Impronte morali e impronte digitali

Impronte morali e impronte digitali LA VICENDA BRUNERI-CANELLA A FIRENZE Impronte morali e impronte digitali gnell'opposta valutazione delle parti Firenze, 13 notte. tFirenze, 13 notte. Dopo quattro giorni di udienza, passati gomito a gomito nell'aula, tutto il pubblico ormai s: conosce, e perciò con maggior contldenza, nei momenti di sosta, scambia opinioni ed impressioni sulla materia della discussione. L'avv. Ferretti pone termine alla sua arringa, solamente a mezzogiorno. Egli ci parla! nuovamente delle numerose perizie psichiatriche e dei documenti di carattere! psicologico, che sono allegati agli attii della causa, e dei quali la pane avverso non vuole tenere — dice — alcun! conto, non volendo convenire che il suo cliente e un simulatore. A Questo; punto l'avvocato pon.. l'ipotesi che un; usciere della Corte volesse tarsi passare per consiglicitstunore dei Giudici per questi idea originale, dell'oratore) e che perciò riuscisse a procurarsi la toga, il tocco e studiasse l'incedere da magistrato il gesto solenne, ecc. — Ebbene — esclama l'oratore — se si dovesse procedere secondo 1 desideri e i concetti dei patroni dello Scouoscluto, l'uscler" potrebbe continuare a fare il magistrato impunemente, e pei molto tempo Noi per identificarlo invece si adoprerebbe solamente una cosa: le impronte digitali. L'intuito dello Sconosciuto Ma le impronte ui Bruneri, non sono solamente allegate al cartellino segnaletico di cui parlerà l'ori. Ungaro, ma, per ehi sa e vuole vederle, si possono scorgere ovunque nei documenti di questa causa. A suo giudizio nelle frasi fatte de! tipografo Bruneri stanne impronte che denotano il simulatore ed il plagiario A questo rrnto l'avvocato fa atto di ammenda per aver? a più riprese chiamato « becero » l'ex-ricoverato di Collegno, ed ora nel suo atto di contrizione lo definisce invece « cialtrone >. Nel cambio la persona a cut l'epiteto è diretto non crediamo abbia erande vantaggio. L'oratore accenna al fine intuito psicologico «èll'ex-ricoverato, Intuito che 10 In guidato nella scelta della persona a cui affidarsi quando si trattò di lasciare Collegno, e dell'aiuto a lui portato da quel po' di barba che nel suo Cielo fece subito spuntare un primo quarto di Ranella, l'oratore, in contrasto con quanto hanno sostenuto il prof. Carnelutti e l'on. Farinacci, dice che lo Sconosciuto, ossia Bruneri. non aveva che un assillo, quelli di lasciare il Manicomio; ed a questi egli è riuscito per la sua astuzia e per la debolezza degli altri: è uscito ma e sempre rimasto prigioniero come lo è amor oggi, afferma lavv. Ferretti, il quale dice poi: — Il direttore del Manicomio, prof comm. Bivano. come si può documentare, al momento di rimetterlo In liBerta, ossia di consegnarlo alla signora Giulia Canella, nutriva dei forti dubbi che il ricoverato in quel periodo simulasse. Egli era a conoscenza — è sempre l'avvocato che parla — che 11 prof. Renzo Canella non lo aveva riconosciuto affatto per fratello e che il prof. Marro aveva accennato a preoccupanti dlssimiglianze con il vero prof Canella. di cui i medici di Collegno avevano le fotografie e gli scritti per rendersi conto della sua alta personalità, inconfondibile con quella di Mario Bruneri. Alcuna ttstimonianzo L'esame che l'avvocato fa delle testltnonlanze sul « Tandagio » presentate dai patroni dello Sconosciuto, trae l'o ratore a delle comiche considerazioni. Uno di questi testi avrebbe detto : « si vede subito che è lui: ha la faccia da Capitano •. Una signora avrebbe dichia rato che lo riconosceva • dalla schiena e dal camminare •; altri, infine, dalla barba, dall'orecchio, dallo cicatrice sull'occhio sinistro (cicatrice che lo stesso Sconosciuto affermava essere causa della sua smemoratezzal). Una teste ecrive che lo riconosce per . la predisposizione alla dilatazione del corpo e perchè quando il « randagio • la vide trasalì ». Vi è fra questa settantina di testimoni anche certa Erminia Penile, la quale addirittura aveva chiesto al « randagio » chi fosse e da lui aveva saputo che era Canella, ma che aveva perduto la memoria, e che tornava dalla Macedonia. Un'altra signora dice di aver veduto la calligrafia del Canella che è eguale, precìsa a quella dello Sconosciuto. Un'ultima teste dichiara che voleva telefonare a Verona per avvertire della presenza del « randagio », ma che proprio quella sera l'ufficio era chiuso. Il giorno successivo si era trovata in difficoltà idi denari per farlo. — Dopo queste prove. — dice ironicamente l'oratore — si ha ragione di non voler sentire parlare di perizia. Fatalmente, poiché l'argomento è ristretto al periodo di vita del prof. Giulio Canella fino a quando questi andò, in Macedonia, e alla vita di Mario Bruneri durante e dopo la guerra, e a Quella dello Sconosciuto nel periodo del suo soggiorno In Manicomio e nei cinque anni successivi; dovendosi discutere l'identificazione di quest'ultimo con una delie due persone precedenti, gli oratori sono portati a ritornare quasi sempre sugli stessi fatti che però vengono, come è logico, interpretati diversamente, e cioè a seconda che a discuterli sia un patrono dei Bruneri o un patrono dei Canella, L'avvocato Ferretti, che fa parte dei primi, e quindi deve dimostrare che lo Sconosciuto deve essere identificato per Mario Bruneri, afferma che il riet/v«rMo al Manicomio, una notte, svegliato dal guardiano, a cui erano cadute a terra le chiavi, lo avrebbe apostrofato con il termine « bórich », parola che non è certo veronese, ma che è una delle più... squisite particolarità del dialetto piemontese Una lettera dottrinale L'oratore accenna poi a tratti umoristici, al granchio preso dallo Sconosciuto il giorno in cui ebbe a scambiare un amico del Procuratore del Re aggiunto, comm. Bruno, recatosi a Collegno, con lo suocero d'America. — In questo caso — dice l'avv. Ferretti — si che esiste proprio lo scambio di persona... L'oratore vorrebbe fermarsi ancora a parlare del comm. Francesco Canella che è stato il capo nell'affare Canella, l'uomo che ha scritto fra l'altro: « Ho saputo che i barbari esecutori della legge gli hanno tagliato la barba », Francesco Ganella che all'estero è sta to medico, amministratore, commerdante, prima di diventare plurimilionario, come ha tenuto a far sapere appena sbarcato in Italia, e > che ha trovato finalmente sulla sua strada — dice l'avv, Ferretti — una persona coraggiosa, il fotografo Blagloll di Verona, che lo ha fatto condannare, per diffamazione ». Ma a questo punto S. E. Vescovi, presidente, fa presente che l'ora è tarda, che mezzogiorno è vicino, e che è necessario di non allontanarsi troppo da uqella che è la causa, perchè tutto 11 resto, il contorno non conta nulla egli effetti di essa. L'avvocato Ferretti lascia alla sua 6orte il oomm. Francesco Canella e 1 suoi milioni, e ritorna allo Sconosciuto. Parla del colloquio da questi avuto con Padre Gemelli, nonché della furberia de! ricoverato di Collegno aJlo scopo di riparare alle Qaffes commesse durante il colloquio, furberia che gli ha suggerito di Inviare subito una bella lettera al cappellano del Manicomio, lettera nientemeno che di cinque pa¬ gtddnstsgacntcpngabgLvtqdststeaarvcludBlpcrPvsplszpapmptdldqVspbllpStdccnzpnnqdpdcsspnntscfsgIclnbcddlssldprcrrcprv rinp. nplla tinaie narlava dulia Rnn.ivgine, nella quale parlava della San-ivissima Trinità e commentava il Cre-lfdo. Tutta questa scienza, che era sboc- pdata di colpo nel cervello dello Sco-|snosciuto, ha fatto nascere però dei!Ssospetii nell'animo del Procuratore deljgtte. 