Come appaiono i due nuovi pianeti

Come appaiono i due nuovi pianeti LA SCIENZA ALLA CONQUISTA DEI /MONDI CELESTI Come appaiono i due nuovi pianeti pppscoperti dall'Osservatorio astronomico di Pino La notizia che un nuovo pianetino % stato scoperto dal nostro osservatorio di Pino ha destato — come è noto — un vivo interesse tra gli astronomi americani e all'Osservatorio- di Monte Wilson in California, che è una delleSlù importanti fra le specole mondia. si sta per iniziarne lo studio. Abbiamo perciò creduto di rivolgerci al prof. Volta, l'attivissimo direttore del Pino, per avere da lui qualche precisa notizia su questo nuovo corpo celeste che viene ancora ad arricchire la famiglia degli asteroidi: una famiglia, come vedremo, alquanto numerosa perchè il numero dei suoi membri ha superato di molto il migliaio... Queste scoperte, a parte poi il loro diretto interesse scientifico, he hanno un altro tutto particolare per i torinesi in quanto esse sono state fatte con l'equatoriale fotografico donato all'Osservatorio di Pino da tutta la cittadinanza torinese, attraverso una sottoscrizione a piccole quote alla quale contribuì veramente le. popolazione tutta. A colloquio col prof. Volta L'Osservatorio del Pino, la cui costruzione venne iniziata una ventina di anni fa, è stato messo a punto — ci si passi l'espressione — solo negli ultimi tempi, grazie alle cure del suo Direttore, il quale, lottando con la scarsità dei mezzi disponibili è riuscito ora & metterlo in completa efficienza. Purtroppo non tutto è ancora terminato, ìb così la strada- che dall'abitato di Pino conduce all'Osservatorio è ancora una carrareccia campestre, solcata di tosse e di buche, la quale non costituisce certo degno accesso ad un istituto scientifico che ha un'importanza mondiale. Ma la strada è del comune locale, ed i mezzi necessari finora sono mancati; soltanto adesso si può sperare in un assestamento in quanto la viabilità di questa zona collinosa passerà — a quanto ci risulta — al Municipio di Torino, che rimedierà certo all'attuale stato di cose. Si sale cosi per questa carrareccia333£dࣣ SS^^^cor nudi ed il fogliame morto si scorgono qua e là chiazze di neve che l'ombra del versante e l'aria ancor ge ilda difendono tuttavia dai raggi del sole dì marzo. Su in alto, alla boscaglia cedua, ancor nuda e grigia, succedono 1 pini del Carso, ancora un po' ^assi, tra i quali si alzano le cupole nei' padiglioni d'osservazione: quello dell'equatoriale e quello dell'euriscopio. 11 prof. Volia, il quale unisce alla dottrina la più grande semplicità di modi e la più singolare modestia, ci ha ricevuto ned suo studio, che è attiguo alla biblioteca dell'Istituto: una stanza ampia, tranquilla, silenziosa. I rumori esterni giungono all'alto del Pino già affievoliti e si arrestano del tutto alle mura dell'Istituto. L'isolamento e la tranquillità sono qui assoluti; la città pare ad un tratto infinitamente lontana, e quasi si dimentica che a dieci minuti di strada c'è la via di Chieri dove passa forse una automobile al minuto. Quasi non si avverte che il tempo fugge via rapido, quel tempo, tuttavia, che facciamo anche perdere al nostro cortese interlocutore. Ma il prof. Volita, con la maggior cortesia, ha voluto subito darci tutti le informazioni che gli chiedeva, mo, e ci ha parlato a lungo, diffondendosi pazientemente in particolari ed In spiegazioni che non .sarebbero state altrimenti facili per noi profani. La genesi della nuova scoperta Egli ha manifestato anzittutto il suo compiacimento, unito anche ad un po' di sorpresa, per l'interesse che ha destato la scoperta del nuovo pianeta. Il prof. Volta ha detto, poi, che la notizia data dalla Stampa non era del tutto esatta in quanto i pianeti scoperti sono in realtà due. L'uno e l'altro furono irovati con la ricerca fotografica, e più precisamente il primo nella notte dal 19 al 20 gennaio scorso dall'assistente signor Lacchini; il secondo nella notte dall'll al 12 febbraio, da lui stesso. Tuttavia, essendo sopravvenute varie giornate nebbiose, le osservazioni non hanno potuto essere completa- o o — i e e l l a , o a a i a e ò o a coli f'"hanno confermata, 11 pianetino è infatti qui, ma la sua