Come si è giunti alla scoperta dei documenti

Come si è giunti alla scoperta dei documenti DOVE/ NACQUE CRISTOFORO COLOMBO? Come si è giunti alla scoperta dei documenti gpche indicherebbero la patria dell'"Ammiraglio,, in Valle di Oneglia o a e i o n , a . a i i , o e e i a, i. o eo aa oti o, a ui ee e n se e easi e ihe n oii, oi ta soeoi eue to oon ro roetin lo nen. po etspeli tò del do a! ur. gato sugni na ia nia. soera il corises lui la ità enun elon- IMPERIA, marzo. — Lei, Avvocato, è dunque ora sicuro del suo Cristoforo Colombo di Chiusànico ? L'avvocato Lodovico Semeria Vassallo ini guarda co' suoi occhi un po' estatici, ocelli sereni e buoni, che rispecchiano in fondo un che d'ingenuità quasi fanciullesca: mi spalanca que' mo6co-dotavto saLapiùunsuoi occhi in faccia, maravigliato evi- dinsia ancora, come pare, convinto. Poi sorrido, non senza una punta d'indulgente compatimento verso quest' ultimo dei San Tomaso, quale io mi ritrovo a petto a lui e alla sua fede imperterrita: Ma io sono stato sempre sicuro, caro Signore. Non Lo dirò Chiusànico, piuttosto, o GazzeHl: i duo paesi del resto non distano nemmeno due rhilomelri, l'uno dall'altro: dirò Vaile di Oneglia., come si nomina cioè la parto inferiore di questa valle del torrente Impero, la quale sbocca al mare appunto qua, da Oneglia; méntre il torrente sfocia tra questi due centri, di Oneglia e di Porto Maurizio, che, riuniti in un unico comune, dal 1323, costituiscono la nuova Imperia. — E la valle di Oneglia si estendejfc.. Fino a Caiusavecchia, compresa, ossia poco più in su, dove il Rio Garsi, da una banda, e il Rio dei Molinl, dall'altra., confluiscono all'Impero. Indi la valle dell'Impero, se continuiamo a risalirla, volge a ponente ; e per questa sua parte superiore prende nome di Vallo di Borgomaro. Nel Quattrocento, quando comincia più specialmonte a interessarci ipor le nostre ricerche colombiane, troviamo che la Valle di Oneglia, possesso feudale dei Doria, che l'avevano acquistata dal'Ve scovo di Albenga. nel 1298, e che la rivenderanno, nel 1576, al Duca di Savoia Emanuele Filiberto, era divisa giurisdizionalmente nelle tre castellante di Oneglia, di Bestagno, di Montearoso, o Monteroso o Montearosio. Nel territorio appunto di questa caste! lanìa di Monteroso, che aveva capo luogo Torria, rientravano, con l'altre terre contigue, Gazzelli, cioè Villa Gazerà, e Chiusànico, Viltà Closaneui, o anche Clausanegi o Pluusanegi o Vlausanici, come fi leggo variamente regi strato noi varii documenti. La Commissione colombiana genovese deiitemente che non sia sicuro io, non bachimidlerfuallchesshastivonochdi segcoscorindecha fo«.seAdneDli toe cacascElla ha scritto particolareggiatamente di queste coso nel suo molto nteressante opuscolo, Cristoforo Colombo è nalo in Valle di Oiieg.Ua?, edito l'anno scorso, so non erro, a San Beino. — Già: quella modesta pubblicazione, clie avrebbe dato maledettamente sui nervi, in verità troppo sensibili, alla nuova Commissione colombiana, istituita dalla Città di Genova. — La quale Commissione, pur composta di valentissimi e dottissimi e autorevolissimi uomini, è un po' compromessa però, bisogna riconoscere, da questo vizio di origine: che essa stata istituita allo scopo prescritto di rintracciare e pubblicare tutti i documenti atti a provare che Cristoforo Colombo, « che discopri l'Indie », nacque veramente in Genova; mentre sarebbe statò più logico e opportuno, nonché più abile, conferirle il compito lato di ricercare e vagliare e pubblicare tutti i documenti che comunque si riferiscano alle origini di Colombo, valgano a certificarci del luogo e del tempo della sua nascita, o anche valgano soltanto a fissare limiti precisi di spazio e di Aempo, entro cui, ma non oltre, perdurerebbe il dubbio. 