I compiti della Scuola sindacale

I compiti della Scuola sindacale I compiti della Scuola sindacale illustrati da S. E. Alfieri all'inaugurazione del nuovo corso Il seviero edificio dellAteneo torinese appariva Ieri, parato o, festa, tutto ornato com'era di Diante sempre verdi, « di pesanti velluti e di ricchi tappeti. Una festosità, sia pur contenuta, inondava l'Aula Magna illuminata vividamente. Si doveva procedere, con l'Intervento di S. E. Dino AlHeri, Sottosegretario di Stato al Ministero delie Corporazioni, all'inaugurazione del nuovo anno di attività della Scuola Sindacale torinese e alla distribuzione dei diplomi ai frequentatori dell'anno scorso, risultati puiinossi. Nell'Aula Magna «All'Università Mentre l'Aula Magna si veniva, a mano a mano, gremendo di personalità e di invitati, all'ingresso principale sostavano, al loro giungere, le autorità per ricevervi il Sottosegretario di Stato. Tra di queste erano S. E. il Prefetto Ricci, con il segretario particolare cav. Minoli, il Podestà dott. Thaon di Revel, con il vice podestà dott. Silvestri; il console generale Mastroonattei, commissario alla Federazione Fascista con il segretario dott. Molori; S. E. Petitti di Horeto; S. E. Casoli; S. E. De Sanctis; il comm. Martinengo; il comm. Aroca per la Magistratura; il Gr. Uff. Anselmi, preside dell'amministrazione provinciale; l'avv. Edoardo Agnelli, vice presidente dei Consiglio provinciale dell'Econom:a, con il segretario avv. Colla; il Gr. Uff. Elirenfreund, Capo Compartimento delle Ferrovie; il comm. Gasperoni, provveditore agli studi; il gen. Monteflnale; 11 colonnello Paglieri; il Questore comm. De Roma, numerosi senatori e deputa ti. Verso le 10,30, ora fissata per l'inizio della cerimonia è giunto S. E. Altieri, accompagnato dal segretario panico lare dott. Stoppani. Il Sottosegretario di Slato, ricévuto l'omaggio delle autorità, ha fatto 11 suo ingresso nell'Aula Magna, arenilo da scroscianti applausi. Egli, seguito dalle autorità, si è inoltrato fino ni palco centrale, sul quale prendeva posto, avendo a lato l'on. Olivetti e Pietro Gorgolini da una parte e il RettoreMagnifico, l'aw. Bertele e l'on. Malusarti dall'altra. Il salate dal Rettore MagnJfioo .Cessati gli applausi, ha preso per primo la narola A Rettore Plvano, nella sua qualità di Direttore della Scuola Corporativa. Premesso un vibrante saluto a S. E. Alfieri, la cui presenza è testimone di quale considerazione la Scuola di Torino sia fatta oggetto da parte del Ministero delle Corporazioni e costituisce il riconoscimento e il premio più ambito che insegnanti ed allievi potessero desiderare, l'oratore passa alla esposizione dell'opera compiuta. Solennemente inaugurata il 18 Novembre 1920, all'Augusta presenza di S. A. R. il Duca d'Aosta, la Scuola ha tosto assunto il più largo sviluppo, raggiungendo 11 numero di 358 iscritti, cosi distribuiti: Deputati al Parlamento S; Laureati e Diplomati 136: Funzionari Sindacali e di Enti Pubblici 127; Studenti Universitari 25; Iscritti con ti toli vari 38; Uditori 30. Di tutti questi ha particolarmente segnalata la diligenza di due gruppi di studenti. Valdostani e Vercellesi, che giungevano a Torino nelle prime ore della sera, e ne ripartivano nella notte, per essere pronti il mattino a riprendere il loro lavoro. Questo per gli studenti — continua l'oratore. — Quanto ai nostri Insegnanti, essi complessivamente furono 9, cosi ripartiti: 3 professori della nostra Università, 3 dell'Istituto Superiore di Commercio, 3 fra ì maggiori Dirigenti le nostre Organizzazioni Sindacali Piemontesi; equo contemperamento quindi della dottrina con la pratica del libro con la vita, della scienza con l'esperienza. Proprio in questi giorni, questi compiti della scuola sindacale sono stali tracciati con mano maestra da S. E. il Ministro Bottai, il quale in un magnifico articolo dal titolo suggestivo: « Invito allo studio », premesso che la struttura dell'ordinamento corporativo, in un quinquennio di metodica e progressiva elaborazione, è giunta a una quasi compiuta