Balbo e i suoi compagni sbarcano a Genova accolti dall'entusiasmo travolgente di una immensa folla

Balbo e i suoi compagni sbarcano a Genova accolti dall'entusiasmo travolgente di una immensa folla Balbo e i suoi compagni sbarcano a Genova accolti dall'entusiasmo travolgente di una immensa folla Il saluto della Patria La Patria, accogliendo i trasvolatori oceanici con la affettuosa riconoscenza dovuta ai suoi figli migliori, corona la grande pagina della nostra stona aeronautica con ie alte parole e le profonde espressioni di sentimento popolare e nazionale, dalle quali vengono contrassegnate le tappe del nostro cantimino per la conquista di sempre più precise ragioni di prestigio e di pri- niato nel inondo. cdzaaneeeasBalbo, sono siate pronte e perfette\esecutrici, con audacia nello slan-!ciò e con prudenza nella prepara*-!nostre, guidate da «alo,raone nella tecnica, della volontà animatrice di Mussolini: e la bella . impresa, che ha strappato m ogni paese parole sincero di vera ani- mi razione, 6 stata compiuta in una mirabile concordia di sforzi e di [staffi e di intenti, da parte dei capi .iperboli di esaltazione; ila saputo e dei guidatori, come da parte delltecnici, degli operai, delle industrie |stesse. La "prova è stata "rande cdindimenticabile, -e se avrebbe pò-!tuto essere per ogni Nazione motivo di gloria o di giusto orgoglio, par- ticoUtre, e forse maggior valore, ha| uvuto per l'iti al ia, la quale, senza per questo eccedere in discutibili Jconquistarsi, come premio di lunga preparazione e di molti sacrifici, un primato splendido, e proprio nel- ........... -i-.w.—ì-v! - \I aviazione la quale, prima della Rivoluzione fascista, era stata ne-giulia ed incompresa dal Governi e1dalilo classi politiche. .Il saluto d'Italia al trasvolatorl Inon e sfato e non sarà soltanto uno.sianolo di passione od una fiamma-1ta d entusiasmo. Capi e folle, - daiIi rondi ' «iUPi loUlonn« qualS;Paese come 11 nKt,n ii £Z,™-1 aese come il nostio, i-l successo deUl'impresa transatlantica. Dopo sottanfanni di Unità nazionale, e dopo poco più di un decennio"~rÌal- l'ultima delle .guerre di indipenden-ini, questo nostro popolo ha saputo trovarsi ordinamenti e mezzi tali i'"f"te' « ™!or« e la sua im p^ ^n^o^eaia^i merenze delle perfette souadriirlie da aumentare ogni anno, rapida-;- VP#e,¥° s1Vadri"he'lennvn 'rPoLS Utf Ver ìa ?ic™°-.scema nazionale che esse sì sono:S'ifetffir ° nel tM;Lp?,?'?-. "j3.110 sull'oceano, è Usempre quello d aver fatto intende-;'l^f1!^ '"t-ro* 0 saprattuttoUnuovi! 6appiano v&le™gli italianijGridando evviva ai reduci, rivai-|gendo il pensiero all'animatore dell'impresa e della Nazione tutta, ognuno di noi sente che la ragione prima del festoso plauso è nella gratitudine per chi riesce ad aumentare sempre di più, nel nostro intimo, il sentimento d'orgoglio per essere nati italiani. In ogni voce, m ogni cuore, vibra la sicurezza che ogni affermazione ed ogni vittoria- è importante soprattutto in quanto apre la via per nuove affermazioni e per nuove vittorie: e per questa certezza, per la quale siamo ammirati ed invidiati, possiamo guardare con animo fiero e sereno all'avvenire, poiché ci è stata ridata, con la fiducia in noi stessi, la miglior ricchezza e la più grandefortuna possibile iper un popolo Genova. 