11 troppo storpia; se il ricoverato si fosse accontentato di abbordare argomenti alquanto più semplici e più alla mano, forse avrebbe avuto successo. .Ma parlare della Santissima Trinità e commentare il Credo non è faica che possa passare inosservata. Per cui il Procuratore del He, fatta una perquisizione nella cameretta, nascosto nel paglierìccio trovò un libro dì Augusto Nicolas da! qu.Ue lo Sconosciuto aveva pedestremente copiato tutte le belle cose scritte sui due difficoltosi argomenti. Le « Memorie » dello Sconosciuto Siamo ormai giunt' a mezzogiorno. L'avvocato Peiretti deve raccogliere le ele. Egli che ha passi'f, in i assegna utti ì documenti e 1" circostanze per le uali si può asserire che l'ex-ricoverato i Collegllo sia un plagiario, chiude la ua arringa dicendo die se fra le ceninaia di migliaia di italiani che non ono tornati dalli guerra, si fosse pouto trovare il prof Giulio Canella, gli sarebbe stato accolto a braccia perte e adorato in ginocchio. Invece l suo posto noi' si è ritrovato che dei ottami, e la risurrezione non può avenire perchè 11 morto sta --otto il calagno di un vivo. Prima però di concludere il suo dire avvocato Ferretti accenna ancora a na lettera della quale, egli dice, per iscrezione non darà lettura, che egli ha icevuto da Poppino li figlio di Mario Bruneri. lettela nella quale è detto fra altro: «Salvi mio padre che non può iù avvicinarsi al Sacramento dell'Euarestia ». Ma. dice l'avvocato Ferretti, to icordo che accanto alla carità di Paolo di Tt.rso c'è la giustizia. Salarlo vuol dire per me salvarlo dallo candalo, dallo scandal.) che si peretua a Verona L'avvocato Ferretti ha cosi terminato a sua lunga e densa arringa, e il preidente rinvia il prosieguo dell'udiena alle ore 1F. Nella seduta pomeridiana, stando al programma fissato in precedenza, avrebbe dovuto parlare ancora un rappresemante di parti- bruneriana; In mattinata però è giunto a Firenze il prof. Carnelutti, e si di 'e che il parono canelliano abbia chiesto al Presidente di parlare lui per controbattere e argomentazioni del prof. Cammeo e dell'avv. Ferretti. Staremo a vedere quali saranno le decisioni di S. E. Vescovi. Hitorne effensivo di Carnelutti Nella seduta pomeridiana come era talo annunciato prende la parola il prof. Carnelutti U quale dice che esbendo stato a lui rimproveralo il coore dato alla sua parola, la voce e 'eloquenza volerà basso specialmente per fare un piacere all'amico Cammeo. Si dice grato però che il secondo oraore, formidabile pessimista, lo abbia definito piccolo avvocalo ed egli ne conviene perchè al cospetto di una causa come questa afferma che nessuno può esimersi dal sentire la pochezza dell'arte e dol mestiere. L'oratore prosegue dicendo che non aveva alcuna Intenzione di replicare e dare cosi nuove afflizioni alla Eccellentissima Corte; ma che colpa ne ho io? si chiede il prof. Carnelutti. Tomaio da Roma ha trovato i colle, ghi più giovani inquieti. Era accaduto a lui quello che avviene at chirurghi quando lasciano un cliente alle cure di colleghi più giovani; questi si impressionano per gli alti e i bassi del periodo post-operatorio. « Ma io ho detto loro, afferma 11 prof. Carnelutti, a mia tranquillità ed affermato che la causa non è perduta perchè non c'è scienza dì prof. Cammeo, che possa spiantare quel chiodo che noi abbiamo piantato. Ho detto loro con tutta serenità: state tranquilli; gli altri lavorano per noi; la discussione del tormentoso enigma di Collegno, perchè nessuno rifugge dal parlare di enigma e a stessa Corte di Cassazione lo ha chiamato « enigma dalle ermetiche difficoltà », non può che giovare alla nostra tesi. Non ci sarebbe proprio bisogno di eloquenza a lungo metraggio. Io che dovevo andare all'assalto, io che dovevo espugnare le posizioni, è logico che parlassi a lungo: ma non i nostri avversari. 