Lo sfondo e le figure dell'attentato di Vienna

Lo sfondo e le figure dell'attentato di Vienna Lo sfondo e le figure dell'attentato di Vienna La ricostruzione della tragedia nel racconto del Ministro ferito e nelle confessioni degli assassini Come Re Zog fu salvato dal sacrificio del suo aiutante di campo Indagini, arresti, perquisizioni Vienna, 21 notte, \eLe condizioni del Maresciallo eldministro di corte Libahova, il quale nell'attentato di ieri sera ha riportalo una ferita alla gamba destra, nel corso della notte seno migliorate al punto che stamane ha potuto essere interrogato nella clinica. Il racconto del Ministro ferito Il Ministro descrive l'attentato come segue : « Io salvi nella macchina per primo, prendendo posto in fondo a destra. Vicino a me presoquindi posto Re Zog. Mentre noi ci trovavamo già in vettura si accostò l'aiutante Topollaj, che si accinse ad abbassare uno degli strapuntini. Proprio nel momento in cui il maggiore stava per aprire lo strapuntino si udì un primo colpo, che colpi l'aiutante alla nuca ferendolo mortalmente. Subito dopo rintronarono altre detonazioni. Io vidi davanti a me solo uno degli aggressori, che, messosi di fianco,- faceva fuoco. Sebbene ferito, sparai anch'io quattro colpì di rivoltella contro l'aggressore che ve devo, ma i colpi non raggiunsero la mèta. Allora lo sparatore, spostatosi, si portò davanti al radiatore del la macchina e di lì continuò a spa ezdtdsrsnGardsisbaqssrare. Uno dei proiettili perforò lat)falda del mio cappello. Nel fraltem-]po il Re, uscito dalla m.acchina, ave-\,va riguadagnato la soglia del tea-lIrò. Dietro la nostra automobile attaccata si trovava un'altra vettura con i personaggi del seguito del sovrano ». La polizia dirama oggi un comunicato abbastanza dettagliato, ma vflda questo comunicalo — come del resto dalle riferite dichiarazioni del ministro Libahova — non si ha con- ferma delle asserzioni fatte dalloìchauffeur della macchina di Re Zog,\ Giovanni Gritsch, secondo cui il sovrano, imitando il Ministro, avrebbe a sua volta sparato contro il suo aggressore. Gritsch mette poi in rilievo un particolare non privo di importanza: cioè che Re Zog, di sera, vuole assolutamente che l'interno della vettura sia illuminato. E' chiaro che questo giova a chi ab bla intenzioni criminose. Se Re Zog è ieri scampato al mortale pericolo, lo si deve al sacrificio che il maggiore Topollaj — il quale aveva una impressionante rassomiglianza col Sovrano — ha fatto della propria persona. Nel corpo del povero aiutante (Re Zog ha disposto che la salma sia imbalsamata e trasportata in Albania per esservi solennemente sepolta) andarono a ficcarsi cinque pallottole; quattro proiettili perforarono la carrozzeria e uno rimbalzò contro un cardine dello sportello. Si è stabilito che il proiettile che ha ucciso il Topollaj fu sparato dal Gjeloshi. Che cosa dioono gli attentatori Per tornare al comunicato della polizia nella parte sostanziale esso dice che i due individui arrestali sono il sedicente ex-ufflciale della gen darmeria Nedok Gjeloshi, nato a Scutari nel 1893, di religione cattolica, residente a Vienna da parecchi anni assieme alla moglie Margherita e l'ex-capitano albanese Aziz Caini, nato nel 1893 in provincia di Argirocastro, oggi appartenente alla Grecia. Indi il comunicalo prosegue : « Nel corso di un primo interrogatorio, subilo avvenuto negli uffici della direzione di polizia, gli arrestati hanno detto di avere avuto la intenzione di uccidere re Zog. Gjeloshi ha tentato di far credere che ieri sera egli passò davanti all'Opera per caso, e quivi riconoscendo la macchina adoperata dal re durante il suo soggiorno a Vienna, si mise presso la fermata del tram e slette ad