19, notte. // Conte Rosso ha raccolto durante e'c "."'me lre tapiìD della' traversata - ì^i/^f'^S. ne P°'f™ con Il canto del ritorno Ì^JLS&f ?L?tó'' sicch\ ad„}tn \ certo momento abbiamo avuto l'im- 1 pressione di essere tra la folla che nell annidi occasioni si accalca sulle piazze, la grande folla, anonima ed entusiastica che trascina nella sua pas |s/onc anche lo spettatore pia timido. j;.; no; Ci siamo trovali, davanti ai mili le volti sconosciuti veramente comcdei timidi e occasionali curiosi, pigia-ri contro le paratie, incapaci di aprirci un passaggio nei corridoi e nelle sale. Abbiamo avuto — perchè non confessarlo? — un momento di gelosia. Da due mesi eravamo abituati a considerarli, come nostri, quasi escitislvamenle nostri, questi trasvolatori che, do/m i ricevimenti ufficiali e le trionfali, accoglienze popolari brasiliane, ci erano ritornali come del cariaffettuosi amici, che il tumulto dellemanifestazioni ci avessero tolto solfali-lo per qualche tempo A Katal dopo la}trasvolata, nella calma solatia e pc- ;s„,^,! del piccolo paese di Rio Grande- Idei Soni essi erano stali nostri compo-o uni di ogni minuto. E allora i minuti contavano come delle ore tanto erano densi di recentissimi, ricordi e di emozioni. Frano stali nostri anzi, prima ancora di discendere sul fiume Potenai. Ci eravamo impossessali di loro non appena che te ali di-oli idro si erano staccate dalle aerine di. Bolama e per 18 ore, duroni» la. memorabile e terribile notte e la Ivana giornata di attesa, ci eravamo illusi di essere ì soli, a possedere il segreto /remilo delle loro anime e dei Imo cuori. Improvvisamente « Gibilterra, redgozadliadczd\strappare da noi quasi con prepoten !:rt e< a lum primn ne abbiamo pro!vato un dolore cosi pungente proprio dopòjaoltre 10 giorni di fraterna convivenza-ta,a bordo, ce li siami senUti portar viaAcI tejsitailacome se qualcuno ci poriusse via lai parte migliore di noi stessi,. A poco a ,„ fom cmc,,,„ tnsiaslica. ci ha invadente, enmaterialmente allon- ,„„... . ' '[ 'll dal «#' r s"0! c "l'biama dovuto ceder- il campo. Ove- l'""; maUina « VUtofranca abbiamo fi |cn?)«o che il nostro compito cm terminato e che dovevamo cedere !'7- Poxto al popolo italiano che aveva. inviato le sue acclamanti avanguar aie sul. Conte Rosso. | Confusi tra la falty et slamo desta ti. dal. sogno eroico dentro al quale ì Jrasvolatorì. oceanici ri. avevano per ùIdw mesi tenuti cove sospesi, e ab- thiamo sentito flna-ìmenle, vìvendola, lajrnimun solo istante, tutta l'ansia, tutta la passione che per tanto tempo ha agi- \passionc cne per tanto tempo na agi ,„,„ u grande mme mia P„(r,„. /.;„, f-f "ac'qae" UaUanc~ abbiamo 1 cppreso spontanea mente congedo da . S, E. Ralbo e dai suoi compagni di. I volo. Fra loro e. noi è entrala la fin.maJl(7, aoUa ma. 1 A villafranc.a sono cominciale le rissorscIS«è 'niilcMicon'l'a™sMtà"aTo\dò del '^a Sizza, del Generale|^; nostro Consoie „ -™<*°> °*dclto aeronautico a Parigi, e c dl Gmcrale f)„ „ che in nomc act. gnt „ MVlazione francese ha rivolto a Balbo fervide parole di ammirazione per la ime7l0ra'"'ff tm'firtìsa compinta. Al. Ge neralc, al Console ha risposto il Mini stro con uno siile assolutamente nvo-\ dvl, p; vo e diverso da quello ieimlo nei «ito; ,discorsi precedenti, nella sala del trnncntinntien nhiùamn npniilo nella transatlantico abbiamo sentilo niun rvoce di Balbo delle vibrazioni che ci mha7"10 f"Uo ri,:iv"rc lontani atUml dl t-.Oucrra. Non era soltanto il trasvolato-, t: re oceanico quello che parlava, ma era' n;« Condottiero di uomini che il giorno g Uopo di un'azione dava al suo Capo n;uealmenlc presente notizia della Wt-.ìdUorte, ,,; aa un tratto Italo Balbo, con jHl)0(/0 al popolo italiano indicanao { suoi uomini alla sua riconoscenza. Non è stato un discorso quello che Ita |S a r ' I■It"'glo Balbo ha tenuto questa mattina, tua mè stato come un ordine del giorno prò- ]nunzlato prima di entrare nelle acque -della Patria, e nello stesso tempo i;stato un saluto al mare che le ali ita-\ lliane hanno saputo vincere. |tnlplme a n - e e Ed ecco dopo questa funzione venirci incontro e svanire i paesi della nostra Riviera. Sotto le cime dei monti appena inargentati dalla neve l paesi che sempre conservano nel loro aspetto come un estatico sorriso