armonia, invitava gli studiosi ad attendere alla sua elaborazione scientifica, filosofica, giuridica, economica, tale da entrare nel vivo della costruzione, da individuarne e divulgarne 1 concetti, le finalità, le conquiste. E la nostra Università prega voi, Eccellenza, di recare a S. E. il Ministro delle Corporazioni, e per suo mezzo a S. E. il Capo del Governo, questo messaggio di gratitudine, di devozione, di amore: che all'appello essa risponde, con gran cuore, presente; che spalancate le porte, perchè dentro l'aria vi circoli, corrisponderà con ogni impegno all'invito e adempierà al compito che le viene affidato; che essa non' ha aspirazione più alta che di servire umilmente la Patria; che non ha desiderio più vivo che di obbedire ai comandamenti del Ducp; ' che non conosce gloria più grande che la gloria dell'Italia e del Rei Il discorso del Magnifico Rettore, frequentemente interrotto da approvazioni, è stato, alla fine, coronato da scroscianti applausi. La prolusione dell'oli, Olivetti L'on. Gino Olivetti, quindi, professore della scuola, ha pronunziato la sua prolusione, trattando ampiamente ed acutamente dell'ordinamento corporati vo nel momento attuale. Limitato auto revolmente il campo spettante al corso di cultura corporativa, l'oratore rileva,., dopo una felice premessa, in guai misura interessino la speculazione scientifica odierna le ripercussioni politiche e sociali derivanti dell'Oriente, più che le conquiste materiali di quest'ultimo. « Da questo punto di vista — rileva l'on. Olivetti — non ci si può nascondere che il bolscevismo non rappiv senta soltanto un diverso modo di vita ed una diversa costituzione economicn. ma -costituisce la fine di quella tradizione europea che la Russia aveva iniziato con Pietro il Grande ». La Russia ritorna, adunque. all'Asia. Non e perciò soltanto il sistema economico russo quello che deve preoccupare; più assai deve attirare l'attenzione i! fatto che la Russia si è assunta oggi la funzione di risvegliare la civiltà asiatica, sinora statica perchè rinchiusa nella convinzione di aver raggiunta la perfezione definitiva, e ai eccitare nei popoli asiatici la coscienza della loro eguaglianza, se non della loro superiorità sulla razza bianca che da secoli H ha" dominati. Di qui nasce la necessità per l'Europa, disorientata nel dopo guerra, di reagire, di ritrovare la sua. linea, di .dare alla sua civiltà un ideale ed un mito. -Tratteggiata rapidamente ed efficacemente la storia europea della seconda metà del secolo XIX e del primo decennio' del XX secolo, l'oratore gi'inge al sopravvenire e all'evolversi della concezione corporativa fascista, uo me ha significato e può significare l'affermazione della concezione .fascistacnminrletusovgnqszteqilcudmetacfeco£cisclchilv«fimnplatis1 prassttelael'gddtaleinlacRpsmrztrvlssacstsemdcgnssvsmfsnzetddEDptsngcrridttviene quindi esaminato dall'oratore: el'influsso concettuale italiano nepli nt-' teggiamenti dei partiti e nelle riforme a d o i e , a . e o ; ! i à a e a a a a l e fa che si vanno attuando e progettando nei ).ari paesi convenientemente lumeggiato. La situazione dell'individuo in seno alla comunità, la proprietà e la ricchezza; e quindi la vita intellettuale e morale della gioventù, e ancora tutta una serie di rapporti e di reazioni sociali formano argomento all'on. Olivetti di interessanti disamine, che vengono seguite con la più viva auentione . dall'eletto uditorio, specialmente quando egli mette a confronto, in questo campo, l'Italia con le maggiori nazioni europee. Ecco, quindi, apparire nella sua interezza lo Stato corporativo fascisia, quale nuovo ordinamento politico; ecco lluminarsi l'idea, i cui sviluppi e la cui influenza si possono delinlre nelle direttive che essa ha assunto in questo momento in cui tutti i popoli fucinano e loro sorti future. E definito succinamente 1 imperialismo, la cui brama corre oggi per il mondo, l'oratore afferma che 1 ordinamento corporativo, come organizzazione dello Stato e del£m?clet!1s ?.Pve essere anche la base ieli imperialismo