L'impotenza dei partiti a costituire un Governo ripropone il problema della dittatura

L'impotenza dei partiti a costituire un Governo ripropone il problema della dittatura IL FALLIMENTO DEL VECCHIO MONDO POLITICO SPA0NU0L0 L'impotenza dei partiti a costituire un Governo ripropone il problema della dittatura Madrid, 17 notte. (A. M.) — Le previsioni che facevamo ieri sera si sono disgraziatamente avverate anche prima di quanto non fosse lecito supporre. Sanchez Guerra ha dovuto rinunziare a formare il Ministero. L'insuccesso del suo tentativo era', come dicevamo, implicito nel categorico rifiuto opposto da Santiago Alba all'incarico che il Re. in un primo tempo, aveva offerto a lai. Dato che Sanchez Guerra voleva fare un Gabinetto di coalizione con le sinistre. uno degli elementi più moderali di queste sinistre, il capo dei liberali radicali.'si rifiutava di scendere a patti, come sperare che gli elementi più avanzati accettassero di collaborare con l'uomo della zarzuela il quale, per metam.orfosi che abbia subite nel senso costituzionalista e democratico, non cessa di essere, tuttavia, un ex-conservatore ed un monarchico? Pigli» da milodramma Teoricamente, il progetto della coalizione era ed è seducente; e Sanchez Guerra ha forse obbedito ad un sincero intento patriottico recandosi a sollecitare' col cappello a cilindro in mano i concorsi dei repubblicani e del socialisti: ma, in piatica, la sola cosa che il suo tentativo pro-vi è la leggerezza l'ingenuità o la furberia antiquata di questi vecchi politici spagnoli, i quali sembrano non riescir mai ad afferrare il-vero senso delle situazioni che essi medesimi hanno determinate. Lo spettacolo di questo canuto uomo di governo che. uscendo da Palazzo Reale si reca alle regìe carceri per conferire, attraverso una grata, con Alcalà Zamora, con Fernando de los Rios e ton Largo Cabotiero, ossia coi capi più spinti del movimento rivoluzionario repubblicano e socialista, e per offrire Ica del portafogli nel proprio futuro Gabinetto, è una pagina da melodramma polìtico quarantottesco, un episodio che può forse sedurre il sentimentalismo romantico degli spagnoli ma che, tradotto nel linguaggio politico contemporaneo, non significa assolutamente nulla. Alcalà Zamora, Lerroux gli altri repubblicani più, o meno integrali sono rimasti, rifiutando le offerte del Guerra, perfettamente fedeli alla logica della loro situazione ed alla tecnica del loro programma. Essi vogliono la rivoluzione, ma la rivoluzione non soltanto dinastica e costituzionale, bensì soprattutto sociale ed economica. Quale interesse aavrebbero dunque costoro nel collaborare ad un Governo presieduto da un monarchico popolalo di ca-pi delle vecchie consorterie, un Governo che se li accoglie nel proprio seno è, verosimilmente, al solo scopo di legar loro le mani? Se Zamora, Lerroux e Largo Caballcro hanno in Spagna qualcosa da sperare, possono sperarlo solo dalla fine totale della legalità costituzionale e da un salto nell'anarchia, non già dalla collaborazione di Sanchez Guerra: ceco, dunque, perchè i prigionieri del « carcere modello • hanno opposto un rifiuto. Bilancio malinoonioo In quanto a Sanchez Guerra, il quale deve già aver miurato a quest'ora la gravità dell'errore commesso passando al nemico e facendosi uno dei più efficaci promotori- dell'agitazione contro Alfonso XIII e* Primo De Rivera, in luogo di assecondare prudentemente quest'ili timo nella diffìcile opera di normalizzazione, che era il più caro dei suol sogni ed al quale il defunto marchese di Estella dovette rinunziare proprio per l'ostinazione caparbia de ali inveterati cacicchi come lui, egli ha formulato te proprie conclusioni nella seguente dichiarazione al giornalisti: « Esaminando l'insieme dei colloqui c. dei passi che ho fatto ieri, stanotte ed anche stamattina, ho acquisito l'impressione che non. potevo formare il Gabinetto che desideravo costituire. Un Governo qualsiasi avrei potuto ' farlo anche sènza dover sortire da Palazzo reale l'altro giorno, perchè, quantunque io non sia il capo di nessuno, avevo in anticipo molli concorsi assicurali- Ma avevo l'intenzione di for mare il Gabinetto che credevo indi spcnsabile In questo momento estremamente grave. Non ho potuto ottenere per questo i concorsi necessari, lo non chiudo gli occhi davanti alla luce che accieca. Davanti ad una quantità di considerazioni, e quantunque io abbia in tasca la lista del Governo, ho declinato onestamente l'incarico che mi aveva offerto il Re, perchè ho ritenuto che era mio dovere il farlo. Rendo grazie