1 mie; compagni di battaglia si impressionano anche perchè nella nostra tesi si riscontrano delle stranezze; ma se non vi fossero delle stranezze la causa sarebbe finita e da tempo. «Si dice: la scomparsa di Bruneri e a ricomparsa di Canella dopo lo anni gttgmdspccpfldcqspstscatlrmpccsdrdcatpcdspecdssono delle autentiche stranezze. E sia::^IJ^P^A^JJ01}1! sono tutti 1 famigliari d casa Canel-! a. e tutte persone convinte anche aioro II caso appare strano. L'avversa-,no ha allora sentito 11 bisogno di bat-;ezzare nueste person : «il sodalizio degli esaltati ». L oratore pessimista ha pol trovato nell* prosa del^ ex-ri cove- rato bassezze cultura-i. deflcenze diistile e ricopiature. «Sì: ve ne sono an- che di queste. Poveie solamente provnre però che egli le abbia copiate ». E, rivolgendosi al prof. Cammeo, gli dice: — E se ti dicessero che tu hai copiato 11 corso di diritto amministrativo sebbene sappiamo che esso è tuo. sa-Srebhe per te cosa imbarazzante 11 prò-;vare il contrario Quello che è stato ì f»tin finora rfoiin nartt, a-e» v.„ ca,._'nvete sciolto l'enigma che oggi è an- , , , .tora più grave d! prima: e volete che in mine n mnrln 1 rrlnrtir»! nnn orxini rro. in onesto modo I pudici .non accolga- no la domanda nostra che è ouella ìpreconiLa possibile durata dalle prova « Signor! magistrati : esaminate contegno del Bruneri che hanno programma di mandare in galera il loro presunto congiunto sebbene annuncino eh* la grazia l'hanno In tasca. Ma se io fossi Rosa Negro — dice fi prof. Carnelutti — sarei più circospetto: 1o non vorM domani trovarmi nelle stesse condizioni In cui dice di trovarsi la slcnora fìlulla Canella. a sentire naturalmente la porte avversa, e cioè di avere ol suo fianco un uomo che nm foss» suo marito. Si è detto che la durata delle prnvc da ammettersi raggiungerebbe i venti anni. Ma se anche ci volessero, quando si tratta di stabilire In verità sarebbe bene spendere anche un tale periodo di tempo. Tuttavia onesto termine è errato e 11 prof. Cammeo sa benissimo che basta qualche mese, al massimo un anno, se non ohMamo nuovamente del periti del Uno Coppola che fanno delle memorie rtt Rio pagine. Mi si è rlptto di avere dimenticalo che v1 sono dà prove acquisite alla causa. Ma to domando- meste prov» raggiungono esse 11 livello necessario per dare una convinzione ni gtilrtlcl? Non è mira ve. ro che le cause siano tutte eguali, tanto e vero che ve ne soni fli niielle che Si portano davanti al Conciliatore p altre davanti alla Corte rl'AnpelIo: P an-iche 1 glurtlcl <eno diversi. E oliando.si tratta rlt dare a un avventore del | solo bicarbonato, un farmacista non guarda tanto pel sottile, ma nnnnrtn deve maneggiare dei veleni allora di iil, in," vfinin nifi crnorrtinc-n Si v. venta più guardingo Si vanta la iti-! fallibilità dei dati dattiloscopici mai per le impronte digitali Sono o noni sono mancate le necessarie garanzie? SI dice che i gruppi sanguigni del sangue sono una prova incerta ma il ri¬ getto delle prove in blocco è un tenta-; tivo sterile ». A questo punto l'oratore ribadisce la richiesta che lo Sconosciuto sia ascoltato, visto, interrogato, nonostante ;l giudizio autorevolissimo del prof. Cammeo per ciò che riguarda la inibizione di giudizio, perché, afferma l'oratore, si equivoca tra ciò che è la testimonianza e l'ispezione personale e, a prova di questa sua tesi, ricorda 1 processi per risarcimento di danni e dice come un assicuratore che si senta chiedere dall'assicurato l'indennità per una infermità qualsiasi, vorrà per forza vedere in che condizioni si trovi l'infortunato. Afferma poi che l'ispezione psichica di cui si parla per cause di interdizione non è una legge eccezionale che non si possa estendere anche a questa causa. Anche la perizia dattiloscopica, cosa è, se non una ispezione personale? Se non vi fossero i segni sui polpastrelli delle dita, si potrebbe trovare qualche altro particolare. Ma se si trattasse di andare a vedere una casa in pericolo, il giudice può andare a vederla insieme a un perito e i patroni dello Sconosciuto hanno chiesto l'assistenza di un giudice a questo perito il quale non è un mezzo di