primaverile, sono passati tutti, gli uni dopo gli altri, bianchi e rosati, davanti aali occhi dei trasiolatori. Ventimiglia, San Remo, Imperio, Albenga si succedono in una magnìfica visione, mentre proprio come se uscissero dal verde e fresco mistero dei giardini, alcuni apparecchi spuntano nel cielo volando sulla nave, che li saluta -con la voce della sua sirena. L'isolotto di Beroeooi è tutto bianco di spuma e appare come un mazzo di fiori appena posato sulle onde. Poi Vailo, irla di comtonoli, ri- Nsporule al saluto del Conte Rosso con,. le sirene dei suoi stabilimenti, poi Savona che ha issalo sul molo cento ban dlcrc distintamente visibili nella limpida chiarezza del tardo mattino, e finalmente ecco Genova. La citta non si vede ancora, ma l'anima della città è già vicina alla nave. Vna influita di apparecchi voltcgc\°iano sul transattalo Umciando Ilo-\Ti e messaggi e una flottiglia di imbur¬ e n a ri e ri cazloni si affretta attorno al suol fianchi poderosi, entra nella sua sclu, dondola nette ondate che provoca il suo cammino trionfale. In porto il Conte Rosso procede tra uno sciame di barche e vapori e di vaporini. II clamore di migliaia e migliaia di sirene irrompe nell'aria, mentre dalle imbarcazioni la genie si protende come presa d«'!delirio agitando fazzoletti e bandiere, ge'"alo Balbo, attorniato dai suoi piloti, -] risponde ai saluti trattenendo la sua a} emozione. Tra la folla che gremisce c-'i' molo ognuno comincia a ravvisare e'del volti conosciuti. Vi sono delle -\mamme tra la calca; delle spose che si importano le mani alle labbra ed al cito- re per esprimere con questo semplice Itdesto In loro yioia suprema. Gli avta- pgori che hanno affrontalo l'Oceano sen.- sza battere dolio hanno oli occhi lucidi]™dl amorosa riconoscenza: è l'Italia che vli salala che li applaude, che li acco-\ralle con il arido dell'ammirazione e dell'amore. Balbo con uno di, quegli atti decisivi dC- . che oh sono abituali tronca oom ciifo- czione chiama, tutti aliamo a sa e ldal ponte si alza un raro poderoso. Gli ( naviatori in omaggio al loro Capo c'/h-Istano nna canzone alpina, la folla la- pcaicolaoìle emoAc in un applauso in- nterminabile, poderoso, mentre il Minl-\isiro discende alla, lesta dei suoi piloti. • sNoi siamo ormai materialmente lon-\ tant da questi uomini meravigliosi, ma]dil nostro spirilo seguita a vivere te Iallucinante impresa e il nostro cuore j ù rimasto per sempre vicino a loro. ERNESTO QUADRONE. L'accoglienza della Dominante Ti Genova, 19, notte. Conte Rosso ha sbarcato oggi in] NcDgti alili' IXIJI^II ini. -uy »^>>fei **»• Italia i gloriosi trasvolata deU'Ocea-™ tato a s. E. Italo Balbo i rlosi compassili onoranze no Atlantico ni cospetto di una folla immensa calcolata a diverso decine di migliaia, ili persone che hanno tribuai suoi glograndiose e commoventi a un tempo (.animo, *»i popolo italiano ha vibrato oes »m- sono attraverso la rude ma profonda e sincera passione della folla genovese o il primo saluto della Patria a coloro rbe dulia faina hanno boa meritato è stato davvero degno di una apoteosi. Genova era in festa. Ovunque, il tricolore. Studenti, maestranze operaie, '^Piesaxi di ogni sorta di aziende, i ^!^^ìd^S^JS^\,^t^-! canza per poter accorrere ™'« gli ero. dell aria, luna la popò ozio- no si e riversata compatta verso a poi- to e lungo le strade che avrebbero poi dOVUtO vederli, at traversare acclamarli, gli aviatori festeggiarli, per Tra la folla enorme dei genovesi, ntime- posissime le rappresentanze di tutte le ; ,.iua tìtalia c a capo una falan-' „, (J= (erraresi sunorbi del loro glo- , vM\!i bui».u> rloso concittadino. Anche il tempo ha messo gillrtizio. AUa pioggla scrosciali- te della no»e ha fa"° se?"':i° una ^ ì tinata tranquilla, degno preambolo al non^ritreio trionfale