La Conferenza del grano si è chiusa senza risultati

La Conferenza del grano si è chiusa senza risultati La Conferenza del grano si è chiusa senza risultati Parigi, 25 notte. Il molto rumore fatto ieri l'altro, per evidenti fini politici, intorno alla Conferenza sul grano, è venuto a mano a mano calando di tono fino a finire oggi in una sipeoie di sospiro. I delegati si sono separati senza approdare à nessuna conclusione decisiva e soprattutto poi senza prendere impegni formali di sorta. La cosa non ci sorprende, avendo previsto fino dal primo momento che la Conferenza non poteva terminare altrimenti, a meno di un atto di volontaria abnegazione dei consumatori a favore dei produttori. Ma quello che non potevamo prevedere era che l'esito sostanzialmente negativo della prima riunione avrebbe avuto addirittura come effetto la rinunzia di molte delegazioni a procedere alla seconda Conferenza sullo stesso argomento, che avrà inizio domani davanti a pochi delegati e a molte sedie. Naturalmente, prima di sciogliersi, i convenuti hanno adottato oggi una dichiarazione collettiva per mascherare come meglio si poteva la modestia dei risultati. Per fare maggior figura le dichiarazioni sono state anzi due ; l'una dedicata ai grano e l'altra ai cereali: orzo, granturco, ecc. Senonchè i due documenti appa'pno tanto simili, che basta riassumerne uno per conoscere anche il senso dell'altro. 11 primo dei due, quello sul grano, comincia con il constatare come gli stoclts attualmente disponibili sui mercati danubiani siano troppo esigui per rappresentare più che una piccola parte del fabbisogno globale dei Paesi importatori. Ciò equivale a riconoscere elegantemente fra le righe che non metteva conto di disturbare tanta gente per procurare ai produttori danubiani la possibilità di disfarsi di avanzi di magazzini che avrebbero probabilmente potuto collocare altrettanto bene, anche senza riunire una Conte renza apposta. 11 documento, beninteso, si affretta comunque a soggiungere che i Paesi importatori hanno manifestato la migliore buona volontà di procedere nella misura dei loro bisogni e delle loro possibilità all'acquisto delle partite offerte, di guisa che fra non molto la loro liquidazione dovrebbe essere verosimilmente un fatto compiuto. « Tuttavia — leggiamo più innanzi — il Comitato speciale della Commissione di studio per l'Unione europea, persuaso di non essere in grado di procedere da sè alle operazioni di carattere commerciale ed alle stipulazio¬ ni del contratti che dovrebbero intervenire tra compratori e venditori, si e dovuto limitare a prendere atto degli impegni Tesi dai Paesi interessati e provocare al piU presto I contatti ne; cessari per realizzare le transazioni opportune ». Se ricordiamo che le decisioni della Conferenza dovranno avere carattere asecutivo, non possiamo rifiutarci di ammettere che una confessione simile, sia pure fatta con altre parole, giacché la nostra è una semplice perifrasi, equivale al riconoscimento del carattere relativamente platonico di una Conferenza nella quale i Governi rappresentati non hanno potuto assumere se non impegni morali, privi di qualsiasi carattere tassativo, anzi estremamente generici, dato che il comunicato finale non muterà quelle quantità Oc i singoli Paesi dovrebbero acquisvjre, nè il prezzo cui gli acquisti dovrebbero aver luogo. Escludere da un'intesa del genere la questione della quantità e quella del prezzo significa, se le parole hanno un senso, vuotarla di ogni contenuto effettivo e ridurla, come dicevamo, ad una manifestazione di buona volontà astratta, che in se stessa non è certamente da disprezzare come sintomo collaborazionisticn generale, ma che in pratica ni presenta finora come molto aleatoria. 0. P.

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