prova, ma un ausiliario. Chiarifica poi il suo pensiero sulla prova dattiloscopica dicendo che essa è nulla se non si è sicuri della autenticità delle impronte e se essa non sono state eseguite con le dovute garanzie. Occorre cioè riflettere se esistono veramente le impronte di Mario Bruneri e confrontare queste con le impronte dell'ex-vicoverato. Gli avversari affermano che la prova dattiloscopica basta. pnr tutte. Ma bisogna però che questa piova sia decisiva. Le testimonianze da sentire Domanda poi che siano aggiunti alle conclusioni due capitoli: - uno perchè desidera che i medici del manicomio siano sentiti a proposito delle condizioni mentali dell'ex-ricoverato; poi, a proposito dei vestiti, come e quando essi sono stati portati a Collegno. Quest'ultima osservazione la fa per-: che in quel mentre al Procuratore Generale è stato portato un pacco ed egli dice che in quel pacco ci siano gli abiti sequestrati al manicomio. Al prof. Carnelutti vengono portati In questo istante un telegramma e una lettera; egli li apre e li legge. Dice che si tratta di una missiva della signorina Rosa Tailor la quale, avendo avuto un colloquio con don Re, colloquio che per lei è stato una vera rivelazione, chiede di essere sentita. E rivolto ai giudici l'avvocato dice: « Credo che non possiate esimervi da! ripetere le prove testimoniali. Questa è la nostra tesi ». Accenna poi al capitolo delle prove testimoniali e specifica che quello che conta, è quello di assegnare un tema: riconoscete Bruneri o riconoscete Canella? e di ammettere anche per il Randagio di discutere quando una deposizione è stata resa. Legge anche una lettera del dottor Domenico Ivano di Clvidale il quale scrive che ha visto il Randagio nel 1925 in speciali circostanze. L'avvocato, che aveva promesso di volare basso, ha avuto tuttavia un momento di particolare eloquenza. Egli termina la sua arringa rivolto all'illustre avversarlo prof. Cammeo dicendo: « Se t1 dicessi. Cammeo, di firmare una sentenza -nella quale non è ammessa la prova, tu non la firmeresti, ne sono sicuro». Cammeo si avvicina all'avvocato Carnelutti e i due giuristi si baciano. Prende ora la parola l'on. Ungaro che fa parte de! Collegio dei patroni di Rosa Negro c Felice Bruneri. Egli dice la sua soddisfazione di avere potuto assistere ad un duello cosi interessante quale è avvenuto fra dite del mfgliori giuristi ai quali si inchina con reverenza. Specifica che sono due combattenti di diverso stile e di diverso metodo ma tutti e due grandi e ammirevoli. . Ma, afferma l'on. Ungare, dichiaro subito che noi resisteremo all'attacco degli appellanti che hanno dovuto subito ricorrere a parate abili e utili ma che a mio avviso non spostano la situazione ». Afferma che esiste un enigma e che 1 enigma hanno contribuito ad accrescerlo i patroni di parte avversa. La loro abilità e la loro arte ha cercato al cambiare 1 fatti e di mutare le situazioni. Un taumaturgo come II prof Carnelutti e un operatore di miracoli come l'avv. Farinacci non sono riusciti a distruggere la verità delle cose « Di pc«dlmiMccv,csstdnLaamBpccesesrIsccractccpMcono | nostri contraddittori affermo Ungaro, che l'importanza della zn po- prova nSn sta tanto nW^tflan fl5ica che non condnce a nulla di r sitivo quanto nello studio della persona!ità psichica del soggetter Possiamo seguirli in questa test Anche noi no" siamo prescindere dalle testlmon an Ze die portano reminiscenze fallaci Non aibhiamo bisogno di testi ma solo <ji documenti In questa causa» Documenti e perizie E l'avv. Ungaro comincia a mettere do-J]^?1 chS"^am™rLto%1?rtav^n èròmfnrla a 1Ptr^■ in Jtti Th1oì ;na^rtefa della levarti v»h^Ìw _"a. cartella deità ie\a di Mario Bru- no documenti ben più preziosi di tut¬ te !e testimonianze perchè va ricorda i. n- .. . •v"**'"Y ' ** 1 >v«_Mun. ta là Sm&S^Tt^ttSFTAi c,anzH d( temr)0 meritaneTpeYct è Telò i'o potuto accertare