11 che sarebbe stato più prudente, e diciamo anche più equanime, ai fini dell'indagine storica; e avrebbe meglio appagato e garantito tutti. Mentre cosi, invece, resta l'impressione, magari errata, ma resta, di un apriorismo particolaristico: che di un quod demoslrandum si sia voluto tare senz'altro, si sia anzi pregiudizialmente, arbitrariamente fatto un quod demonslratnm. Che so si trattava, come si potrebbe anche fondatamente opporre, di un quod demonstratum, e che bisogno allora delle fatiche della Commissione? L'avvocato Semeria stavolta è pienamente soddisfatto di me, che riguardo a questa nuova Commissione colombiana genovese, al suo compito, com'è stato espressamente determinato, ho formulato Qe possibili elementari obiezioni': quelle che lui, uomo pensoso e mite, scliivo di .polemiche, si teneva dentro, e forse con altro ancora, al riguardo. Nel suo alloggetto appartato, all'ultimo piano di una delle grandi case che contornano la piazza centrale di lmperia-Oneglia, Piazza Dante, tutto, le pareti bianche di calce, con il solo ornamento di qualche vecchia stampa, eoa appesa qualche fotografia un po' sbiadita, e i pochi vecchi diaclovaml'IerabstmP« seVa«ddilstcundteteatilafifrql'btuovvsrDMta■revavngQnsgEAmpmtsEatdtAsBsGtt obili, e vecchi libri e fasci di opuoli e di riviste e di giornali, sparsi ovunque, su qualche scaffale e sulla vola, sul divano e sullo scranne, tut spira la passione concentrata, geloa, divorante e infatuata degli studi. a cella del monaco nor. è.più modesta, ù nuda di queste stanzette raccolte e n po' disordinate; ma di quel disor- ne cne non dinota trascuraggine, ab- andone- ignavo; di quel disordine, si, e rivela 1 operosità intensa.. 1 attivila.mpaziente, il lavoro incalzato da - dea, che non da requie che noni tol- ra soste o indugi: il disordine della cina, quando l'artiere più'si affanna l'opera. La polvere, su questi muc- hi di volumi, non indica se non che si sono strumenti di cui l'artiere non a avuto occasione di valersi in aue-ji giorni; questi libri sparsi sulla taola, quale aperto, quale da cui sporgoo, dal sommo, le strisciuole d'i carta, he s'accartocciano gialligne, a segno pagina, e queste riviste sfogliate, con egni di matita in margine, questa onfusione di carte stampate e mano ritte denunzia 11 travaglio dell ultime re, la fatica della pagina, scritta e nterrotta a meta, e su cui la penna è eposta. davanti al calamaio scopei-hiato, già per il fervore della ripresa. Dal lanificio all'osteria L'avvocato Semeria, in piedi davanti me, il viso bruno incoronato dallaolta e ricciuta, grigia capellatura, ...Nel periodo di relativo progresso egulto all'arbitrato di Antoniotto domo, S7 Maggio 1388, che spense el popolo la lotta e la resistenza ai oria..., come si era esteso in Oneglia commercio marittimo, con aumento orna a parlare della Valle di Oneglia; cercando tra le carte, sulla tavola, e avandone una copia della sua pubbliazione, riprende: — Ella ha ricordato questo mio critto. Permetta che Le rilegga: i numero e portata delle navi, con cconcio cantiere e sicurezza di scao, fabbrica di gomene e vele, e nella alle la coltivazione degli ulivi e il moltiplicarsi dei frantoi a olio lungo Impero; cosi in Pontedassio » — che ra il maggioro centro di vita per gli bitanti delle* due castellarne di Betagno e di Monteroso, a sette chilometri qua da Oneglia, e come dice il Pira, nella sua Storia di Oneglia, ... luogo nel midollo del distretto... ». edo della Corte e del Consiglio della alle, — in Pontedassio, dunque. erano sorte In fabbriche, oltre che i olio, anche di cuoiami^ di carta ei panni, per