economico italiano. L accennato al diuturno sforzo di ascesa, compiuto dal popolo italiano, oij Olivetti, applauditissimo, conchiude: « Colui che si attarda a riguardare l passato, e non attende nulla dall'avvenire, sarà fatalmente dominato da «fluì the sa comprendere i bisogni fieli oggi e prevenire le sorti del domani. Bisogna ricordare che il dominio di un'epoca e di una civiltà appartiene a colui che ha Teurgia per anciare un nuovo movimento e le doti per veder chiaro. Ora. in questo, sta, oggi, la migliore garanzia per avvenire d'Italia ». Il discorso dal Sottosegretario Cessati gli applausi, si leva infine a parlare il Sottosegretario alle Corporazioni. Ricambiando cordialmente il salilo al Rettore, l'on. Altieri manifesta il suo vivo compiacimento di parecipare all'inaugurazione della Scuola Sindacale, ciò che gli dà modo di esprimere, u nome del Ministro Bottai, 'elogio sincero per i risultati conseguiti l'anno scorso: elogio che va ai dirigenti ed agli allievi, i quali hanno dimostrato di apprezzare tutta l'importanza che vengono assumendo le scuole sindacali. 11 fatto che la cerimonia inaugurale dei corsi avvenga nell'Aula Magna dell'Università degli studi con cosi chiare e vibranti parole del Rettore e con una cosi dotta e lucida prolusione dell'on. Gino Olivetti, dimostra, ancora una volta, come in regime fascista l'elemento dell'alta cultura, messa al servizio della potenza nazionale e del progresso sociale, ami trovarsi accanto acll elementi che. vivendo i problemi della vita pratica della nazione, rendono utili servizi alla società e al Paese. Questo bisogno della dottrina di osservare la pratica, e della pratica di andare incontro alla dottrina, dimostra come il nuovo clima storico prodottosi in Italie, per opera del Fascismo tenda a valorizzare tutte le forze dello spirito e della vita, non più dissociate ed estranee, ma organicamente fuse e messe quindi al servizio dello Stato e della Nazione. In questo sforzo utile di collaborazione, teoria e pratica si migliorano, si nobilitano e si perfezionano incessantemente, dando risultati sempre più tangìbili e concorrendo assai efficacemente alla conoscenza e divulgazione dello Stato corporativo, che si immedesima sempre più intimamente nella vita nazionale. L'on. Alfieri, a questo proposito, ricorda il discorso pronuncialo dal Capo del Governo, nell'ottobre scorso, al Consìglio nazionale delle Colorazioni, nel quale egli affermò che Fascismo e Corporativismo non sono che le due faccie della stessa realtà nazionale creata dalla rivoluzione delle Camicie nere. E. traendo argomento dalla frase del Duce • « L'ordinamento sindacale corporativo è la pietra angolare dello Stato fascista, è la creazione che conferìnostra Rivnluzio-PndensLcsce originalità alla . ne », l'on. Alfieri mette in rilievo come gli odierni ordinamenti fascisti con- cernenti il problema secolare, miiienn- rio dei rapporti fra le classi, si aiffe- renzino nettamente dagli ordinamenti in vigore presso altri stati, sniio. 1- dentìficazione tra fascismo e carperà- tivismo. l'on. Alfieri ricorda un;recen-te articolo di S. E. Bottai, nel auaie cruesti ha esaminato con dello studioso e con la ^jnPP^imw di Ministro del Regime, il problemadeilfordinamento corporativo, in rela zlone a auello politico. onnortun^m°nIlé lumeggiandone gli aspetti. Questa concezione basilare, fascista e corporativa, mette Quindi in prima linea il nroblema dei dirieenti sindacali che, dnllo svilimno e dall'incremento dell" scuole sindacali attualmente esistenti„. . ,,, In tutta Tialla, traggono ragiono di mi-L'IloTamento e di perfezionament0. L'on. Alfieri ricorda doI come lei 1,donoiaver visitato la sede della ^el£ria federale, dove il console Mastro mattol ha racconto ed ospitato organ camente la gerarchia e le direzioni le varie attività del forte e fedele fascismo torinese, che ha un suo particolare carattere di onestà e di purezza, si e recato nelle sedi de^^^^^ «anizzoziomirtgunUI^^e^°1ne0[0a«^rU«,£?rin»2 1renici,ne dei^controll fntriVtn una narola di