L'Unione balcanica

L'Unione balcanica L'Unione balcanica VIENNA, febbraio. Nobile e grande idea questa di fondere in una Confederazione, Federazione o Unione — non stiamo la aot/tilizzare sulle parole — i popoli balcanici. Nei adotteremo, per semplificare, la teoria che considera balcanica gli Stati derivanti dalla disgregazione della Turchia sultaniale, la cui erede kemalista oggi vuol essere considerata balcanica anch'essa: la seconda Conferenza balcanica avrà luogo a Istanbul nell'autunno, e ne dirigerà 1 lavori il vice-presidente dell'Assemblea Nazionale turca, Haesan bej. Convalida la citata teoria l'insistenza con la quale uomini politici e scrittori ripetono che creano un'Unione balcanica altro non può significare che ristabilire Unione doganale e monetaria., al tempo stesso unificando poste « ferrovie. Divergenze di opinioni ne esistono circa 1 mezzi da adottare e circa l'orIrUne secondo il quale le varie tappe franilo raggiunte, ma l'obiettivo, date che un preciso obiettivo si deve averlo, non può essere che quello: Immutate condizioni politiche e sodali, ' amalgamare nuovamente i Balcani come sotto il dominio turco, in maniera da schiudere un grande mercato ai prodotti agricoli ed industriali della penisola: « Fatto ciò — sostiene il dotter Petkoff, segretario dell'Associazione bulgara per la pace — j consumatori di questi prodotti saranno 50 milioni d'individui, sopra una superficie di 1.200.000 chilometri quadrati (lo scrittore avrà escluso dai suoi calcoli la Turchia). Per il numero dei suoi abitanti, la Contederazione balcanica verrà terza, dopo Russia e Germania, per l'esten- «ione del territorio seconda, dopo la Russia. Avrà una superficie pari duemezza a quella della Fran-. volte eia, terra cinque vòlte quella dell'Inghil-. La sua immensa estensione«ssicurerà pienamente lo sviluppo!j«ii^„j..„4_!» „: j dell'industria balcanica: per gode-]re di un'indipendenza economica sufficiente, la Confederazione balca- nica dovrà infatti avere un'indù-stria propria, impiantata su solide basi. L'Unione, doganale. contribuì- rà a far accettare un tipo unico tu», i «r~i«H,- «errigli *a i™i,w:twaii peri prodotti agricoli ed industriali * alla loro vendita in comune all'è- etero. Essa assicurerà a ciascuno degli Statj confederati uno sbocco ■n tre mari — l'Adriatico, l'Epeo edil Mar Nero — nonché sul Danubio,|la grande rona centrale oripntnle » nrltìrin <*he <v»1Wo i»ir„' luL VrllI "Tnale con 1 Europa sud-;L'Unione balcanica, dunque, deve _,essere modellata alla maniera dei;iflDeuischer Bund» (che comprendevalcolo Stati tPde-srhiì mmininrom, '■montati teoescm), morto in Oerma-,niarjoel '70, per far posto al «Reich»con prevalenza prussiana: .anchenei.Balcani una Prussia è pronta amettersi alla testa dei minori, e for- bej scrisse ne.1 MiìUytt, di Istanbul,che la delegazione jugoslava aveva influen7ato in senWi nec-itivo l'aimn ì senso negativo i armo- sfera, destando in complesso l'im-pressione che se l'Unione balcanica nascesse, la Jugoslavia aspirerebbead una specie di egemonia. Mio Dio riil colonnello Naumovic, giupano di Skòplie, l'ha detto chiaro: «I Rai-cani sono stati creati per un sol po-polo, il popolo serbo». Lo si tengapresente allorché la sciovinista Na- rodna Odbrana, incitando a creare l'Unione doganale balcanica, osser-ya che il resto verrà da sè. lo storico, l'economico, il Io strategico, il senti-men-Le origini dell'idea sono molteplitì e se ne può trovare una in ogni campo: politico, tale, Ma se proprio vogliamo met-tare-! punti siigli t, diciamo pure che quest'idea è stata suggerita, Governi opportunistici, dal senso di are a '^disagio generato da una situazione manna v(a r11ncr>Wa TI m-rurrom ,^ ^ Aisenza vie d'uscita. Il programma ^. ad un certo a^del pacifismo, rendere stabile ciò cheè 'instabile e caduco? Paneuropa ePaneuropa non ha mento, mostrato che si voleva, con un gesto audace e sotto il mantoUnione balcanica, oggi che di SantaAlleanza non si oserebbe parlare Bono i motti che i profittatori (quale brutta parola!) dei trattati di pacepredicano per impedire revisioni di^Z^rìZTtS Sgilffi Una Paneuropa nelle odierne fron- tiere la voa-lipno soltanto la Francia e «"li Staterelli che le fanno cówna.affinchè nulla vada nerduto di nuan-«mnene mina van-aperaiuo ni quan .to a dritte o a torto, si conquistò, e I Unione balcanica è un ideale serbo calcato sul franco-paneuropeo in favore dell'uno e dell'altro idealesi sgolano perfino uomini della le- gione dei vinti, poveri illusi che lalezione subita prestando fede alleornane promesse di WoodTow Wilson non ha guarito. L'enigmatico avvenire dell'Europa è espresso dalla formula: «Re visioniamo o antirevisionism