Nel c'elo della g££5?vtìSSSo gii apparecchi nell'Aereo Club Genova, lasciando ca- dòro migliaia di manifestini Il saluto dal cielo Era 11 primo saluto di Genova: c A ■ Italo Balbo e ai suoi trasvolatori atlan- tici, reduci dalla grande gesta. — Voi giungete alla città dei Vivaldi, navi-: morj senza ritorn0; di Colombo, sco-; ]}r;laTC" ^ uu cont.j'nent0i (1ei noria, -Lmrmra,r]j t.ne stancarono la vittoria.],a lerra cne vi accoglie è quella del- l'ardire sereno, dello generose avven-itllrei dei propositi audaci raggiunti!nella realtà. Bene dunque sceglieste l'approdo. E' degno di voi e dell'impresa compiuta. Da esso vi salutano le antiche sacre non impallidite memorie, le perduranti energie, le opere tenaci e febbrili, l'ansia dell'auspicato |futuro; vi sorridono le rinnovate spe-|ranze; il nostro cuore qui palpita dì orgoglio per voi, alati messaggeri del- la gente nostra, eroici campioni della Patria che si adorna e splende della vostra gloria come di un'altra corona.]Noi ascoltiamo il vostro ammonimento'fraterno e fascista; tutto osare, osare sempre. A questa che fu la legge dei ipadri confermata dal Duce per la ri-1nascita imperiale d'Italia e per 11 Re.jvoi obbediste. Sarà la sua la nostra legge che ò fiamma di amore, regola di sacrificio, lievito di trionfo. - CU ,avlatorl dell'Aereo Club di Genova* !pVè'n»ràno*"o accoglienze. Da Ferrara, forte e generosa sono giunti montati su oltre un centinaio di automobili, gli iscritti al Fascio locale. Gli ospiti ferraresi, transitando per 1 Giovi, dal lato del Turchino, erano rimasti bloccati dalla neve, caduta in abbondanza su quella regione, ma la via potè essere presto sgomberata cosicché la comitiva ha potuto proseguire alla volta di Genova, ove è giunta stamane. I fascisti ferraresi sono stati accolti con dimostrazioni di vivo entusiasmo. Essi sono stati, più tardi, ricevuti da S. E. Italo Balbo, al quale hanno pòrto il caloroso saluto della loro città, e dal quale hanno avuto la promessa dì una visita, che il Ministro dell'Aria compirà dopo essersi recato a Roma e a Milano, che i trasvolatori festosissime Frattanto Genova ha riversato tuttala sua popolazione verso le strido, checonducono al porto. Verso le quàttòr- dfe.i le adiacenze rle!!-i stazione ma.rit-t.iina di Ponte dei Mille presentano un mirabile colpo d'occhio. Nella stazione]marittima, che è completamente tenti- ta sgombra da reparti della milizia portuale al comando del console Visconti, sono schierate le rappresentan™ dell'Esercito, della Marma. dellAviazione e della Milizia Volontaria. A ricevere gli invitati, è, in persona, il presidente diel Consorzio Autonomo del porto, marchese Federico Ncgrotto Cambiaso. L'arrivo del Conte Rosso è preannun I, iUli\U liti KjVlt.li; noflw U IV1CU.UUU41 ciat0 per le ore i5_ ma un-ora pr|,ma. la stazione di Ponte dei 'Mille ò tutta n.rfollata di personalità, mentre pas- s;,i10 rombando in cielo, e scompaiono, per ritornare sul Come Rosso che orniai è a poche miglia dal porto, gli idrovolanti della squadriglia, che si sono recati incontro ai trasvolatori. Veniamo frattanto a. conoscenza che due messaggi sono stati recati a S. E. Italo Balbo, e ai suoi intrepidi com SS d" un Savoia, con a bordo l'on. Iti Bacci, presidente del Comitato Olimpionico Nazionale, il gr. uff. Klinger. il marchese Gavotti e il console Candelori. Dall'apparecchio ò stato lanciato sul Conte Rosso il messaggio di saluto degli sportivi italiani; poco dopo, la na¬ . . , ™ ^a EYe^a JS*2LSJ2 dall'apparecchio roe j0 cos, 'Gb« altro Savoia 55, sul quale avevano preso posto S. E. Riccardi, Sottosegre tarlo all'Aeronautica, l'on. Starace ed U podestà di Genova, senatore Broccardo. Non appena il secondo idrovolante ebbe incrociato il Conte Rosso, un cepito : » Governo Partito, e città di