Allarmi e montature dei circoli nazionalisti francesi

Allarmi e montature dei circoli nazionalisti francesi Allarmi e montature dei circoli nazionalisti francesi Parigi, 26, notte. Un'agitazione, chù non sappiamo sino a quale punto ritenere spontanea e sincera, si è delineata trrquesti ci'r coli nazionalisti a proposito dei neg0Ziatj anglo-francesi e delle supposte concessioni che la I-rancia avrebbe fatto a Londra e a Roma. La eco di tale agitazione è stata portata in seno alla Commissione dogli Esteri dall'on. Ybarnegaray, il quale ha protestato contro il fatto che il «. Parlamento è stato ancora una volta tenuto all'oscuro del lavorìo diplomatico in corso e messo davanti al fatto compiuto ». Secondo il deputato dei Bassi Pirenei, il quale si è lasciato intervistare dal Petit Bleu, la Francia avrebbe accettato di fare, senza compensi di sorta, sacrifici gravi ed ingiustifi cati. « SI tratta — egli ilice — di una ve¬ 1 ra ■ capitolazione." Olire il colpo temi ; bile che un tale accordo porterà al I n°str° Prestigio, occorrerà rinunziare KiS dlfesa d''"'',riostre. «ne? di cormt ulcazione con le nostre Colonie, ri \ntnfctMe alla difesa locale delle no- jstre colonie, rinunziare infine alala nostra sicurezza e nel Meditarjraneo e sui nostri principali fron- ^ ti di mare. La concessione fatta a proposito d?i sottomarini è senza dubbio la più considerevole. 11 sottomarino è l'arma difensiva che ci conviene pai fellamente. Noi abbiamo in questo dominio una superiorità che gij stranieri vogliono farci perdere. L'Inghilterra avrà soltanto nel 10;5C> le 55 mila tonnellate di sottomarini che essa vuole appunto lmporci conio limite per questa categoria. E in cambio di questi sacrifici che cosa ci si può per esempio ^ p™„^mpi?n 0SlraVione E«a non avrà più la" cla£ |S0)a ai salvaguardia iscritta nell'alt' mo accorilo di Londra.' La « pression navale franco-italiana» non la costrln cne' anche se-questo ac<_oiao i.on nu- c ' ' io spero, esso obererà PpiChe gerà ad impegnare nuovi crediti per i suoi armamenti. Ma essa non può darci nulla in compenso; poiché io non voglio considerare come compen so l'illusoria promessa che essa ci fa. rebbe di aiutati1 nel 1932 alla Conte ronza generalo del disarmo. E l'Italia? Essa avrà ijuasi ottenuto la parità con la Francia e non può essa neppure offrirci nulla In cambio. Aggiungo chicco mmn ^fmecn°tm il nostro avvenire, potette lsf potrft t?arre argomento dalle ridu- zioni alle quali noi abbiamo consontito, per crearci imbarazzi-nel corso dei ' futuri negoziati per il disarmo •■ Riohiesta di spiegazioni a Briand Non v'ha chi non veda il tono vo linamente allarmistico e tendenzioso di questo dìcm^^M^inj^ giunta alla proposta dell on. Ybarne garay, la Commissione degli Esteri ha chiesto a Briand e al Ministro della Marina di venire a spiegarsi davanti ad essa intorno ai negoziati in corso. Briand si è nettamente rifiutato, ri- spondendo che, in considerazione del riserbo diplomatico impostogli dalle 11*™ ui iare°*ETdl accordare un colloquio esplicativo al presidente della Coni- la sola cosa che potesse missione, Paul Boncour, ovvero al presidente della Commissione della Manna, Appell, ma soltanto a titolo strettamente personale. Una lunga conversazione avendo avuto luogo stamane fra il Ministro della Marina e Paul Boncour essenabboccato con Commissione deimente calmata in una tumacqua. quanto ai giornali, la grande maggioranza di essi, in attesa di notizie sull'andamento dei negoziati romani, mantiene l'atteggiamento di riserbo e di aspettativa di ieri, ed il senso dei loro parchi commenti può ridursi a quanto scrive il Temiis in obbedienza ai suggerimenti dei suoi informatori ufficiosi: « Conviene accogliere con le dìù espresse riserve le voci tendenti a far credere che il Governo italiano sarebbe in anticipo deciso ad adottare un determinato atteggiamento; che, sef-ondo gli