al Sovrano per la consideraione avuta per me. lo riconosco che per quanto concerne le Cortes ' costituenti non ho incontrato da parte sua nessuna difficoltà. Tuttavia, non sono riuscito a riunire il Governo che occorre, secondo me. alla Spugna in questo momento. Eppure avevo sacrificato molte cose in nome del Paese, perchè io credevo che ciò poteva essere utile alla mia Patria •. La volta di Alvaraz? La fine delle dichiarazioni di Sanchez Guerra tradisce una certa tristezza; ma egli è sicuro, questa vecchia volpe politica, di avere sacrificato al bene della patria anche il suo amor proprio? Per conto nostro ne dubUià mo. Prima di rassegnare la missione ricevuta. Guerra ha consiglialo in ogni caso il Sovrano di offrire l'incarico a Mclquiades Alvarez, capo del liberali riformisti che doveva essere magna pars nel suo futuro Minisiero. Alvarez d stato infatti chiamato verso la fine del pomeriggio alla Reggia ed ha avuto con Alfonso SUI un lungo colloquio. Ma dopo l'insuccesso di Sanchez Guerra l'interesse di una combinazione Alvarez appare discutibile. Anche Alvarez, per quanto parlamentarmente più a sinistra del predecessore, si urterebbe con certezza ver la formazione di un Gabinetto di coalizione contro V anticollaborazionismo delle estreme social-repubblicane; il suo tentativo non avrebbe quindialtro risultato fuorché una inutile perdita di tempo ed un ulteriore esautoramelo del prestigio della Corona, ciò aiuta, a comprendere perchè Alfonso XIII si sia limitalo a interrogare ed ascoltare oggi il leader riformista c non gli abbia, almeno fino a questo momento, offerto l'incarico. Ad onta del difficili frangenti che traversa, il Re di spagna non sembra infatti avere fin qui perduto l'abilitale sangue freddo. Il conte Di Romanones, che anche in questa circostanza si rivela fedele e disinteressato servitore della monarchia, concorre forse a prestare al Sovrano in quest'ora difficile l'appoggio della sua vecchia esperienza; ma Alfonso XIII, che ieri si è recalo all'Escuriatc a pregare sulla tomba di sua madre, non rifugge dal prendere consiglio soprattutto da se stesso. Un elemento che non va trascurato nel bilancio della situazione è che l'esercito, nel suo complesso, di fronte alla minaccia diretta contro la monarchia dà prova di lealismo. Verso una soluzione di forza Orir, se continua ad avere dalla sua questa forza di prlm'ordine, la Corona può ancora Ironteggimre gli avvenimenti con relativa calma. Nella peggiore delle ipotesi, se il gesto fatto da Re Alfonso aderendo al progetto di convocazione della Coslttiiicnte ed alla formazione di un Gabinetto di larga coalizione fosse reso vano dalla intransigenza delle sinistre, se l'unico risultato raggiunto in capo ad un anno di presidenza Beren-guer e di tentativi normalizzatori fosse di vedere rcsjplntc le concessioni che la Corona offre e il Paese avviato a riprecipitarc nei disordini e negli eccessi del passata, chi potrebbe muovere rimprovero al Sovrano qualora ritenesse inevitabile appigliarsi ancora una volta alla soluzione della forza col ristabilire, grazie al favore dell'Esercito, una dittatura militare o un Governo di destra con larga partecipazione di militari e l'ulteriore sospensione delle garanzie costituzionali? Nulla è ancora possibile dire di sicuro in proposito al momento in cui telefoniamo. Ma quello che sta di fatto è che alle 5 pomeridiane di oggi, ossia mezz'ora dopo la fine del colloquio tra Alfonso XIII e Alvarez, la censura era stata ristabilita. Stasera in città corre con insistenza la voce che la proclamazione dello slato d'assedio sia imminente e che il generale Martine: Anido che trovasi attualmente sulla riviera francese, sarebbe stalo invitato a venire a Madrid domattina in aero plano per assumere il comando supremo delle forze armate delio Stato mentre, a presiedere il Governo, verrebbe chiamato il generale Saro, che già si distinse durante la campagna marocchina. Dato il ristabilimento della censura, è estremamente difficile controllare con prontezza tali notizie, ma l'esame della situazione quale l'abbiamo prospettata e la provata impotenza del partili borghesi a separare la loro causa da quella del sovvertitori sociali, il sentimento unanime delle masse le quali chiedono un Governo che mantenga l'ordine e assicuri il benessere nazionale ma si infischiano della repubblica cara ai radicalmassoni, e finalmente il carattere energico di Alfonso XIII sembrerebbero- altrettanti argomenti per ritenere quelle soluzioni non impossibili.

Luoghi citati: Madrid, Mclquiades Alvarez, Spagna