Genova, da bordo di un » S. 55», inviano il primo saluto della Patria a S. E. Balbo e ai trasvolatori oceanici». id affluire. Nociamo il ministro L'affluire delle Autorità Ma lo autorità e le personalità, giunte da molte parti d'Italia continuano Bot- tal, S. E. Riccardi, sottosegretario al .Aeronautica; l'on. Starace, uario del Partit0 s. E< vlce-seAlfteri ; S. E. Ricci, presidente dell'Opera Nazionale Balilla; S. E. Teruzzi, capo di S. M. della Milizia; il senatore Biscaretti, in rappresentanza del Senato : in rappresentanza ■ p,„t~i„ln/,v.i ^à camera de ' Deputati • i «renerai* S Mr Lamera j1*1.2,, * Seller<ue Bosio, comandante della prima zona _„ ' a,.,,nnina„n.,tn rtii nral hì <ì m £ J£j, -fflS?U*i£Ìtì?Oi^ » m^nT^X ^naf^^? nirJr^ "X^divisioneaerea mm c?nn ' „ ,„ ^f.» comm. Capuz- °Q: jJSi^err^Xrino Mar" co' lacomiU' Ferrajr1' Pen*snno, Mas- Podestà, il Segretario federale di Ferrara, insieme alle rappresentanze dei ■ Fasci della provincia, e di quella del la città che diede ì natali a Italo Bai bo; il generale Amantea, comandante :del Corpo d'Armata di Alessandria; il ; console generale comm. Mastromattei Commissario federale di Torino, con ]il segretario dott. Molari; il console generale Dupanloup, comandante la i Milizia portuana; Arturo Fe.rrarin !un foltissimo gruppo di ufficiali del l'Aeronautica. Delle autorità e personalità genove si, si notavano il Prefetto ; i senatori Cavallero, Bisca.retti di Ruma, Oderò. Maragliano. Reggio; i deputati Ardis- |sone- Brunetti, Corrado Marchi, Lan |dl- US" Barni, Biancaxdi De la Penne Ferri- Baragiola, Medici del Vascello Bombrini e altri; le medaglie d'oro Blzzo, il comandante Romagna, il ge nerale Vaccaro, il console Buttafava ] Sulla terrazza della stazione marit'tilna eTan° adunate le famiglie dei trasvolatori, fatte segno a grandi di i niostrazioni di simpatia da parte della 1fol.'.a nereggiante, j A"e ore Co"'c Rosso imboc ca l'avamporto; gli si fanno inrontr i piloti, ai quali il colosso marine si affida, docile e inerte, per la mano vra di ingresso nel porto e di attrae co. Al rombo fragoroso degli aeroplani, che volteggiano in cielo, si unisce quello più cupo delle navi ancorate in porto, le quali hanno inalzato il prati pavese. Lentamente, il Conte Rosso si avvicina a Ponte dei Mille, menuUmgo i suoi ponti s'iniravvedono S. E. Balbo, gli aviatori, e tutti i passe.ggerfestanti. Allorchè il Conte Rosso, le cui manovre sono siate guidate dal comm. Olivari, avvicina la banchina, la banda della Milizia Portuaria intona la Marcia Reale, « Giovinezza • e la Canzone degLi Alpini, che la folla canta a gran voce. Passa quasi mezz'ora prima che la nave possa esscra fermata alla riva. Delirio di folla Le acclamazioni al generale Balbo e ni suol compagni, ora, salgono en- Itusiastidie al cielo. Il Ministro delIl'Aviazione, che indossa la divisa di !generalo, appare lieto e sorridente, Egli, anziché scendere dalla passerelj'a di prua, quella di prima elasse, si presenta invece allo scalandróne di e]broncia, la Milizia portuaria e gli -jufflcinli di Marina debbono compiere orplAsccsdlAdsVl o i a e e n i i e a a - i i i e opera faticosa, per difendere la passerella dall'assalto della folla. Non appena è possibile, salgono per primi, a bordo, i tre superstiti di Bo? lama: capitano Recagno, tenente Abriata e maresciallo radiotelegrafista Mancini; S. E. Balbo, con le lacrime agli occhi, li abbraccia e li bacia, con effusione e tenerezza. Quindi salgono a bordo le autorità, primi fra di esse, S. E. Bottai e S. E. Riccardi, l'on. Starace, il generale Teruzzi, e Arturo Ferrarin, il quale pur vestendo in borghese è facilmente riconosciuto dalla folla che applaude freneticamente. Or ecco: finalmente S. B. Balbo può scendere, con il generale Valle e il colonnello Maddalena