opera dei Domenicani l cui convento di Santa Caterina era tato fondato dai Doria nel 1421, e a ui succedettero, nel 1593, gli Agostiiani. Questo manifatture di natura emaniale sono menzionate... », ecceera; « ... sono poi descritte... », ecceera: insomma: «...storicamente e accertata, in base a pubblici documeni, più che negli scrittori, la esistenza a Pontedassio, nel 1400, di un lanificio in attività, ricordato in altri atti ra privati... » eccetera. E qua, in questo lanificio, io sostengo, apprese 'arte sua e lavorò Domenico Colom-bo, padre di Cristoforo — in questoutti consentono, — il quale, comeognun sa, come testò primo il geno-vose monsignor Agostino Giustiniani,vescovo di Nebbio in Corsica, fu tesitore di lana, lanarius, textor pannorum: come dichiara anzi lui stesso, Domenico Colombo, nell'atto del 2Marzo 1470, a Savona, rogato dal no-ajo Gallo, dove si dice textor panno-ruin et tabernarius, tessitore di panne taverniere: a questo seconda attività, di tenere osteria, essendosi dato appunto poi clic s'era stabilito a Savona. — Ma proprio in quel rogito savonese, il Domenico Colombo si dichiara genovese, figlio di Giovanni, da Quinto. — Ma il Giovanni, padre di Domenico, nonno di Cristoforo, oriundosta bene, di Quinto, si era trasferito già in Valle di Oneglia, a ChiusànicoE qua l'avevamo trovato, fin dal 10 Agosto 1447, che dettava il suo testamento al notajo Gaspare Ardissoneprecisamente il documento che, insieme col professore Dl Tucci, io ho rintracciato in copia di notajo, il messcorso, all'Archivio di Stato a GenovaE il secondo documento insieme, chabbiamo similmente rintracciato tratto in luce: l'altra copia dl notajodell'altro atto, sempre steso dal notajo Gaspare Ardissone, in data 2Agosto 1468, con cui il padre di Cristoforo, Domenico, cedeva al fratellBernardo, per la somma di duecentscudi, i beni già ereditati dal padrGiovatmi, salvo alcuni diritti, che l'ato specifica: beni immobili, in terrtorio Chiusànico-Gazzelli. — Mi dica:, che indicazioni ha Le seguìto, Avvocato, por riuscire a mettere la mano sui duo documenti, sfuggiti finora allo più pertinaci e diligenti ricerche dei dotti? Documenti che, poi, erano bene a portata di mano: raccolti e ordinati, rilegati dentro un volume, regolarmente catalogato, nell'Archivio di Stato a Genova. Un condannato rimesso in onore di prdidegrFr——io codi i documenti tra _ gi traUa dl Q .non furonQ Jnai u rmtraccjati da l0^ nessuno pertìnè nessuno si diede cura ba di ^ e nessUno li cercò, perché nessuno degH Btudlosi volle ' c,.edere sc aua loro eSjStenza- e si elio la loro esi- sa stenZa era dichiarata, affermata, ga-'t0 rantìta da un illustre'e insospett'abileille uon]0. y patrizio genovese Domenico'lrj],-,.auzone. j| C(ualei )8Wi stampava ldea Roi vioi e documentato l'albore |rAnimlrngUo con („lK5lll nota> nppo. stavl. , n presente aIbero di cristofo ro Coiomb ascendentale, discendenta-lle e collateral ,u ricavat0 te diversi au it'a'soIbma, col tipi di Luigi Perego Sai- 'aai, il libro intitolato La i;cra|Iimria di Cristoforo Colombo; e sosto- ?,tvalria neva essere questa il sanico, Castellania di Monteroso, Val-,c le di Oneglia...»; o forniva completo ; soro genealogico del-'0 'Filippo Neri, da Melchiorre Longhi e a „*}„?0IQ5f1V.raf5,01^. d^1l.