori di Belgrado

Gli attentatori di Belgrado Gli attentatori di Belgrado l o e i o o e ù a i ì i i o e n l i o l ae à fee i n el to è, aie r a a eaeoù di olanà e asei di go nci di oew n o si le ca La morte del maggiore Rekaloff - Le Indagini della polizia austriaca sul tre sicari serbi Vienna, 18 notte. Stamane è morto a Belgrado il maggiore Rekaloff, rimasto ieri mattina gravemente ferito in seguito all'esplosione, di cui vi abbiamo dato notizia. La macchina infernale,' nel momento In cui il maggiore Rekaloff la prese nelle mani, scoppiò e l'ufficiale si vide spiccare netto il braccio destro ed 11 piede destro. Nel corso della giornata bisognò amputargli ambedue gli arti, per tentare di porre termine alla perdita di sangue: una trasfusione di sangue servì per un momento a ritardare la catastrofe, ma tuttavia non la potè impedire. Dopo una notte molto agitata, stamane l'ufficiale é entrato in agonia, ed è morto assistito dalla mogLie e da amici. Prima di spirare, il maggiore ha ricevuto una decorazione al valore conferitagli da Re Alessandro Bombe e tradizione Sull'attentato di ieri Belgrado non segnala nuqvi particolari: un breve comunicato ripete esser evidente che si tratta di un atto compiuto da Individui pagati e smentisce la voce di disordini che lo scoppio dello bombe avrebbe provocato nella capitale e in provincia. Un secondo comunicato ufficiale dice che tutta la stampa di Belgrado e della provincia deplora unanime con violente espressioni l'è pisodio di ieri. La Politlka scrive che i pacchi con gli esplosivi deposti per fidamente, nulla potranno contro l'attività delle forze della tradizione. L'at tentato — continua il giornale — può essere soltanto l'opera di un miserabile al soldo dei nemici della Jugoslavia, i quali non ometteranno di sfruttare l'attentato davanti all'opinione pubblica dell'estero, nel senso che ad essi può giovare. Però l'attentato riu nirà più intimamente l'una^con l'altra le varie parti della Nazione, e rafforzerà il Governo nella decisione di lavorare con energia alla realizza zione del noto programma. Questa stampa belgradese che si scaglia contro i nemici noti o presunti, vicini o lontani, della Jugoslavia, ha evidentemente dimenticato una cosa non del tutto trascurabile; cioè che certi mestieri non bisogna insegnarli, certi metodi non divulgarli troppo; senza stare a riassumere episodi di cui la storia dell'antica piccola Serbia e ricca fin dagli inizi, come sì può dimenticare che a pochi passi dal luogo in cui ieri scoppiarono le quattro bombe, un deputato serbo uccise con l'aiuto di complici, alla Camera, il 20 giugno del 1928 tre deputati croati tra cui il leader Stefano- Radio e ne feri un quarto? Bel cruarto, il, Perhar, oggi si sente che lo hanno condannato a morte le società terroriste, insieme a Macek e ad altri. Dato' e non concesso che siano stati 1 croati a deporre le quattro macchine infernali, è chiaro che essi si limitano a applicare il famoso occhio per occhio, dente per dente. Dopo l'assassinio 'di Stefano Radic, ì cioati hanno ucciso a Zagabria, nell'agosto del 1928, il giornalista serbo Ristovic che del defunto eia stato un poco leale avversario, quindi il giornalista Schlegel, capo di una azienda editoriale ligia ai serbi, ma nessuna altra loro protesta ha rivestito carattere sanguinario. Le bombe scopone qua e là a Zagabria e lungo il tracciato della ferrovia mai hanno cagionato viti ime. I croati hanno subito in silenzio il processo Macek, che rivplò al mondo i martini consumati nelle carceri e negli uffici della polizia di Zagabria, hanno appreso in silenzio i « suicidi » in prigione di uomini giovani e maturi, noti e ignoti. 11 terribile massacro del prof, gufflay, consumato da un agente serbo a Zagabria, è di ieri. Si è forse data, la stampa serba, cura di appurare chi abbia latto saltare in aria la vecchia cattedrale di Sofìa, sotto le cui macerie rimasero diecine e diecine di morti, oppure si è posto 11 quesito interessantissimo dell'origino dei fondi che erano e restano a disposizione degli autori dell'attentato contro Re Zog? Preghiere inopportune Meni re a Belgrado si è alla ricerca l-N'-SH autori dell'attentato di ieri, la li i I,oLi:/'.ia austriaca ha sempre da fare e iuoise io ta ai o atodi opiel no di ra ti into li ti re di ne di te re il ca o, pra in a¬ con i tre sicari jugoslavi Cverger, Be losevic e Tomljenovic, arrestati sul punto di uccidere lo scrittore croato l'ereec. La Reichpost scrive che l'ap portencjiza del Cverger e dal Belosevie alla società « Mlada Jugoslavia » (Giovane Jugoslavia) è stata accertata In modo assoluto. I rapporti fra la « Mlada Jugoslavia » e la polizia di Zagabria sono noti: del resto, alla testa di quell'organizzazione si trova un certo Brkic che si infiltrò come agente provocatore nel partito Radic, tentando di indurre la gioventù croata ad atti di terrore contro il Regime L'agenzia croata Grig, di Vienna, racconta che Belosevic e Cverger sono intimi amici del fratello dell'at tuale ministro di Jugoslavia a Vienna, Angelinovic. Secondo la Befc/lsposf. parecchi serbi, trattenutisi a Vienna vario tempo, subito dopo l'arresto,dei tre sicari hanno preso il largo, ieri però la polizia ha arrestato un quar to suddito jugoslavo, anch'egli membro della società * Mlada Jugoslavia ». Quasi il terrorismo attivo e passivo non gli arrecasse abbastanza noie, il Governo jugoslavo ha indotto l'episcopato cattolico del Reame a tenere domani giovedì, nella chiesa cattoli ca di Belgrado, preghiere in favore degli slavi viventi in Italia. Alle 10 sarà celebrato un servizio divino che la stazione radio della capitale avrà cura di trasmettere. L'episcopato jugoslavo farebbe però opera cristianissima domandando al Governo l'autorizzazione a leggere messe di suffragio per le anime dei croati uccisi sia a Belgrado che a Zagabria: se una messa del genere ancora non è stata celebrata, sarà forse perchè il regime belgradese ha capito che i croati non è possibile considerarli jugoslavi. • ■- I. Z.

Persone citate: Brkic, Radic, Re Alessandro Bombe, Stefano Radic