aspettare. Quando re Zog usci dal teatro egli ha fallo fuoco quasi a bruciapelo. Gjeloshi cerca di far credere di avere agito senza essere d'accordo con nessuna altra persona e specialmente senza essersi preventivamente, inteso con Aziz Caini; egli avrebbe obbedito a un impulso del momento. In questa deposizione egli ha insistilo, sebbene la narrazione sia apparsa per nulla degna di fede. « Aziz Caini invece, nel lungo interrogatorio ha dichiarato die la decisione di uccidere re Zog fu presa l'altra mattina al caffè dell'Opera, dove .egli si incontrò con Gjeloshi; ieri sera poi egli si sarebbe di nuovo incontralo presso l'Opera con Gjeloshi per caso, a avendo assieme all'amico vista ferma la vettura del re, entrambi avrebbero deciso di tradurre subito in atto il loro proposito. Aziz Carni, non avendo armi in lasca, dietro consiglio di Gjeloshi si sarebbe recato a casa in automobile per prendere la rivoltella. Carni aveva una rivoltella a tamburo, a quanto pare di provenienza russa, del calibro di 8 millimetri. Le 7 capsule che erano nella rivoltella erario state sparale tutte. Gjeloshi aveva una pistola Mauser a 10 colpi dalla quale erario stati sparali due colpi soltanto ». Ereno condannati a morto Per ciò che si riferisce alle perso ne dei due attentatori, Aziz Carni si trova a Vienna da parecchi anni e t)ia militato per un certo tempo nel]ie fnc del parlilo dell'ex-presidente \,iel Consiglio albanese mons. Fan l\'0u. i;,jU ;lo detto alla polizia di avere vissuto di sussidi fattigli pervenire da parenti o da compagni di fede. Gjeloshi invece ha dichiarato di essere iscritto al gruppo « Bashliimi Kombelar » e di avere vissuto di sussidi mandatigli dal paese e di quelli die regolarmente gli sommi lustrava il suo compagno di partito Angjcli Suina, pure residente a ìVienna. \ La Neue Freie Presse scrive che i i o o e l a o a e i a e a i i r e ; Gami e Gjeloshi neli'apprendere che il re era rimasto incolume si sono dimostrati mollo contrariati; Gjeloshi ha ricordalo che tanto luì quanto Caini sono stati in Albania condannali a morte in contumacia. Carni ha fatto nel corso dell'interrogatorio l'impressione di un uomo sincero, mentre il complice appare un po' falso. , Circa i loro precedenti il giornale apprende che Gjeloshi si arruolò volontario in Albania al tempo della reggenza del principe di Wied. La guerra mondiale egli l'avrebbe falla col grado di sottotenente nel 95.o reggimento di fanteria austroungarico. Caduto prigioniero degli italiani, si trovò, dopo la conclusione della pace a Tirana, dove si arruolò nella gendarmeria. Egli è stato uno degli organizzatori della rivolta del 1925 contro re Zog. Fallita la rivolta, dovette abbandonare l'Albania e nel '28 giunse a Vienna. Carni fu promosso, sotto il Governo di Fan Noli, capitano, ma quando Fan Noli dovette a sua volta lasciare l'Albania emigrò e per un po' di tempo visse a Brindisi, indi a Corfù e nel 1925 si stabilì a Vienna. Pure che per un certo tempo abbia dovuto soggiornare in un sanatorio a motivo di una mulatlia nervosa. Il giorno del delitto Gjeloshi abitava con la moglie, in una strada, secondaria di Vienna una sola stanza mollo semplice. La moglie è albanese come lui ed è stala educata a Graz in un' contento. La coppia faceva una vm pressione molto simpatica e la jtudrona di casa, una vecdiiu signora sapeva, solo che Gjeloshi era un exufficiale per cui credeva che vivesse calla pensione. Gjeloshi non riceveva mai ne lettere nò vaglia. La moglie frequentava a Vienna una scuola femminile di mestieri, avendo l'intenzione di aprirne una analoga in Alba-niu. Le condizioni finanziarie della coppia erano mollo precarie e ì pranzi venivano preparali dalla signora. I due