Linguaggio più cauto a Parigi

Linguaggio più cauto a ParigiLinguaggio più cauto a Parigi mfParigi, 25 notte. In attesa del primi echi romani d^He conversazioni Henderson-Grandilé e in considerazione dell'accoglienza c riservata fatta a Roma alle notizie di q fonte francese sulla presunta conse- dnKÌ1- ^^^-l^-teminano nel presupposto che la Francia, in base alle ultime proposte corse fra Briand ed Henderson, conserverebbe una flotta di circa 830 mila sznctonnellate, il che dovrebbe assicurar- dIr, Mi'l'ltnlio imo c i ni«Ìiò dì nir-nn lì?-su'I;I,'lt*lla u"a superiorità di circa ln., fli fa„ „ifr„ trQHic„„ imm»,iiair,.|U|ne di talj cjfre tradjsce immediata mente il carattere problematico della soluzione caldeggiata a Parigi. Ma la circostanza più caratteristica della situazione è che qualche giorna- ;"fmre- Sorive- 34 esempio l't'cAo de ] aris : « La contraversia tle trova modo, citando le cifre anzi-1^dette, di dimostrare che la Francia farebbe anche "in tal caso un cattivoI^ogfranco-Italiana I 6 J.kjii1- Essa riprenderà senza uub-.n |ja ha guadagnato su di noi dopo il : t 1924 le e acquieta definitivamente. La[slm'Ite estremo. Tale è fa conseguenza a degli eiTori commes5i a,la C-onferen- m vJZé e P aCulUSita aeiinilivain&nte La- la differenza di 157 mila tonnellate di 1 unità moderne fra la squadra fran- ." cese e quella italiana è ormai un H-r iriU»lli:i l'UI IJUC1IU UKUillUO ic , corazzale, avevamo sviluppato all'è- l'ormo enttnmnrim flnn^lft j rifiuto o di stromo l'arma sottomarina. Questo compenso e ormai circoscritto. Ogni iiom>1scnn1p1.1iredlMaa Svnzloìie an" o ,-nra più generale: nell'ipotesi di un un mercanteggiamento o sirrie » ai' „''„„„„ .^.^n hi m ™5i -1 11 oarat,*re tendenzioso di tali consl- limite estremo delle proprie concessioni e che i sacrifici da essa, sopportati e sian0 non soltanto non inferiori, ma - , .,,„,._, cUDeriori a duelli chiesti t MMJ - all'Halia. 11 solo fatto che giustifichi l'ìmpras- o gjone dj un progresso realizzato aslla I giornata di oggi è l'accertamento, or- o].maì universalmente ammesso a Parigi, o1 della impossibilità per la Francia di o; aderire da sola all'accordo di Londra i stante il rifiuto formale opposto dol-! l'Inghilterra alla introduzione di una -! clausola di salvaguardia francese nelà Io strumento da redigere. Moderando, aj in considerazione di ciò, la fretta di e| quanti ieri pretendevano dare l'aceor-ldo franco-inglese come già fatto, ed o ammettendo che, viceversa, nulla vi ,-puo essere eli fatto finché l'Italia non è - abbia manifestato il suo pensiero sul¬ la proposta francese il Temps osserva: « E' in vista della realizzazione di un accordo di principio tra Londra, e1 Parici e Roma che si sviluppano gli -j attuali negoziati. Questi sono conti- a nuati durante due giorni a Parigi, ma e'non hanno condotto a. quello che si ;P«o dire un accordo franco-brilanni- i! nlomt,n|-0 poiché si tratta in realtà di un accordo generale — ma non hanno iI permesso di trovare una base equa peri a;ini programma che concila lealmente ' gli interessi delle tre Potenze. Quello - che attualmente è acquisito è la constatazione che le vedute dei Gabinetti di Londra e di Parici si sono sufficientemente riavvicinate per creare delle possibilità in favore di un accorcio generale. Le concessioni che la Francia è disposta a fare valgono i soltanto per un regolamento di insie- „-,., poiché è ovvio che se l'intesa con l'Itàìia s! rivelasse. In fin dei conti, nliri|l"lSSjllilp' bisogni della nostra di¬ ° I fesa per mare sarebbero evidentemente j diversi dà quelli, che sono presi in n considerazione attualmente, Come Ri VPCle' a,'Ph{> ql" stasera 11 e, ,ono * cauto di quel che non fos- -lse ieri I C. P.

Persone citate: Briand, Henderson, Henderson-grandilé