ricérca sulla lastra non è facile, a meno di non avere una vista ottima o di rinforzarla con una lente. Sullo sfondo chiaro della negativa non si scorgono infatti a prima vista che una miriade di punti neri, 'quali più grossi, quali infinitesimi. Sono le stelle. L'equatoriale fotografico — come ci ha qui spiegalo il prof Volta — deve seguire il movimento apparente della volta celeste, perchè diversamente, durante le tre o quattro ore di posa necessarie per avere una buona impressione, si otterrebbero delle immagini a striscia e non già dei punti Mediante 11 suo movimento le stelle risultano quindi immobili, relativamente alla lastra, perchè, nella loro immensa distanza, esse sono realmente immobili rispetto alla terra. Non cosi i pianeti, assai più. vicini a noi. che hanno un moto loro proprio che si aggiunge, per così dire, a quello apparente. Questo movimento proprio non è più accompagnato dal movimento dell'apparecchio e perciò la fotografìa di un piane, ta risulta un'immagine continua, una striscia. Guardiamo infatti nella lastra. TTa 1: immagini stellari si scorge infatti, in un punto che ci viene indicato, una sottilissima linea, di un millimetro o due di lunghezza. E' questa l'immagine del pianetino scoperto. Esso è tra la 13" e la 14" grandezza e ad occhio nudo — bisogna ricordarlo — si vede si e no fino alla 6*. L'equatoriale fotografico del Pino permette di vedere fino alla 14* e perciò l'immagine ottenuta rappresenta il massimo che può permettere l'apparecchio... Ora si.tratterà di ricercare le caratteristiche del pianetino, cioè quella della traiettoria che percorre sullo spazio. ^mmma *'™ *™de piane«a e.pi.«o? e te che negli ultimi giorni, o per dir meglio nelle ultime notti, che hanno permesso nuovi e definitivi rilievi fotografici. Quindi ci ha fatto osservare le fo4astre fotografiche che hanno rivelato la scoperta, e quelle più recenti ohe ; Pl ' e o a i i a I l l è a i , i , d a Abbiamo domandato poi quali posso no essere le dimensioni del nuovo corpo celeste, ma il nostro interlocutore ci ha detto che in genere questi pianetini sono così piccoli da sfuggire quasi sempre alle misurazioni. Più che mondi celesti, sono frammenti di mondi che vagano nello spazio immenso, e quasi tutti sono compresi fra Marte e Giove, là dove c'è una specie di lacu na nelle distanze successivamente crescenti, •secondo una certa legge abbastanza regolare del pianeti dal «ole. Forse sono tutti residui di un grande pianeta, frantumato da una esplosione... Forse, si badi, perchè qui siamo nel campo delle ipotesi. E questi pianetini sono talora così piccoli da non avere più di qualche decina di chilometri di diametro e qualcuno non ha neppure forma sferica, ma prismatica; o comunque irregolare. Piccoli come sono e con una massa lievissima, e«si sono continuamente influenzati, cioè ritardati od accelerati nel loro moto, da Marte e Giove. Perciò, quantunque le loro orbite siano calcolate e ricalcolate, ben di rado essi vengono ritrovati, dopo qualche tempo, al punto dove sono attesi, ma elnngono prima o dopo, veri viaggiatori vagabondi ed irregolari dello spazio stellare. All'Osservatorio di Pino — ci 1nforma infine il prof. Volta — se ne erano già scoperti due. uno nel 1928 ed uno nel 1929: gli plementi delle loro orbite furono calcolale dal dott. Invrea, allora assistente dell'Osservatorio. E questiI neliguPl'imti sgtozipsttaSotuA l'riè batomdasecolegnabmerdidistdisccateASgqStie sepfutrvea ofprchstchPvascinma stsocoil de- pil1l??etl!,,Lv,poIt,ani5 }} numero ni serie I Ta1005 e 1007 A! 31 dicembre 1930 si erai gigià alla cifra 1152. Milleeentocinquanta-I vadue frammenti di mondi, ed il loro;ti numero sale ancora. Sono tanti e tanti viche appena fatta una nuova scoperta| reoccorre prima verificare bene che non ! casi tratti di un pianetino già noto chetaviaggi fuori., d'orario, come sovente'Mcapita osservare. Ma questi, ultimi rin-| venuti sono veramente nuovi e costituì--inscono la testimonianza del lavoro coni-, chpiuto dall'Osservatorio di Pino, con lo strumento donato da tutto il popolo torinese... f. br. gitrusdo

Persone citate: Giove, Invrea, Lacchini, Monte Wilson

Luoghi citati: California, Carso, Torino