Noleggia automobili che non paga

Noleggia automobili che non paga IL RAPPRESENTANTE DI UNA DITTA CHE NON ESISTE Noleggia automobili che non paga eno ri ò aggnon pgper truffare commercianti e albergatori In partenza d Ti h ti ll gs e a a e r o e e e a r e a i o . o e n i ' e ù i - . i In partenza da Torino, ha scorraz- przato negli scorsi giorni per varie località del Piemonte uno strano tipo di turista-commerciante, che ha lasciato sul suo passaggio strascichi di proleste e dì denuncie per truffa, .e ha dato molto lavoro a varie sezioni di carabinieri. Questo curioso personaggio, che ha diversi nomi e diverse truccature, usava, per esercitare la sua poco chiara attività, un sistema tutto particolare. Egli aveva creato un personaggio fittizio, a; quale aveva dato tutte le apparenze della realtà. Questo personaggio era invisibile, ma si faceva continuamente sentire sia per telefono sia per mezzo di intermediari. Circondato dalla fama di erosso rappresentante in generi diversi e di stimato capitalista, quest'uomo-fantasma sbocciato dalla fervida fantasia del nostro uomo si serviva sovente di Importanti ditte automobilistiche per ottenere i mezzi di trasporto necessari al suo commercio. Due parsona in una Dopo aver lavorato per mesi, con abilità veramente straordinaria, ad Innalzare in una data cerchia di negoziatori e di sensali la figura enigmatica di quest'uomo di paglia, l'organizzatore del trucco & entrato improvvisamente In scena in qualità di agente e persona di fiducia di quel potente finanziere.'a cui aveva attribuito il nome commerciale di Serrabelli e C. (compra-vendita di generi diversi). L'ingegnoso avventuriero ha avuto quindi cura di presentarsi in ambienti diversi non quale commerciante in proprio, ma come rappresentante e « factotum » di quell'altro se stesso che era il cav. Serrabelli (e Compagnia). Naturalmente egli era munito di una autorizzazione scritta su caria intestata del Serrabelli che gli dava ampio mandato di trattare In suo nome affari di qualsiasi genere e di diversa importanza. Quando una delle ditte a cui il divertente messere, per indicare il quale sceglieremo, fra i vari nomi da lui adoperati, quello forse auten tico di Sebastiano Renacchi, nato, a scdchaderdadtins'mrelafadchenficrafamLrilastnCe striscnvcfein—lanl'è pplaquanto -pare, in quel di Cuneo tren-! at'anni or sono, mostrava qualche diffl denza a entrare in trattative con lui, egli si affrettava a indicare per referenze la Casa Serrabelli e C, la quale, caso strano, aveva sede in una località eccentrica, e cioè in corso Casale, assai oltre la ex-barriera, ma in compenso era munita di due indirizzi telefonici. La ditta in questione, come si usa, telefonava a uno dei due numeri ed era messa in comunicazione con una signorina, la quale a sua volta metteva il richiedente in rapporto col suo principale cav. Serrabelli in persona. E questi, con voce severa e linguaggio telegrafico di uomo d'affari, si degnava di dare ottime informazioni sul suo agente, » un bravo ragazzo » a cui affidava le commissioni di minor mole che non poteva, data la quantità dei suoi commerci, sbrigare personalmente. In tal modo, poiché, dato il lavoro preparatorio cui abbiamo accennato, quella fantastica Casa Serrabelli e C. godeva di un certo credilo, il Renacchi otteneva fiducia e si faceva consegnare merce naturalmente senza pagare. Spiacevole risveglio d'uno «chauffeur» bqlGMiqrnsScnvspgcommercio della frutta secca. E nelle sue numerose telefonate quotidiane fra Torino, Alba, Asti e paesi della regione, era una ridda di ordinazioni da non finir più. Un giorno, quando sil^i