eh» sehbenp un primo esame del genere avesse dati"1 prove negative, prova che — egli nffer ma. — non ha però nessuna garanzia assoluta, in seguito sono state fatte altre quattro prove con altri sistemi molte cause rimaste celebri, mentre questi documenti allegati in causa snno inoppugnabili. Vi si trovano retrl strati dati somatici corno nel foglio matricolare de] carcere in data 27 gen nalo 19?f). ove è scritto che il detenuto ha occhi celesti e capelli biondi; In quello del 29 luglio dello stesso anno sono registrati gli stessi contrassegni come pifre in quello del 19 gennaio 1922. mentre Invece sulle stesse cartelle, quando sì tratta ri! una valutazione soggettiva, è scritto, nella nrìma- viso d-r-l detenuto, ovale; nella seconda■ondo.- e nella ter-zn,: lungo, ria oneste varianti si deve concepire come fallaci possone essere le testimonianze. Ma non ci fermiamo a questi partic.-ilnrl. dice l'oratore. Servendoci d! un documento della narte avversaria duale è la perizia Ferrando Pellegrini s! trova seamata la cicatrice a] «oprarciirlin sinistro e ouelln al torso alle qua. li II nerico da una diversa origine ma ''he sono però le stesse cicatrici che esistevano 'n Mario Bruneri come è stàio provato « Si è detto che Tex-tipografo unitamente alla Ghiri ini era contagiato da malattia venerea p. che annunto per I' fallo che l'ex-ricoverato non lo era s1 stabiliva una prova inonpnenahile della non ras-irnnta irte-itìt.'i Te nostre ricerche — iprosecue l'on. l'ngarn — han- zinsdrtdvPtnrtrlvppPsèssr ! i i ; più sicuri e più moderni e tutte hanno dato un esito positivo, ciò che dimostra come il ricoverato fosse affetto da quella malattia, che viceversa i patroni di parte catielliana negano. Siccome queste prove sono state fatte al Manicomio di Torino con la reazione Maite, che è la più severa, la stessa perizia del prof. Carrara porta il cenno di una cicatrice che egli ha riscontrato, cicatrice che dice potrebbe essere originata da una malattia del genere perchè si trova in una regione di solito contagiata». A questo punto l'on. Ungaro dice: « Si potrebbe anche pensare che il Randagio avesse potuto contrarre una malattia del genere, ma è strana concomitanza che proprio tutte le fer/ite, tutti i mali, tutte le cose che hanno afflitto Mario Bruneri si trovino proprio anche sul corpo di Giulio Canella. E' una coincidenza che si riproduce troppo volte per essere ritenuta ammissibile ». l.'avv. Ungaro dice che l'Identità fisi,ca rappresenta per lui una certezza fisica perchè in questo è la causa e questo è il fronte che si difende dagli attacchi degli attaccanti Passa a parlare della differenza di altezza tra. lo Sconosciuto e la misurazione fatta alla Leva su Mario Bruneri e trova che, appunto a Collegno, il prof. Carrara accertava che lo Sconosciuto misurava metri 1,63 come 1.63 misurava Mario Bruneri; che il ricoveralo aveva i capelli castano-grigi con tinta biondastra come Bruneri aveva i capelli biondi, come risulta darla carta delie Carceri e dall'Ospedale Militare. Si tratta, insomma di una serie di dati consimili e costanti. Inoltre aveva dentatura guasta, e infatti al Manicomio al ricoverato sono stati strappati cinque denti. In quanto alla deformità dentaria prospettata dai Canella. t quali asserivano che il loro congiunto aveva due denti canini che rialzavano il labbro superiore. Bruneri invece è stabilito che aveva un dente che sporgeva verso la cavità orale.' ciò che è stato riscontrato, come pure è stata riscontrala la cicatrice alla faccia, quella cicatrice che aveva permesso In un processo per furto di Identificare nel Montaut Mario Bruneri. « In quel dibattimento ,d! 