uscivano raramente e non conoscevano quasi nessuno. Ieri murilo e moglie si -mostravano inulto allenii e il Gjeloshi scher¬ zAtauEpcpsee l i e . n i o a n a è e a a o o ¬ zò tutto il giorno con la consorte. Alia sera uscirono assieme e di ottimo umore. La signora, come si è accertalo, andò al Hurglheater con una amica e rincasò più tardi sola. Era notte quando udì. picchiare alla porta. Dei funzionari di polizia dichiararono di voler procedere a una perquisizione. La signora Gjeloshi si è manifestata oltremodo sorpresa e costernata e apparve chiaro che ella non era per nulla informata del piano del marito. La povera donna, allorché le comunicarono che il marito era sialo tratto in arresto per avere attentato alla vita del re, ebbe una fortissima, crisi di nervi e di pianto. C'ami abitava anche lui una casa modestissima. Non parlava con nessuno, non frequentava nessuno e i vicini ritenevano che egli non sapesse il tedesco. Usciva la mattina per tempo e rincasava a sera tarda. Alla ricerca dei complici Come ieri sera dicemmo, esiste il fondato ^aspetto die all'attentato abbia partecipalo' anche un'altra persona che à riuscita a fuggire.. Il maresciallo di corte Libahova ha dichiarato in modo perentorio che nel momento dell'attentato vide uscire dall'ombra, proiettata da una colonna del portico, un uomo che teneva in mano una rivoltella e che ha sparato per primo contro la vettura del re. Quest'uomo era fiancheggiato da due individui, i quali spuntarono anch'essi di dietro a una colonna del porticato; altri uomini, che erano egualmente armali, avrebbero pure fatto fuoco. La polizia si sforza quindi di ricercare i presunti complici. La Direzione generale della Pubblica Sicurezza ha intanto proceduto al fermo di parecchi albanesi residenti a Vienna, allo scopo di accertare in primo luogo dove si trovavano mentre l'attentalo veniva compililo e se negli ultimi tempi abbiano uctit-o rapporti con i due assassini. In complesso sono slati tratti in arresto dodici immigrali politici e tra questi anohe l'ex-presidenle del Consiglio Ahsan beg Pristina con la moglie; la signora, dopo l'interrogatorio era stata rimessa in libertà; però ha dichiaralo di voler rimanere a fianco del marito in prigione. In serata tanto il Pristina che la moglie sono stati rilasciati, essendo risultato che non avevano rapporti con gli assassini. Le perquisizioni eseguile al domicilio di questi dodici albanesi hanno portato pure alla scoperta di varie armi c munizioni. Il gruppo di albanesi viventi a Vienna si è ormai ridotto a una ventina di persone al massimo; è un gruppo nel quale non esiste solidarietà, giacché vi sono dei serbofili (capitanati appunto dall'Angjcli Suina che hi polizia attivamente ricerca da slamane), degli italofili e dei comunisti, facenti capo al famigerato mons. Fan Noli. Fu giusto dopo la caduta del Governo di Fan Noli, nel. dicembre 1924, che molti suoi seguaci emigrarono all'estero e principalmente a Vienna, dove a quel tempo si riunirono circa un centinaio di albanesi. Allora la colonia si divideva in due gruppi, dei quali uno erano capitanato da Ahsan beg Pristina e Vattro da Fan Noli, che era in intimi rapporti con Mosca. Piti tardi venne fuori un terzo gruppo, battezzatosi Bashkimi Kombetar e a questo gruppo appartenevano negli ultimi tempi i due autori dell'attentalo. La responsabilità Resta ora il compito di accertare in base a tulli gli elementi esposti, le responsabilità materiali e morati tleWattentalo. Quelle materiali con cernono, in. senso lato, la polizia austriaca, le morali implicano la ricerca del cui prodeet. Cominciamo coi dire che, avanti di partire per Vienna, Re Zog man dò qui il suo aiutante di campo co tonnetto Serregi, un