à al e. l ol o ti G. l e r oo l n r le o e e è a o ha pensato al modo di trasportare tut ta la merce ordinata dai vari paesi d'origine nella nostra città. Per nulla imbarazzato, egli ricorreva ancora una volta all'inseparabile Serrabelli e questi interveniva senz'altro con una delle sue ormai famose telefonate. Ma la fortuna non arrideva, come sempre, al trucco dei Renacchi, e ne nasceva una serie di complicazioni che comprometteva per sempre il successo di quel sistema... commerciale. Una mattina una ditta automobilistica della nostra città, con sede in via Nizza, riceveva dal sedicente Seriabelli un ordine telefonico per un servizio da farsi nel pomeriggio fra Torino ed Alba, con l'intesa che l'importo .della corsa compiuta sarebbe stato versato allo stesso chauffeur. La corsa veniva effettuata. L'automobile, sulla quale saliva, munito dal Serrabella di pieni poteri, il sig. Renacchi, partiva poco dopo il mezzogiorno e giungeva verso le Ili a destinazione. Ma colà — vedi combinazione I — il fornitore di frutta secca non si trovava all'appuntamento e l'automobile ccrffzdcaitaGbpm! GPltinmmente egli si era rìertiej»tn „i GUltimamente egli si era dedicato al,nVnvvfu assicurato un certo numero di par-[vtue di frutta, lo straordinario affaristaj nhn ne.nsa.te aJ modo di trasmutare mt-ltndtEvV2cPtsberte stata cos"tretta a trasportare il clien-! Ste in molte altre località, tra borghi, ■ gsobborghi e cascine, alla ricerca del-,[l'introvabile frutticoitore. Finalmente, venuta la notte, il com 'Slmereiante turista faceva fermare lai nmacchina dinnanzi alla cancellata di una villa solitaria sulle colline braidesi, dicendo allo clviuffeur: — Questa volta l'abbiamo trovato. Aspettarmi qui. Caricheremo le cesie e fileremo d'urgenza alla volta di Torino. , Occorre notare che lo chauffeur ave dl-/dnnpdBva la massima fiducia nel cliente, che pl'aveva invitato poco prima a pranzo Pin un albergo, dove, dopo essersi fatto rlautamente servire, aveva lasciato il. sconto da pagare, invitando l'oste a resentarsi all'indomani a una cono- ciutissima persona di Bra. L'automobilista pertanto ha atteso innanzi alla villa, e durante l'attesa, he si faceva lunga, si è placidamente ddormentato. Quando si è svegliato ra notte altissima e già le prime luci ell'alba schiarivano l'orizzonte. Egli veva dormito dalle 21 sin verso le 6 el mattino. Ma il cliente con le relaive ceste di frutta secca non era torato. Lo chauffeur, preoccupatissimo, 'inoltrava oltre il cancello, ch'era rimasto aperto, e avanzava, per un tereno accidentato, alla ricerca della vila, che non riusciva a trovare. E inatti la villa non esisteva. Si trattava i una vecchia cancellata in disuso, he dava accesso ad un podere cintato, ntro il quale però non vi erano edici di sorta. Dubitando di essere stato aggirato, lo chauffeur denunciava il atto ai carabinieri locali, i quali si mettevano alla ricerca del Renacchi. L'automobilista intanto ritornava a Toino, dove riferiva alla propria ditta a disavventura occorsagli. Un castello di menzogna Due conseguenze derivavano da queti Incidenti : da una parte 1 carabiieri di Torino ricercavano In corso Casale la famosa ditta Serrabelli e C. constatavano che non era mai esitita; dall'altra 1 carabinieri del luogo intracciavano U Renacchi, che si nacondeva sotto un altro dei suoi innumerevoli nomi. U giovane s! mostrava meratigliatissimo dell'arresto e rlnrescentissimo del fatto che lo chaufeur lo avesse abbandonato. Recatosi nfatti quella mattina stessa sul posto — così egli spieeava — dove l'aveva asciato, aveva avuto 11 dispiacere di non trovarlo più. — E intanto non potreste pagare 'albergo dove avete pranzato? — gli è stato chiesto dal maresciallo. — Ma si figuri l E frugatosi in tasca, l'egregio rappresentante si accorgeva di essere in possesso di soli cinque centesimi. Alora s'affrettava a dare le massime assicurazioni che 11 cav. Serrabelli ndmstaqtrigdagclCiccddtCavrebbe tutto profumatamente pagato Ma in tutta questa faccenda i carabinieri trovavano un solo profumo dtquello della menzogna, e trattenevano! 