'slInolaatmnlarsdsougvgstdmp — specifica l'avv. Ungaro — l'identità era stata stabilita su quel solo dato e ora dei dati di fatto ce ne sono a josa ». Una costola assai discussa L'oratore continua a spigolare nella perizia Pellegrini, che chiama perito omnibus, ed osserva che un documento da lui riportato è stato mistificato. Esamina poi l'operazione di costotomia; osserva che anche al Manicomio, quando è stato ricoverato Io Sconosciuto, il medico che aveva eseguite le pratiche per l'accettazione aveva notato la cicatrice e aveva scritto: «Si tratta di un postumo di operazione per empiema ». In quanto alle radioscopie che sono state eseguite dopo e per le quali la parte avversa domanda sia fatto un nuovo esame di prova, l'on. Ungaro afferma di essere disposto a servirsi del materiale stesso che presenta la parte avversa, e a questo proposito riferisce una indicazione datagli da un celebre chirurgo di Firenze, il professore Baroli, il quale afferma che In tali operazioni se è lasciato il periostio la riformazione della costola avviene naturalmente. «Ora, siccome da quella operazione sono passati dodici anni, è logico che la lamentata deformazione anatomica non esista più. A dar retta ai colleghi di parte avversa, l'eccellentissima Corte dovrebbe far fare nuovamente venticinque perizie per questa causa». Farinacci protesta: — Ne bastano due. Il Pt' M. osserva: — Perchè allora non ne avete chiesto solamente due? Ungaro: — Si vuole anche ripetere l'esperimento di narcosi benché si sia affermato che essa non ha dato nessun risultato. Un'altra perizia dovrebbe essere riservata alla glottologia. Per studiare poi i capelli eh.' sono cresciuti sulla fronte, come affermano I Canella, occorrerebbero addirittura tre perizie:, una di endocrinologia, una medico legale e una terza dermopatica. Poi, ci vorrebbe ancora una perizia neurologica, l'esame dei cranio, un esame per stabilire i postumi delle malattie contratte sul lavoro. Se la Corte erède di dover essere Illuminati . su questi elementi faccia pure, dice l'oratore, ma perchè perpetuare questa angoscia per noi per voi, per tutti mentre -noi vi diamo delle prove convincenti? Parla poi della sordità di Mario Brunori e di quella dello Sconosciuto. Segue Mario Bruneri nel periodo della Suerra Legg« un documento dal quale risulta' che egli è stato proposto per la riforma in seguito a otite; è passato in seguito da un ospedale all altro, ha avuto un anno di convalescenza per una operazione di otite; e stato persino all'Ospedale di Firenze nonché a quello di Padova per malattia agli orecchi e sordo risulta anche quando arriva al Manicomio. Per ciò che riguarda la crescita dei capelli legge nella perizia Pellegrini dove è scritto: . Con grande leggerezza priva di ogni fondamento la famiglia Canella dice che se la fronte dell'ex-ricoverato appare meno alta ciò si deve alla crescita dei capelli nei casi di malattie mcn- tìlli «* Una voce, dice: «Nascono delle speranze », e l'on. Ungaro il prof. Canv meo e l'avv. Ferretr che hanno degli inizi di calvizie sorridono. L'oratore prosegue: — A questo proposito vi è una smentita dello stesso prof. Rlvano direttori del manicomio e dei professori Marro e Ponzio che assicurano che nei malati degenti al manicomio non si è mai riscontrato un caso del genere. Ma 11 prof. Pelle grini a questo punto conclude con di sin voltura: « Non è mai stato riscontrato, ma ciò non è. impossibile ». A questo punto l'or. Ungaro dice che la sua arringa, tutta fatta di dati di fatto, e di esame di documenti, forse potrà riuscire un po' monotona ma che In effetto su questi documenti solamente è basata l'intera causa. Annuncia che parlerà lungamente del problema fondamentale di tutto l'edificio della -parte bruneriana e cioè delle impronte digitali. Ma poiché l'ora è tarda la seduta viene rinviata a domattina. L'on. Ungaro finirà in mattinata la sua arringa. Nel pomeriggio parlerà il professore Cammeo su questioni di diritto poi parlerà l'avv. Farinacci. Se non avvengono Incidenti di sorta lunedi mattina II Procuratore Generalo avv. Terra Àbrami pronuncerà la sua requisitoria. UGO PAVIA