a lato, e i suoi aquilotti al seguito, uno dei quali tiene alto l'azzurro gagliardetto dell'Arma. L'uscita da Ponte dei Mille diventa una impresa ardua La folla è fuori, tumultuante, ansiosa, incontenibile. Gli aviatori raggiungano l'ampio, magnifico piazzale della stazione marittima, e prendono posto sulle automobili loro riservate: il tragitto da Ponte dei Mille a Palazzo Spinola, 11 Palazzo del Governo, è imo splendido trionfo. La folla, che. gremisce Invero similrneii te tutte le terrazze, da piazza Principe fin verso il mare, non ha che un grido solo di acclamazioni' per gli eroi dell'aria; al cui apparir-• il popolo rompe i cordoni. Con S. VBalbo, a trordo della prima automo'bile, salgono U Podestà, il Prefetto <■ S. E. Bottai. La macchina, da qnesi"^ punto, è costretta a farsi strada fra una duplice siepe umana, ohe'lantani ente si fende al passaggio delle automobili, coperte di fiori. Seguono, dopo le autorità, due grandi torpedoni, sui quali ha preso posto la schiera dei trasvolatori; dietro di essi è una carovana di circa 300 automobili, qui giunte da tutte le parti d'Italia. La piazza Principe offre un aspetto assolutamente fantastico. Sembra trasformata in un mare di folla, che ondeggia senza tregua, quasi abbattendosi sulle automobili, costrette, ad ogni passo, a rallentare e a fermarsi. Lungo la ringhiera di via Legaccio ò un'altra fittissima siepe umana, cho si protende, agitando bandierine. Piovono dall'alto mazzi di fiori e tra^l di mimose. Intorno alla macchina di Balbo, e a quelle dei trasvolatori, si forma ben presto un doppio cordono di goliardi, che seguono le vetture a passo di corsa L'intero tragitto, da Piazza Acquaverdo fino al largo di via Roma, si compie in una atmosfera di delirio. Sembra, ad ogni momento, che lo spettacolo che si offre ai nostri occhi non possa esseTe, per imponenza, superato; ma ecco invece che ad ogni sinuosità se ne presenta un altro più fantasmagorico. Sì giunge, cosi, al largo di via Roma, ove la manifestazione popolare tocca il suo diapason. A stento, S. E. Balbo e 1 trasvolatori riescono a scendere dalle macchine, a fendere la folla e ad avviarsi per la scalinata d! Palazzo Spinola, Essi vi sono appena entrati che già una moltitudine enorme, la quale ha Invaso anche piazza Corvetto sino ai suoi limiti estremi, prorompe in una formidabile acclamazione che accresce in intensità allorchè S. E. Balbo si affaccia al balcone centrale del palazzo, e accenna a parlare. <, La parola di Balbo Egli dice : □ A nomc anche del miei camerati della Crociera atlantica ringrazio il popolo genovese per questo travolgente palpilo d'amore col quale ci ha accolti e del quale siamo ftemslmi. I momenti più duri della nostra impresa sono largamente ripagati da questa espressione di entusiasmo popolare. Vogliamo davanti a questa im. mensa folla del popolo di Genova riaffermare ancora una volta che il merito della nostra impresa non va tanto a noi che siamo soldati d'Italia e che abbiamo da soldati compiuto il nostro dovere, ma va al Capo che l'ha spiritualmente guidata e che et ha dato la fiducia nella vittoria •. Le parole del Ministro dell'Aeronautica sono accolte dà grida e da applausi, dall'agitare dei gagliardetti e da evviva. La dimostrazione, di una grandiosità ed imponenza eccezionale si protrae a lungo ed il gen. Balbo deve affacciarsi ripetute volte salutando romanamente e sorridendo commosso. Dalla Prefettura gli ospiti si sono recati quindi alla sede dell'Associazione Combattenti, ove S. E. il generale Cavallero ha pronunciato brevi parole, per offrire al Ministro, ia nome di tutti i combattenti italiani, uria artistica riproduzione della statua diBalilla. L'on. Balbo ed i suoi compagni, poi, sono sostati hi Municipio, a Palazzo Tarsi, dove, durante un rice-