uni. rinunzierebbo ai principii che ha difeso a Londra, 0 che secondo altri farebbe condizioni inaccettabili per noi alla conclusione di un accordo generalo. Certe informazioni di stampa fanno persino allusione ari una formula assolutamente nuova che il Duce terrebbe in riserbo. Tutto questo manca senza dubbio di fondamento. Nessuno può dire in rMioctrtmomento" con qualche certezza quale posizione prenderà il Governo di Ro- a e e i ln msi ibsi i e¬ lina, e il più elementare buon senso I[indica che converrà conoscere, dalleI i al e t i o- lrn- a n11 ci o e e. e e io ò £ ' nu-tcerne la volontà di pace di coloro i à)quali non concepiscono questa pace se e non sotto l'aspetto degli obiettivi del- r ò o n a. e a? n e o conversazioni che si impegnano oggi stesso con i Ministri inglesi, le conclusioni cui hanno condotto le conversazioni di Parigi prima di definire con tutta la necessaria precisione il punto di vista italiano. Non si tratta qui di stabilire una combinazione che abbia una punta diretta contro una Potenza qualsiasi; ma di concludere in buona fede un accordo d'insieme, tenendo lealmente conto degli interessi di ciascuno, non mirando ad imporro a chicchessia la volontà altrui sotto forma di condizioni stabilite anticipatamente e che dovrebbero essere accettate o respinte tali e quali. Si è cercata nel corso di negoziati preliminari dapprima fra tecnici, e poi nel corso di negoziati fra Ministri responsabili, una base possibile per un accordo accettabile da tutte le parti interessate. Questa base si crede averla trovata, per quello che concerne la Gran Bretagna e la Francia, ed 1 Ministri britannici stanno negoziando attualmente a Roma come hanno negeziato a Parigi, in vista di facilitare una intesa tra la Francia e l'Italia sul regolamento navale, intesa alla quale ogni accordo d'insieme rimane subordinato ». Il malumore di Berlino Notevole, da parte di molti giornali, la tendenza ad esagerare le manife siazioni di malumore che l'eventualità di un accordo navale ang'.o-francoilaliano, avrebbe suscitato a Berlino. Scrivendo prima di conoscere la di t:va di Londra. Parigi e Roma avente per oggHtto di dissipare dei malintesi, di regolare questioni di ordine generale, di facilitare l'accordo su punti essenziali della politica di pace, desti subito a Berlino inquietudini, come se ogni cooperazione delle potenze chs furono alleate nella grande guerra dovesse essere diretta per forza di cose contro gli interessi della Germania. Vi 6 in questo un singolare stato di animo, e questo nervosismo tradisce soprattutto la preoccupazione di certi circoli tedeschi di sfruttare le divergenze di vedute che possano esistere fra le altre nazioni per far 'riuscire gli sforzi del Reich, tendenti alla distruzione sistematica dell'Ordine europeo, creato dn.lla vittoria degli alleati. Non si potrebbe meglio giustificare la diffidenza che sussiste in tutto il mondo per quello che con- chlarazione lenitiva della Wilhelm-Strasse, lo stesso Tcmps osserva: E' strano in verità che ogni inizia e u- no o o ^ea a ti o. i- el e o i- e al a o a la politica estera del Reich e dei me lodi preconizzati da partigiani dl Hitler e di Hugenberg ». In quanto ai dati specifici della questione navale poco di interessante da rilevare ove non sia la constatazione de! Finirò che in realtà la superiorità navale attuale della Francia suil'Ita-lia, si riduce a poche migliaia dl ton nellate, giacché, tenuto conto delie navi vecchie, delle unita di linea e delle navi porta-aeroplani, che formano oggetto di articoli speciali dei trattati di Washington e di Londra, i due paesi disporrebbero attualmente di 314 mila e 239 mila tonnellate rispettivamente, il che significherebbe una differenza di 75 mila tonnellate in favo re della Francia, di cu! 38 mila rappresentate da sottomarini, categoria di naviglio, 1 cui effettivi mal si prestano a paragoni concludenti. . 0. P.