^?.cat2.L1-a;" scrittori antichi .j dalle genealogie compilate, cioè dal Federici, da Fra Giacomo Giscavdi dell'Oratorio di San cesco Lollio nel suo Gabinetto Storico, Cronologico e (ìenealogico ». — Ma 11 Franzone fu accusato perciò, semplicemente, di falso. — Appunto. Un lustro dopo, tini 1810, IL padre barnabita Don Giovanni Battista Spotorno pubblicava a Genova, ' Presso Andrea Frugoni stampatore-li hrujo, la sua opera, per tanti rispetti eccellente, capitale, Dell'orinine e della Patria di Cristo/oro Colombo: opera con cul> secondo sua stessa dichiara ,zione, si proponeva dimostrare che ; e doE atqumilqlia Insochscnzeanrii , . . l'Ammiraglio fu genovese per • origine », per « patria », per « nascita ». — Genovese di Genova: l'identico proposito e intento dell'attualo Commissione. — Ricorda conio se la sbriga lo Spotorno, per le notizie e le argomentazioni del Franzone, che semmai meritavano un'approlondita disamina ed elaborato e ben fondate confutazioni? Lo Spotorno se la sbriga, in questo caso, badi, unicamente in questo caso, con una faciloneria grossolana, e in- dLatraddbAdvpCcomprensibile: se non fosse troppo'oe comprensibile che. in questo caso, egli be'si trovava di fronte a qualche cosa dii dmolto esalto e consistente, a una testi-) qmonianza circostanziata, che falciava pa a e a i n e - le gambe, di netto, a tutte le suo tesi, che demoliva ab titillo, a fundamentis, tutta l'architettata opera sua. So la sbriga, senta : «... Forse alcuno bramerà ch'io dica il mio sertimento riguardo all'albero genealogico dell'Eroe pubblicato dal signor Franzone, nel quale si vuole che l'avolo suo fosse di Monteroso nella vallo di Oneglia, in Riviera di Ponente; cho il padre, abbandonato Monteroso. passasse a Savona e di poi a Genova... Quello che sentono i critici degli alberi genealo- o.gici, già è dichiarate assai diffusameli e Ite...». Si riferisce ad altre proprie pa- gine, in cui vari albori genealogici, già , .affibbiati a Colombo, sono stati dimo- , 2 strati tutti falsi ; ma in sèguito a meticoloso esame di ciascuno, in sèguito a particolare, stringente, convincente discussione, e conseguente demolizione - di ciascuno. Per questo invece, del -1Franzone, semplicemente, dispettosai mente: «...Del resto basterà osservare o oa a eo, o o. 0 a: ense a. he e o, o25 rilo to re atriei che il sig. Franzone (face. 61 e 19) am mette la sincerità delle carte di Savo na. Or queste distruggono affatto la ge nealogia di Monteroso il che Invece non è nient'affatto vero; è patentemente errato, falso. — Lo Spotorno doveva poi trovare tanta fortuna e credito, e in assai iparte anche a giusto merito, tra i successivi studiosi colombiani. Cosi è: i quali studiosi, abbagliati da questo, per questo argomento, perfido traviatore Spotorno, trascurarono, abbandonarono, relegarono, condannato in oblio, condannato come favolista, peggio come falsario, il Franzone. E nessuno si preoccupò quindi menomamente di ricercare quei documenti che il Franzone stesso asseriva di avere veduto, le pezzo d'appoggio delia sua tesi per la patria di Colom bo in Vallo di Oneglia, le comprove d'autenticità della genealogia colombiana, da lui ricostruita: tra l'altro, quel due documenti, ch'egli perentoriamente garantiva, del testamento 10 Agosto 1447, del nonno di Cristoforo Colombo, Giovanni, a Chiusànico, e del conti-atto di vendita, stipulato Gazzelli, 11 25 Agosto 1468, tra il padre di Cristoforo, Domenico, e il fratello di questi* Bernardo. Nessuno se ne NnmtptdluaLvdddacNqdsmvdi reoccupò più, nessuno li corcò più: rei quasi, nessuno volle, nessuno esiderò più trovarli: tanta condanna ravava sul povero, misconosciuto ranzone. — Finché... . — Le ho già esposte le ragioni onde traevo più che la presunzione, il onvincimento, la fede delle origini Colombo dalia Valle di Oneglia: lo adizioni e le vestigia locali dei Co- ^o; ciò che avevo sentito narrare, ambino, dal vecchi; poi quella lapide ritrovai, il 12 Aprile dell'anno corso, insieme col parroco dl Chiùanico, don Paolo Boggio, sepolta sot 0 catasto di legname e nel terricole, ella cosiddetta Casa