'interessante personaggio Ventiquattr'ore dopo il maresciallo Giacono. comandante la stazione della Madonna del Pilone, comunicava che, n seguito alle indagini eseguite in quella zona, le informazioni dell'arrestato non erano conformi al vero, non essendo stato trovato in corso Casale — come abbiamo detto — nessun Serrabelli e Compagnia. Cosi crollava 11 castello di menzogne costruito dal cosiddetto Renacchi e veniva alla luce una serie di denuncie varie, per le quali il pericoloso, ma senza dubbio geniale turista da strapazzo, dovrà comparire dinnanzi ai giudici torinesi. L'arresto di cinque pregiudicati per il furto di due grammofoni ^aio comandante la Squadra Mobile, pro-cedeva all'interrogatorio del Coppa il rffaver'acJSi^ten foSafoCm ófal? za ÈmanuT è Filiberto da un mlivi duo a lurScormsSuto ma In unTse- condo empo invece?' confessava dlaver acquistato l'oggetto per la som-ina di lire 150 da un tale Enrico, abitante in via Miglietti, 20, il quale lo avrebbe venduto per conto di certo Giulio Ravi. L'Enrico, dal funzionario Gli agenti della nostra Squadra Mobile, alcuni giorni fa, per misure di pubblica sicurezza, procedevano al fermo del pregiudicato Luigi Coppa fu Giuseppe, di anni 37, abitante in via Gustavo Doglia, 87. Nello stesso tempo n maresciallo Anselmi e il brigadiere Verardo eseguivano una perquisizione nell'alloggio dell'arrestato e rinvenivano e sequestravano un fonografo, a valigia ricoperto di pelle nera, corredi dinotto dischi di marca di v r a Avenn0 raKÌonj per ritenere chen grarr,mofono fosse frutto di refur- tiv«> „ vice.cornmissariO dott. Rampi-no, per ordine del dott. Tommasino di P. S., non tardava ad essere iden-tiflcato nella persona del pregiudicato Enrico Antonio, di anni 29, abitante invia Miglietti, 20, e in seguito arrestato, Veniva pure arrestato il Ravi, che ha 28 anni, ed è vigilato speciale. - Ernesto Verzi'. abitante in via Ac-cademia Albertina. 29, denunciava aliaPolizia che il If, febbraio scorso, igno-ti ladri, penetrati mediante chiave fal-sa nel suo ailo"<jte gli avevano m-bato un fonografo del valore di L. SOOe un paic di nreechini con brillanti rte] valore di (ino lire. Gli agenti dellaSquadra Mobile, nel corso d'Ile inda-gini. Identificavano quali autori del[urlo i pregiudicati Carlo Basslno diSavino, di anni 32,"'abiiàn1e in via Ca-luso. 7, e Chiudo Piele Luigi fu Ber-n-:mV?' «anni 57. Entrambi i pregiti-dicati venivano tratti in arresto e nelle tasche degli abiti del Bassino veni--a trovata nna nnli»»n di un'aeenzia/i? d.oI.u? rf" » P°"XSliJS iVoriw; Rdi Prestiti di corso Regina Margheritanella quale figurava impegnato il fo nografo rubalo al Verzi. A sua discolpa il Ghindò, interrogato, dichiarava di aver acquistato il grammofono dal Brissino che a sua volta lo aveva coni-pprato dal solito sconosciuto a PortaPalnzzo. Essendo nueste dichiarazioni risultate fal=p, il 0:iadò e il Bassino sono stati passati alle carceri giudi- ziarie. .

Persone citate: Anselmi, Carlo Basslno Disavino, Enrico Antonio, Ernesto Verzi', Giulio Ravi, Miglietti, Sebastiano Renacchi, Tommasino, Verzi

Luoghi citati: Alba, Asti, Bra, Cuneo, Piemonte, Torino