affetto. fascista una Darma ai Dopo avere espresso 'a,n^rtez^ cheoiiest'anno la scuola sindacalTorino, per perizia di insegnami ., oassione di frenuentatori. segnerà.nuovo successo, l'on. Alfieri concluinneiriri-indn alla bellezza ed allai t n h i« < pi ri ri re ri^pTi \ an o dallo si:uia che Gianni amia no °a"° s"'ro e dalla disciplina, specialmentmando essi sono improntati al desiderio di concorrere e di contribuire all-loria dell'Italia fascista. La ceri'iionl.'i si ronrhiude, poi. con ■ ! conferimento dei diplomi agli allievi promossi. Prima di recarsi ali università, S. LAlfieri aveva assistito ad una premrlenté cerimonia, svoltasi alla Mostrdel leeno Alla MMtra dalla Ploeaia Industria Nella sede dell'Unione Industriale fascista in via Massena. 20. è stata inaugurata, alla presenza di S E. Dino Atieri la seconda Mostra della PiccolIndustria e dell'Aniirianato. organizzata dall'Unione stessa e riguardante l'industria del lecrno Il Sottosegretario alle Corporaziondell'Amimi, è noi sceso nel salone terreno, dove si trovava la ricca Mostrti di catpeoria che comprende mobili, attrezzi sportivi, lavorazione dtastiere ner pianoforti, utensili, eccL'on. Ferrarmi ha porto a S. E. Afieri il snluto dell'Unione dicendosi felice che un raooresentante del Govervisitata la sedo dell'Unione » quellejnn abbia avuto modo di vedere a Jo-|Hno (niello che. onche nel campo dee'!* uiicùlu industria, si produce. L ora peramenti di artisti, e cioè vitello ddimostrare a industriali e commercianti clie molte cose che si acquistano all'estero nossono aversi uguali se non Più perfette dalla nroduzione nazionale. S. E. Alfieri ha risoosto ringraziando ed esnrlmendo il suo vivo interesse per lutto auanto si svolge nel carneo dell'industria ner l'interesse nazionale, ed in Darticolare per questa mostra alla auale hanno collaborato piccoli industriali che 'Provengono dalle umili file deirli onerai e degli artigianiL'avv. Padoa ha ©orlato il saluto all'illustre visitatore a nome dell'EntNazionale per l'Artigianato e le PiccolIndustrie, doì S. E. Alfieri ha minutamente vtisitats. i'esnosizione. per la quale ha espresso il suo vivo compiacimento. Alla Seaela Officina aarali Nel pomeriggio S. E. Dino Alfieri hassistito alla premiazione degli allievdelle Scuole Officine serali. Accolto dapresidente on. Olivetti, dal direttorcav. Baj e dal Corpo degli insegnantil Sottosegretario al'e Corporazioni, accompagnato da tutte ile Autorità, è stato salutato dal ca.Jo e prolungato applauso dei numerosissimi allievi dellscuole, che affollavano il salone superiore, riccamente addobbato. L'on.lOlivetti, presa la parola, ha ringraziato S. E. Alfieri, per il suo intervented ha illustrato succintamente la storia della scuola e l'attività da essspiegata, attraverso un cinquantennitore ha noi soieeato lo scopo di queste Diccole mostre, nelle quali ex-operai ed artigiani hanno agio di esporrele proprie opere e rivelare veri tem" di vita. Quindi, il direttore ha letto la relazione concernente l'anno decorso. All'uno e all'altro ha risposto ringra- ziando S. E. Alfieri, il quale ha recato,inoltre, il saluto ed il plauso del Ministro delle Corporazioni. La medaglia di-vermeille, delle Scuole, è stata consegnata al vice-Direttore Giuseppe Negri, al vice-Direttore Mario Copelli e all'insegnante Luigi Fenogllo. Sono stati poi premiati gli allievi vincitori. All'Associazione Combattenti S. E. Alfieri si ò pure recato alla sede dell'Associazione Combattenti in piazza Solferino dove a riceverlo si trovava il presidente conte Giriodi di Monastero e il Direttorio al completo. Il riceviménto, di carattere intimo, è stato improntato alla più sohietta cordialità. S. E. Alfieri, valoroso combattente, ha voluto essere un camerata fra camerati e si è trattenuto lungamente a conversare amichevolmente nella sala, dove si erano radunati numerosi iscritti detì'Associazione Combattenti di Torino. Al Sottosegretario alle Corporazioni nel momento in cui ha lasciata la sedo è stata improvvisata una calorosa dimostrazione di simpatia