dei Frali, ora as-01n1a,a in staUa e magazzino di ep°si.t0 e legnala, appunto, presso Santo Stedi Chiusazone era tut- altro che un gabbamondo, o anche olo un male informato; o almeno bis'egli veramente ito, andare a fon- a tll!e,sa, Parrocchiale di mo' dp,,la 'wgata Villa, t0°"- p*r me' " Franse ognava assodare 05*0 1"ul°-.inforni! o, se meritasse quella perversa fama intensificai, dall'anno scorso, più ttivamente che inai, Jc mie ricerche, ua, e a Genova, e altrove. Mi permetta di tacere delle varie tracce, dei lli conduttori che ho seguito: uno di uesti soltanto, per ora, ho seguito ino in fondo, e già sono pervenuto cosi felice, sorprendente, magari nsperato risultato; e non vorrei adeso, per il chiasso sollevato da questa, he ■ io considero prima sostanziale coperta, essere comunque distratto nelle mie successive ricerche, per lo elo collaborativo, magari, di troppi ltri. Ilo 1111 che mettono capo a Genova; altri che mettono capo a Toino... Fili d'Arianna... — A Torino? — Pensi che il territorio della Valle d'Oneglia fu ceduto, nel 1576, come Le ricordavo, dai Doria ai Savoia. Gli archivi locali, come consta, furono rasportati a Torino: pensi soltanto ai registri dello imposte, a esempio, della tiissa focatica... Non so. Discendenti dei Doria, poi, si stabilirono, ebbero feudi in.Piemonte, l'ili, fili di Arianna, lungo cui, risalendo... — Ancora una questione, Avvocato, delle tante che mi fanno ressa nel -ervello, una. E perdoni so assumo la parte, proprio, ùeU'advocatus dlabuli. Come potrebbe convalidarmi cho il suo nlvdndt1sfCdccqvgoramai indiscutibile Cristoforo Coloni bo, di Chiusànico o di Gazzelli di Val d'Oneglia insomma, sia veramente quello stesso che, cercando il levante per jj ponente, scoprì il Continente Nuovo? Ossia, come proverebbe che non si traili di una fortuita omonimia? Di Colombo, in Liguria, nel Quatrocento, e fuori anche della Liguria, potevano pur essere svariate famiglie: tanfo vero, poi, la causa dell'eredità dell'Ammiraglio... L'avvocato Semeria mi sorride, con la sua Imperturbabile benevolenza: — E allora, a Lei, un'altra questione, una delle tante che potrei prospettare alla sua vigile diffidenza. Mi spieghi Lei perchè mai la Repubblica di Geno va allegava la copia notarile dei due documenti in questione, concernenti direttamente il mio Cristoforo Colombo della Valle di Oneglia, alle copie degli altri principalissimì, incontestabili documenti dello scopritore del Mondo Nuovo? 'E tutti insieme riuniva questi documenti, gli uni immediatamente di sèguito agli altri, in uno stesso volume d'archivio, e tutti insieme sigillava sotto il titolo, comprensivamente comune, e in nessun modo dubbio, — Copia de Capitoli, che fece il S. Cristofaro Colombo, che discopri l'Indie e fu fatto Almirante di esse fatto da i He Cattolici D. Ferdinando e D. Isabella l'anno 1492 — ? In verità, non saprei che cosa obbiettare. Se. non che quando l'incarto in questione, e il volume, che lo contiene, trovarono posto negli archivi della Repubblica, volgeva, quasi sicuramente, la fine del Seicento: trascorsi cioè già oltre due secoli dal tempo cui i documenti, in copia, sia pure notarile, si riferivano; e il seicento! secolo di troppe manipolazioni docu mentarie... Ma non dico: perchè questo, per sè solo, cosi, parrebbe anche a me argomento eccessivamente cavilloso, da povero avvocato e povero diavolo. L'avvocato Semeria conclude: — Un di questi giorni, che il mio la voro professionale mi lasci qualche ora dl libertà, la porlo con me, se vuole, su per la Valle di Oneglia; c le mostrerò, a Chiusànico, la casa do ve nacque, circa cinque secoli fa, Cristoforo Colombo, «... che discopri l'Indie... ». MARIO BASSI,