ex-ufficiale au siriaco, a chiedere alla Cancelleria fSlcqVdttdsarnnistsce o i n o e a i e o n i o a n i n i i o i , i a a i a federale e alle autorità di Pubblica Sicurezza, se potessero offrirgli, per la durata del suo soggiorno, le necessarie garanzie. Ora sembra due queste garanzie siano stale date. Re Zog, subito dopo l'arrivo a Vienna, fu molto prudente ed evitò di mostrarsi nell'interno della città; invece fece varie gite nei dintorni e passeggiale, oltre che a piedi, in automobile. Più tardi le misure di vigilanza lo rassicurarono al punto che cominciò a passeggiare per il Ring, a fare acquisti nei negozi, frequentando teatri, sebbene le autorità lo avessero già messo in guardia. All'Opera, per esempio, si recò tre volle di seguito. Evidentemente i terroristi debbono averlo saputo e preparato il loro piano in conformità. Tutto fiducioso, ad esempio, già l'altra sera Re Zog si era fatto riservare per ieri un, tavolo in uno dei più eleganti ristoranti di Vienna, desiderando farvi una cena col seguilo, dopo l'Opera. Il Sovrano è stato imprudente; la polizia forse non troppo solerte. Diciamo non troppo, giacché in fondo le autorità, da quando Re Zog è a Vienna, hanno ripetutamente interrogato, ammonito, perquisito gli emigrati albanesi, trattenendo in questura per molte ore i più pericolosi e togliendo loro le armi. Fra l'altro corre voce che Aziz Caini alcuni giorni or sono fu fer malo nelle vicinanze dell'Hotel Imperiai ove alloggia Re Zog e, perquisito, venne trovalo in possesso di una rivoltella; sequestrata l'arma, i funzionari lo rilanciavano in libertà, ma gli intimarono di non mostrarsi più nel centro della capitale fino a quando Re Zog non ne fosse partito. Carni aveva da starsene nel s-uo quartiere, sottoposto a vigilanza speciale; malgrado ciò ieri sera era nel cuore di Vienna e bene armato. Armi e giornale Le armi adoperate dagli assassi- pnlldrssdtptitaBdnsmpecoLctbini sarebbero quelle che la gendar- meria jugoslava ebbe ed ha tuttora^in dotazione. Lo afferma tutta Vienna e possiamo quindi riprodurlo anche noi, aggiungendo che da non pochi giorni la Legazione jugoslava (la quale cosi ha per lo meno dimostralo di non difettare dì informatori) andava mettendo in guardia la locale polizia, circa i pericoli che minacciavano Re Zog. L'avvertimento sarebbe stato rinnovato anche ieri e la questura ne aveva preso nota, come i precedenti giorni e come nel 1914 (la storia si ripete) il ministro lìilinsky prese nota della conversazione nella quale il ministro di Serbia a Vienna, Joza Jovanovic, avvertì che l'arciduca Francesco Ferdinando avrebbe fatto bene a non recarsi a Sera jevo. Per limitarci agli inconfutabili dati di fatto torneremo ancora una volta sutla circostanza che Gjeloshi e Caini appartengono entrambi al gruppo serbo/Ilo dei Bashkini Kombetar, il cui capo Angicli Stima, che è pure stalo arrestalo assieme a certo Quinzin Muletti. Dell'organo del grappo — che porta lo slesso nome e che è stampato in tedesco e in albanese — il Suina figura come proprietario e direttore. Da questo gruppo è partito nel 1928 l'appello alla Lega dei dirilti dell'uomo, nocumento nel quale se prodigano insulti a Re Zog, insulti che vanno dal « furbo montanaro » al u traditore criminale e ipocrita ». In casa del Gjeloshi la perquisizione ha portalo al sequestro di un esemplare del giornale JJushkimi Kombeiar. Se altro ancora su. questo delicatissimo aspetto de! delittuoso episodio c'è da dire non vogliamo dirlo noi o, per lo meno, non vogliamo dirlo oggi. Intanto nessuno a Vienna si fa illusioni su quello che l'attentato significa e ancora più avrebbe potuto in Europa significare se Re Zog fosse rimasto vìttima. ITALO ZINGARELLI,