agitazione tedesca per l'Anschlu... è l'espressione massima del revisio nismo, l'attività a favore di Paneuropa e dell'Unione balcanica quella dell'antirevisionismo. Previggente, lungimirante, la politica francese tuttavia teme che l'AnscAluù possa diventar perfetto assai più facilmente di Paneuropa, e perciò si adoperao». Lauchlint„. . reVlSlO- a tradurre in realtà almeno l'idea dell'Unióne balcanica, un organismo che, diretto dai serbi, sarebbe antiitaliano e anti-tedesco ad un tempo. Eliminata la Russia zarista dal gioco della politica continentale, tramontato l'astro della solidarietà panslava, ben si dovevano escogitare surrogati, mettere nuove pedine sulla scacchiera. Vero è che l'idea panslava nell'ante-guerra ha sempre ed ùnicamente consistito nella fede e nella speranza, dice Masaryk, che i popoli slavi riponevano nella grande Russia (ed era, aggiungeremo noi, più che fede, speranza o affetto, una speculazione); ma tant'è: oggi è crollata, e sia pure per colpa del bolscevismo. Finché il bolscevismo regni, il panslavismo sarà un. ricordo. Ma per reconditi che potessero essere i fini altra volta mascherati con il supremo ideale panslavo, in fondo una comunità spirituale, dovuta alle affinità di lingua, di religione e di abitudini, esisteva, e i rapporti fra i popoli che si professavano panslavi non erano avvelenati dal ricordo di sopraffazioni o di offese: chi guardava verso la madre Rus- sia non poteva che testimoniare gratitudine o implorare nuovi beneficii. La Russia zarista aveva donato, a serbi e bulgari, la libertà. La Serbia, Invece (a greci e rumeni straniera e indifferente o invisa), non ha di mira che la soppressione* la assimilazione dei bulgari. Si deciderà essa a permettere che della progettata Unione balcanica faccia parte una Macedonia libera e indipendente? Al contrario: noncurante della fratellanza e della solidarietà slava, si allea alla Grecia solo per sopprimere l'elemento slavo. Belgrado chiama i suoi macedoni » serbi del sud », Atene chiama i suoi « greci slavofoni n — parla Venizelos, badiamo — greci che « nel passato si considerarono bulgari e che ancora non hanno coscienza nazionale ellenica». Di questo passo, gli ungheresi della Voivodina li chiameremo slavi magiarofoni e i tedeschi di Boemia czechi tedescofoni. I sassoni di Transilvania: rumeni sassofoni. Quel che più urta è l'ipocrisia degli apostoli di pace, la sfrontata contradizione fra il loro predicare e il loro agire, sicché si abbracciano ai banchetti e nei sinedrii e si ucci dono alle frontiere, discorrono di' unificazione delle reti ferroviarie e da anni, assillati'da mille diffidenze e paure, non s'intendono per costruire un ponte. Vogliono l'unità doganale e denunziano nelle ventiquattr'ore i trattati di commercio (se li hanno), invocano l'unità postale e infieriscono con la censura, oppure non si decidono a impiantare — com'è fra Bulgaria e Jugoslavia — pochi chilometri di filo telefonico, affinchè nell'attesa di apparire fratelli sul serio, incomincino, nelle reciproche relazioni, a godere di ciò che scienza e civiltà da tempo hanno messo a disposizione di Stati i quali non si cniamurio fratelli e mai hanno pensato a fondersi. La .Iugoslavia, che manda in Bulgaria propagandisti culturali, proibisce la diffusione in SJBrbia sia pure della Bibbia scritta in'hulgaro. Già alla prima,.conferenza balcanica (che pur. essendo convegno dovuto all'iniziativa,di privati, mostrò l'impossibilità d'intendersi su molte e molte cose), .il; capo della dele gazione bulgariaySakazoff, socialista integrale, tocoò-il vivo della questio¬ ne, dichiarando che una, Unione balcanica è possibile, solo se i suoi membri saranno muniti di diritti eguali: « La Bulgaria, aggiunse, per effetto del Trattato di Neuilly, ha però dovuto subire patti che l'hanno posta in condizioni d'inferiorità di fronte agli Stati suoi vicini. Noi abbiamo aderito alla lega balcanica, ma io debbo porre in rilievo che non tutti gli aderenti a questa lega dispongono di uguali diritti. Fra tutti gli Stati balcanici, la Bulgaria abbisogna di una particolare protezione: incominciamo col provvedere affinchè i popoli disarmati abbiano le necessarie garanzie... ». Hic Rhodus, hic salta. li signor Sakazoff non s'accorge che la Confederazione la si vuole appunto per non rivedere Neuilly. Il suo cuore socialista si consoli pensando che il primo Sovrano il quale avrà il coraggio di porsi alla testa della balcanica unione ci rimetterà, magari per fatti interni, la corona. Gran bella cosa le leghe di reami, con a capo un Re dei Re: però guarda . il triste caso degli Absburgo e degli Hohenzollern... ITALO ZINCARELLI.

Persone citate: Hohenzollern, Petkoff